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Gay & Bisex

il figlio di Rosa - cap. 2


di klo2000
18.02.2021    |    11.956    |    12 9.7
"Come la puntura di mille spilli…avrebbe voluto scendere e correre via…ma i suoi occhi incontrarono quelli di Attilio che avevano l’espressione della più soave..."
Quella notte don Luigi non riuscì a dormire…per tutto il pomeriggio e la sera aveva pensato a quello che era successo in casa di Rosa e quando si mise a letto quel ricordo gli si piantò fisso in mente…per quanto si sforzasse di evitarlo, le sue mani correvano sempre a toccare l’uccello che gli diventava duro di continuo…per la prima volta in vita sua aveva visto l’intimità di una donna…e l’aveva anche toccata…ma non era questo che gli dava pensiero…no…era quell’altra cosa che aveva visto…e odorato..e istintivamente leccato…il grosso, duro membro di Attilio…lo aveva fatto indurire con le sue mani e lo aveva ammirato per la sua potenza…e lo aveva portato vicino all’orgasmo facendolo poi scaricare nella vagina della donna…chissà se era rimasta incinta…magari si sarebbe dovuta ripetere l’operazione…e chissà se anche la volta successiva la signora avrebbe richiesto il suo aiuto o avrebbe fatto da sola…non riusciva a smettere di pensare a quel ragazzo, sfortunato, ma bellissimo e dotato tra le gambe di un vero e proprio tesoro…la mano di don Luigi continuava ad indugiare sul cazzo finché il prete pensò che tanto valeva ormai finire con una bella sega quella giornata così particolare e lasciare libero campo alla fantasia e all’orgasmo…
Appagato si addormentò, ma anche nel sonno quell’esperienza continuava a tormentarlo…sognò di trovarsi nella stanza di Attilio, solo con lui…il ragazzo era nudo nel letto, con il cazzo svettante e lo invitava a salire, come aveva visto fare alla signora…e lui si alzava il sottanone e si toglieva i mutandoni...saliva a cavallo del ragazzo e si abbandonava di peso sul cazzo facendoselo entrare tutto nel buco del culo…e sentiva che il ragazzo lo stava ingravidando e nel sogno sentiva l’angoscia di dover andare dal suo Vescovo a confessargli la cosa…
Si svegliò tutto bagnato di sudore e turbato dalle immagini che ancora gli parevano reali…si alzò e si lavò il viso con l’acqua fredda del catino…ma il turbamento non diminuiva…quella mattina, decise che, dopo la messa, sarebbe andato a trovare Rosa e Attilio, per vedere come anche loro avevano passato la notte…e per…non si sa mai…

A metà mattina bussò alla porta di Rosa:
“Buongiorno, Rosa…come state, come sta Attilio?…”
“Oh, entrate, don Luigi…ieri non ho visto la signora andare via…e non ho avuto il coraggio di chiedere a mio figlio come sono andate le cose…volevo venire stamattina in chiesa per chiedere a voi…”
“Mi pare che ieri sia andata bene…Attilio è riuscito a fecondare la signora, ora bisognerà vedere se la cosa ha ottenuto l’effetto sperato…siete stata ricompensata?…”
“Si…la signora ha lasciato una busta con del denaro…”
“Quello credo sia solo un anticipo…quando avrà il bambino vi darà molto di più…ma come sta Attilio?…”
“Questa notte ha dormito poco…credo sia rimasto scosso da quello che ha dovuto fare…è ancora un bambino…”
“Altro che bambino!” Pensò tra se don Luigi “Con quell’uccello!…”
“Andate pure di là da lui, parlategli voi…io provo una tale vergogna…”
“Perché? Che colpa avete voi? Voi siete stata solo sempre tanto sfortunata, ma siete ancora giovane e piacente…non dovete passare tutta la vita a vergognarvi del passato…dovete pensare a voi…siete bella…ormai Attilio è grande…potete trovarvi un marito…farvi una nuova vita…”
“Un marito?…e chi volete che voglia una donna con un figlio disgraziato?…”
“Oh…forse qualcuno che vi vuole c’è…” disse con tono ammiccante don Luigi…”Ma ne parliamo un’altra volta…” e imboccò la porta che metteva nella stanza di Attilio…
“Ehi, giovanotto!…buongiorno!”
