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La febbre di Lorenzo


di klo2000
01.02.2021    |    27.402    |    23 9.0
"Poi mi feci coraggio e lo svegliai: “Lori, come stai?” “Mmmm bene…” mi rispose con voce assonnata… “Ha detto mamma di misurarti la temperatura…” Volevo..."
“Roberto, hai materie importanti domani a scuola?”
“No, mamma…il lunedì abbiamo due ore di disegno, una di latino, educazione fisica e italiano…perché?”
“Perché Lorenzo ha l’influenza…io domani devo andare a lavorare e la signora Luciana ha una visita in ospedale e non può venire a tenerlo…dovresti stare a casa tu con tuo fratello, ti dispiace?”
“Va bene, mamma…” non mi sembrava neanche vero di saltare un giorno di scuola per starmene a letto a giocare con la play…
“Il pediatra ha detto che finché non gli calerà la febbre bisognerà mettergli una supposta al mattino e una alla sera…per fortuna abbiamo una scatola quasi intera di quelle supposte…ora vieni che ti faccio vedere cosa dovrai fare domani…”
Insieme a mamma entrai nella cameretta di Lorenzo…era semibuio, solo la piccola lampada sul suo comodino era accesa…lui dormiva, ansando leggermente, coperto fino al collo… la fronte era sudata e i capelli biondi umidi…
“Ha ancora la febbre alta…ora gliela misuro…tu guarda come si fa, così domani glielo fai tu…mi sa che per almeno una settimana non potrà andare a scuola…”
Lorenzo fa seconda media, ha dodici anni ed è il mio fratellino minore…anzi, è il secondo, perché abbiamo anche una sorellina di nove anni, Lucia…io invece ho quindici anni e faccio la seconda liceo scientifico (con poca voglia, detto fra noi…perché i miei interessi sono altri: il calcio, la play e le ragazze!).
Sul comodino di Lorenzo, vicino alla lampada c’erano il termometro, un tubetto di pomata e una scatola bianca e azzurra con le medicine.
“Poverino, guarda come respira male…Lorenzo, come ti senti?…”
“Mmmmm….” Solo un lieve mugolio gli uscì nel dormiveglia…
Mamma gli sentì la fronte con la mano:
“Uh, come scotta!…”
Poi tirò un po’ giù le coperte…mio fratello aveva un pigiama azzurro con dei disegnini, dei cagnolini…un pigiamino da bambino che era stato mio…vederlo mi fece molta tenerezza…
Mamma lo scopri tutto…ai piedi, ancora piccoli e aggraziati aveva calzine di filo bianco…
“Ora gli misuriamo la temperatura…guarda come si fa…domani devrai farglielo tu…Lorenzo, bello di mamma, girati…”
Senza aprire gli occhi mio fratello si mise sul fianco…mamma lo aiutò a girarsi del tutto…poi dolcemente prese l’elastico del pigiama e glielo abbasso…mio fratello non aveva mutandine…apparve il suo culetto piccolo e bianco…
“Mmmm…” mugolò mio fratello sentendosi scoprire…
“Buono, che ora ti misuro la febbre, mi sa che ce l’hai bella alta…” così dicendo prese il termometro, lo tolse dall’astuccio e lo agitò diverse volte in aria per far scendere la colonnina di mercurio…poi, rivolta a me:
“Vedi, prima di misurare la febbre devi agitare il termometro…poi ci metti un po’ di questa…” prese il tubetto di vaselina che era sul comodino e dopo averlo aperto spalmò una minima quantità di pomata sul bulbo del termometro…
“Lorenzo, stai fermo…non ti faccio male!…”
Alla tenue luce della lampada, vidi mamma che apriva le bellissime chiappette di mio fratello alla ricerca del forellino…poi, con la pomata che le era rimasta sulle dita, unse un poco il buchetto e quindi inserì la punta di vetro del termometro…
“Mmmmm…” il verso del mio fratellino non mi sembrava solo di fastidio…
“Quanto se ne deve mettere, mamma?” chiesi…
“Guarda, deve entrare la punta…” e mi fece vedere il cilindro di vetro piantato nel roseo buchino di Lorenzo…lo sfintere vibrava stretto attorno al corpo estraneo che lo violava… ebbi appena il tempo di vedere questo conturbante spettacolo, che mamma richiuse subito le chiappette e le tenne strette per un paio di minuti…poi estrasse il termometro…
