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Gay & Bisex

Gemelli - Cap. 12


di klo2000
28.04.2019    |    6.013    |    1 7.0
"“Coraggio, cuccioli, scendete!” ”Perche', zio?” ”Dovete pisciare anche voi, forza, scendete!” ”Ma a me non scappa!” ”Neanche a me..."
cap.12

All'ora di cena, zio viene a svegliarci:
“Allora, dormiglioni! Com'e' andata? Vi siete divertiti? Piaciuti i gemelli cinesi?”
”Si zio, guarda!.” E gli mostriamo i nostri cazzi con le cappelle ormai completamente scoperte.
”Bravi! Vi hanno fatto male?”
”Un pochino, ma poi e' subito passato...e li abbiamo inculati, sai?”
”Si, so tutto. Mi hanno detto tutto quello che avete fatto, prima di partire. Glielo avevo chiesto io di scappellarvi con forza. Non sopportavo più di vedere i vostri cazzi ancora coperti e sapevo che avrebbero usato un unguento con effetto anestetizzante. Questi cinesini, anche se sono giovanissimi, sono dei veri professionisti del piacere. Il loro padre me lo aveva assicurato quando li ho contattati.”
”Sei carinissimo, zio! Ci fai sempre bei regali, anche se...” Stavo per dirgli dell'altra sera quando ci ha ammanettati col dildo in culo e ci ha fatto prendere un bello spavento.
”Anche se?”
”No, niente, zio! Va tutto bene!”
”Ok, vestitevi e scendete che andiamo a cena fuori.”
”E poi? Ci saranno altre sorprese?”
”Chissà?”
Lo zio esce e scende ad aspettarci. Io mi avvicino a mio fratello, ci abbracciamo stretti:
”Mi vuoi ancora bene, Ale?”
”Sempre di più!”
”Anche io! Anche se abbiamo conosciuto dei bei ragazzi, però per me sei sempre tu il migliore e io ti amo!”
”E staremo sempre insieme...”
”Si, amore mio!” E ci baciamo teneramente; poi mettiamo vicine le nostre cappelle, le sfreghiamo una contro l'altra e quando i cazzi sono duri ed escono le prime goccioline di piacere li facciamo toccare e avviciniamo le loro piccole bocche:
”Anche loro si danno i bacini.!” E ridiamo; un sottile filamento lucente li unisce quando dolcemente li allontaniamo:
”Anche loro staranno sempre insieme, legati...guarda!”
E ci abbracciamo felici...
In doccia continuiamo a scherzare e a fare la scherma con i nostri cazzi duri e scappellati. Ci prepariamo e scendiamo. Ci siamo vestiti carini, con un paio di jeans cortissimi e due magliette simili ma di colore diverso: la mia e' azzurra e quella di Ale gialla, ma sono della stessa marca; qualche volta mamma si lascia convincere e pur scegliendo lo stesso modello, ci lascia prendere colori diversi. Abbiamo delle infradito in cuoio che mettono in risalto la bellezza dei nostri piedi.
”Wow., che due fighetti! Farò un figurone a portarvi in giro! Forza, salite in macchina...e tutti e due dietro!”
Al ristorante, zio ci permette di prendere due birre medie. A casa mamma non ce le fa vedere nemmeno dipinte! Così quando usciamo siamo un po' frastornati e ci aiutiamo a camminare tenendoci per mano.
Risaliamo in macchina mezzi assonnati, ma zio invece di prendere la strada che ci riporta alla villa prende la direzione dell'autostrada e arrivato al casello imbocca decisamente la corsia del telepass.
”Dove andiamo, zio?”
”Silenzio! Continuate a sonnecchiare.! So io dove portarvi.”. Il tono di voce dello zio e' strano; sembra molto serio e assomiglia al modo per nulla simpatico con cui ci aveva detto che dovevamo pagargli la corsa del taxi.
