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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 4 -Happy Hours- IV


di Soundserio
09.05.2016    |    3.148    |    3 9.2
"Avrei tanto voluto invitarlo a casa, ma non era davvero il caso –“Dai, alla prossima allora..."
La mattina seguente approfittai per pulire casa, quella sera ero impegnato, avevo appuntamento con i due prof. per completare il lavoro prima della spedizione in montagna. Nel primo pomeriggio mi incamminai verso l’università sotto il sole cocente, nonostante fossimo agli ultimi di ottobre le temperature erano ancora alte. Quando arrivai trovai nell’atrio i due –“Buonasera, caffè?”- domandò Luca –“Ma si, poco zuccherato grazie”- poggiai la borsa su una sedia e avvicinai a loro che parlavano già della questione lavoro –“Sai stavamo pensando di venire entrambi con te, ma purtroppo in quelle due giornate Martino ha già degli impegni”- , -“Ah peccato, ci sarebbe davvero utile”- risposi bevendo un sorso –“Iniziamo?”- , -“Andiamo”-. Una volta in ufficio ci buttammo a capofitto sul lavoro senza troppe chiacchiere, le ore passarono in fretta e la stanchezza si fece sentire nonostante le tre pause. Intorno alle diciannove, completamente esausti, iniziammo un concerto di sbadigli –“Forse meglio staccare, abbiamo visto e rivisto l’intero programma”- disse Luca guardando la catasta di fogli –“Si, tanto oramai è fatta”- replicò Martino –“Che avete in programma per la serata? Aperitivo?”-, –“Ma si, si può fare”- rispondemmo in coro –“Bene, sistemiamo e andiamo”-. Poco dopo un telefono suonò, era quello di Luca che uscì per rispondere. Martino continuò a sistemare le scartoffie nella cartella, lo squadrai bene, davvero un bel manzo, pelato, barbetta bianca, occhio castano e virile, secondo me a letto era un toro –“Dove andiamo?”- domandò –“Non saprei”- risposi accomodandomi sulla sedia –“Nessuna idea?”- , –“Non so, conosco un bel posto che fa un ottimo Happy Hours, l’antica botte. Conosci?”- , “No, molto distante?”- si sedette a gambe divaricate -“No, si trova in via **********”- scavallando le gambe e divaricandole per mostrare la mercanzia –“Ci vai spesso?”- , -“No, qualche volta”- si grattò il pacco –“Bè potremo andare li allora”- , -“Certo”- risposi facendo scivolare una mano sulla coscia. –“Ragazzi ho una notizia da darvi”- esordì Luca rientrando in ufficio –“Mi ha appena chiamato il prof. di botanica, Serafino”- il docente che dirigeva la ricerca -“Che dice?”- senza levare la mano dal pacco –“Saremo sei coppie, ovvero sei tutor con sei studenti”- , -“Ah un bel gruppetto quindi”- , -“Eh si, peccato siano tutti uomini però”- con amarezza –“Ahahah!”- ridemmo –“Ah comunque ci raggiunge all’aperitivo”- , -“Perfetto”-, -“Dove andiamo?” , –“Gabriele conosce un bel posto dove fanno l’happy hour”- , -“Bene, ci riempiamo anche lo stomaco, andiamo!”-. Una volta in auto feci da navigatore e condussi i due all’antica botte, appena scendemmo aspettammo fuori dal locale l’arrivo di Serafino –“Fumi?”- domandò Martino offrendo una sigaretta –“Si dai, ci sta. Grazie”-, -“Brutto vizio, me lo porto dietro da anni”- attaccò bottone –“Si, anch’io oramai da molto tempo”- , -“Eccolo!”- esclamò Luca vedendo l’auto arrivare. Il prof. di botanica era un ultra cinquantenne con una gran panza gonfia, barbuto con occhiale da vista. Era il tipico uomo sfigato nerd sin dall’infanzia, chissà come fece a trovar moglie –“Buonasera a tutti, scusate il ritardo”- indossava un pantalone stretto quasi cadente con una giacca sgualcita –“Entriamo”- spegnemmo la sigaretta e con Martino seguimmo i due. Una volta dentro ci sedemmo in un tavolo in fondo, quella sera non era particolarmente affollato, anche se era l’ora dell’aperitivo, ordinammo due spritz e due vini rossi. –“Lui è Gabriele, il ragazzo che seguirò nel il progetto”- mi presentò Luca –“Ah ottimo, cosi ho già il piacere di inquadrarlo”- disse l’altro. I discorsi divennero un po’ noiosi, tutti incentrati sul progetto, pensavo uscissimo dall’ufficio per svagarci non per pensare ancora al lavoro. I tre erano davvero insopportabili, la natura, la montagna, la vegetazione, le piante bla bla bla iniziavo quasi a pentirmi di aver accettato l’invito –“Vi spiace se scappò a fare una chiamata?”- trovai la scusa per liberarmi –“No, fai pure”-. Quando uscii presi il telefono alla mano e mandai un sms a Bachisio –“Ciao che fai?”- , -“Niente di che, a casa e tu?”- , -“Una noia mortale, a prendere un aperitivo con i prof.”- , -“Ahahaha”- , -“Che ti ridi? Perché invece non mi raggiungi a smuovere la situazione?- , -“Non posso bello, sai che ho famiglia, altrimenti ti avrei sistemato per bene io nel bagno del locale”- , -“Mmmmh e come?”