trio
104 Il taglialegna
di stinf
17.06.2024 |
10.633 |
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"Guardavo il piccolo tronco ed gli ho poi chiesto se mi tagliava un paio di rondelle di legno che mi sarebbero servite per dei quadretti e lui gentilmente mi ha..."
CAPITOLO 104Eravamo in vacanza in una vallata del cuneese e ogni tanto andavamo a prendere il sole al torrente Gesso, percorrevamo una stradina sterrata lungo il fiume poi si girava verso il torrente e lì c’era uno spiazzo dove parcheggiavamo la macchina, si scendeva sul greto del torrente dopo una decina di metri si era vicino all’acqua, c’erano un paio di cespugli di foglie enormi e un po’ di sabbia dove sdraiarci, un posto incantevole e solitario anche se ogni tanto passava qualche pescatore.
Un pomeriggio siamo andati subito dopo pranzo abbiamo parcheggiato la macchina nella solita radura, lì sotto alcuni alberi c’era anche un tavolo con attaccate due panchine come quelle che si trovano nei parchi e più in là alcuni tronchi tagliati forse il giorno prima, abbiamo guardato che la macchina non imbrogliasse e siamo scesi sul greto del torrente ed abbiamo raggiunto la nostra minuscola spiaggetta, era una bella giornata calda e l’acqua era fresca io mi sono spogliata subito nuda e sono andata in acqua a rinfrescarmi, Bruno mi ha fatto qualche foto e poi mi sono coricata a prendere il sole, dopo un po’ sull’altra sponda è passato un pescatore che risaliva il torrente, si è fermato alcuni minuti gettando l’amo e guardandomi, io facendo finta di sistemarmi meglio ho allargato le gambe in modo che potesse vedere la mia patata bella depilata.
Verso le 16 abbiamo sentito che qualcuno tagliava la legna con una motosega ma non ci abbiamo fatto caso e verso le 17 abbiamo deciso di tornare al camper, mi sono rimessa il gonnellino a pieghe molto corto e una camicetta, ero senza mutande e reggiseno, ci siamo incamminati ed abbiamo notato che il taglialegna era nella radura dove avevamo parcheggiato.
_ “La macchina senz’altro darà fastidio al taglialegna” ho detto a Bruno.
_ “Se quando arriviamo si arrabbia tu siediti sulla panchina e fagli vedere le cosce, vedrai che si calma subito”.
Mi sono messa a ridere e ci siamo avviati verso la macchina, arrivati si vedeva che il taglialegna era incavolato, allora ho seguito il consiglio di Bruno, mi sono seduta a cavalcioni della panchina, ho appoggiato un braccio sul tavolo, ho tenuto le gambe un po’ larghe e con naturalezza ho messo l’altra mano su una mia coscia facendo scivolare la gonna un po’ da una parte e in modo che si alzasse, non si vedeva niente ma se uno si chinava leggermente mi si vedeva la patata.
Il boscaiolo avrà avuto una settantina di anni, si vedeva che era un montanaro, aveva la barba ispida, il viso rugoso e bruciato dal sole, ma comunque ancora un bell’uomo, stava tagliando un tronco girandomi le spalle, e con il rumore non si era accorto che noi eravamo arrivati, Bruno è andato subito alla macchina ed ha aperto il baule per posare il plaid e lo zainetto e poi è rimasto lì facendo finta di trafficare. Il boscaiolo finito di tagliare il tronco si è girato verso di me stando piegato in avanti per posare la motosega senz’altro mi ha guardato le gambe, poi si è messo dritto guardandomi con rimprovero, ma i suoi occhi puntavano verso le mie cosce, non l’ho lasciato parlare e gli ho subito chiesto scusa.
_ “Mi dispiace che la nostra macchina le abbia dato fastidio” la faccia da truce si è fatta subito sorridente.
_ “Ma figuratevi avete fatto bene a parcheggiare, in tanti vengono a prendere il sole e a fare il picnic in questa radura” le mie cosce avevano fatto effetto.
_ “Allora possiamo tornare anche nei prossimi giorni, a me piace prendere il sole”.
