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Gay & Bisex

IL PADRONE HA OFFERTO IL MIO CULO A QUEGLI SCONOSCIUTI


di RedTales
03.04.2023    |    11.807    |    10 8.5
"Ci mette abbastanza prima di uscire ma la pausa per l’ano dura una manciata di secondi perché un altro prende il suo posto e pure l’ingresso di questo secondo..."
È venerdì ed ormai sono pronto, da un mese non mi depilo e aspetto ogni giorno un messaggio o una chiamata dal Padrone. È stato lui a chiedermi di farlo a fine febbraio quando mi ha masturbato fino allo sfinimento, me lo ha ordinato senza darmi alcuna spiegazione e, come era già successo tempo prima, ho ubbidito.
Quando il messaggio arriva: “vieni sabato mattina alle 11:00 al parcheggio del Centro commerciale” sono contento.
Raggiungo il posto in anticipo e mi metto ad aspettare, con la solita trepidazione che mi prende quando il Padrone mi vuole. Ormai ho imparato che da lui mi posso aspettare di tutto ed ogni volta è diversa dalla precedente. Solo il fatto di incontrarlo in quel parcheggio mi fa immaginare tante possibili situazioni e la cosa mi eccita terribilmente. Mi sembra quasi di riprovare le forti emozioni che sentivo quando, allora ventenne, salivo in macchina con degli sconosciuti per andare a fare sesso dopo aver accettato le loro avances. Allora era un misto di paura e voglia che mi assaliva dal di dentro e che si smorzava per trasformarsi in altre emozioni soltanto quando, raggiunto un luogo appartato, mi sbattevano in faccia il loro cazzo e… iniziava il gioco.
Nell’attesa di ricevere notizie da Pierluigi riprovo un po’ le stesse sensazioni ed è piacevolissimo. Aspetto parecchio perché solo alle 11:20 arriva un altro messaggio. Vieni a piedi nel parcheggio ovest, area M.”
“Arrivo ma sono dall’altra parte.”
“Fai in fretta.”
Una decina di minuti dopo raggiungo il posto indicato. Nella zona, estremamente lontana dagli ingressi, a differenza delle altre ci sono poche macchine.
“Macchina blu, fila 12.”
Raggiungo in fretta la fila e vedo l’autovettura blu. Mi avvicino notando la presenza di due uomini all’interno che, vedendomi arrivare, scendono.
“È lui.”
“Questa è la puttana” dice lo sconosciuto in un italiano con un forte accento dell’est. È un uomo sulla cinquantina, forse meno, non troppo alto, tarchiato. Ha la barba di alcuni giorni, una decisa calvizie ed è vestito in modo trasandato: larghi jeans e un maglione altrettanto abbondante.
“Sessanta?”
“Sì, è vecchio ma li porta bene e si fa scopare alla grande. Gran culo.”
“Sì, bene ma devo vedere culo prima.”
“Entra in macchina e spogliati” ordina il Padrone indicandomi il sedile posteriore.
Fortunatamente non ci sono altre macchine vicine e così mi accomodo dentro e, visto lo spazio esiguo, mi tolgo le scarpe e i pantaloni con una certa difficoltà.
Mi siedo e sfilo anche gli slip.
L’uomo si mette sulla porta e mi guarda: “gira! Culo, voglio vedere culo.”
Mi piego di lato per offrirgli quello che chiede.
Sento le sue mani ruvide e grandi sulle chiappe, le palpa e le strizza con forza per alcuni istanti e prova a spingere un dito nell’ano.
“Bene. Va bene. Puttana va bene. Andiamo scopare.”
Stupidamente chiedo se devo seguirli con la mia macchina ma nemmeno mi rispondono. L’uomo mi sbatte la porta quasi in faccia mentre il Padrone sale nel posto davanti a me e partiamo. Mentre guida inizia a fare una telefonata parlando una lingua che non conosco ed io prendo gli slip ma, come allungo le gambe per metterli, Pierluigi mi ordina di restare come sono, anzi, di togliermi anche le calze. Lo faccio sistemandomi accanto alla portiera e cercando di coprirmi le gambe con la felpa e, per tutta la strada, spero che nessuno si affianchi e scorga che sono nudo a metà.
Nel frattempo le telefonate diventano quattro finchè, dopo una mezz’ora, arriviamo davanti al cancello di un cantiere. Non so dove siamo ma la macchina si ferma vicino ad un’altra.
L’uomo apre la recinzione ed entriamo e parcheggiamo in un ampio cortile mentre dall’altro veicolo scende un giovane ragazzo che avrà si e no venticinque anni.