Percorriamo alcuni chilometri a velocità sostenuta, mentre fuori comincia a fare buio.
Ad un certo punto lo zio mette la freccia a destra e imbocca la corsia che porta ad un'area di sosta dove, fra gli alberi, c'e' un ampio parcheggio con alcuni camion e qualche macchina; al centro c'e' un casotto con i servizi igienici.
Lo zio ferma la macchina vicino al casotto:
“Devo pisciare, aspettatemi!” E scende, ma invece di andare verso i servizi, va verso una zona buia dove sono posteggiati dei camion e sparisce.
Torna poco dopo, ma non ha l'aria soddisfatta di uno che ha appena pisciato.
“Coraggio, cuccioli, scendete!”
”Perche', zio?”
”Dovete pisciare anche voi, forza, scendete!”
”Ma a me non scappa!”
”Neanche a me...” obietta Ale.
“Ho detto che dovete pisciare, forza, scendete.!” Ci obbliga ad uscire dalla macchina, ci prende per mano, anzi, per i polsi, uno per parte e ci porta quasi di corsa verso i camion; ci infiliamo nel corridoio fra due camion; in fondo ci sono alcuni cespugli.
”Su, abbassatevi i calzoncini e pisciate!”
”Ma zio!” Non ci lascia il tempo di parlare, con uno strattone mi abbassa i pantaloni e le mutandine fino alle caviglie; e la stessa cosa fa a mio fratello.
”Su, pisciate!”
Con un po' di sforzo cominciamo a far scendere le prime gocce, quando sentiamo un rumore dietro di noi, come di passi...non facciamo in tempo a voltarci che sento una mano sul culo; e anche Ale emette un suono di sorpresa.
“Zio!”
”Silenzio!” La voce dello zio però viene da lontano, non e' subito dietro a noi come ci aspettavamo; ma, allora? Le mani che ci toccano il culo di chi sono?
Porto la mia mano dietro per toccare quella appoggiata al mio culo e subito un'altra mano mi afferra il polso e lo porta a toccare un grosso cazzo caldo e duro.
“Non voltarti, troietta!” La voce e' gutturale e l'accento del sud; non e' la voce dello zio: la mano che mi stringe il polso e' una mano ruvida e forte, mi fa male.
“Che culi che hanno queste due troiette uguali!” A parlare e' un'altra voce, profonda e con uno strano accento.
Sentiamo alcune risate provenire da dietro: saranno almeno altri quattro gli uomini che ridono: risate maschie, volgari; e poi colpi di tosse e sputi per terra...
Sento mio fratello gridare con voce spaventata:
“Zio! Dove sei?”
E anche io sono terrorizzato; ma lo zio non ci risponde.; lo sentiamo solo dire, mentre si allontana:
”Sono vostri, ragazzi, fate quello che volete.”
”Certo che facciamo quello che vogliamo, abbiamo pagato!” Dice quasi astioso uno degli uomini; ci girano: abbiamo di fronte sei uomini muscolosi e forti, vestiti in rozzi abiti da camionista; l'odore di grasso e sudore e' forte.
”Guardate che cazzetti duri che hanno questi due frocetti! Altro che spaventati; questi hanno una voglia di essere fottuti!!!” E gli altri ridono.
“Ahahaha, dovrebbero essere loro a pagare noi per la bella festa che gli faremo!” Altre risate beffarde...
