Gay & Bisex

PRIAPO


di klo2000
07.07.2020    |    2.373    |    2 9.8
"Mio padre raccontava che in Senato girava voce che l'Imperatore stesse per nominare addirittura il suo cavallo..."
Quella notte non riuscivo a dormire...continuavo a rigirarmi nel letto ripensando a quello che avevo visto...anche Glauco che dormiva ai miei piedi si era più volte svegliato sentendomi muovere e mi aveva chiesto se avessi bisogno di qualcosa...ma gli avevo sempre risposto che stavo bene e non mi serviva nulla...così il mio giovane precettore riprendeva il suo sonno interrotto lasciandomi solo a rivedere quella scena che non riuscivo ad allontanare dalla mente...
Era successo la sera prima...al tramonto era iniziata la terza giornata delle cerimonie alle quali io potevo assistere per la prima volta dato che stavo finalmente diventando un uomo, avendo ormai compiuto dodici anni...ne avevo spesso sentito parlare da mio fratello Giulio, ma la mia fantasia di fanciullo non era mai arrivata ad immaginarle come erano in realtà...
La festa durava tre giorni, durante i quali però non si faceva altro che offrire libagioni alla statua che si trovava al limitare del boschetto oltre i campi coltivati dagli schiavi sul retro della grande villa di campagna...
Lasciavamo Roma, noi ragazzi, io, Giulio e mia sorella Domizia solo poche volte all'anno per raggiungere la villa...per arrivarci ci voleva quasi mezza giornata di viaggio a cavallo, accompagnati dalle guardie di mio padre e da alcuni schiavi che portavano il necessario al soggiorno...il nonno e la nonna vivevano tutto l'anno in campagna, almeno da quando mio nonno aveva abbandonato volontariamente la carica di senatore passandola a mio padre...cosa che aveva suscitato non poco scandalo a Roma perche' era una prassi poco usuale che un senatore abbandonasse la carica...ma l'Imperatore aveva accettato le sue dimissioni e così mio nonno, che nonostante la rigida educazione che aveva ricevuto da ragazzo si era mantenuto un uomo mite, aveva deciso di ritirarsi in Sabina per sovrintendere stabilmente al lavoro degli schiavi...
La festa di Priapo, che si svolgeva in giugno, quando maturavano le messi, era una delle occasioni per andare tutti in campagna...per noi ragazzi era una festa perche' potevano correre liberi nei campi insieme ai figli degli schiavi e divertirci senza essere sempre sotto la sorveglianza dei precettori...il mio si chiamava Glauco ed era greco, l'aveva comprato mio padre tre anni prima e con grande fatica cercava di insegnarmi matematica, filosofia e greco...poi a quindici anni avrei avuto anche un maestro di grammatica e oratoria per prepararmi alla carriera politica, anche se io ero il figlio più piccolo e le cariche migliori sarebbero state di mio fratello Giulio...però con l'Imperatore Caligola non si poteva mai sapere...con lui chiunque avrebbe potuto diventare senatore...mio padre raccontava che in Senato girava voce che l'Imperatore stesse per nominare addirittura il suo cavallo...quindi non mi mancavano le speranze...dato che Glauco spesso diceva che col greco ero un vero somaro...e giù sferzate finche' non imparavo quelle dannate regole....
Tre sere prima c'era stata la cerimonia iniziale che consisteva nella proclamazione delle lodi di Priapo e nella preghiera propiziatoria che il nonno, come capo della casata recitava, mentre mio padre gliela suggeriva a bassa voce perche' il vecchio ormai e' quasi cieco e non riesce più a leggere l'antico rotolo che conserviamo nel larario...terminata la preghiera le donne di casa, la nonna, mia madre e mia sorella Domizia avevano portato le offerte per le libagioni: pane, frutta, vino e miele che erano state poste su una tavola davanti alla statua e poi bruciate su un braciere di bronzo...e poi c'era stata l'ultima parte della cerimonia, l'offerta della vergine...