Ci incamminiamo passando vicino ad un edifico in costruzione ed io lo faccio con gran circospezione perché il terreno è pieno di sassi, mattoni, pezzi di legno e ho paura di ferirmi i piedi che sono scalzi.
Alla fine raggiungiamo un deposito e l’uomo si ferma vicino ad un trabattello: “ecco, qui. Mettiamo qui.”
Il posto sembra una discarica, è sporco, trasandato e pare abbandonato ma il Padrone sembra proprio soddisfatto della scelta e prende da un sacchettino che aveva con se polsiere e cavigliere e me le mette mentre l’altro manda il ragazzo a cercare qualcosa. Ma questo lo capisco solo quando lo vedo ritornare con delle pinze e del fil di ferro.
“Spogliati nudo” ordina Pierluigi
Tolgo anche la felpa e la tshirt e sono completamente senza vestiti. I due mi guardano e si mettono a parlottare tra di loro proprio quando si sente arrivare un’altra macchina.
Penso di aver capito cosa vogliono da me: “mi legano, me lo sbattono in bocca e poi mi scopano.”
Sono un po’ preoccupato solo per il posto e mi guardo intorno ma, fortunatamente quell’angolo è riparato e nascosto dalle case vicine. Arrivano altri due ragazzi, giovani anche loro. Dicono qualcosa ma non capisco la lingua e subito dopo ridacchiano tutti e quattro mentre io fisso il Padrone.
L’uomo mi dice di avvicinarmi al trabattello e, afferrata una gamba prova a fissarla ad un tubo ma non ci riesce perché la cavigliera non è adatta. Pierluigi lo capisce subito e prende dei collari che sostituisce alle cavigliere e mi blocca la gamba al ferro. Lo sconosciuto annuisce con la testa e, in modo brusco, mi fa allargare l’altra gamba e quindi lega anche questa utilizzando l’altro collare.
A questo punto mi fanno piegare in avanti e, dopo aver fissato del fil di ferro al trabattello, ci attaccano sopra le polsiere in modo da lasciarmi con le braccia larghe. Praticamente sono piazzato a novanta gradi con il culo bello pronto per essere dato in pasto a quei quattro sconosciuti (HO MESSO PROPRIO QUESTA FOTO NEL PROFILO).
È solo in quel momento che mi accorgo che non fa tanto caldo, che sento un deciso freddino ed ho anche la pelle d’oca, ma l’eccitazione mi fa dimenticare subito quella sensazione.
Capisco anche che, piegato in quel modo, difficilmente riuscirò ad avere i loro cazzi in bocca e mi sa tanto che li prenderò solo dietro. Potrà sembrare strano ma ho già l’acquolina in bocca ed una voglia di iniziare a sentirli dentro. Lo desidero proprio e quella posizione mi fa sentire così porco da eccitarmi al punto che mi diventa duro.
Improvvisamente sento il rumore di un’ulteriore autovettura e, subito dopo, si aggiunge un altro uomo. È alle mie spalle e non lo vedo ma sento la sua voce.
“Wow! Adesso sono in cinque, sei con il Padrone” penso mentre aspetto che inizino a farmi la festa.
Parlano ancora tra di loro e intuisco che si preparano per cominciare anche se, bloccato come sono, non riesco a vederli.
Improvvisamente uno mi afferra le chiappe e le spalanca talmente che mi fa male. Lancio un urletto mentre quelli continuano a ridere.
Essere lì alla loro completa mercè mi fa sentire una specie di solletico interiore, soprattutto perché, in quella posizione, offro loro ogni mia più intima parte e lo faccio senza alcun pudore. Sì, sono eccitatissimo e mi sento così puttana che ho la sensazione che la pancia mi si attorcigli. Non credo che si possa spiegare questo sentimento se non lo si è mai provato. È forte, intenso, viscerale e da un senso di soddisfazione che si mescola all’incertezza per quanto potrà succedere ed è… meraviglioso.
Pierluigi chiede a tutti di usare sempre il preservativo: “usate i preservativi. Questi sono speciali, guardate. Ne ho portati per tutti. Dopo che lo avete messo pote fare quello che volete. Qui ce ne sono in abbondanza” per poi ricordare… come trattarmi: “è una troia abituata a farsi fare di tutto. È sfondata… vecchia e navigata.”
Li sento ridere.
“Posso fare delle foto mentre scopate?”
