Racconti Erotici > Gay & Bisex > Il Venditore Ambulante 4 -Il Pappagallo- VI
Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 4 -Il Pappagallo- VI


di Soundserio
11.05.2016    |    4.459    |    4 9.4
"A dopo”- andai al bagno fischiettando e, indossando la t-shirt, ricevetti una telefonata –“Buongiorno Gabriele ti disturbo?”- , -“No, mi dica prof..."
Attesi quella mattina con intrepida ansia, non sapevo se Luigi fosse arrivato con il papà o solo con la cassetta degli attrezzi –“Buongiorno, per che ora credi essere qui?”- domandai via messaggio al ragazzo. Ovviamente la notte prima, per non farmi sgamare dall’idraulico, cercai di riempire il lavandino con avanzi di cibo, la scusa della visita doveva reggere. Nel frattempo, dopo aver fatto una doccia, cercai nell’armadio qualcosa da indossare –“Questo no”- , -“Forse”- , -“Questo no”- , -“Questo!”- acchiappai il jeans aderente tutto strappato sul di dietro, si proprio quello che utilizzai quando andai a far visita all’appartamento di Giovanni e lo indossai. Riposi tutto il resto in armadio e cercai una maglia comoda da mettere, il telefonò suono –“Do una mano a papà a sistemare i prodotti in bancarella e ti raggiungo, credo intorno alle nove”- scordai che fosse giovedì mattina, Franco non poteva lasciare la bancarella da sola. Finalmente un po’ di felicità regnò nell’ animo –“Certo, va benissimo, ti aspetto. A dopo”- andai al bagno fischiettando e, indossando la t-shirt, ricevetti una telefonata –“Buongiorno Gabriele ti disturbo?”- , -“No, mi dica prof.”- era Luca –“Abbiamo fissato le date di spedizione, si parte questo lunedì e si rientra mercoledì sera”- , -“Ok, va bene”- chiusi la chiamata e cercai di distrarmi da quella noiosa notizia di lavoro andando davanti allo specchio ad ammirarmi. Capello e barba curata, canotta larga bianca e l’aderente jeans strappato sul culetto. Non indossai lo slip, ma il nuovo jockstrap, e neppure i calzini. Più guardavo la mia immagine allo specchio e più mi piacevo, l’idea di avere l’idraulico in casa mi eccitava da matti. Finalmente il citofono suonò –“Chi è?”- , -“Luigi”- , -“Sali”- aprii l’ingresso. Lasciai la porta socchiusa e attesi il suo arrivo in cucina –“E’ permesso?”- domandò sul ciglio della porta –“Vieni pure, sono in cucina”- sentii la porta chiudersi e subito mi chinai a novanta facendomi trovare a passare uno straccio a terra –“Ciao, buongiorno”- disse alle spalle –“Buongiorno, scusami eh, mi è caduto un goccio di caffè e ripulivo”- , -“Tranquillo, non preoccuparti”- , -“Accomodati pure, vuoi un po’ di caffè? È ancora caldo”- , -“No grazie”, -“Dai qualcosa, un succo? Una naturale?”- , -“Dai vada per un succo”-. Versai uno yoga nel bicchiere e mi accomodai a tavola di fronte, quella mattina Luigi indossava una salopette di jeans, scarpe da ginnastica e una maglia nera. L’occhio a mandorla era ancora un po’ assonnato e la barba castano-rossiccia meno curata della prima volta. Dalle sue braccia partiva un bellissimo pelo castano-rosso che percorreva l’intero braccio sino al polso e qualche ciuffo di pelo sbucava anche dal colletto largo della t-shirt. –“Bè allora come va con la doccia?”- domandò –“Tutto bene, finalmente non gocciola più. Sei stato bravissimo”- mi complimentai –“Ma figurati, è stato un lavoro da ragazzi, capita spesso purtroppo”- , -“Immagino”- , -“Sai nei vecchi pomelli è cosi”- sorridemmo e sorseggiamo ognuno la propria bevanda. –“Allora dimmi tutto”- , -“E’ da un paio di giorni che ho notato che lo scarico del lavandino è lento, dev’essersi tappato”- spiegai con convinzione –“Hai provato a stapparlo con qualcosa?”- , -“Si, ho provato un prodotto acquistato in negozio, con la coca-cola e con lo sturalavandini, ma niente di niente”- , -“Vediamolo un po’”- , -“Si vieni”-. Diedi ancora le spalle al trentenne per ammirarmi il fondoschiena quasi scoperto –“Ecco, guarda un po’”- aprii il rubinetto e feci scendere giù un po’ d’acqua –“Mmh ci saranno da smontare i tubi”-. Chinandomi aprii le due ante dello scaffale sotto il lavandino, levai tutti i detersivi e le varie cose lasciando spazio all’uomo che si sdraiò a controllare le tubature. Messo a pancia in su, il suo volto e metà del torso erano nascosti dal lavandino, inutile dirlo, l’occhio cadde lungo tutto il corpo, a vederlo cosi aveva un bell’uccello –“Mi potresti passare la chiave inglese dalla cassetta?”