Non vi ho ancora detto nulla della statua...Priapo e' una divinità boschiva della fertilità...e ogni villa romana possiede un simulacro del dio scolpito generalmente in legno...per farla gli scultori si servono di un pezzo di tronco abbastanza grosso, quasi sempre di cipresso, da cui deve dipartirsi un grosso ramo...dal tronco viene ricavato il corpo del dio, che ha sembianze satiresche, mentre dal ramo sporgente si ricava il membro eretto che rappresenta la fertilità...la statua della nostra villa era una delle più belle tra quelle che avevo visto perche' il legno era molto antico e tutto levigato...mentre il membro era molto grande e parecchio somigliante al vero...lo scultore era stato molto realista nel rappresentarlo perche' era in tutto simile ad un vero cazzo umano lungo e venoso con una grossa testa arrotondata delle dimensioni più o meno di una grossa albicocca matura...tutta la dotazione di Priapo era lunga circa due palmi della mano di un adulto e si ergeva dritto verso l'alto...tre ragazzine, figlie di schiavi, avevano portato una corona di fiori e spighe da loro intessuta e il nonno l'aveva posta a coronamente del pene eretto della statua...nonostante la corona di fiori, il pene sporgeva ancora per una bella lunghezza ed era tutto lucido, perche' la mamma lo aveva cosparso di olio profumato e balsamo...
A questo punto era cominciata l'offerta più importante, quella che avrebbe dovuto procurare quattro mesi di fertilità, l'offerta della prima vergine...questa era una bambina di undici anni, figlia di schiavi dalmati che io conoscevo perche' a volte giocavamo insieme...su chiamava Drusina ed era molto bella...era vestita con una tunichetta bianca e in capo portava una coroncina di fiori e nelle mani aveva due mazzetti di spighe...Armone e Fero, due schiavi anch'essi dalmati avevano quindi tolto la vestina alla fanciulla lasciandola completamente nuda...poi l'avevano sollevata uno per parte allargandole bene le cosce e l'avevano mostrata a tutti i presenti facendo un giro completo per far vedere bene la vulva della piccola...tutti avevamo fatto il gesto di adorazione verso la piccola fessura che consisteva nel fare un anello con l'indice e il pollice della mano destra, portarlo alla bocca, baciarlo e poi indirizzarlo verso il punto che si doveva adorare, in questo caso la piccola vagina della vergine...poi gli schiavi avevano voltato la fanciulla verso la staua indirizzando il pube della fanciulla verso la testa del grosso pene di Priapo...avevano atteso la formula che il nonno doveva gridare “VIRGINITATE FERTILITATEM DONA NOBIS” (in cambio della verginità donaci la fertilità)...quindi avevano spinto con violenza la fanciulla contro la statua facendo conficcare il grosso membro nella piccola vagina...l'urlo di Drusina era stato lacerante...i due schiavi avevano tenuto la fanciulla urlante e piangente per qualche istante impalata su quel grosso cazzo di legno, poi l'avevano tolta mostrando di nuovo a tutti la vagina squarciata e sanguinante...mia madre si era avvicinata alla madre di Drusina affrendole un canestro di frutta e una pezza di tela in cambio del sacrificio della figlia...la povera donna si era inginocchiata davanti a mia madre ringraziandola per il dono, poi, insieme ad altre schiave si era messa a ripulire la vagina violata della figlia con spugne imbevute di acque profumate e unguenti...mentre la fanciulla continuava ad urlare come una gallina spennata...
Dopo esserci recati tutti a vedere il membro di Priapo lordo del sangue verginale della fanciulla, siamo tutti tornati alla villa mentre il nonno diceva che per i primi quattro mesi dell'anno la benevolenza del dio era assicurata...
Il giorno dopo la ceriminia si era svolta nello stesso identico modo... sempre alla presenza di tutta la famiglia e dei numerosi schiavi una piccola schiava di dieci anni, Firmina, era stata impalata fra urla di dolore sulla verga gigantesca di Priapo...anche a sua madre, una schiava tracia, mia madre aveva donato un canestro di frutta e una pezza di tela...e anche quella sera ci siamo allontanati contenti della favorevole benedizione del dio per altri quattro mesi...
