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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 3 -Possessione- VIII


di Soundserio
14.04.2016    |    5.336    |    5 9.9
"Era buio, le luci dell’abitacolo spente, in lontananza un lampione illuminava un po’ la zona..."
Completamente stravaccato e brillo sul divano della cucina attendevo una risposta al messaggio. Aprii il frigo e stappai un’altra birra che cominciai a bere in solitudine davanti alla tv. L’incontro con Marco quella mattina fu destabilizzante, ma molto piacevole. Un vero batticuore. In quell’istante suonò il telefono –“Dove sei?”- , -“A casa, mi raggiungi?”- risposi, era Bachisio –“Non posso, sono al pub con l’intera squadra post partita”-, - “Vengo?”- , -“Magari, non sarebbe male”-, -“Quanti siete?”-, -“Dodici”- , -“Mmmhhhh”- divenni già caldissima -“Ti bastano?”-, -“Li voglio tutti. Vengo?”- , -“E che ci fai?”-, -“Quello che volete”- oramai ero completamente presa dalla situazione dei dodici calciatori. -“Ah però.. in dodici ti sfondiamo”-, -“Magariii”-, -“Che troia”- , -“Siii, dai passa con qualche amico”- , -“Solo il tempo di un pompino”-. Ero eccitatissimo, non vedevo l’ora di vedere Bachisio e giocare con il suo manico. Quando arrivò sotto casa –“Sono sotto, scendi”- quelle parole mi stupirono, pensavo che volesse salire su –“Ok scendo”-. Di corsa diedi una sistemata ai capelli, uno sguardo davanti allo specchio e via scesi giù in strada. Entrai nell’auto trovandolo spaparanzato sul sedile con addosso la tuta della squadra –“Eh allora maialina?”- domandò mentre mi accomodai accanto –“Ho sempre voglia”- allungando la mano sulla sua gamba –“Hai voglia di cazzo?”- , -“Si”-. Bachisio girò le chiavi e partì –“Dove andiamo?”- domandai –“In un posto tranquillo”-. Mentre sfrecciava per la città non potei fare a meno di palpare tra le sue gambe, il cazzo era già duro e stava per esplodere nella tuta. Glielo tirai fuori e mentre uscivamo dal centro la mano sinistra faceva su e giù sul palo di marmo –“Brava segalo cosi”- diceva con mani sul volante –“Mai nessuna me l’ha fatta in auto”- , -“Ah no?”- replicai stupito io –“No”-. Aumentai il ritmo della sega e appena ci lasciammo alle spalle le ultime palazzine chinai il capo tra le sue gambe –“Aaaah brava”- esclamò alla guida. Leccai bene la cappella prima di affondare l’intera asta in gola. Il cazzo emanava un mix di odori tra bagnoschiuma e pipì. Avidamente tornai su al glande che lavorai bene e a lungo –“Si succhialo maiala”- godeva. Fermò l’automobile in campagna, davanti ad un cancello, le mani dal volante si portarono sui capelli che afferrò con forza e cominciò a dare ritmo facendomi salire e scendere sulla sua nerchia –“Cosi brava, cosi porca”-. Era una situazione molto eccitante, l’idea dell’area aperta mi piaceva, anche se buio oramai, c’era il rischio che qualcuno potesse passare di li e trovarci, ma quel rischio mi fece impazzire –“Si, sono la tua porca”- , -“Ciuccialo tutta troia”-. Staccò il mio voltò dal palo e lo portò, sempre tenendomi per i capelli, verso il suo per baciarmi –“Sei mia”- BANG! Sculacciò il culetto prima di aprire lo sportello per scendere –“Vieni”- porgendomi una mano e facendo scendere dall’auto. Era buio, le luci dell’abitacolo spente, in lontananza un lampione illuminava un po’ la zona. Bachisio mi portò davanti all’automobile facendomi sdraiare con forza di pancia sul cofano anteriore –“Ora ti sistemo io”- disse allargando le mie braccia lungo l’autovettura BANG! –“Puttanella che non sei altro”- BANG! Continuò a sculacciarmi voglioso come un toro –“Mmmhh sii”- ansimavo –“Togliti le scarpe”- ordinò –“Ora divarica le gambe”- feci tutto senza esitare rimanendo con addosso solo la t-shirt. Buttò giù ancora il mio corpo lasciandomi a novanta BANG! BANG! Tante sculacciate invasero la mia carne ardente di quell’uomo –“Guarda quanto sei porca. Ti piace cosi vero?”