Dicono tutti di no e a quel punto il Padrone sembra contrariato e dice che mi farà qualche scatto adesso mentre sono da solo. Sento i suoni del telefonino mentre mi ritrae in quella posizione e, come ha finito, una mano mi passa qualcosa di umido sul culo ed un attimo dopo… il primo mi riempie il culo senza pietà tanto che lancio un grido soffocato sia per la sorpresa che per la lieve fitta che provo. Lo sento grosso e ruvido e percepisco la sua presenza davvero ingombrante. Immagino che sia di taglia XL perché mi ha allargato per bene. Però penso anche che è il primo, che è entrato di sorpresa e che quindi non mi sono ancora ben dilatato. Di certo mi sta dando fastidio ma, in fondo, è capitato anche altre volte che all’inizio faccia un po’ male anche se sono ben aperto e ne ho presi davvero tanti e di tutte le taglie.
In ogni caso sono completamente bloccato e non posso far altro che assecondare le sue voglie anche se sembra indemoniato da quanto spinge. Chissà perché ma mi viene l’idea di essere una bambola gonfiabile... Gli schiocchi che il suo corpo fa quando sbatte contro le mie chiappe sono forti e molto ravvicinati. È davvero incontenibile tanto da farmi pensare che sia da tanto che… non scopi. In ogni caso è bravo e ci sa fare e mi gusto quella furia della natura e quasi non sento più le risate e le voci degli altri. Ci mette abbastanza prima di uscire ma la pausa per l’ano dura una manciata di secondi perché un altro prende il suo posto e pure l’ingresso di questo secondo cazzo mi fa un po’ male perché entrando mi apre davvero tanto e non mi spiego il perché e mi domando: “ma quanto sono grossi questi?”
Anche il secondo ci da dentro con la stessa veemenza tanto che il trabattello trema, si sposta, traballa ed emette dei sinistri rumori ma, fortunatamente, è molto robusto e regge a quelle cariche come, d’altra parte, reggo pure io.
Che dire, è bravo e sembra nato per rompere il culo perché sembra insaziabile e quasi animalesco nel modo in cui mi monta.
Inutile dire che a quel punto ormai mi sono lasciato andare al piacere che mi procura quella bella scopata anche se mi reggo a fatica sulle gambe per l’innaturale posizione in cui me le hanno bloccate e perché gran parte del mio peso gravita sui polsi ed anche la sbarra che mi sostiene la pancia inizia a darmi un certo fastidio.
Godo, sbavo, ho il respiro accelerato e probabilmente dico un sacco di porcherie ma… ho solo vaghi ricordi. Lo ho già scritto altre volte, quando sono sotto pressione per… i troppi cazzi, mi perdo. Il piacere diventa enorme e prende il sopravento su tutto ed è come non esserci più. La testa vola via e raggiunge un altro mondo fatto solo di goduria che mi fa separare dal piano fisico dove rimane il corpo eccitato per tutto quello che riceve ma che percepisce solo qualcosa di quanto avviene. Questi momenti di assenza mi succedevano quando avevo vent’anni e… continuo a provarli, li vivo ancora, nonostante l’esperienza accumulata… nel settore.
Nel frattempo li sento alternarsi, uno dopo l’altro, ma non ne sono nemmeno sicurissimo. L’unica cosa certa è che ne ho sempre uno di loro ben piantato dentro che mi scopa facendomi sobbalzare ad ogni spinta.
Dura tanto e, pur abituato ai cazzi, continuo a sentirmi quasi assente, come se quello lì dietro non fosse il mio culo. Il piacere è troppo grande e diviene perfino difficile da sopportare perché mi ricordo di restare in attesa che finisca ma… non succede e tutto continua tra rumori metallici, risate, urla e chissà cos’altro.
Ad un certo punto, all’improvviso come era iniziato, tutto si ferma. I piedi riescono a prendere nuovamente possesso del pavimento in modo stabile, faccio alcuni respiri profondi e le voci di tutti ritornano ad essere distinte. Ho un gran bruciore dietro e sono sicuro di avere ancora dentro qualcosa, forse un cazzo di gomma perché sento pulsare l’ano e c’è qualcosa che mi impedisce di chiuderlo.
Mi rendo finalmente conto che ho goduto in un modo estremo durante il quale il cazzo mi si è indurito, si è sgonfiato e si è raddrizzato chissà per quante volte. Dalle macchie che ho davanti immagino di aver sborrato e di non aver controllato bene la vescica ma ho solo una vaga impressione di tutto ciò anche se ricordo di aver provato a resistere allo stimolo di pisciare cercando di trattenermi. Pensavo di aver “perso” qualche goccia ma la chiazza sul cemento dice altro...
I miei partner parlano in una lingua che non conosco e non sento affatto la voce del Padrone, fin quando la riconosco: “piaciuto? Ci avete dato dentro. L’avete fatta contenta questa troia.”
Le risate dei presenti coprono la sua voce. L’uomo che guidava gli risponde qualcosa ma non riesco a sentirlo.