_ “Si vede che è bella abbronzata”.
_ “Peccato che ogni tanto passa qualche pescatore e non ci si può mettere in libertà, a me piace prendere il sole nuda”.
_ “Ai miei tempi queste cose non si facevano” mi ha risposto lui.
_ “Per le donne fa bene alle ossa e io quando posso mi metto nuda al sole”.
_ “Ho una baita in una piccola frazione e anche una mia vicina di casa quando viene in vacanza è sempre lì a prendere il sole quasi nuda”.
_ “Dovrebbe essere contento”.
Il suo sguardo non si scollava dalle mie gambe, io le ho allargate leggermente mentre lui guardava verso la macchina, Bruno si è avvicinato e si è messo a parlare con lui, questi da furbetto si è seduto sul tronco che tagliava e da lì aveva una bella visuale dell’interno delle mie cosce.
Guardavo il piccolo tronco ed gli ho poi chiesto se mi tagliava un paio di rondelle di legno che mi sarebbero servite per dei quadretti e lui gentilmente mi ha invitata ad avvicinarmi per scegliere il tronco da cui poteva tagliare le fette. Io mi sono avvicinata e mentre lui mi indicava i tronchi, per chinarmi a guardare gli ho messo una mano sulla spalla, io sono un’amante degli odori forti, mi eccitano, ed ho sentito subito l’odore acre di sudore. Ero chinata e lui è passato dall’altra parte del tronco e si è chinato davanti a me, i nostri sguardi si sono incrociati, io gli ho fatto un sorriso malizioso e lui mi ha guardato la figa, stando chinata così con le gambe un po’ larghe si vedeva benissimo la patata. La discussione sul taglio è durata un po’ ma gli occhi del taglialegna non si scollavano dalla mia figa.
Ho allungato la mano perché mi aiutasse ad alzarmi, lui l’ha presa e mentre mi aiutava io ho appoggiato l’altra sulla sua coscia e barcollando mi sono alzata, lui ha ripreso la motosega e mi ha tagliato tre fette di legno, le ha messe sul tavolo dove era seduto Bruno, che nel frattempo aveva tirato fuori una bottiglia di acqua e tre bicchieri, il taglialegna si è poi seduto davanti a Bruno dall’altra parte del tavolo, io ho guardato i legni e poi ho fatto spostare il taglialegna e mi sono seduta vicino a lui, gli ho chiesto come potevo farli essiccare senza che si rompessero e mi sono messa ad ascoltare le sue spiegazioni.
Per sedermi meglio sulla panchina ho allungato la mano sotto il tavolo e mi sono appoggiata su una sua coscia all’altezza dell’inguine, sfiorandolo mi sono accorta che il cazzo era duro e bello grosso, una volta seduta sono rimasta con la mano sulla sua coscia mentre continuavo a sentire le sue spiegazioni. Poi ho spostato la mano e l’ho toccato bene, anche lui ha posato una mano su una mia coscia e io ho subito allargato le gambe e la sua mano è finita sulla mia patata, lui continuava a parlare, io ho armeggiato un po’ con la cerniera e alla fine sono riuscita a tirarglielo fuori, l’ho impugnato ed ho iniziato a masturbarlo, il boscaiolo non sapeva più cosa dire ed era molto imbarazzato, poi è calato un silenzio imbarazzante, il taglialegna guardava me e poi Bruno, mi sono alzata ed l’ho fatto girare con la schiena rivolta al tavolo mi sono inginocchiata davanti a lui gli ho slacciato i pantaloni e li ho abbassati.
