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GIOCO DI MANO... UN BUON INIZIO


di RedTales
26.01.2021    |    17.317    |    10 9.9
"Quindi lo portò alla bocca e prese a leccarlo per assaggiare quel giovane nettare: “che sapore! Proprio un buon sapore” disse tra una leccata e l’altra..."
“Ho finito i soldi.”
“Peccato. Potevamo fare ancora qualche partita a flipper.”
“Si.”
“Te ne danno altri?”
“Fino a sabato no… ma dopo vado da Giovanni e sicuramente qualcosa prendo...”
“Cioè?”
“Sai, se faccio il bravo lui mi da dei soldi.”
“Se fai il bravo? Cioè?”
“Dai! Davvero non capisci?”
“Ah!” fece Sebastiano non aggiungendo altro per non far capire che non aveva proprio capito… per poi proseguire con un: “ma quanto ti da?”
“Dipende. Cinquemila, anche diecimila lire...”

Il giorno seguente si ritrovarono nella sala giochi e Sebastiano, dopo un po’ di giocate provò a ritornare sull’argomento: “ma di quale Giovanni parlavi ieri?”
“Quello dei vestiti.”
“Cioè?”
“Quello che ha quel negozio di vestiti in Corso Torino. Quello grande con tante vetrine.”
“Ah! Sì, ho capito. E poi ci sei stato ieri?”
“Eh certo! Diecimila, mi ha dato diecimila lire ieri.”
“E ci vai spesso?”
“Due, tre, a volte quattro volte a settimana. Tanto lui è sempre contento quando mi vede.”
“Ma… ma per diecimila lire cosa…”
“Per diecimila? Mi fa schizzare.”
“E basta?”
“E cosa vuoi… non è già tanto...”
“Ma tu...”
“No, fa lui. Fa tutto lui. Io lo lascio solo fare.”
“Però! E ti da diecimila.”
“Si, ma solo se schizzo, se tocca solo sono cinquemila...”
“Mica male. I miei mi danno trentamila alla settimana...”
“Come i miei, ma non mi bastano...”
“Certo che averceli in più...”
“Ti piacerebbe?”
“Certo che sì.”
“Se vuoi gli chiedo se gli interessa.”
Federico ci pensò su qualche istante e poi disse di sì.

“Ha detto che prima ti vuole vedere. Sai, non è che gli piacciono tutti.”
“Si, va bene. Cosa devo fare?”
“Vai stasera quando chiude in negozio. Entra quando hanno tirato giù tutte le saracinesche e resta solo quella della porta, non prima. Quando entri digli che sei Federico.”
“Capito. E lui? Lui com’è?”
“Vecchio, ne ha almeno cinquanta.”
“Ah!”

