Gemelli - Cap. 10

cap. 10

Mi sveglio di soprassalto sentendo aprire la porta; qualcuno e' entrato nella stanza. Non riesco a capire che ore sono e ricordo a malapena quello che e' successo; vicino a me c'e' Ale, ancora addormentato, e nessun altro; guardo verso la porta e a fatica, controluce, riconosco lo zio; poi guardo sul letto: Willy e Tom non ci sono; e non c'e' traccia di manette o cazzoni di gomma: possibile che abbia sognato tutto? Mi resta da fare solo una prova: mi passo due dita sul buco del culo e le annuso; si, l'odore dell'unguento messo dall'angelo c'e' ancora. Allora non ho sognato!
”Dormito bene, cuccioli?”
Lo zio entra sorridente, come se niente fosse successo, come se ieri sera non ci avesse abbandonati legati ai nostri amici con due cazzoni piantati dolorosamente nel culo.
”Zio! Dove sei stato? Perche' ci hai legati e seviziati ieri sera? Ci hai fatto male! Dove sono Willy e Tom?”
Anche Ale si sveglia con aria interrogativa.
”Buongiorno anche a te, Ale! Su datevi il vostro bacino mattutino e poi alzatevi. Giù a far colazione che poi andiamo al mare.”
”Ma zio!?!?”
”Silenzio, cuccioli! Fate come vi ho detto e niente domande: la settimana con me e' appena cominciata e le sorprese sono ancora tante.”
“Ma zio! Tu ieri sera ci hai incatenati! Con Willy, con Tom!!!”
”Ah si? E dove sono le catene? Come mai siete liberi e soli? Se lo avessi fatto, dovreste ancora essere incatenati; o vi siete liberati da soli? O e' successo un miracolo?”
”Si, zio...un miracolo! E' venuto un angelo e ci ha liberati!”
”Ahahaha, ma senti questa! Un angelo!?! Mi fate proprio ridere, avete sognato tutto!”
”Allora senti questo!” Sfrego due dita sul buchetto di mio fratello e le do da annusare allo zio.
”Ahahahah, e io dovrei annusare il buco del culo di Ale!?!”
”Si, zio, senti! E' l'unguento dell'angelo”
”Si, si, ok...sentiamo...” e si avvicina per sentire il profumo.
”Ma questa e' puzza di culo! E a dire il vero neanche tanto pulito! Prima di colazione, doccia tutti e due!”
”Ma zio!!!” Mi viene da piangere per la vergogna e per la rabbia di non essere creduto.
”Vi aspetto di sotto! Doccia! E poi a colazione!”
Lo zio esce; io e Ale ci guardiamo con aria interrogativa, poi ci baciamo, ci alziamo e andiamo insieme per mano verso il bagno.
A un tratto, di sfuggita, guardo a terra.
”Oh! E questa cos'e'?.” Sul pavimento, a pochi passi dalla porta, una piuma bianca! La raccolgo, la faccio vedere ad Ale, la bacio e la nascondo in una tasca dei miei pantaloncini che sono abbandonati da due giorni su una sedia.