Il terzo giorno della festa, alla mattina io e mio fratello abbiamo fatto un giro nei campi dove gli schiavi stavano lavorando...poi ci siamo avvicinati ad un boschetto... all'ombra si stavano riposando Drusina e Firmina, le due piccole schiave sacrificate...non erano più vestite con la tunichetta bianca e non avevano più coroncine di fiori, ma indossavano la solita rozza tunica degli schiavi...mio fratello mi ha detto:
“Andiamo da loro e facciamoci mostrare la vulva...”
Io ero un po' imbarazzato...non perche' non avessi mai visto una vulva...quelle delle schiave le vedevamo spesso...soprattutto quando venivano frustate, e specialmente nella casa di Roma questo avveniva spesso...ma perche' quella di queste due fanciulle era sacra essendo appertenuta al dio Priapo...ma mio fratello ha insistito e così le due povere schiave ci hanno fatto vedere le loro due martoriate vagine gonfie e arrossate per la traumatica perdita della loro verginità....
Alle sera ci siamo preparati per la terza parte della festa...con le solite preghiere e libagioni...finche' e' venuto il momento dell'offerta della terza vergine a Priapo... questa volta si trattava di una schiava nubiana di undici anni, bellissima...Dania, dalla pelle ambrata e dagli occhi nerissimi...la tunichetta bianchissima che la copriva contrastava con lo scuro della carnagione...i lunghi capelli neri erano stati acconciati ed erano trettenuti dalla coroncina di fiori che la adornava...una ragazzina stupenda...Armone e Fero, i due possenti schiavi dalmati che già avevano sollevato al sacrificio Drusina e Firmina, tolsero a Dania la tunichetta, le divaricarono le cosce sollevandola e mostrarono a tutti il bruno inguine della fanciulla a cui tutti adorando inviarono il loro bacio...consacrata così la vulva adolescenziale da parte di tutta l'assemblea convenuta ci si apprestava ad offrire la verginità della fanciulla a Priapo...
I due schiavi si voltarono verso la statua, sollevarono Dania fino all'altezza dell'enorme glande del dio, lubrificato da oli e balsami, pronti a sfondare l'imene della fanciulla...tutti noi aspettavamo l'urlo di dolore della vittima che ci avrebbe dato altri quattro mesi di fecondità....ma l'urlo non venne...la fanciulla stranamente non gridava e non si contorceva per il dolore...mio padre si avvicinò per vedere che cosa stesse succedendo, se per caso il ligneo membro di Priapo non trovasse la strada nell'intimo della fanciulla o se questa fosse troppo stretta...ma subitò mio padre si ritrasse inorridito:
“Sacrilegio! Sventura! “...
Tutti noi restammo meravigliati...il membro di Priapo era penetrato nella profondità della ragazza senza trovare il virgineo ostacolo...la fanciulla non era vergine e non aveva perso il sangue che avrebbe dovuto propiziarci la benevolenza del dio per gli ultimi quattro mesi dell'anno...tutte le donne della famiglia e le schiave proruppero in alti e impressionanti lamenti mentre mio padre cercava con gli occhi Damone e Furio, i due giganteschi schiavi nubiani che erano destinati, data la loro forza erculea, ai lavori più pesanti della fattoria...
Quando i due possenti uomini si avvicinarono mio padre diede subito ordine che punissero la fanciulla sacrilega a colpi di sferza...due piccoli schiavi corsero a prendere il cavalletto e la frusta e la ragazza fu legata nuda in modo che il suo piccolo culetto sporgesse verso l'alto...tutti facemmo circolo intorno per assistere alla punizione che consisteva in cento colpi di dura sferza sulle natiche e sulla schiena della malcapitata...Damone e Furio si alternavano a percuoterla...cinquanta colpi per uno sulle terga...al primo violento colpo di Damone l'urlo della fanciulla lacerò le orecchie di tutti, seguito dall'urlo di dolore di sua madre che fu afferrata da altre schiave e trattenuta a distanza...al quarto colpo la bruna pella delle natiche era già arrossata e al decimo colpo era già squarciata in più punti...
“Il sale!” disse mio padre...