Era da alcuni mesi che non avevamo rapporti con altre persone e avevo voglia, l’uomo che avevo davanti a me anche se un po’ anzianotto era ancora un bell’uomo nonostante la barba lunga di alcuni giorni, ho accarezzato il cazzo e poi mi sono avvicinata con il volto, sapeva di sudore ma era pulito, ho allargato le labbra e l’ho preso in bocca e subito ho cercato di ingoiarlo più che potevo, poi l’ho leccato tutto scendendo fino ai testicoli, lì l’odore di sudore era forte ma mi piaceva, mi sono presa la cappella in bocca e sono andata su è giù mentre con la mano gli strizzavo i testicoli, come pompino è stato un po’ lungo, il taglialegna non era abituato ad una sconosciuta che te la fa vedere e poi ti fa una pompa con il marito vicino, ma poi finalmente ho sentito il primo abbondante schizzo di sperma, mi sono spinta il cazzo in gola e lui ne ha riversato una quantità impressionante.
Quando sono finiti gli spasmi con la lingua ho ripulito il cazzo e leccato le ultime gocce di sperma poi mi sono alzata e mi sono seduta sul tavolo con i piedi sulla panca, mi sono riversata all’indietro e Bruno mi ha abbracciata prendendomi in mano le tette e pizzicandomi i capezzoli.
_ “Leccamela” ho detto al boscaiolo.
Lui è venuto con la testa tra le mie gambe, ho sentito la lingua che raccoglieva i miei umori e la barba che mi pungeva l’interno delle cosce, l’ho lasciato che leccasse tutto poi l’ho preso per la testa e l’ho diretto sul clitoride, la sua lingua era ruvida e mi eccitava tantissimo, Bruno continuava a pizzicarmi i capezzoli e dopo un po’ ho raggiunto l’orgasmo, rilasciando una quantità di umori che il boscaiolo si è affrettato a leccare.
Ci siamo ricomposti, ho preso i dischi di legno ed ho salutato il boscaiolo.
_ “Grazie per il legno e per il resto”.
_ “Grazie a voi una cosa del genere non me la sarei proprio aspettata”.
_ “Il piacere è stato reciproco” gli ho risposto.
_ “Dove abitate, che vi porto una delle tome che faccio io”.
A quelle parole mi si sono raddrizzate le antenne, dopo il sesso la cosa che mi piace di più è il mangiare, vado sempre alla ricerca di prodotti di nicchia fatti in casa con ingredienti naturali, e sentir parlare di formaggi mi è venuta l’acquolina in bocca.
_ “Noi siamo in camper, siamo nel parcheggio vicino al paese”.
_ “Io adesso vado alla baita, se volete venire con me vi faccio vedere e gustare i miei formaggi”.
Detto fatto siamo saliti in macchina e l’abbiamo seguito lui aveva una panda e noi un fuoristrada, abbiamo preso una mulattiera un po’ accidentata e dopo una quindicina di minuti siamo arrivati in una frazione con 6 case completamente disabitate e un paio erano diroccate. Il posto era bello e Bruno è sceso dall’auto con la macchina fotografica, io mi sono sbottonata la camicetta lasciando libere le tette e mi sono messa in posa alzandomi il gonnellino così da mettere in mostra il culo e la figa, il boscaiolo non mi toglieva gli occhi di dosso.
_ “Ti puoi anche spogliare qui non c’è anima viva”.
Mi sono sfilata la gonna e la camicetta e sono rimasta completamente nuda, ho preso per mano il boscaiolo e ci simo inoltrati tra le case mentre Bruno continuava a fotografare, io ogni tanto mi strusciavo contro il taglialegna e mi facevo accarezzare dalle sue mani ruvide, poi siamo arrivati alla sua baita, era molto ben tenuta e pulita sia fuori che dentro, si entrava in un’ampia camera con un grosso camino, una credenza con pentole, piatti e bicchieri, un bel tavolo in legno massiccio molto vecchio, le sedie non erano tutte uguali, di fianco c’era una camera con una trentina di tome adagiate su delle assi, c’era un profumo di formaggio meraviglioso. Dall’altra parte si andava nella stalla, e poi c’era una scala che portava al piano superiore, lì c’erano due camere da letto, una con due letti a castello e l’altra arredata con mobili moderni e un bel lettone, era tutto in ordine e si sentiva un buon odore di pulito, si vedeva che qualche donna veniva a tenerle in ordine.