Due uomini mi afferrano per le braccia e altri due afferrano mio fratello e ci obbligano a piegarci in avanti; altri due energumeni si piazzano dietro di noi. Sento che si sputano su una mano e se la sfregano sulla cappella; poi risputano e ci spalmano con la loro densa saliva l'orlo del buchetto; e poi, un secondo dopo, un dolore terribile all'ano. Senza pietà, senza preparazione... entrano con i cazzi durissimi nella nostra tenerezza. La nostra giovane e tenera carne cede alla spinta dei maschi violenti e brutali e sentiamo non solo il dolore, ma quasi il rumore dell'ano che si spacca; e subito dopo il rumore liquido delle dure mazze che percorrono avanti e indietro i nostri orifizi....e insieme sentiamo risate, bestemmie, insulti e grugniti di piacere; durerà almeno cinque minuti la prima violenta chiavata che subisco; chiavata dolorosa, almeno per i primi due minuti, ma che poi diventa piacevole, se non fosse per il dolore della stretta della mani che ci tengono fermi; le mani del mio chiavatore, poggiate sui miei fianchi, sono enormi e calde e mi attirano verso la sua asta, ad approfondire sempre più la penetrazione; finche' l'uomo viene con violenti grugniti da porco nel mio culo; e uno strano pensiero si affaccia alla mia mente:
”Chissà se grugnisce così volgarmente anche quando viene nella fica di sua moglie?”
Il camionista ha sborrato dentro di me e ora esce e va a prendere il posto di un altro che mi teneva, mentre questo si appresta a violarmi a sua volta. Anche per Ale e' il momento di cambiare turno. L'uomo che ha sborrato in mio fratello dice al suo compagno:
“Attento che questo e' sporco di merda. Non si e' pulito, il frocetto!”
”Non preoccuparti, non mi fa schifo, anzi, mi piace incularmelo bello pieno! Gli faccio rientrare lo stronzo fino alla gola!” Risate e bestemmie degli altri...
“Da quale dei due mi faccio ripulire il cazzo sporco?” chiede l'uomo che aveva scopato mio fratello, agitando un cazzo abbastanza nauseabondo davanti alle nostre facce.
”Da tutti e due!” dice un altro uomo dall'accento straniero.
E il cazzo lurido finisce in mezzo alle nostre facce; chiudiamo istintivamente le bocche, ma un paio di schiaffi dell'uomo ci fa capire che ci conviene cominciare a lavorare.
”Perdonami Andrea.” La voce di Ale e' supplichevole e piena di pianto.
”Ale, ti amo e lo faccio per te.” E comincio a leccare il cazzo sporco della merda di mio fratello...
”Sentite queste due checche come si vogliono bene!.” E giù altre risate e bestemmie, mentre dai nostri occhi cominciano a sgorgare calde lacrime.
Anche i secondi uomini sborrano quasi simultaneamente in noi; ora e' la volta dei terzi, che fortemente eccitati durano in noi solo pochi minuti.
Quando hanno finito tutti , se ne vanno ridendo e insultandoci, finche' sentiamo le loro voci perdersi nel buio. Io e mio fratello ci abbracciamo; passo una mano sul suo culetto: e' grondante di sperma! Con l'altra mano tocco il mio, anche lui bagnatissimo; mi accuccio e cerco, con una scorreggia, di farne uscire il più possibile.; sento colare denso liquido: ho paura che sia sangue; e' buio e non riesco a vedere, ma non mi sembra di sentire odore di sangue; solo odore di sperma e di culo.
Cerchiamo di vedere se lo zia si avvicina, ma vediamo solo una strana figura, nel corridoio fra i camion; viene verso di noi, nel buio, l'angelo alato che avevamo già visto quando ci ha liberato dalle catene; il volto e' sempre coperto da un velo, non parla e ci prende per mano facendoci sollevare; poi estrae dalla tunica due morbidi fazzoletti di seta bagnati di acqua profumata e ci deterge, a turno, l'ano. Poi si volta e sempre senza parlare se ne va...
Restiamo stupiti sia per la meraviglia, sia per la vergogna del trattamento subito; sia per la birra che ha ripreso a fare il suo effetto di stordimento dopo i momenti di lucidità della violenza carnale.
Poco dopo riappare zio:
”Avete finito di pisciare? Quanto ci mettete? Avete bevuto troppa birra! Forza, salite in macchina che andiamo a casa!”
Sappiamo che e' inutile parlare e ubbidiamo...
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