Il viso del ragazzo si fece tutto rosso di vergogna…”Buongiorno, don Luigi…io…non…”
“Che c’è ragazzo?…qualcosa non va?…hai dormito? Sei dispiaciuto per ieri?…”
“No…ecco…si…no…”
“Non è successo niente di male…sei grande ormai…hai fatto per la prima volta l’amore…hai fatto del bene ad una donna che desidera un figlio…è meritorio quello che hai fatto…piuttosto, dimmi…ti è piaciuto farlo? …mettere il membro nella vulva?…”
“Si…ma…in realtà…”
“Cosa, figliolo…parla pure liberamente, tua madre non sente…e io sono il tuo confessore…a me puoi dire tutto…”
“Beh…in realtà…la cosa che mi ha sollazzato di più…”
“Coraggio….dimmi…”
“Non è stata la signora…ma…”
“Ma?…coraggio…”
“Quando voi mi avete toccato…e quando la volta prima me lo avete leccato…” e dopo aver con gran fatica confessato questo si voltò e nascose il viso contro il cuscino…
Don Luigi gli mise una mano sui capelli tagliati di fresco, accarezzò dolcemente il ragazzo:
“Piccolo angelo…sei turbato per questo?…”
“Non so…se verrà di nuovo la signora voi ci sarete ancora?…mi farete ancora la stessa cosa?…”
“Tu vuoi che te lo faccia ancora?…”
“Si…” fu la timida risposta di Attilio…
“E vorresti che te lo facessi anche se la signora non dovesse più venire…”
Il ragazzo guardò il prete con due occhi dolcissimi e pieni di desiderio…
“Oh, don Luigi…lo desidererei tanto…”
In quel mentre si udì da sotto le finestre la voce di una donna del paese che chiamava Rosa per un servizio…
“Don Luigi, devo andare ad aiutare la Dina di Cesco che ha bisogno…potete rimanere un po’ voi con Attilio…io tornerò appena potrò…quando dovete andare via, se non sono ancora tornata, chiamate la Lucia nella casa a fianco, verrà lei…”
“State tranquilla Rosa, andate pure…starò io con Attilio…”
Rimasto solo col ragazzo, il prete si sedette sul letto vicino al povero paralitico…
“Dunque, hai provato gioia quando ti ho accarezzato?…”
“Si, padre…una gioia nuova…”
“E pensi di poter riprovare quella gioia se io ti accarezzo di nuovo?…Vuoi che proviamo adesso?…”
Il ragazzo non rispose, ma prese la mano del prete fra le sue…
“Dolce, caro ragazzo…piccolo angelo…” don Luigi cominciò ad accarezzarlo sul viso, sul collo…si chinò su di lui e gli diede un dolcissimo bacio sulle labbra…in quarant’anni di vita don Luigi non aveva mai baciato nessuno e non aveva avuto esperienze di nessun tipo…se non una volta con un compagno di seminario con cui in una soffitta si erano confrontati i piselli, a tredici anni…questa era la prima volta che seguendo l’istinto si abbandonava alla passione…sentendo che Attilio non si sottraeva al suo bacio, ma anzi lo assecondava, osò tentare quello che alcune volte gli avevano confidato in confessione: il bacio con la lingua….provò ad insinuare la sua nella bocca dolcissima del giovane che non la respinse, ma anzi cominciò a sfiorarla con la sua…e poi a succhiarla e presto il gioco divenne reciproco e appassionato…
Dopo un po’ di quella insperata delizia l’uomo infilò una mano nel pigiama del ragazzo alla ricerca del membro…lo trovò già quasi del tutto rigido…si voltò tremante e lo vide…le sue dita non riuscivano quasi a cingerlo tutto da quanto era grande…provò a misurarlo con il suo palmo…per quanto protendesse le dita, era più lungo della sua spanna…cominciò a menarlo facendo scorrere la pelle in basso fino a dove la saldatura del frenulo lo permetteva…quando si abbassava la mano, la cappella lucida e carnosa esprimeva tutta l’energia e la potenza maschile anche in un corpo ancora acerbo e malato…era come se si trattasse di due persone diverse…dolce e delicato il ragazzo…potente e virile il membro…la grazia di Rosa…e, immaginava, la rozza violenza di Marsilio…