Fu portata una bacinella di acqua e sale con una spugna che, imbevuta, fu passata sulle natiche doloranti fra le urla strazianti della poveretta che quasi svenne per il dolore...dopodiche', senza alcuna pietà...e come avremmo potuto avere pietà di una sacrilega verso il dio Priapo...la punizione fu portata a termine...poi la fanciulla venne sciolta...fu allora che la nonna, ricordandosi di un simile episodio successo quando lei era bambina, disse:
“Forse non tutto e' perduto...la fanciulla possiede ancora una verginità...offriamo quella a Priapo e che il dio ci perdoni e ci sia ugualmente propizio...”
Mio padre, comprendendo quello che la nonna aveva voluto dire, diede ordine che Dania fosse slegata e che gli uomini la presentassero al dio da tergo...offrendogli il tenero forellino che si sperava ancora inviolato...
La madre di Dania supplicava che alla figlia fosse risparmiato quel terribile dolore o almeno che si mettesse sulla verga di Priapo abbondante olio...ma mio padre ordinò che anzi il membro di legno fosse asciugato dell'olio che era stato precedentemente spalmato...istintivamente tutta l'assemblea si avvicino alla statua per vedere da vicino il sacrificio...Armone e Fero, afferrando ciascuno una coscia della fanciulla, la alzarono finche' il suo forellino fu all'altezza del divino membro...mio padre allora si avvicinò, con entrambe le mano divaricò le tenere natiche della schiava e presentò il buchetto palpitante all'enorme fava di legno...fece aderire bene la rotonda testa all'orifizio della fanciulla e diede ordine di spingere fino alla rottura totale dello sfintere....l'urlo che uscì dalla gola della ragazza fu disumano...non ho mai sentito un tale urlo di dolore...e subito la verga divina fu imbrattata del sangue che ci avrebbe dato prosperità...la madre di Dania svenne e il padre fu condotto da altri schiavi nella stalla perche' anche lui fosse punito per non aver saputo vigilare sull'integrità della figlia....
Ecco, queste erano le immagini e i pensieri che mi avevano turbato e quella notte mi impedivano di dormire...l'immagine di Dania che soffriva la dura penetrazione del lungo membro della statua...ciò che martellava il mio pensiero era quale dolore avesse provato la povera fanciulla quando le era stato rotto il culo e quanto invece doveva aver provato piacere quando le era stato infilato il grosso randello nella vulva ormai sverginata...sapevo che le donne provavano piacere in quell'atto, dopo la prima volta...ma come era questo piacere...non riuscivo a darmi pace...avrei voluto chiederlo a Dania nei giorni successivi se non avessi dovuto subito tornare a Roma e se mi fosse stato possibile parlare con lei...ma un pensiero ancora più ossessionante non voleva uscirmi di mente...provare io stesso...quel dolore...e forse quel piacere...
Così...ad un certo punto della notte decisi di fare una cosa estremamente pericolosa...Glauco dormiva...e certamente dormiva anche Simmaco, lo schiavo a guardia del portone...bastava spostare il chiavistello e avrei potuto uscire e andare fino al boschetto, dalla statua di Priapo...quello che mi apprestavo a fare era terribilmente rischioso, se mi avessero scoperto avrei subito punizioni terribili...ma la curiosità, il desiderio e l'incoscienza dei miei dodici anni mi spronarono a tentare....mi alzai e senza grossi problemi riuscii ad uscire...Simmaco russava e dormiva profondamente...lasciai il portone accostato e mi diressi verso il boschetto...era una notte di luna piena e riuscivo a vedere abbastanza bene la strada...gli unici rumori che sentivo erano le strida dei rapaci notturni e il rumore dei miei passi sul sentiero...raggiunsi la statua di Priapo...per prima cosa mi inginocchiai in segno di rispetto davanti al dio...poi sfiorai con la mano il grosso membro...il sangue delle due vergini dei primi giorni era seccato ed era stato lavato via...e anche il sangue anale di Dania era stato ripulito...era rimasta solo la corona di fiori e spighe alla base del membro...ma la statua era troppo alta perche' io potessi arrivarci da solo, senza essere sostenuto da due schiavi...mi ricordai allora che nei giorni precedenti avevo visto dietro agli alberi alcuni sgabelli di legno di diversa altezza di cui non sapevo immaginare l'uso...credevo che fossero stati buttati là per bruciarli...mi venne in mente allora che potevano invece essere usati dalle donne che volevano giacere in segreto con Priapo forse perche' questo favorisse le loro gravidanze...presi allora uno sgabello che mi sembrava dell'altezza giusta e lo posi davanti alla statua...salii sullo sgabello e mi alzai la tunichetta notturna sotto cui non portavo nulla...porsi il mio culetto al dio e quando sentii aderire la fava di legno al mio buco mi morsi il labbro e cominciai a spingere...faceva male e non entrava...riprovai...il dolore era fortissimo...per quanto spingessi la testa di quella verga durissima non entrava e i miei muscoli si contraevano spasmodicamente dandomi crampi e dolori...stavo per rinunciare all'esperimento e tornarmene sconsolato a casa quando sentii un fruscio provenire dal boschetto...rimasi impietrito per la paura sentendo dei passi venire verso di me...e vidi due ombre gigantesche che si avvicinavano...