“Non ci vedo, con questa luce…vai a vedere tu in corridoio…non toccare la punta!” e mi diede in mano l’oggetto…era caldo e alla luce potei leggere 38,4…e potei anche vedere che la punta era leggermente sporca del culo di mio fratello…senza farmi vedere, la annusai leggermente…sapeva di vaselina, ma non solo…aveva anche un altro aroma che mi turboò molto e mi diede qualche brivido al basso ventre…
“E’ ancora alta la febbre…mettiamo la supposta…” così dicendo, mamma tirò fuori dalla scatola la medicina e me la mostrò: “Non capisco perché le fanno così grandi le supposte pediatriche…” in effetti era un bel cilindretto che sembrava fatto di cera giallognola…mamma la unse con un po’ di vaselina e poi si apprestò ad infilarla…
“Stai fermo…non ti faccio male…” e a me “Guarda come si fa…” con due dita della sinistra allargò le labbra anali di Lorenzo, poi infilò l’indice destro appena per un centimetro nel buchetto per lubrificarlo, lo estrasse e quindi inserì la supposta nel forellino palpitante spingendola bene a fondo col dito…
Questa volta Lorenzo non emise alcun gemito, ma potei vedere sul suo viso un’espressione dapprima dolorante e poi, appena un istante dopo, di beatitudine…
“Ecco fatto…bravo…devi fare la pipì?”
“No…” rispose con flebile voce mio fratello.
“Bene, allora dormi…se hai bisogno di qualcosa e non stai bene chiamami” gli rialzò il pigiamino, gli rimboccò le coperte, poi lasciando la lucetta accesa mi prese per mano e mi portò fuori…
“Allora, hai capito? Domani mattina alle dieci gli misuri la febbre e se è più alta di 37,5 gli metti la supposta, se ci sono problemi mi chiami sul lavoro, non sul mio cellulare, sul numero dell’ufficio…lo sai, ma te lo lascio scritto per sicurezza…a mezzogiorno gli scaldi un po’ di brodo che è in frigo e gli fai una spremuta di arancia, sei capace, no?”
“Si, mamma, tranquilla…”
“Bene…ora vai pure a dormire, per stasera ci penso io…buonanotte, tesoro…” e andò nella stanza di Lucia che stava ancora giocando con le sue bambole per metterla a letto…
Quando fui solo nel mio lettino ripensai a Lorenzo…al termometro piantato nel suo culetto…alla supposta che entrava spinta dal dito…al profumo che avevo sentito sul bulbo…all’espressione beata di mio fratello mentre mamma gli infilava la medicina… e sentii che il mio pisello si stava indurendo…solitamente nel mio letto mi facevo sempre una sega prima di dormire, pensando alle mie compagne di scuola più carine…ma quella sera non mi veniva in mente nessuna di loro…era il culo di Lorenzo che mi stava davanti agli occhi…la sua morbidezza…il mattino dopo lo avrei toccato…ci avrei messo un dito dentro…chissà cosa si provava a sentire un dito dentro…io non lo avevo mai fatto…e così bagnai l’indice di saliva e provai a mettermelo dietro…piano piano…cercando, senza farmi male di dilatare il forellino…e ogni tanto toglievo il ditino dal buco e me lo annusavo provando un grande piacere e una grande eccitazione…spinsi ancora finché sentii che il dito toccava un punto delizioso, una specie di pallina…mi piaceva sfregarci il dito sopra e soprattutto darle piccoli colpetti con la punta…il mio cazzo era durissimo e, senza toccarlo, mi contrassi tutto e sentii che mi usciva a fiotti la sborra…tanta quanta non ne avevo mai fatto…mi pulii con un fazzoletto e mi addormentai felice per la scoperta…

La mattina dopo alle sette e mezza mamma usci per portare Lucia a scuola…prima però passò a vedere come stava mio fratello…e poi venne da me…
“Scotta ancora, mi raccomando, alle dieci fa quello che ti ho detto e poi telefonami in ogni caso…per mangiare sai cosa fare…poi io alle due ritorno…a prendere Lucia a scuola, alle quattro, poi semmai ci vai tu…”
“Va bene, mamma…”
“Non addormentarti…ricordati: alle 10!”