Alle 19:20 iniziò a camminare davanti al negozio. Era arrivato prima e tutte le vetrine erano ancora aperte. Per una buona ventina di minuti continuarono ad uscire persone fin quando un ragazzo iniziò a chiudere le saracinesche prima di allontanarsi. Era rimasta aperta solo quella della porta e, anche se molto insicuro e titubante, con un incedere incerto entrò.
Era ancora sulla porta che gli si fece incontro un signore: “buonasera. Desidera?”
“Buonasera… Sono Federico...”
“Ah! Si, si, mi aveva detto che venivi. Entra, entra.”
Lo fece accomodare e chiuse accuratamente la porta alle sue spalle.
“E così tu sei Federico. Beh! Bene! Proprio bene. Si, si, proprio un bel ragazzo. Bel corpo, bei capelli. Si, si, mi piaci. E come ce l’hai?”
“Cioè?”
“Oh sciocchino! Dai che hai capito. Come hai il pisello?”
Guardò in basso e borbottò un: “normale.”
“Si, si, mi piaci proprio. Mi piace che fai il timidino. Vieni, andiamo di la che è più tranquillo.”
Si avviò e lo guidò nel retro del negozio, un grande deposito zeppo di vestiti dappertutto.
“Claudio mi ha detto che ti ha già spiegato tutto. Giusto?”
“Si, si...”
“Bene, allora apriti che ho proprio voglia di toccartelo.”
Rimase fermo e l’uomo ribadì il concetto: “su, dai apri la cerniera.”
“Così, subito, ma...”
L’altro lo guardò perplesso e fraintese: “si, ti ha già detto Claudio... Cinquemila e ti tocco, poi se andiamo avanti diecimila. Ti ha detto così no?”
“Si, si… ma qui?”
“E dove se no!”
Aprì il bottone e abbassò la cerniera e l’uomo immediatamente infilò la mano dentro gli slip facendogli provare un brivido. Cominciò a toccare, accarezzare, stringere, commentando con lusinghiere parole il suo sesso che immediatamente si mise a crescere.
Provò profonde e sconosciute sensazioni. Quella mano che lo sfiorava lo stimolava e gli stava facendo venire un’erezione. Ebbe dei brividi e dei tremori che non riuscì proprio a controllare.
“Mh! Ti ecciti. Mi piace sentirlo crescere. Hai proprio un bel pisello. Liscio, morbido e che palline dure. Mh. Senti come viene su. Ma ti tira sempre così? Subito? Appena lo tocchi?”
Federico si vergognò profondamente e cercò di nascondere il rossore abbassando la testa che si sentì infuocata.
Giovanni intanto continuò a palpeggiarlo dentro le mutande fin quando la punta, ormai dritta e dura, fece capolino mostrandosi oltre l’elastico.
Anche il ragazzo fissò il suo sesso che sbucò dall’indumento e la mano che gli scorreva sopra spostandosi dal basso verso l’altro incessantemente.
A quel punto l’uomo con l’altra mano abbassò leggermente gli slip facendo uscire completamente il glande di un rosso scuro e fermò la mano per poterlo osservare completamente nudo e scappellato.
“Bello. Sai che lo hai proprio bello. E’ duro. E’ grosso. E’ anche bello lungo. Mi piaci. Mi piaci tanto.”
La mano ricominciò a scorrere sull’asta per poi fermarsi come a soppesare i testicoli e quindi risalì fino alla punta. Ad un certo punto l’uomo si abbassò e lo annusò: “che profumo. Mi piace il profumo di sesso dei ragazzi. E’ dolce, delicato. Oh! Guarda, ti si è bagnata la punta. Ti piace che ti tocco?” e con l’indice gli asciugò la goccia che si era messa a luccicare.
Non rispose, continuando a fissare quella mano che lo toccava dove mai nessuno si era mai avventurato. Cercava di capire quanto provava e quel profondo piacere che lo scuoteva tutto.
Continuando a far scorrere le dita lunghe e ossute sul sesso gli fece provare brividi e sensazioni che mai si era dato mentre si masturbava da solo.
“E’ la prima volta, vero? Si capisce da come tremi. Però ti piace. Ti piace? Ti piace proprio tanto...”
Provò ad incrociare il suo sguardo ma non ci riuscì e quindi continuò: “bene, bene, mi sei piaciuto. Che dici. Mi fermo qui? Le cinquemila te le sei guadagnate… Se vuoi vado avanti, tanto ormai sei pronto. Che dici? Continuo? Sono diecimila se finisco.”
Balbettò un si con voce tremante e con il fiato che stava diventando corto e il signore continuò a muovere le dita facendole scorrere dall’alto al basso e, stringendo il pene, proseguì per alcuni minuti fin quando un fiotto abbondante non raggiunse con forza l’incavo della mano.
Federico si lasciò scappare un grido di piacere e di sorpresa mentre Giovanni rallentò il movimento pur senza fermarsi, quasi per accompagnare gli spasmi di quel giovane pene che si stava scaricando.
Andò avanti ancora un po’ e, alla fine, tolse la mano.
“Mh! Bravo, nei hai fatta tanta. Mi piacciono quelli che ne sanno fare tanta.” esclamò mostrandogli il palmo della mano completamente ricoperto di sperma.
Quindi lo portò alla bocca e prese a leccarlo per assaggiare quel giovane nettare: “che sapore! Proprio un buon sapore” disse tra una leccata e l’altra. Proseguì fin quando la mano non fu completamente pulita. Continuò fissando Federico che, immobile davanti a lui, non sapeva davvero cosa fare.
Si interruppe solo per indicargli una scatola di Kleenex su un tavolino: “pulisciti, pulisciti anche tu.”
Alla fine, dopo aver ben nettato la mano si passò alcune volte la lingua sulle labbra.
Il ragazzo nel frattempo, presi diversi fazzolettini, si era asciugato tutti i residui della crema, pulendo pure la maglietta e i jeans sui quali erano finiti alcuni schizzi.
“Bravo! Te le sei proprio meritate. Ti è piaciuto? Direi di sì. Però la prossima volta devi stare attento. Avvisami quando stai per farla che ti stringo meglio, altrimenti ti sporchi come oggi. Non vuoi sporcarti vero? Poi ti resta il segno.”
Fece più volte di sì’ con la testa.
“Va bene, va bene. Ci vediamo domani?”
“Si… si...” rispose a bassa voce.
“Solo perché sei tu ma domani, se vieni, ti do ventimila. Facciamo come oggi. Vuoi?”
“Si, va bene” rispose con voce argentina.
“Oh! Finalmente! Così mi piace. Hai una bella voce… usala. Ti va alle dodici e trenta, sempre alla chiusura?”
“Si.”
“Bene, ecco prendi, queste sono per te. Ora vai che devo chiudere. Ti aspetto domani.”
Si sistemò in un attimo e uscì dal negozio con le diecimila lire schiacciate nella tasca. Era ancora un po’ fratornato per quello che era successo ma si sentiva contento. Una strana feliciotà che proveniva da quelle viscerali sensazioni che aveva avuto e che lo avevano portato a raggiungere l’orgasmo più forte mai provato. Si, gli era piaciuto e, perdipiù, gli aveva dato diecimila lire. Aveva quasi voglia di fare dei saltelli ma si limitò a correre verso la sala giochi. Desiderava trovare Claudio per condividere con lui la sua esperienza.
Da Giovanni ci tornò tante altre volte e...
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