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Gay & Bisex

MICRO RACCONTO: LA TROIETTA DELLA COMPAGNIA.


di RedTales
14.11.2020    |    14.101    |    1 9.4
"Fu a quel punto che Nicola, alzandosi, si rivolse a Leo: “mi hai fatto venire voglia..."
La compagnia di una decina di amici era comodamente seduta attorno a tre tavolini nel bar della piazza, intenta a chiacchierare in quel tardo pomeriggio estivo.
“Beh! Che ci posso fare… Se uno mi piace… mi piace. Sono fatto così e mi sta bene. E se mi piace perché fare il prezioso. Ci sto. Si vive una volta sola ragazzi! Mica posso fare la suorina… E poi, secondo me, anche una suorina davanti ad un cazzo così non so se fa tanto la suorina...”
Tutti risero per l’uscita di Leonardo che con delle mossette e con alcune espressioni del viso fece segno di apprezzare l’empatia che il gruppo gli stava dimostrando.
Poi il discorso virò da altre parti e fu monopolizzato da Renato, ascoltato con attenzione da tutti fin quando, pur continuando a raccontare, non allungò la mano destra sulla pancia di Leonardo che stava seduto al suo fianco e, con estrema disinvoltura, la fece scivolare dentro i pantaloni della tuta. Come se la cosa fosse assolutamente normale continuò a ridere e a scherzare con gli altri e, mentre Leo abbassò lo sguardo come per godersi completamente quel momento, quasi tutti si misero a fissare la mano che, con assoluta disinvoltura, stava trafficando lì dentro. Dopo alcuni minuti di carezze e vari movimenti, si capì chiaramente cosa stesse facendo perché la masturbazione fu palese a tutti.
“E quindi, dopo che eravamo arrivati fin la in fondo ci accorgemmo che ci aveva raccontato una balla. Lì non c’era niente” concluse Renato che aveva finito di raccontare cosa gli era capitato durante la mattinata.
Come se quella mano intenta a rovistare sul sesso del giovane non ci fosse, alcuni intervennero commentando la storia o chiedendo ulteriori dettagli che vennero immediatamente forniti.
Nel frattempo, tra un aperitivo e una battuta che fece ridere tutti, quel rapido movimento continuò anche quando uno del gruppo stuzzicò con un: “Leo! Resisti ancora?”
Il ragazzo alzò lo sguardo, fece gli occhi grandi, tirò un gran sospiro, si passò la lingua sulle labbra ma non rispose, abbassando nuovamente la testa e, continuando a fissare il pavimento, cercò di dissimulare il piacere che lo stava facendo fremere mentre tutto il gruppo scoppiò in una fragorosa risata.
Renato riprese: “è lungo… E’ lungo, ma non andiamo mica ancora via, vero? Non vorrete che lo lasci a metà?” e, dopo una breve pausa, continuò cambiando discorso: “stasera qualcuno viene da Claudio? Ha detto che ha delle birre speciali proprio per noi.”
Alcuni confermarono la loro presenza, altri declinarono giustificando e, proprio mentre uno stava esponendo i suoi impegni serali, Renato lo interruppe: “eccolo! Eccolo! E’ arrivato! Finalmente ce l’ha fatta”, esclamò con soddisfazione togliendo finalmente la mano e, quasi ostentandola per far notare che era imbrattata, la asciugò sulla tovaglia che copriva il tavolino.
Due fischi di ammirazione e alcuni commenti irripetibili sottolinearono la conclusione della sega che ben presto fece comparire una vistosa macchia sui pantaloni di Leonardo che, dopo essersi contorto sulla sedia, si lasciò scappare anche alcuni mugolii prima di alzare di scatto la testa per incrociare, a bocca aperta, lo sguardo di tutta la compagnia. Sul viso aveva un’espressione soddisfatta ed ostentava una specie di sorrisetto malizioso che si trasformò in alcuni colpi di tosse, forse per il debito d’aria che l’orgasmo, che aveva goffamente cercato di dissimulare, gli aveva procurato.
Ormai si era fatto tardi e, nel giro di poco, il gruppo, soddisfatto ed in parte eccitato per quello spettacolino fuori programma, cominciò ad allontanarsi.
Fu a quel punto che Nicola, alzandosi, si rivolse a Leo: “mi hai fatto venire voglia. Vieni, andiamo da me.”
“E cosa dirà Martina?” gli chiese uno degli ultimi rimasti.
“Dica quello che vuole, qualche capriccio me lo voglio togliere anch’io ogni tanto” replicò allontanandosi e aggiungendo senza girarsi: “mica me lo sposo, lo scopo soltanto...”
Il ragazzo lo guardò e sorrise, quindi si alzò pure lui e, incurante dei pantaloni vistosamente bagnati, si diresse verso la sua moto. Il tempo di infilare il casco e di salire in sella dietro Nicola e la rumorosa Harley si allontanò.
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