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Gay & Bisex

SEMPRE PRONTO A DAR VIA IL CULO...


di RedTales
12.11.2023    |    9.611    |    9 8.5
"” Il ragazzo si alzò e si tolse la felpa restando a torso nudo, sfilò quindi le scarpe ed infine si abbassò i pantaloni lanciandoli sul pavimento con un..."
Questa storia si ispira alla confidenza che mi ha fatto un amante di giovani troiette ma che ha saputo apprezzare anche i miei… servigi. Quel giorno, dopo che lo ho svuotato fino all’ultima goccia, siamo rimasti sdraiati, nudi sul letto, e lui ha iniziato a raccontarmi un’avventura che aveva vissuto con un acerbo porcellino. Non so se fosse vera o di pura fantasia ma mi è piaciuta e ci ho “ricamato” sopra trasformandola in questo racconto.

Raffaele era seduto sulla panchina assieme ad ad altri tre ragazzi quando gli si avvicinarono Andrej e Yuri che, con assoluta disinvoltura, si appoggiò con il basso ventre contro la sua schiena. Era evidente che voleva fargli sentire il cazzo...
“Ciao! Vieni, andiamo a fare un giro” furono le sole parole che pronunciò.
Raffaele girò e alzò la testa, li guardò e si alzò. Un rapido cenno di saluto agli altri e li seguì.
I tre rimasti sulla panchina si guardarono e: “cazzo! È proprio una puttana!”
“Ma no puttana. Mica si fa pagare. Sì, a lui piace solo il cazzo. Mica si fa pagare.”
“E allora come lo chiami?”
“Chupapenes?”
Risero tutti.
“Ma voi ve lo siete scopati?”
I due si guardarono e risposero quasi in coro di no: “e tu?”
“No, ma mi ha fatto delle pompe” e, come per dar più peso a quanto detto, aggiunse: “con ingoio.”
I tre continuarono a commentare mentre Raffaele si era ormai allontanato ed era arrivato fino alla macchina di quei due. Lui entrò dietro, gli altri davanti. Raggiunsero in silenzio un ampio parcheggio poco distante e quindi, una volta fermata la vettura, entrambi i ragazzi andarono a sedersi al suo fianco ordinando in modo deciso: “mettiti a succhiare.”
Quello alla sua destra si aprì la patta e tirò fuori il pene mentre Raffaele si sistemò al meglio e gli si piegò sopra dandosi da fare. Leccando e succhiando ci mise poco a farlo diventare duro e quindi iniziò a muovere la testa in su e in giù assecondando il ritmo che Andrej gli suggeriva tenendogli la testa con le mani. Andò avanti finché un copioso schizzo non gli riempì la bocca e continuò fin quando non fu il ragazzo a fermarlo. A quel punto si raddrizzò e poi si abbassò dall’altra parte dove il secondo cazzo, già duro per lo spettacolo a cui aveva assistito, lo attendeva impaziente. Se ne impossessò spingendoselo fino in fondo alla gola per inumidirlo per bene e quindi cominciò a pomparlo. Ci mise meno tempo e, anche questa volta, fu ripagato da un caldo getto colloso che inghiottì immediatamente.
“Bravo, bravo, sei sempre bravo. Per oggi basta.”
Lo lasciarono lì, andandosene soddisfatti, e dovette ritornare a piedi fino al punto dove aveva lasciato gli altri tre sulla panchina.
Come ci arrivò li trovò ancora seduti e ripresero a parlare di musica… anche se, quasi subito, si avvicinò al gruppetto un altro ragazzo, Sebastian, che incurante degli altri si rivolse a Raffaele con un: “certo che non te ne perdi uno… Adesso che sei tornato vieni qui un attimo. C’è una sorpresa.” Con un sorriso si alzò e lo raggiunse: “c’è uno che ti vuole scopare. È grande. Ti interessa?”
“Com’è?”