- , -“Si siii”- gemevo come una maiala. Il suo corpo si abbassò dietro il mio e cominciò a leccarmi e mordicchiarmi il culetto –“Ooh si leccami”- BANG! –“Fammi sentire quanto lo desideri questo”- disse sbattendomi sulle natiche il cazzo durissimo –“Lo vuoi vero?”- proseguì schiaffeggiandolo sui glutei per farmelo sentire –“Si lo voglio”- , -“Ancora, dillo ancora”- , -“Lo voglio lo voglio cazzo”- , -“Troia”-. Portò due dita alla bocca e dopo averle unte bene di saliva cominciai a sentirle nel buchino –“Voglio che godi come una troia”- cominciò a dirmi mentre sditalinava la fessura del piacere –“Ohmm si siii lo voglio”- , -“Continua cosi, supplicami di scoparti”- , -“Si ti prego scopami scopami”- , -“Non basta, ancora porca”- disse facendomi impazzire dalla voglia mentre le due dita continuavano a farsi spazio dentro di me. –“Scopami qui dai scopami porco”- , -“Lo voglio tutto nel culo. Prendimi tutta”- , -“Sei una maiala vero?”- , -“Si, sono la tua maiala”-. Sentii le due dita uscire –“Ora ti fotto come una cagna”- disse piantonandomi il glande nel culo –“Aaaaahh”- mugolai dal dolore iniziale –“Prendilo vacca”- BANG! Infilandolo tutto dentro. –“Aaah si scopami cosi”- Bachisio era infuocato, non ci furono mezze misure, cominciò a spintonarmelo dentro con grande energia facendo subito sentire il rumore delle palle sbattermi contro, gemevo di piacere. –“Sei la mia troietta”- , -“Si, sono la tua troia”- risposi completamente succube di quel toro. I lamenti di piacere si fecero forti e il godimento che quel cazzo mi provocava stantuffandomi per bene era immenso. Le sue mani dai fianchi si portarono sulla t-shirt aggrappandosi, cominciò a fottermi come se fosse alle redini di un cavallo –“Sii siii siii cazzo”- impazzivo –“Sei la mia vacca”- ansimava il toro. Il rumore delle palle era talmente forte che superava il rumore delle auto che passavano nella strada vicina –“Ahhh porca aaah si”-. Completamente trapanato dal cazzo ero oramai distrutta, il culetto dolorante e arrossato, Bachisio era sfinito dopo tutte quelle martellate, aveva il fiatone. Sfilò il cazzo –“Succhialo troia”- ordinò prima di farlo sborrare –“Ingoialo tutto come il gelato”- mi inginocchiai e diedi inizio a un gradevole pompino gustoso –“Siii sii fammi sborrare”- , -“Riempimi di sborra”-. Aumentai il ritmo sul cazzo con la mano ciucciando solo il glande –“Siii sborro cazzo sborro”- ululò il lupo inondandomi di cinque caldissimi schizzi di sborra che andarono sulla lingua e il palato –“Ingoia troia, ingoia”- mi leccai i baffi e ripulii il pisello ingoiando tutto il succo come ordinato –“Brava maialina”- disse tirando su la tuta sportiva. Mi aiutò a rivestirmi e con galanteria mi aprì lo sportello per farmi salire in auto –“Grazie”- dissi stupito –“Prego”- rispose sorridendomi e baciandomi a stampo –“Sei mia ora”- sussurrò all’orecchio
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