“Anche tu, eh?...anche tu ci vuoi provare...”
Riconobbi la voce di Furio...l'altro con lui era Damone...
“Furio....Damone...io non...ecco...io....ma voi perche' siete qui?...”
“Per lo stesso motivo per cui ci sei tu, piccolo padrone...ahahaha” rispose Damone ridendo...
“Anche a te dunque piace farti sfondare il culo da Priapo, eh?...” disse Furio...
“Anche a noi...ma ancora di più ci piace sfondarcelo fra noi...un randello di calda carne nera invece che di freddo legno...” Damone nel dirmi questo si era ancor più avvicinato...ora potevo vedere che i due enormi schiavi nubiani erano completamente nudi e fra le loro gambe pendevano due verghe quasi uguali a quella di Priapo...
“Lo fate fra voi?...” chiesi incuriosito...
“Certo...da quando siamo fanciulli...anche se spesso tuo nonno vuole che lo infiliamo nelle vulve delle schiave nubiane o etiopi...ma noi ci divertiamo di più a mettercelo fra noi...”
“Siete stati voi a sverginare Dania?...”
“No...quella per quanto chiederete non dirà mai chi e' stato...piuttosto morirà...”
“Già...quello e' un segreto che porterà nella tomba....anche se noi lo conosciamo...e ti dico che non lo rivelerà mai...vuol troppo bene a suo padre....ahahahahah”
“E' stato suo padre?...”
“Oh, noi non abbiamo detto nulla...e nulla diremo...ahahahah e neanche tu lo dirai, vero?...se no dovremmo dire che te lo abbiamo rivelato qui mentre tentavi di infilarti in culo il membro divino di Priapo....”
“Si, certo...non dirò nulla...ma neanche voi direte nulla di me, vero?...”
“Oh, certo...se sarai carino con noi non diremo nulla...”
“Carino come?...”
“Carino...gentile...insomma, saremo noi il tuo Priapo...e ti daremo fecondità...e ne avrai abbastanza per dodici mesi...garantito....”
“Cosa volete farmi?.....”
“Quello che desideravi che ti facesse il dio....o forse noi siamo da meno?...Guarda...” e prendendomi la mano Damone mi fece stringere il membro di Priapo...poi portò l'altra a cingere la sua verga ormai turgida...”Qual e' il più grosso? Non sono forse uguali?...”
Effettivamente le dimensioni dei due cazzi erano molto simili...solo quello di Damone era molto più caldo...e umido...e vivo....passando la mano sul pube di Damone mi accorsi che era privo di peli...peli che a me stavamno invece cominciando a spuntare neri e rigogliosi...
“Oh...non hai i peli tu?...”
“A noi schiavi non e' permesso averli...tuo nonno ci fa radere ogni due settimane per paura delle piattole e dei parassiti...anche quelli del culo ci fa togliere...”