- domandò distogliendomi dai pensieri –“Eccola”- passandogliela alla mano –“Vediamo un po’”-. Quando iniziò a svitare presi la scopa in mano e spazzai dandogli le spalle –“Ti spiace?”- , -“No fai pure”- rispose lanciando uno sguardo. –“Potresti provare ad aprire un secondo l’acqua?”- , -“Certo”-. Poggiai la scopa e, avvicinandomi al corpo disteso di Luigi, divaricai le gambe lasciandolo al centro, dal basso si poteva notare benissimo che non indossavo le mutande –“Basta cosi, grazie”- richiusi il rubinetto e indietreggiai sfiorando il suo braccio con il piede –“Mi daresti il pappagallo?”- domandò indicando la cassettina degli attrezzi –“Ok”- mi chinai a gattoni sul mattone e feci finta di cercare l’attrezzo ponendo ben in vista ancora una volta il culetto voglioso –“Questo rosso?”- domandai voltandomi all’improvviso e beccando i suoi occhi sul mio corpo –“Si quello, grazie”-. Tornai in piedi e sta volta divaricando le gambe sfiorai con la punta dell’alluce la gamba dal ginocchio sino alla coscia e passai lo strumento all’idraulico. Rimasi a lungo in piedi sul quel corpo –“Ecco qui infatti”- , -“Riuscito?”- , -“Si, avevi ragione era un po’ tappato, ma non sembra roba vecchia..”- disse –“Si è da un paio di giorni che ho notato”- risposi con un leggero filo d’imbarazzo -“Questa è roba recente, attento quando lavi i piatti”- , -“Terrò gli occhi ben aperti allora”- , -“Ieri scommetto che hai cenato mezze penne?”- , -“Si”- , -“Ecco qui, ce ne stanno due”- disse ripulendo le tubature. Svuotati i tubi dalle cianfrusaglie Luigi riprese a risistemare tutto e dando le spalle, sempre in piedi e sempre sopra il suo corpo, facendo finta di niente cominciai lenti e invitanti movimenti di bacino –“Potresti provare a far scendere l’acqua?”- , -“Certo”- mi voltai e accessi il rubinetto, sta volta però un piede finì tra le sue gambe quasi divaricate, con la punta dell’alluce sfioravo la parte del jeans che ricopriva il pacco e, mentre attendevo un suo cenno per chiudere il rubinetto, cominciai a muoverlo su e giù per sfiorarlo e vedere un po’ se l’uccello reagiva a quell’impulso –“Chiudo?”- domandai dopo qualche lungo istante –“Ancora no”- rispose mentre oramai l’alluce del piede ci aveva preso gusto a sfiorare il pacco che non tardò a gonfiarsi, infatti inaspettatamente un lieve gonfiore si era presentato sulla salopette –“Ora puoi chiudere”- chiusi il rubinetto senza muovermi di un centimetro, guardai sotto l’uomo che qualche secondo dopo fece scivolare una mano sul pacco che sistemò in maniera evidente “Mmmmmh” trattenni un ansimo –“Apri di nuovo”- e ancora feci scendere giù altra acqua mentre oramai il piede era talmente avanzato sul pacco, Luigi era eccitato –“Chiudi pure ora”- stetti ai suoi ordini mentre oramai, consapevole del fatto che non gli sarebbe dispiaciuto, con disinibizione feci salire la punta del piede sul pacco gonfio cominciando a massaggiarlo. Il trentenne non disse nulla, proseguì il lavoro come se nulla fosse. In preda all’eccitazione feci scivolare la pianta del piede lungo tutto il corpo. Salii su alla pancia sino al petto che carezzai con la pianta e la punta del piede destro. Lo feci scivolare ancora giù e, arrivando sotto la pancia, deviai per la gamba destra percorrendola sino alla caviglia e ripresi a salire dall’interno gamba su sino alla coscia per ritornare sopra il gonfiore che stava per esplodere dall’eccitazione –“Hanno bisogno di manutenzione le tubature?”