Non avrei dimenticato quel che dovevo fare a mio fratello neppure per tutto l’oro del mondo…non vedevo l’ora che arrivasse il momento di “curarlo”….
Ogni tanto andavo in camera sua a vederlo…dormiva, ma il suo respiro mi sembrava più tranquillo…
Alle dieci meno un quarto ero agitatissimo…tremavo e cominciai a prepararmi per l’operazione che dovevo fare…andai a lavarmi le mani, come mi aveva detto mamma…già che ero in bagno feci pipì…il mio cazzo era già bello grosso e duro per l’eccitazione e faticai un poco a farla (dovetti sedermi per non schizzare dappertutto!).
Poi mi feci coraggio e lo svegliai:
“Lori, come stai?”
“Mmmm bene…” mi rispose con voce assonnata…
“Ha detto mamma di misurarti la temperatura…”
Volevo bene a Lorenzo e avrei voluto che fosse guarito…ma speravo anche che avesse ancora un po’ di febbre…non alta….ma quanto bastava per doverlo curare…
Gli tastai la fronte con aria professionale…
“Mmmm, mi sembri ancora un po’ caldo…ora ti misuro la febbre…”
“Tu? Mamma non c’è?…”
“No, è a lavorare ha lasciato detto a me quello che devo fare, quindi ubbidisci a tuo fratello…” e, scoprendolo: “Abbassati il pigiama!”
Si giro a pancia in giù e si scopri il culetto…un nodo in gola mi impedì per un attimo di respirare…poi presi il termometro, lo scaricai come avevo visto fare a mamma…poi unsi di vaselina la punta e finalmente potei toccare quella meraviglia di culetto…caldo, vellutato…bianco…perfetto…
Aprii leggermente le chiappine e vidi il buchetto, roseo, privo di peli, una piccola boccuccia imbronciata…lo sfiorai col dito impomatato e poi inserii delicatamente il bulbo del termometro…”
“Mmmmm” un dolcissimo sospiro…
“Ti ho fatto male?”…
“No…no….”
“Devi tenerlo due minuti…” gli dissi, muovendo un po’ avanti e indietro il termometro…
“Mamma lo tiene fermo…” mi disse…
“Io invece lo muovo…l’ho visto fare in un documentario…” mentii “Ti da fastidio?…”
“No…ma…”
“Ma cosa?…ti fa male?”
“No…no….” la sua voce tradiva una certa emozione…
“Ti piace, Lori?…”
“Non so…forse…”
“Aspetta….” Spinsi il termometro ancora un po’ più dentro…”Male?”
“No…” il termometro era dentro per oltre la metà…e continuavo a muoverlo…
Dopo due minuti che sembrarono eterni ad entrambi, lo estrassi e lessi la temperatura, 37,6…
“E’ scesa un po’…ma devo metterti la supposta…preparati…” e prima di mettere via il termometro ne annusai la punta…Lorenzo mi vide…
“Cosa fai?”
“Sento se puzza…”
“E puzza?”
“Un po’ …senti…” e lo feci annusare anche a lui che dapprima fece un gesto di repulsione…poi se lo accostò al naso e aspirò profondamente il suo profumo più intimo…
“Ti piace, Lori?”
“Un po’…a te?”
“Si…tanto...a te solo un po’?…”
“No, tanto anche a me…mi fai sentire il tuo?…”
“Dopo, se vuoi…che fratellino porcellino che ho!” gli dissi guardandolo dolcemente…”Ora mettiamo la supposta…”
Presi dalla scatola l’involucro delle supposte e lo aprii…il cilindretto mi appariva bello grosso…non lo unsi di vaselina, volevo metterglielo asciutto…
“Apriti le chiappe, Lori…”
Mio fratello si allargo con le mani le natiche carnose ed apparve la rosellina tenerissima…appoggiai la punta della supposta e spinsi leggermente…
“Ohhh….” Fece mio fratello sentendo penetrare appena l’inizio della supposta…
“Ti fa male?” gli chiesi…
“No…è bello….però…”
“Cosa?...”