A quel punto mi sciolgono le caviglie e, a fatica, le unisco e mi raddrizzo mentre mi liberano anche i polsi. Per qualche attimo mi sento traballare e incerto sulle gambe. Il culo brucia. Brucia decisamente.
Pierluigi mi guarda soddisfatto e mi indica i preservativi gettati per terra. Sono tanti e hanno qualcosa di strano. Li osservo meglio e capisco perché sentivo i loro cazzi molto grossi. Non sono i soliti condom ma delle guaine quasi rigide e belle grosse e alcuni hanno anche delle punte.
Queste specie di protesi le avevo già provate ma mai per così tanto tempo e immediatamente mi spiego perché il culo mi fa male.
La mia espressione di sorpresa dev’essere tale che sento esplodere un’altra fragorosa risata che diventa ancora più forte quando ne raccolgo uno per osservarlo meglio.
Un attimo dopo il Padrone mi chiede di prendere la maglia e la felpa: “mettile che andiamo.”
Lo faccio mentre guardo gli altri che sono ancora lì. Sono quattro ragazzi abbastanza giovani, uno sta pisciando in un angolo, gli altri si sono già tirati su i pantaloni. Mi tocco il culo scoprendo che non ho nulla dentro e che lo sfintere è praticamente chiuso anche se mi sembra che sia ancora spalancato e che qualcosa sia rimasto dentro. Mi sembra talmente sicura quella presenza che ci infilo un dito ma… è tutto vuoto.
Tutti si avviano verso le macchine. I pedi mi dolgono per quanto calpesto ma non ci faccio caso perché il culo mi fa male di più.
Entro in macchina e mi allungo sul sedile per alcuni minuti fin quando la voce autoritaria del Padrone mi ordina di rivestirmi. Infilo disordinatamente maglietta, felpa, slip, pantaloni. Non trovo una calza ma metto ugualmente le scarpe. Arriviamo al parcheggio con il guidatore che parla entusiasta per tutto il tempo chiedendo a Pierluigi altri incontri. Sento chiaramente che dice: “i ragazzi contenti. Tanto contenti. Organizza altro incontro. Se vuoi porto ancora altri.”
Sinceramente penso che ho avuto davvero tanto sesso e, per quel momento, mi sento sazio…
Mi fanno scendere. È tardi, sono quasi le sei e metto a fuoco che sono stato davvero tante ore nelle loro mani.
Raggiungo la mia macchina cercando di camminare con passo sicuro ma quando incrocio qualcuno mi rendo conto che faccio davvero fatica a farlo. Entrato in macchina sprofondo sul sedile e chiudo gli occhi. Resto così almeno mezz’ora prima di mettere in moto per rientrare a casa.
Nemmeno un lunghissimo bagno riesce a rilassarmi e il culo grida vendetta per quanto gli hanno fatto e persiste la sensazione di avere ancora un cazzo piantato dentro.
Bevo qualcosa e vado a letto e crollo subito nonostante il bruciore che nemmeno la pomata riesce a lenire.
Alla mattina sono ancora sfatto. Evidentemente quando si è giovani i tempi di recupero sono decisamente più rapidi inoltre il culo mi fa ancora male anche se la sensazione di averlo pieno è quasi passata.
Sono curioso di vedermi proprio lì e, sistemando degli specchi nel modo giusto, ci riesco. Tutta la zona è molto rossa, direi decisamente irritata e quindi decido di spalmare ancora della crema.
“Certo che non hai proprio raggiunto la pace dei sensi” mi dico mentre lo faccio: “hai raggiunto i sessanta ma se c’è da prendere dei cazzi non ti tiri mai indietro, anzi!”
È con questi pensieri che metto della buona musica e mi sdraio sul divano: “però che scopata! Mi hanno massacrato per tutto il pomeriggio ma ho goduto come un riccio. Chissà se mi fa bene al cuore… Certo che alla mia età farsi sfondare da cinque sconosciuti… E quei quattro ragazzotti me lo hanno dato... e alla grande. Ho perso anche il conto di quante volte si sono scambiati tra di loro… Quindi vado ancora bene? Ma volevano solo svuotarsi o li eccitava vedermi legato? Ma? Però grande il Padrone. Chissà se ha solo goduto a guardare o mi ha dato una ripassatina al culo anche lui?”
Ho la testa piena di belle immagini del pomeriggio e ripenso a tutto quello che riesco a mettere a fuoco e mi fa piacere. Sì, è stata proprio una gran scopata. L’ultimo pensiero va a mio nonno che, quando ero piccolo, vedevo già vecchio ma, ripensandoci e facendo qualche calcolo, aveva più o meno l’età che ho io adesso e non posso non pensare se anche il nonno faceva così tanto sesso?
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