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Gay & Bisex

Gemelli - Cap. 14


di klo2000
28.04.2019    |    7.992    |    0 7.5
"Vedi tu di capirci qualcosa!” ”Va bene, vuoi aspettare di là o vuoi essere presente?” “Forse e' meglio che vada di là, così sei più libero..."
cap. 14

E' mattina e la voce di zio ci sveglia:
“Dai, dormiglioni alzatevi e preparatevi!”
“Andiamo al mare? E' ancora presto! Dai, facci dormire ancora un po'.”
“Ho detto di alzarvi: stamattina non si va al mare; andiamo in città...e fate presto!” Anche adesso il tono di zio e' serio; ci vorrà ancora molto a pagargli quella corsa in taxi? Ci ha già fatto fare un sacco di porcate in cambio di quel servizio. Cosa vorrà fare ora?
Ale sta ancora sonnecchiando; lo bacio:
”Amore mio, dobbiamo alzarci e andare con lo zio...hai sentito?”
”Si, Andre, qualunque cosa ci faccia fare sappi che ti amo!”
”Anche io, e staremo sempre insieme!”
”Smettetela, fate vomitare!.” dice zio ridendo e prendendoci in giro; questa volta il tono e' scherzoso e ci da un po' di coraggio.
Ci prepariamo e saliamo in macchina, sempre dietro, insieme...e sempre aumenta il prezzo che dobbiamo pagare!
Arriviamo in città, in centro, e ci fermiamo davanti ad un palazzo elegante.
”Scendete!”
”Qui?”
”Certo, qui! Che c'e' di strano? Forza, scendete e seguitemi!”
Il portone in cui entriamo e' lussuoso. Saliamo al terzo piano e zio suona ad una porta su cui c'e' una targa d'ottone; faccio in tempo a leggere “Dottor”, ma non riesco a leggere il nome del dottore perche' subito veniamo introdotti all'interno da una giovane infermiera.
”Il dottore vi riceverà subito, accomodatevi!” Ci fa entrare in una sala d'aspetto nella quale stiamo solo pochi minuti; non abbiamo il coraggio di fare domande, ne' lo zio ci da spiegazioni.
Poco dopo si apre una porta della stanza che comunica con lo studio del dottore e questi si presenta sulla porta: e' un bell'uomo sui trentacinque anni e ci dice di accomodarci:
”Dunque, questi sono i gemelli di cui mi hai parlato? Bei ragazzi!”
”Si, questo e' Andrea e questo Alessandro. Vedi tu di capirci qualcosa!”
”Va bene, vuoi aspettare di là o vuoi essere presente?”
“Forse e' meglio che vada di là, così sei più libero. Se hai bisogno di me chiamami.”
”Ok! Dunque ragazzi, ora siamo soli. Ora potete dirmi tutto. Quanti anni avete?”
”Tredici, compiuti due giorni fa.”
”E avete avuto molti...regali?” Il tono con cui dice l'ultima parola e' strano, come se sapesse i regali particolari che abbiamo ricevuto dallo zio.
”Si, abbastanza.”
”Sono sicuro che i regali per voi non sono mai abbastanza...o sbaglio?” Calca le parole, come se volesse farci capire che conosce la nostra situazione e le nostre voglie.
”Dunque, mi ha detto vostro zio che fra voi c'e' un legame molto particolare...insomma, che vi volete bene; cosa normale fra fratelli, ma... un po' troppo bene...insomma, che vi amate...anche in senso fisico, cosa che non e' più tanto normale e che si chiama incesto. E' vero quello che mi ha detto vostro zio?”
”Beh...siamo sempre stati insieme, da quando eravamo piccoli.”
”Certo, e' normale quando si e' gemelli...e da quando?...”
”Da quando cosa?”
”Da quando avete capito che vi amate e non potete fare a meno uno dell'altro?”
”Da sempre.”
”Non mi sono spiegato: da quando vi baciate e fate sesso insieme?”
”Ma...”
”Coraggio, dovete dirmelo...e dire anche tutta la verità. Sono un dottore, potete stare tranquilli, non dirò a nessuno quello che mi confiderete...allora, il primo bacino?”
”A otto anni, anche se bacini ce ne davamo già da piccoli; ci dicevano di darceli...papà, la mamma, i nonni.”
”Non bacini da bambini, il primo bacio vero, sulla bocca e con la lingua!”
”Si, a otto anni.”
”Come sapevate che i baci si danno così?”
”Ci e' venuto naturale, spontaneo.”
”E vi dite spesso TI AMO?”
”Tutti i giorni, al mattino e alla sera...e anche durante la giornata.”
”Dicendo TI AMO intendete che non volete separarvi mai?”
”Si, ma non solo, anche che...”
”Che vi desiderate carnalmente? Se qualche parola che dico non vi e' chiara chiedete pure il significato.”
”Si...anche che ci desideriamo carnalmente.”
”Bene, spogliatevi e fatevi visitare.”
Ormai abbiamo capito che siamo finiti in un gioco molto più grande di noi, dal quale non possiamo più sfuggire; troppe persone sanno ormai del nostro amore e non capiamo se vogliono aiutarci o approfittare di noi.
Siamo nudi davanti al dottore e mi avvicino a mio fratello prendendolo per mano; il dottore nota questo gesto, ma non dice nulla.
”Siete molto belli e vi assomigliate tanto, in tutto...fatevi visitare: ora vi prenderò le misure.”
Estrae da un cassetto un metro a nastro e comincia a misurarci le spalle, il torace, l'addome: poi ci fa salire su una bilancia e ci pesa e poi ci misura l'altezza con un metro a livello che e' in un angolo della stanza; e annota tutto su una cartella.