“Non dirlo alla mamma…”
“Tranquillo, sarà il nostro segreto…spingo?…”
“Si…ohhhh…” aveva il respiro rotto dall’emozione e dal piacere…io introdussi tutta la supposta che era lunga circa sei centimetri…e poi spinsi ancora il mio dito dentro…alla ricerca di quella sferetta che doveva esserci anche in mio fratello…e infatti la trovai…sentivo che il suo culetto era umido e caldo e che la supposta si stava sciogliendo…io intanto massaggiavo l’interno del mio fratellino…ruotavo il dito in tutte le direzioni e quando toccavo il punto più dolce lui sospirava forte…introdussi anche un altro dito…dentro di lui allargavo le dita a V e le stringevo…le muovevo in tutti i modi…lui assecondava i miei movimenti venendomi incontro con lo sfintere, tenendosi sempre le natiche ben aperte…fu allora che mi venne l’idea…
“Lori, vuoi che proviamo …a…”
“Cosa?…”
“A fare un gioco…a mettere nel culetto….”
“Cosa, Robi?...”
“Posso provare a mettere dentro l’uccello?….”
“Si…se vuoi…proviamo…”
Mi abbassai la tuta e le mutande…il mio cazzo svettava bello dritto e scappellato…il cazzo di un quindicenne eccitato e bello duro…intorno i peli neri erano umidi per le gocce che mi erano già uscite dalla cappella…
Quando lo vide Lori esclamo:
“Oh…come è grosso!”
“Fammi vedere il tuo?”
Mio fratello si girò e io vidi, dopo tanto tempo, da quando cioè eravamo bambini piccoli e mamma ci faceva il bagno insieme, il suo cazzo…stava crescendo, era bianco, liscio e abbastanza lungo….ancora sottile e non si scappellava bene…e i peli erano nerissimi ma pochi e ancora corti, come un piccolo paio di baffetti…
“Il tuo è più grande!”
“Perché io sono più grande…dai, Lori, fammi provare a mettertelo dentro…vuoi?…”
Mio fratello mi guardo in un modo che non scorderò mai…con uno sguardo pieno di desiderio che diceva “si” senza bisogno di parlare…e così lo feci mettere in ginocchio, salii sul letto dietro a lui e appoggiai la mia cappella al suo buchetto…era caldo, umido…ben lubrificato dalla supposta…spinsi e in un attimo la mia cappella fu dentro…
“Ohhh…”
“Ti faccio male?”
“No, continua…è bellissimo…non dirlo alla mamma…”
“Certo che no…adesso spingo di più…se ti faccio male, resisti, ti prego…”
“Non fa male…è bello…bellissimo….”
Ero tutto dentro, ormai e potevo muovermi in lui come l’istinto mi suggeriva…la mia prima scopata…sentirmi accolto, al caldo nel corpo di un altro…dare e ricevere piacere…essere uniti…per un attimo, ma solo per un attimo mi venne in mente anche nostra sorella, con cui, forse……ma l’immagine mi passò subito dalla mente perché sentivo che l’orgasmo, per la prima volta non provocato dalla mano ma dall’attrito in un altro corpo, stava per arrivare…e mi abbandonai alla gioia più totale in mio fratello, scaricandogli dentro tutta la mia sborra…
Quando estrassi il cazzo era tutto imbrattato di sborra e supposta sciolta….ne raccolsi col dito quanta più potevo e la rinfilai nel culetto di Lori… se no la medicina non avrebbe fatto effetto…
Mio fratello si girò sul letto e potei vedere il suo cazzetto durissimo…gli diedi qualche colpo di sega e procurai anche a lui un bell’orgasmo…schizzò qualche goccia limpida…poi stanco, mi disse:
“Ora lasciami riposare…ma promettimi che ogni volta che potremo lo rifaremo…”




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