- domandai con la pianta del piede che premeva sul pacco disegnando dei cerchi –“Siii ehm no, cioè si”- era totalmente impacciato e spiazzato –“Forse hanno bisogno di un controllo approfondito”- dissi chinandomi a gambe larghe e sbragando la salopette. I nostri sguardi finalmente si poterono incrociare, era piacevolmente sorpreso e quando afferrai dalla base il suo tubo tirò indietro la testa in segno di godimento. Luigi aveva un cazzo di lunghezza media, ma molto grosso, quasi quanto suo padre, la cappella era rosa e grande mentre il resto dell’uccello tendeva un po’ verso sinistra, non era totalmente dritto –“Vediamo un po’ se questo tubo è buono”- prima di far scomparire la cappella tra le labbra –“Aahhmmm”- emise un gemito sotto al lavandino mentre portò le mani sul pavimento lasciando cadere gli attrezzi. Il cazzo aveva un buon sapore di maschio, era pulito e davvero duro. –“Aaaahh”- ansimò mentre feci scomparire l’intero tubo tra le fauci arrivando a sfiorare le due palle con lingua –“Mmmm a primo assaggio sembra ottimo”- dissi guardandolo dritto negli occhi. Stava impazzendo, finalmente potevo far godere anche il figlio del venditore ambulante –“Ahhhh aahhh”- ansimava il ragazzo mentre avevo dato inizio a un magistrale pompino. Salivo e scendevo con flemmatica passione lungo tutti quei centimetri turgidi che amavo leccare oltre a risucchiare come un aspirapolvere tornando sul glande. Dopo avergli fatto assaggiare solo l’antipasto, cominciai bene a segarlo con movimenti rotatori, come se stessi avvitando un bullone, era completamente estasiato. Mollai il palo e tornai in piedi, diedi le spalle e chinandomi a novanta davanti al suo sguardo acchiappai i lati opposti degli strappi sul culetto e divaricando bene le gambe con un po’ di forza gli strappai totalmente lasciando aperto un gran varco che permise, oltre la miglior visibilità al culetto, anche la penetrazione. Senza voltarmi mi abbassai sopra l’uccello, bagnai due dita di saliva e mi lubrificai il buchetto, afferrai la base di quel nuovo uccello e prendendo la mira iniziai a farlo sparire dentro il culetto –“Aaaaahhh”- ansimò profondamento Luigi mentre il tubo sparì lentamente –“Vediamo quanto è resistente”- dissi iniziando a muovermi inghiottendolo tutto. Salivo e scendevo con ritmo sostenuto su quel cazzo che avevo tanto desiderato –“Siii mmmmh”- iniziai anch’io a godermi quella magnifica penetrazione –“Si si siii”- continuavo ad ansimare. Con un colpo solo lo feci riscomparire tutto dentro provocando a Luigi un leggero spasmo di spiacere e, allentando il movimento, proseguii a scoparmi con calma –“Mmmmh mi piace questo nuovo tubo”-. Il ragazzo stava completamente in silenzio, i suoi occhi parlavo chiaro, stava godendo da matti e nella stanza si potevano sentire solo i lamenti del suo piacere. Tornai in piedi e voltandomi, vis a vis, abbassai il culetto per prenderlo ancora –“Aaahh siii”- emisi con piacere sentendolo entrare tutto. Non era più tempo di giocare, ora si faceva sul serio. Senza perdere tempo iniziai davvero a prendere un gran ritmo frenetico allargandomi completamente il culo saltando come una matta. Tirai indietro la schiena e poggiai le due mani a terra per tenermi mentre il bacino proseguiva a cavalcare con ardore quel giovane cavallo –“Vengo”- disse tra un ansimo e l’altro, non potevo perdermi quel gusto, feci sgusciare subito il cazzo dal culo e mi ci fiondai sopra con la lingua, cominciò ininterrottamente a schizzare –“Aaaaah ahhhhh ahhh aaaah”- godette follemente. Non lasciai libera la presa, prima di lasciarlo andare ciucciai e ricciucciai per bene l’intera asta e a seguire la cappella mentre perdeva vigore. Il viso divenne un po’ rosso per l’imbarazzo, quando lasciai libero Luigi di alzarsi in piedi ci mise qualche secondo, era in pieno imbarazzo, si ricompose e con tutta fretta gettò dentro la cassetta tutto ciò che aveva messo fuori –“Bene, ora sembra tutto apposto”- iniziando a prendere la via dell’uscita –“Quanto ti devo?”- domandai oramai sul ciglio della porta –“Niente tranquillo, siamo apposto cosi”- e scese giù per le scale senza aspettare l’ascensore. Completamente soddisfatto ed eccitato tirai fuori l’uccello dal jeans e me lo segai cosi forte da sborrare in corridoio in pochi secondi. Andai in cucina a prendere uno straccio per pulire e mi accorsi che Luigi aveva scordato il pappagallo rosso
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il Venditore Ambulante 4 -Il Pappagallo- VI:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni