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Il Venditore Ambulante 3 -La Finestra- II


di Soundserio
08.04.2016    |    4.926    |    3 9.9
"Qualche minuto dopo arrivò la chiamata –“Ei maialina allora come va?”- domandò subito –“Tutto bene, sono sola soletta e calda”- , -“Sei sempre la solita..."
Durante quei mesi mantenni il contatto con il venditore ambulante che, di tanto in tanto, ci vedevamo ma oltre a scopare riuscimmo anche a presentarci, si chiamava Franco. –“Dammi cinque minuti che mi sposto”- rispose a quel messaggio. Qualche minuto dopo arrivò la chiamata –“Ei maialina allora come va?”- domandò subito –“Tutto bene, sono sola soletta e calda”- , -“Sei sempre la solita vogliosa di cazzo, vero?”- , -“Si, ho voglia di cazzo!”- , -“Che porca che sei. Domani pomeriggio ti sfondo!”- , -“Sfondami ora dai, raggiungimi”- , -“Non posso, ci vediamo domani alle sedici”-. Chiudemmo la conversazione e finii per sborrarmi addosso, solo il sentire la voce mi fece impazzire. Il giorno dopo, prima del suo arrivo, cominciai a prepararmi, Franco a ogni appuntamento aveva un regalo per me, sempre e perennemente la biancheria intima: completini, autoreggenti, scarpe alte ect ect.. tutte acquistate nelle bancarelle dei colleghi o online. Portandomi allo specchio cominciai ad agghindarmi per bene. Scelsi di indossare un corpetto nero con autoreggenti, perizoma e tacco a spillo nero. Amavo guardare il corpo tonico e maschile sotto quelle vesti succinte, mi facevano sentire desiderata e maiala. Passando il rossetto rosso fuoco sulle labbra sentii il telefono suonare –“Preparati, ho una sorpresa”- , –“Vediamo un po’ se indovino.. il completino leopardato che ti piaceva tanto?”- , -“No, molto meglio. Qualcosa che ti piacerà parecchio”- , -“Sai che sono curiosa, sbrigati ad arrivare se no inizio a toccarmi da sola”- , -“Fai la brava. Arrivo!”-. Chissà cosa aveva in mente, ero davvero curiosa.
-“Zzzzzz”-
Suonò il citofono e andai ad aprir la porta stando attento a non farmi vedere dai vicini. Entrando Franco salutò –“Ciao maiala”- alla mano non portava la solita busta di carta con la sorpresa. Entrammo in camera, quel pomeriggio indossava un pantalone blu notte con una polo rosa -“Allora che mi hai portato?”- domandai curioso –“Sssh fai la brava, vieni”- rispose prendendomi per mano e portandomi al balcone. Si mise dietro poggiando il pacco semiduro al culetto e tenendo le mie spalle ferme con le mani –“Vedi là? Quell’ auto verde?”- indicando da una fessura della serranda una vecchia vettura parcheggiata. –“Si, la vedo”- sentii le sue mani scivolare dalle spalle lungo la schiena sino ai glutei –“Là dentro c’è la sorpresa, ora devi dirmi se la desideri oppure no”- sussurrò alle orecchie con voce calda e suadente. Il mio corpo iniziò a sentire caldo, la sua presenza alle mie spalle e le sue mani, che adesso si facevano spazio sotto il perizoma, mi eccitavano da morire. –“Dimmi che devo fare”- domandai sussultando di piacere mentre due dita umide iniziarono a penetrarmi il buchetto già caldo e largo –“Là dentro c’è mio figlio Luigi, gli ho detto che dovevo sbrigare una commissione e l’ho lasciato solo in auto ad aspettarmi. Voglio scoparti al balcone davanti a lui”- la sua lingua affondò dentro le orecchie continuando a sditalinarmi. Ero già calda e umida, il tono di voce e come mi afferrava mi aveva già trasformato in puledra in calore. –“Si voglio che mi scopi”- dissi ansimando, mi voltò a se baciandomi per la prima volta. Fu un bacio avido e porco, la sua lingua era umida e calda –“Mettiti in ginocchio”-. Risposi a quell’ordine mettendomi ai suoi piedi. Amo essere dominata. Sbragai il pantalone già gonfio e tirai fuori la grossa mazza del vecchio “Succhiamelo troia”- scappellai il membro e lo affondai con gusto in gola, emise un sussulto di piacere poggiando le sue mani sul balcone. –“Cosi, brava puttanella”- spompinavo con furia quella mazza consistente e vogliosa. L’odore della sua anziana pelle mi faceva impazzire. Salivo e scendevo avidamente, sollevai l’asta e percorsi con la punta della lingua tutti quei centimetri fino alle sue grandi palle pelose e