Io ero sempre completamente nuda, siamo tornati in soggiorno e finalmente ci siamo presentati lui si chiamava Carlo, ha acceso il fuoco nel camino e io mi sono messa a posare per Bruno che continuava a scattare foto, mi sono coricata sul tavolo a gambe aperte e mi sono allargata la figa, Carlo mi si è avvicinato e mi ha infilato le mani dappertutto, poi mi ha allargato la figa e mi ha infilato un dito dentro, era grosso ruvido e inizialmente mi ha dato fastidio ma poi mi sono bagnata ed eccitata e mi ha fatto piacere, mi ha scopata con il dito mentre mi succhiava le tette. Sentivo la barba pungermi il seno, mi succhiava i capezzoli con foga e mi sbatteva dentro il dito con prepotenza ed io ho raggiunto l’orgasmo urlando tutto il mio piacere.
Mi sono rimessa gonna e maglietta, perché la temperatura stava cambiando, Carlo ci ha chiesto se volevamo cenare lì con lui avremmo mangiato polenta e formaggio, io sfacciatamente ho subito detto di sì. Abbiamo preso un paiolo e l’abbiamo appeso nel camino e quando l’acqua si è messa a bollire abbiamo versato la farina, Bruno si è preso il compito di girare la polenta e io sono andata con Carlo a scegliere i formaggi, lui ha scelto una toma stagionata e l’ha tagliata facendomela assaggiare, poi ne ha scelta un’altra.
_ “Questa è per te da portare via”.
_ “Grazie sei molto gentile, quanto ti devo?”
_ “Non scherzare con il piacere che mi hai dato oggi io sono in debito con te, ho 73 anni e sono quattro anni che sono rimasto vedovo e non sono più andato con una donna”.
_ “Allora grazie e complimenti 73 anni li porti proprio bene”.
Gli ho passato le braccia attorno al collo per dargli un bacio sulla guancia e ringraziarlo, ma Carlo si è girato e ha incollato le labbra alle mie, io non ci ho pensato due volte, gli ho infilato la lingua in bocca, lui mi ha stretta forte e ha spinto il ventre contro il mio facendomi sentire che aveva nuovamente il cazzo duro, siamo stati incollati per un po’ duellando con le lingue poi siamo rientrati in soggiorno. Carlo ha tagliato la toma in metà e a una parte ha tolto la crosta e tagliata a pezzetti.
Io ho preparato il tavolo, Carlo ha preso il vino e il pane, a metà cottura della polenta ha versato la toma tagliata a pezzetti e un enorme pezzo di burro nel paiolo, una volta cotta la polenta l’abbiamo versata in un recipiente di terracotta e messa in tavola, io non mi ricordo di aver mangiato una polenta così buona. Abbiamo cenato mangiando polenta e pane e formaggio e abbiamo bevuto abbondantemente, Carlo mi riempiva sempre il bicchiere. La temperatura della stanza adesso era ottimale il fuoco del camino aveva scaldato bene l’ambiente e anche noi, io non ero brilla ma avevo bevuto tanto.
Era una sera senza luna e fuori c’era un buio pesto, Carlo ha detto a Bruno che scendere con un buio così era pericoloso e che se volevamo potevamo dormire lì, a me prudeva la figa avevo voglia di scopare non mi erano bastati i giochini e avendo sentito prima il cazzo duro mi era venta una voglia matta di farmene due, quindi ho subito detto che ci saremo fermati. Abbiamo parlato e bevuto davanti al fuoco, poi Bruno mi ha chiesto di coricarmi nuda sul tavolo ancora apparecchiato, sporco di briciole e i residui della cena con bottiglie vuote piatti e bicchieri sporchi che lui mi avrebbe fotografata, io mi sono spogliata ho spostato un po’ i bicchieri e le bottiglie e mi sono coricata su tavolo a gambe aperte, le mani di Carlo mi hanno subito accarezzato le tette e il pube mentre Bruno fotografava. Io avevo una voglia matta e non ce la facevo più, dopo un bel po’ di foto mi sono alzata, ho preso Carlo per mano e mi sono avviata al piano superiore, arrivati in camera da letto ho notato che la temperatura era ottima e mi sono coricata sul letto.