“Ti faccio male?…” chiese l’inesperto sacerdote…
“No…no…è bello…”
“Vuoi che continui?…”
“Si, la prego, don Luigi…” il sacerdote provò un attimo di fastidio sentendosi chiamare così…
“Attilio…chiamami soltanto Luigi e non darmi del lei…” poi non disse altro e scese con la bocca a baciare quella carnosa meraviglia che impugnava ancora un po’ maldestramente…mo non poi così male da non dare goduriose sensazioni al ragazzo…
Leccò più volte la saporita cappella…ruotò la lingua tutto attorno al glande, e sotto, dove si restringeva e cominciava la lunga asta…sul filetto…e poi giù, verso i testicoli gonfi del giovanetto…leccò tutto avidamente e poi introdusse nella bocca il pulsante cazzone e cominciò succhiarlo con forza, come l’istinto gli suggeriva…il ragazzo gemeva di piacere e il prete cercava di capire dai sospiri quali erano i movimenti che più gli erano graditi…la cosa che lo colpì molto fu il fatto che Attilio gli pose una mano sul capo per spingerlo ad ingoiare di più…e con la mano gli dava il ritmo del movimento…per essere due completamente inesperti stavano facendo veramente grandi progressi nell’arte di dare e ricevere piacere…
Nella mente del sacerdote c’era un turbinio di pensieri…le sensazioni che stava provando erano mescolate alle confessioni che aveva ricevuto…donne che gli raccontavano talvolta nei minimi particolari come venivano possedute dai mariti o dagli amanti…e ragazzi che gli confessavano i loro peccati solitari…o…i giochi particolari che facevano in gruppo…certe letture che aveva fatto in seminario di libri proibiti che descrivevano i più terribili peccati…la sodomia…e immagini di diavoli con membri enormi come quello che ora, finalmente, aveva in bocca…la sodomia che aveva sognato quella notte…e decise che era giunto il momento di toccare il fondo…si alzò, si tirò su la tonaca, si abbassò i pantaloni e salì sul letto a cavalcioni del ragazzo che lo guardava incuriosito…
“Cosa fai?….” gli chiese…
“Ti cavalco…” e senza più parlare si puntò la cappella al buco del culo…strinse i denti e si lasciò cadere sul cazzo durissimo…
Il dolore che provò, così, a secco, senza lubrificazione e per la prima volta, fu lancinante…sentiva l’ano lacerarsi…il fuoco dentro….come la puntura di mille spilli…avrebbe voluto scendere e correre via…ma i suoi occhi incontrarono quelli di Attilio che avevano l’espressione della più soave beatitudine e continuò nell’infernale operazione di infilarsi in culo quel bestione…Avrebbe voluto urlare…coprire con il grido di dolore i dolci gemiti di piacere del ragazzo…e non ne ebbe la forza…strinse i denti e continuò a muoversi su quel cazzo finché se lo ritrovò tutto ben alloggiato dentro…e fu allora che il dolore si tramutò piano piano in un piacere sublime che gli fece rimpiangere gli anni persi nella castità più totale…comprendeva ora il perché tutte le pecorelle che gli erano affidate come parrocchiani cadessero così spesso nelle pericolose tentazioni della carne…perché la carne è carne e quando chiama non si riesce a non rispondere…l’istinto ti sopraffà, ti seduce…ti porta alla perdizione…ma ti da anche l’anticipazione del paradiso…





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