Furio mi aveva tolto la mano dalla verga di Priapo e mi aveva invitato a prendere la sua...un'altra cosa avevo notato...mentre la mia fava era coperta dalla pelle, come anche quella di mio fratello e di molti altri che vedevo a Roma alle terme, quelle dei due giganti neri era invece completamente esposta e potevo vederla luccicare al chiarore della luna...
“Allora, piccolo padrone...non sei riuscito ad infilarti la verga di Priapo...vuoi provare con le nostre?...” e dicendo così Damone mi prese e mi girò di spalle preparandosi ad entrarmi nel culo...
“Guarda, fai così...” mi disse Furio avvicinandosi alla statua di Priapo...lui non aveva bisogno di sgabello per arrivare con le chiappe all'altezza del membro del dio...si impalò sorridendo sul randello di legno con un beato sospiro di piacere...
“Ecco, hai visto?...basta stare morbidi...ahahaha...uhhhh...come e' bello....” cominciava a muoversi su e giù sul cazzo di Priapo mugolando...” uhhhh... che cosa deliziosa...” vedevo il suo grosso uccello traballare ad ogni movimento che faceva piantandosi sempre più la verga divina nel culo...
“Ahhh che bello...fallo anche tu sulla verga di Damone....e' altrettanto divina....forse anche di più...perdonami Priapo se ti bestemmio....ahahahah....” e ridendo si abbandono al più lascivo piacere...
Quella vista mi stimolò il desiderio di provare...mi abbandonai a Damone che appoggiò la sua cappella al mio buchetto e piano piano spinse per farla entrare...
“Di te, piccolo padrone, ho pietà...ma degli altri piccoli schiavi no...nei loro culi entro subito, incurante del dolore che gli provoco...e gli tappo la bocca perche' i loro strilli non si sentano per tutta la villa...chiedi ai piccoli schiavi se hanno paura di Furio e di Damone e ti diranno che ci temono più dei demoni dell'Averno...ma con te sarò delicato...stai tranquillo...respira a fondo e goditi il divino Damone...”
Sentii che con una mano bagnata forse di saliva mi stava lubrificando il buchetto e poi subito dopo sentii una lieve spinta del suo possente membro...chiusi gli occhi e cercai di respirare a fondo come mi aveva detto...sentii allora qualcosa di molro bello...il mio buchetto si stava aprendo senza dolore...le spinte del gigante erano dolci e morbide, non mi forzava, ma aspettava con pazienza che io mi aprissi naturalmente...e quando si accorse che ero abbastanza dilatato sentii un liquido rumore e mi accorsi che la grossa testa della verga era entrata in me...ancora qualche respiro profondo e potei anch'io godere della completa pienezza, come allegramente se la stava godendo Furio sul cazzo di legno....
Andammo avanti così per un po' finche Furio disse:
“Cambiamo...” si tolse dal culo il cazzone di Priapo e venne dietro di me a prendere il posto che Damone aveva lasciato libero...il suo cazzone entrò in me con una certa facilità...anche Furio era stato delicato...e poi ero distratto nel vedere Damone che si stava sbattendo sul cazzo del dio:
“Uhhh, com'e' scivoloso!...bravo Furio...quanti umori hai lasciato su questo ruvido cazzo di legno....come mi entra bene nelle viscere...ohhh, se gli aruspici potessero entrare a consultare le mie viscere invece che quelle degli animali sacrificati...quante cose imparerebbero sul fututo...ahahaha”
Furio ridendo a questa uscita diede un tale colpo di cazzo che mi penetrò fino al cuore...fino al punto che sentii uscire dalla mia verga turgidissima le gocce della fecondità...e anche Furio lasciò uscire dentro di me la sua liquida carica di fertilità...lo capii dagli urli di gioia che uscivano dalla sua gola...
Quando anche Damone ebbe dato il suo piacere ci rivestimmo e mi accompagnarono fino alla villa....nessuno si era accorto di nulla...Simmaco continuava a dormire e potei tornare al mio giaciglio senza problemi...anche Glauco dormiva e non si era accorto di nulla...così potei finalmente riprendere sonno appagato nella mia infantile curiosità....



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