penzoloni succhiandole e leccandole a dovere –“Sei proprio una puttana”- continuava a ripetermi. Ripresi in gola la verga e iniziò spintonarmela scopandomi –“Si cosi, bocca calda”- mugolavo come una maiala senza preoccuparmi dei vicini che avrebbero potuto sentire per via della finestra aperta. Le sue mani mi presero per i capelli portandomi su, mi infilò la lingua in bocca e voltandomi di spalle poggiò i miei gomiti alla finestra facendomi chinare in maniera tale che potessi vedere l’auto, si abbassò dietro di me e iniziò a leccarmi le chiappe mordendole e sculacciandole, era eccitatissimo. Scostò il perizoma facendomi sentire la lingua umida nel buchetto –“Aaah sii”- esclamai inarcando la schiena e gemendo di piacere –“Godi troia”- disse lubrificandomi bene con saliva. Infilò un preservativo, poggiò una mano al mio collo tenendomi bassa la testa e con un solo colpo mi sfondò il culo -“Aaaah cazzo”- esclamai dolorante –“Stai giù troia, ora ti sfondo”- iniziando a muoversi dentro. Il porco voleva fottermi a dovere, il fatto che il figlio potesse vederci lo eccitava da matti. –“Si scopami”- lo incitai vogliosa –“Sei la mia maiala vero?”- domandò afferrandomi per i capelli e tirandomi indietro la testa mentre le grandi palle mi sbattevano sulle natiche –“Si sono tua”- , -“Vuoi far vedere a tuo figlio quanto sei porco?”- domandai in preda a quei colpi di bacino forti e possenti –“Si puttana godi, vuoi scopare mio figlio?”- , -“Si voglio che mi scopate insieme”- la stretta divenne forte e possente sui fianchi, mi sbatteva come una puttana, respiravo a fatica dai forti e veloci colpi di cazzo che ricevevo.
–“Drriiinnnn”-
Il suo telefono squillò –“E’ mio figlio!”- disse -“Siii rispondi e non fermarti. Non fermarti scopami”- supplicai calda mentre rallentò portando il telefono all’ orecchio –“Pronto?”- , -“Papà quanto ti ci vuole ancora?”- domandò Luigi –“Ancora poco figlio mio e arrivo”- io ansimavo e mi scopavo il culo spingendolo contro il palo duro –“Fallo salire”- mugolai. Franco chiuse la telefonata e tornò a spingere con forza il cazzo dentro il culo –“Vuoi il cazzo di mio figlio eh? Troia ”- , –“Siii lo voglio”- , -“Puttana che non sei altro, ora ti sfonda il paparino”- il ritmo aumentò e diventò veloce, un treno che percorreva un culo –“Ooh si, sfondami”- , -“Puttana fatti vedere da tutti quanto ti piace il cazzo. Guarda mio figlio giù”- tappò la mia bocca con una mano e infilò dentro il dito medio che ciucciai affamata –“Ti sborro in culo puttana”- , -“Sii riempimi, fai vedere a tuo figlio quanto sei porco”- , -“Luigi guarda quanto è porco papà”- disse estasiato sbattendomi - “Troiaa aaah aah ah”- le sue gambe tremarono in tre colpi finali, portò le mani dai fianchi ai capezzoli stringendoli e tirandomi a se facendomi poggiare al petto, mi voltò il capo e mi baciò facendomi voltare tutto a se sfilando il suo manico dal culo. Si levò il preservativo –“Ora tocca a te, sborra troia”- afferrò il mio cazzo tirandolo fuori dal tanga e iniziò una sega –“Dai sborrami sul cazzo e dopo ripuliscilo puttana”- lo lasciai a segarmelo per qualche secondo finché non lo lasciò facendomi iniziare a segarlo veloce sul suo. Portai le sue mani sui miei glutei invitandolo a palparli e sculacciarli. –“Toccami tutta”- ansimavo –“Toccami che vengoo aaahmmmm aaah siii”- e schizzai sul membro quasi moscio. Tornai in ginocchio e lo succhiai tutto ripulendolo dalla sborra –“Apri la bocca, fammi vedere come ingoi troia”- feci uscire il suo glande e spalancai la bocca mostrando la sborra calda sulla lingua, poi chiusi la mascella e ingoiai tutto sotto lo sguardo per poi mostrarla vuota. –“Sei meglio di una puttana”- disse tirando su la zip e ricomponendosi. –“Devo andare”- salutò e scappò via lasciandomi in ginocchio sotto la finestra sfinita da quella sveltina animalesca. Leccai i baffi, quel poco di rossetto rimasto sulle labbra era sbavato, mi alzai per chiudere la finestra e mentre vidi Franco dirigersi nell’auto parcheggiata notai che la tenda della vetrata del dirimpettaio si muoveva, qualcuno era stato li a godersi la scena.
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