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Il Venditore Ambulante del Mercato III


di Soundserio
24.02.2016    |    11.209    |    3 8.8
"- “Ti è piaciuto? Hai qualcosa da farti stendere tu?” risposi provocando - “Bé qualcosa da stendere giù a tappeto ce l’avrei..."
Mercoledì sera, mentre mi depilo e carico la lavatrice, il telefonino squilla. Un messaggio:
- “Ciao, domani sarai a casa?”
Non conosco il numero e dall’immagine whatsap non riesco a comprendere di chi si tratta.
- “Ciao, si dovrei essere a casa salvo imprevisti. Scusami, potresti ricordarmi chi sei?”
Nel frattempo concludo la depilazione e la lavatrice è quasi pronta per essere accesa, controllo il telefono, ma ancora nessuna risposta da parte di quel numero sconosciuto. Va be, lascio perdere, penso sempre che si tratti di qualche collega al quale servono appunti della lezione perché spesso capita che qualcuno mi contatti per questo tipo di cose. Porto il telefono con me e vado a preparare la cena.
In cucina trovo Raffaella e Marco, loro sono i due ragazzi con i quali condivido l’appartamento, sono una coppia da ormai 4 anni, lui è un agente immobiliare di 34 anni e lei una specializzanda in medicina di 31 anni. Sono una bella coppia, andiamo molto d’accordo e ognuno di noi ha i propri spazi senza essere troppo invadenti. Mentre preparo la cena e chiacchiero vengo a scoprire che l’indomani mattina, o meglio quasi tutta la giornata, sarò solo a casa perché Raffaella ha il rientro sino alle 19 e Marco rientra direttamente alle 17. Nessuno dei due rientrerà a pranzo, hanno deciso di vedersi in pausa e mangiare un panino insieme al parco visto le belle giornate. In quel momento, sapendo che si trattava di giovedì, dovevo trattenere la mia felicità davanti ai loro occhi e proseguii ai fornelli canticchiando e fischiettando dalla felicità ma senza dare nell’occhio.
Finita la cena mi dirigo nella mia camera e lancio uno sguardo sul telefonino, ancora niente, nessuna risposta da quel numero sconosciuto, lascio perdere e non scrivo perché non vorrei correre il rischio che qualche collega domani mattina abbia intenzioni di disturbarmi mentre cercherò di portarmi a casa quel bel sessantenne brizzolato. E’ tardi, leggo qualche appunto universitario, spengo la luce e mi metto a dormire.
8:30 del mattino il telefono squilla:
- “Buongiorno maialina, dormi ancora stamattina?”
Rileggo il messaggio con gli occhi semi chiusi cercando di capire chi fosse, finché un gran sorriso si stampò sulla mia faccia. Era lui, il numero sconosciuto, e si trattava proprio del venditore ambulante. Che meraviglioso Buongiorno pensai tra me e me.
- “Buongiorno a lei. Si, sto ancora sotto le coperte tutta sola..”
- “Monella, sei nuda?”
- “No, indosso solo lo slip che aspetta di di essere sfilato..”
- “Fai la brava, ora mi metto a lavoro, più tardi voglio vederti stendere i panni come tu sai fare”
- “Sarà fatto.. oggi ho anche tutta la casa per me”
- “Mmmh.. vediamo più tardi. Ciao”
Mi alzo dal letto, colazione, doccia calda, olio alle gambe, slippino sistemato a tanga e maglietta corta. Ore 09:30, svuoto la lavatrice e mi dirigo al terrazzo e con immensa sorpresa noto che con il sessantenne questa mattina c’è un giovane ragazzo sui 28/30 anni, alto, moro e molto virile. Incrocio lo sguardo del mio uomo che accenna un sorrisino vedendomi. Inizio a stendere i panni e come al solito faccio la mia scenetta con caduta di mollette. Finisco, lo guardo e rientro in stanza un po’ perplesso e deluso, anche oggi occasione sprecata, non potrà venire su a sfilarmi le mutandine. Prendo il telefono e trovo un suo sms di qualche minuto prima mentre stavo fuori:
- “Brava maialina, cosi..”
Ero titubante sul rispondere, una parte di me (quella calda) voleva stare al gioco e rispondere in maniera provocante, l’altra razionale invece voleva sapere chi cavolo fosse quel ragazzo guasta feste che gli teneva compagnia quella mattina. Presi un attimo di tempo e inizia a digitare.
- “Ti è piaciuto? Hai qualcosa da farti stendere tu?” risposi provocando
- “Bé qualcosa da stendere giù a tappeto ce l’avrei..”
- “Ah si? E sentiamo.. cosa?”
- “Indovina un po’.. è un paio di mattine che non sta buono”
- “Magari potrei fare qualcosa.. ma quel giovanotto che sta con te chi è?”
- “Mio figlio, oggi è venuto a darmi una mano visto l’affollamento”
- “Ah, carino.. ha preso dal padre”
- “Stai buono!”
- “Io lo sono sempre.. buona”
La conversazione si concluse cosi, forse ho osato troppo facendo il complimento al figlio, mostrando un attenzione nei suoi confronti, potrei averlo infastidito. Non so che fare. Attendo, esco a fumare e oltre a due sguardi veloci non arriva altro tra noi. Arrivano le 11 e allora oso contattarlo.
- “Io oggi sono tutta sola a casa”
- “C’è mio figlio con me, non credo che riesca a muovermi da qui”
- “Porta su anche lui” rischio ancora cercando di coinvolgere il figlio
- “Convive, non è il tipo e poi non voglio che conosca questa mia nuova curiosità”
- “Non ti piacerebbe vedermi mentre gli prendo il cazzo in bocca e lo faccio godere?”
- “Fai la brava, sei proprio una troia”
- “ Si sono una troia”
- “Vediamo se più tardi con una scusa riesco a venire a trovarti”
- “Va bene, ti aspetto”
Arrivano le 12 e ancora nessuna notizia del sessantenne cosi esco fuori a fumare, ancora sguardi finché non vedo che prende il suo cellulare alla mano, spengo la sigaretta, scappo dentro e attendo.
- “Forse sono riuscito a trovare una scusa per allontanarmi”
- “Bella notizia, per che ora?”
- “Se riesco per le 12.30 – 12.45 , lascio lui a sistemare e io faccio finta di andare alle poste”
- “Allora mi tengo pronto, avvisami prima cosi ti lascio l’indirizzo e la porta dove entrare”
Fortunatamente per noi l'ingresso nella mia palazzina è situato nella via dietro il mercato, la parte opposta al mio terrazzo, cosi lui poteva fare il suo ingresso senza essere visto dai colleghi e dal figlio.
Ore 12.30:
- “10 min e arrivo, dammi indirizzo”
- “********* 15A, primo piano, porta a sinistra. Come desidera trovarmi?”
- “Come vuoi tu, non ho molto tempo”
- “Va bene, lascio la porta aperta dell’appartamento, una volta dentro mi trovi nella seconda porta a destra nel corridoio. Ti aspetto”
- “Arrivo!”
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