Nel frattempo è arrivato Bruno già completamente nudo e mi ha raggiunta io mi sono inginocchiata tra le sue gambe, gli ho preso il cazzo in bocca infilandomelo in gola più che potevo, Carlo si è spogliato e ci ha raggiunti sul letto, si è messo dietro di me, mi ha allargato le natiche, mi ha toccato la figa e sentendola tutta bagnata mi ha infilato nuovamente un dito dentro e mi ha scopata, poi con l’altra mano mi ha tenuto allargate le natiche e ho sentito la lingua che mi leccava lo sfintere, io ho avuto delle contrazioni per il piacere che provavo, lui ha spinto e con la lingua è ha penetrato un pochino nel mio ano.
Ma io avevo voglia di cazzo, ho fatto coricare Carlo e gli sono andata a cavalcioni, ho preso il cazzo in mano e l’ho diretto nella mia figa, mi sono allargata bene le cosce per farlo entrare tutto dentro, era un bel cazzo con una bella circonferenza e una discreta lunghezza, lui da sotto ha inarcato il bacino ed ha iniziato a scoparmi dandomi dei colpi molto forti, io mi sono abbandonata al piacere e dopo poco ho raggiunto l’orgasmo e mi sono accasciata su di lui che imperterrito continuava a pomparmi, trovandomi con il viso vicino al suo ho incollato le labbra sulle sue e ci siamo dati un bacio interminabile. Io continuavo a godere, mentre Carlo mi sbatteva, sentivo quel grosso cazzo dentro di me e godevo tantissimo, poi Bruno mi ha accarezzato lo sfintere e infilato un dito nel culo, a questo punto io non capivo più niente, quel dito mi rovistava l’intestino e mi dava un piacere incredibile. Poi ha sfilato il dito e mi ha puntato in cazzo, ho detto a Carlo di fermarsi e Bruno ha appoggiato la cappella sullo sfintere ed ha iniziato a spingere, sentirmi forzare in quel modo l’adrenalina è andata alle stelle, la grossa cappella è entrata dentro di me e poi il cazzo è affondato nel mio intestino, mi sentivo piena avevo due bei cazzi dentro, poi si sono mossi e quando hanno preso il ritmo per me è stato un orgasmo unico, godevo, godevo con un multi orgasmo incredibile, mi sentivo intontita dall’orgasmo e anche dal vino che avevo bevuto ma godevo che era una cosa incredibile, non so quanto sia durato, ad un certo punto ho sentito lo schizzo di sperma nel mio intestino, Bruno mi stava sborrando in culo, mentre Carlo continuava ad inarcarsi e a spingere la cappella contro il mio utero.
Mio marito si è sfilato dal mio culo e io ho bloccato Carlo, mi sono tolta da sopra di lui e mi sono coricata sul letto, lui si è inginocchiato tra le mie gambe, le ha alzate e se le è appoggiate sulle spalle, mi ha infilato il cazzo in figa e ha ripreso a scoparmi. In quella posizione mi ha piegata facendomi arrivare le ginocchia di fianco al mio volto, il cazzo entrava tutto e ad ogni affondo la cappella sbatteva contro l’utero, sembrava che non finisse più di scoparmi e io continuavo a godere, poi ad un certo punto è rimasto più che poteva in profondità dentro di me, ho sentito lo sperma inondarmi la figa e poi colarmi tra le natiche. E rimasto così dentro scaricandosi tutto e poi lentamente ho sentito il cazzo che perdeva consistenza e alla fine è diventato molle, ma lui era sempre dentro di me, io ero piegata in due e anche se mi piaceva sentirlo ancora dentro con tutto lo sperma che usciva cominciavo ad avere male alle gambe, allora ho contratto i muscoli della figa e il cazzo è uscito.
Mi sono alzata e sono andata in bagno, quando sono tornata Carlo si era sistemato in un letto a castello lasciando a noi la camera da letto, mi sono coricata felice e soddisfatta, mi sono addormentata subito.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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