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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 2 -Inaspettatamente- IV


di Soundserio
17.03.2016    |    5.006    |    3 9.5
"Nel frattempo rientrò in auto e si indirizzò verso casa..."
Fuori dal pub Federico aprì lo sportello della sua auto per farmi accomodare. Una volta dentro iniziò a sfrecciare per le vie della città. Guidava con attenzione, era più sobrio di me, aveva saltato i giri di chupito. –“Ti dispiace se passo a prelevare e rifornire?” – domandò con mani sul volante –“No figurati, fai pure, non ho orario”-. Voltò a destra e alla vista del semaforo rosso arrestò la corsa. –“Allora i bagagli sono pronti? A quando la partenza?”- portandosi una mano sulla coscia –“Fine agosto, ora cerco casa”- . Spuntò il verde e la sua mano rimase ferma li, teneva il volante con la sinistra. –“Eccoci”- scese dall’auto e si incamminò allo sportello del bancomat. Dal vetro dell’auto lo tenevo d’occhio. Indossava la tuta della squadra, un paio di nike e una maglia sportiva. Durante l’operazione al banco la mano destra andò a finire tra le gambe più volte grattandosi e nelle mie gambe tornò il caldo, avrei voluto grattarlo io. –“Eccoci qui”- disse tornando al volante –“Ora metto benzina e ti accompagno a casa”- aggiunse battendo due colpi sulla mia gamba. Percorremmo la strada chiacchierando della partita, la sua mano tornò sulla coscia e cominciò ad accarezzarla, con la punta dell’occhio sbirciavo, trovai quel gesto molto sensuale soprattutto quando si palpò cercando di si sistemare qualcosa, non so se lo slip o qualche pelo mal incastrato. –“Quindi ora ci abbandoni e vai a fare nuove conquiste tra le universitarie?!?”- non sapevo che rispondere davanti a quella domanda –“Non essere timido, con il fisico che ti ritrovi non avrai alcun problema con le donne”- , -“Be chi lo sa, vedremo”- Accostò accanto alla pompa di benzina e scese dall’auto, dallo specchietto retrovisore notai che il suo pacco era lievemente gonfio. Dio, non potevo succhiare il cazzo del mister, anche se l’idea mi eccitava parecchio. E che gli dico? –“Voglio succhiartelo”- o infilo una mano tra le sue gambe alla guida?!? No dai, non posso farlo ripeteva la mia testa. Nel frattempo rientrò in auto e si indirizzò verso casa. Dovevo trovare tempo se volevo riuscire a prendermi quell’uccello. –“Cavoli mi sa che ho scordato il carica batterie negli spogliatoi. Ha le chiavi?”- fu la prima cosa che mi venne in mente. Che scusa del cazzo. –“Aahh questi ragazzi di oggi. La testa attaccata al collo!”- invertì il senso di marcia. –“Quindi ancora non hai trovato nessuna da far divertire?”- , -“No, ancora niente!”- , -“Come no? Non posso crederci. Devi pur bagnarlo quel biscotto!”- rispose incredulo –“O non ti funziona?”- disse infilandosi in un parcheggio del campo vicino a un lampione. -“Funziona funziona”- dissi sorridendo –“Mmh vediamo se è come dici”- allungò una mano tra le gambe, la portò lenta all’interno coscia e afferrò il mio pacco duro. –“Mi sa che hai ragione.. è ancora emozionato”-. Sotto la luce del lampione continuava a palparmi, lo guardavo con imbarazzo immobile, il suo contatto mi piaceva. –“Vediamo se funziona”- lo tirò fuori ammirandolo –“Ah però, guarda un po’ come sta sveglio”-. Il mio cazzo misurava diciotto centimetri e sei millimetri, misurato un’infinità di volte, rosa e pulito. La sua mano iniziò una lenta e calda sega. Wow che sensazione fantastica. Nessuno lo aveva mai toccato oltre me. La sua stretta forte e decisa che si portava su e giù mi eccitava da matti. Il mio viso iniziò ad assumere espressioni di goduria, Federico teneva l’occhio puntato mentre mi regalava quella piacevole sensazione. –“Guarda come sta bello sveglio e duro”- continuando a masturbarmi con una stretta decisa. Qualche secondo dopo sentii avvolgere la cappella da un piacevole caldo. Aprii gli occhi e vidi il mister con la testa tra le gambe. Sentivo la lingua girare attorno alla punta, leccare il frenulo e l’intera asta. –“Mmmh hai un buon sapore”- . Inaspettatamente sentii affondare tutto il cazzo nella sua calda bocca. Mio Dio che splendore. La bocca faceva su e giù con gran intensità succhiando e risucchiando bene. Si fermava sulla cappella, due leccate e di nuovo giù infondo fino alle palle. La bocca di Federico era calda e accogliente, la sua lingua bagnata e abile proseguiva a leccare intensamente tutta la verga. Il suo viso si era trasformato, si leggeva una gran voglia di cazzo –“Ti piace?”- domandò guardandomi, -“Non fare il timido, lasciati andare”- aggiunse –“Si, mi piace”- risposi con un po’ di inibizione. Portò una mano sotto il sedile e lo abbassò, mi ritrovai sdraiato su quell’auto con la bocca del mister sul cazzo che avidamente succhiava. Le sue mani si portarono dentro la tuta iniziando a palparsi mentre con la sola bocca scendeva e saliva lungo tutto il mio palo con notevole velocità e una fame di maschio che mai avevo visto. Affondò tutta la bocca sino alle palle, sentivo la sua lingua leccare la base dell’uccello. Wow stavo per esplodere. Saliva e scendeva con maestria –“Sto per venire”- dissi tentando di staccarlo, ma lui non me lo permise. Affondò ancora tutta l’asta sino alla base –“Aaahhh Aahh ah”- tremai sopra quel sedile. Quattro schizzi caldi invasero quella bocca calda. Federico non si staccò subito, succhio un altro po’ ripulendomi bene. –“Si vede che sei ancora un pischello inesperto”- disse poi aprendo lo sportello e sputando fuori. –“Le brave ragazze dovrebbero fare cosi, ma a volte lasciano a noi il piacere di farlo”- disse ripulendosi e offrendomi una mentina. Imbarazzato scesi dall’auto e andai a far finta di cercare il caricatore. –“Forse lo avrà preso Alessandro”- dissi una volta dentro –“Dove l’hai lasciato non c’è? Qualcuno lo avrà preso”- , -“Domani scrivo agli altri per chiedere”- . Quando arrivammo sotto casa ci salutammo con due baci alle guance. –“Mi raccomando, studia e divertiti!”- disse sorridendo –“Sarà fatto. Promesso!”- e chiusi lo sportello salutando con la mano
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