“Ora vediamo quanto e' lungo...” e fa un gesto per indicare il pisello.
Ce li misura.
”Ok, a riposo sono sugli 8 centimetri...ora vediamo in erezione, coraggio!”
Restiamo un po' imbambolati.
”Coraggio, toccatevelo a vicenda, come fate sempre; ed eccitatevi. Fate come se io non ci fossi. Se volete, prendeteveli anche in bocca, come fate sempre.”
Prendo in mano il pene di Ale...e lui il mio; solo il contatto delle nostre mani li mette già in movimento e in pochi secondi sono già discretamente eretti.
”Devono essere belli duri, coraggio, due colpi di lingua e ce la fate...volete che vi aiuti io?”
Senza lasciarci il tempo di rispondere il dottore si china e si piglia in bocca prima il cazzo di Ale e poi il mio, succhiando per farli inturgidire bene.
”Ecco, ora li misuriamo...uhm, bene: uno 17 e uno 18 centimetri; in questo non siete proprio gemelli, anche se la differenza e' pochissima e forse cresceranno ancora. Anche io alla vostra età lo avevo come voi e ora e' così.” Mentre finisce di parlare si apre il camice, si slaccia la cintura, abbassa pantaloni e mutande e ci mostra il suo bel cazzone duro che sarà sui ventidue centimetri!
”Ecco, vedete come mi e' diventato? Anche il vostro potrebbe diventare così.”
Si rialza i pantaloni e si richiude il camice.
”Bene, vediamoli nel dettaglio.” Prende il pene di mio fratello e lo scappella fino in fondo.
”Hanno fatto un buon lavoro. Quelli ci sanno fare! Ti hanno fatto male?”
”Chi?” balbetta mio fratello.
”I cinesi. Sono maestri in queste cose. Non sono stati loro a scappellarti l'uccello?”
”Ehm, si...” risponde Ale imbarazzato.
Poi afferra il mio.
”Anche con te hanno lavorato bene, non c'e' male...bene, ora teneteli belli puntati in su.”
Prende da un tavolino dovo sono disposti molti oggetti una bacchettina di metallo lunga circa 25 centimetri, rotonda e con la punta smussata, sulla quale spalma un gel trasparente.
”Non abbiate paura! Andrea, respira lentamente e, quando te lo dico, tossisci.”
E mi infila la punta di quella bacchettina nel forellino del glande; istintivamente mi ritraggo. Il tono del dottore si fa serio:
”Stai fermo da solo o devo legarti?”
Mi faccio forza e cerco di resistere alla sensazione sgradevole.
”Bravo, vedi che entra senza dolore? Guarda quanto ne hai già dentro!” Io sono voltato dall'altra parte per non vedere, mi fa impressione la cosa.
”Ti ho detto di guardare!” E mi da un piccolo schiaffo su una guancia per farmi voltare il viso.
L'asticciola e' dentro per almeno sei centimetri.
”Ora ogni tanto tossisci e non muoverti! ” Faccio quello che mi dice e sento che la penetrazione si fa profonda e stranamente non e' dolorosa, ma piacevole. Osservo ora con curiosità per vedere quanta ne entra e noto che sta sparendo quasi tutta nel mio uretra.
“Bravo! L'hai presa quasi tutta! Ora continua a tossire ogni tanto mentre la levo.” E comincia a tirarla indietro; quando e' quasi tutta fuori prende un piccolo catino e me lo mette sotto al pene; infatti appena la estrae tutta un piccolo schizzo involontario di pipì mi esce e va a finire nel catino.
Ale e' pallido come un morto!
”Ora tocca a te, giovanotto! Hai visto tuo fratello come e' coraggioso? Avanti, drizza quel cazzo e non aver paura...e soprattutto stai fermo!”
L'operazione su Ale e' più laboriosa; forse il suo buchino e' più stretto: il dottore fatica un po' ad inserirla e Ale si irrigidisce.
”Tossisci e sta fermo, stronzo!” Quella parola esce inaspettata dalla bocca del dottore che finora e' stato con noi severo, ma educato.
”Devo legarti? E tu tienilo!” dice rivolto a me.
”Ale ti prego, stai fermo, ti prego...” La mia voce e' supplichevole.
”Per amore tuo, Andre.” Le stesse parole che gli avevo detto ieri quando insieme abbiamo pulito il cazzo sporco di merda.
Stringe i denti e il dottore riesce ad infilare i primi centimetri nell'uretra.
”Ahi!!!” geme terrorizzato mio fratello; prendo la sua mano per consolarlo e un po' si calma.
”Tossisci, stronzo, se non vuoi sentire male.”. Il dottore riesce ad infilare ancora qualche centimetro.
”Basta!!!” supplica mio fratello.
”Bacialo e fallo stare zitto!” Mi avvicino a lui e metto la mia bocca sulla sua; al contatto delle nostre lingue sento che si calma e si concentra sul bacio.
”Fatto!” dice il dottore, “Ora lo levo...e tu smetti di limonartelo, prendi il catino e raccogli il suo piscio, mi sa che ne farà parecchio.
Ubbidisco e, appena la bacchetta esce dal glande (ho sentito che il dottore lo chiama così) di mio fratello, un bel getto di urina giallastra gli esce dal cazzo e riempie fino all'orlo il catino.
”Bene!” esclama il dottore con uno strano tono nella voce, “Ora passiamo alla fase successiva...”.
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