- cominciavo ad eccitarmi –“Dandoti appuntamento al bagno aspettandoti col cazzo di fuori”- , -“Siii e poi? Continua”- , -“Ti saresti subito inginocchiato a succhiarmelo mentre i tuoi amici ignari di tutto ti aspettavano a tavola”- , -“Siii magari, dai raggiungimi, ho troppa voglia”- , -“Non posso puttanella, ma se vorrai lo faremo un’altra volta”- , -“Mmmmmh”- , -“La mia porcellina”- , -“Siii, sono tua! ..ora torno dentro, mi aspettano”- , -“Fai la brava!”- , -“Se no?”- , -“Ti punisco”- , -“Mmmmh allora farò la cattiva!”-. Riposi il telefono nella tasca e feci un salto al bagno, volevo abbassare il gonfiore del jeans –“Si si te li spedisco la prossima settimana”- , -“Va bene va bene, ma basta chiamare sono a lavoro!”- , -“Ho capito diamine, ciao!”- il tono era abbastanza alto e nervoso, dalla porta uscii a sorpresa Martino –“Ei tutto ok?”- domandai sciacquandomi –“Si grazie, scusami eh per la figura”- , -“Tranquillo”- , -“Sai, le donne..”- , -“Immagino”- , -“La mia ex moglie continua a stressarmi”-, -“Ma figurati”- , -“Non sposarti mai eh!”- consigliò passandomi accanto e uscendo dal con sorriso. “Tranquillo, se ti fidi ci penso io a te, altro che la tua ex moglie” pensai tra me e me. Prima di risedermi dove Luca e Serafino proseguivano imperterriti a parlare di lavoro, mi soffermai al bancone e riempii un piatto di pietanze portandolo ai tre, magari si sarebbero distratti –“Ah grazie”- dissero vedendomi arrivare –“Buon appetito”- cominciammo a sgranocchiare qualcosa –“Vi porto qualcos’altro?”- domandò un cameriere –“Si un altro giro grazie”-. Tra me e il pelato ci fu qualche occhiata di complicità, entrambi ci sentivamo fuori luogo, anche lui aveva bisogno di cambiare argomento nonostante fosse interessato al progetto –“Allora rimaniamo d’accordo cosi”- disse poi Serafino alzandosi e salutando –“Perdonatemi, ho una cena di famiglia e non posso fare tardi, è stato un piacere”- . Finalmente! Sorseggiammo l’ultimo bicchiere e ci svagammo parlando di altro, ogni tanto mi tenevo fuori dal discorso e stavo ad ammirarli mentre dibattevano sui loro punti di vista politici, gustavo quei momenti mordicchiando delle olive che, poco prima, il cameriere portò. Martino ogni tanto buttava l’occhio, ma non riuscì a tirarmi in ballo, o meglio fui io a non voler partecipare, cosi ricambia le occhiate con un alone di mistero puntandolo mentre mordicchiavo e ingoiavo le oliva con sensualità. L’uomo non ebbe una gran reazione, si capì che fu incuriosito dai miei sguardi. –“Ragazzi io devo andare”- disse poi Luca finendo l’ultimo sorso di vino –“Si sono fatte già le venti e trenta”- ci alzammo e andammo a pagare. –“Dove vivi Gabriele?”- domandò Martino –“************** vicino al negozio di alimentari”- , -“Ah si ho capito, be accompagniamo Luca all’uni per prendere l’auto e dopo ti do uno strappo”, - “Ok grazie”-. Ero incredulo, si era offerto di riaccompagnarmi a casa, che gentile! La mia testa iniziò a fare mille pensieri e fantasie sessuali, dovevo tenerla a bada, non sarebbe successo niente tra noi “Lui è solo il tuo professore” continuai a ripetermi lungo il viaggio di ritorno “E’ solo una gentilezza, non vuole scoparti!”. Lasciammo Luca nei parcheggi della facoltà e ci dirigemmo verso casa –“Di qua?”- domandò prima di voltare –“Si si di qui”- , -“Non dirmi che a tavola ti sei annoiato?”- domandò conoscendo già la risposta –“Mah insomma, tu che dici?”- risposi –“Io dico di si”- con sorriso –“Bè non sbagli allora”- e ridemmo in coro. Martino era poco più giovane di Luca, ma oltre alla questione anagrafica era un uomo molto giovanile nei modi, si accostava molto più al mondo dei giovani che a quello degli adulti –“Pensa chissà che divertimento due giorni in montagna”- continuò a prendermi in giro –“Non farmici pensare ti prego!”- continuando a ridere con aria di complicità –“Peccato non ci sia pure lei”- azzardai dire –“Perché vuoi farmi annoiare?”- , -“Naaa, non potrei mai farla annoiare…”- , -“Interessante”- replicò –“Eccoci, siamo arrivati”- , -“Mi fermo qui?”- , -“Si quello là è il mio portone!”- , -“Perfetto, bene allora è stato un piacere”- , -“Grazie mille, è stato un piacere, però la prossima volta l’aperitivo meglio senza Luca e Serafino”- dissi provocando –“Ahaha va bene!”- rispose. Avrei tanto voluto invitarlo a casa, ma non era davvero il caso –“Dai, alla prossima allora. Ancora grazie”- , -“Alla prossima”-. Chiusi lo sportello e andò via. In ascensore mi resi conto dell’ erezione. Caspiterina, sono sempre vogliosa e poco seria con gli uomini. Aprii la porta e dopo essermi messo comodo con un pantalone di tuta mi accomodai a letto pensando a cosa cucinare per cena, anche se la fame non era tanta.
-ZZZZZZZZZZZZZZ- suonò il citofono “Chi diavolo sarà?” pensai correndo a rispondere:
-“Chi è”-
-“Sorpresa!”-
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