“È qui in macchina che ti aspetta. Così lo vedi. Era arrivato proprio mentre te ne andavi con quelli la… E ti ha anche aspettato fino adesso.”
“Lo conosco?”
“No, uno nuovo.”
“Ma tanto grande?”
“Sì, proprio come ti piace.”
Lo raggiunsero. Era seduto al posto di guida. Raffaele lo guardò: un uomo sulla cinquantina, uno come tanti altri.
“Va bene?”
L’uomo guardò Raffaele e disse di sì.
Sebastian gli fece un cenno d’intesa e si girò verso l’amico: “va bene, ti lascio.”
L’uomo aprì la porta del passeggero e Raffaele senza dire parola entrò nella macchina.
“Quanti anni hai?”
“Diciannove.”
“Bene, sembravi più piccolo.”
“Fai tutto?”
“Sì.”
“Anche baciare?”
“Sì”
“Bene. Mi piace cominciare con la lingua in bocca. Poi una bella succhiata e infine ti scopo in culo. Va bene?”
“Sì.”
A quel punto allungò la mano per accarezzargli la coscia e poi si spinse sul pacco per tastarlo per bene.
“Come sei messo a cazzo?”
“Piccolo, è abbastanza piccolo.”
“Molto bene, mi piace il cazzo piccolo. E le palle?”
“Piccole anche quelle.”
“Perfetto! Sei peloso?”
“No, niente peli.”
“Beeeneee… Solo sul culo o dappertutto?”
“Dappertutto.”
“Grande! MI piace! In culo facciamo a pelle?”
“Se vuoi…”
“Sì, sì, meglio a pelle, bravo!”
Nel frattempo la mano si era fatta strada sotto la felpa e si era messa ad accarezzare la pancia.
“Eh sì! Liscio liscio. Neanche un peletto. Bravo! Siamo quasi arrivati. Abito qui dietro in via Mazzini.”
Ci arrivarono poco dopo e quindi salirono al quarto piano di un grande condominio. L’appartamento era disordinato e trascurato.
Appena l’uomo chiuse la porta lo strinse in un deciso abbraccio e gli sparò la lingua in bocca. Raffaele la scoprì grossa e lunga e molto invadente. Limonarono a lungo, prima in piedi poi seduti sul divano fin quando l’uomo non lo allontanò per mettere della musica.
“Qui si sente tutto, meglio un po’ di sottofondo. Intanto spogliati, mi hai fatto proprio venire voglia.”
Il ragazzo si alzò e si tolse la felpa restando a torso nudo, sfilò quindi le scarpe ed infine si abbassò i pantaloni lanciandoli sul pavimento con un rapido movimento dei piedi.
“Bravo, non hai neanche le mutande. Cazzo! Sei proprio senza peli! Dio che meraviglia. Lo sai che hai un gran bel corpo. Mi viene proprio voglia di leccarti… e non lo faccio mai. Vieni, vieni qui.”
Avanzò di un passo mentre l’uomo che si era nuovamente seduto sul divano iniziò ad accarezzarlo dappertutto con un’espressione vogliosa. Gli sfiorò il petto, scese sui fianchi e quindi proseguì lungo le cosce.
“Belle gambe, lunghe, magre. Ti metti mai le calze da donna?”
“A volte.”
“Starai benissimo. E il reggicalze?”
“No, quello mai messo.”
“Eh! Si potrebbe proprio provare...”
A quel punto gli sfiorò il pene: “cazzo! Ma è proprio piccolo Mi piace, mi piace proprio!”
Effettivamente il pene di Raffaele era di dimensioni assai ridotte, lungo si e no sei centimetri e sottile come un mignolino. Se ne stava lì, ribaltato in avanti e leggermente sollevato sopra i testicoli che non superavano le dimensioni di una noce di medie dimensioni.
L’espressione dell’uomo si fece ancora più intensa e, preso da una voglia perversa, si avvicinò con il viso a quell’affarino e cominciò a leccarlo per poi infilarselo tra le labbra. Lo succhiò sentendolo indurirsi e si divertì ad accoglierlo in bocca e a gustarlo.
Poco dopo il ragazzo lo fermò: “aspetta, aspetta, fermati! Sto già per venire.”
L’uomo scostò immediatamente la bocca ed alzò lo sguardo sul suo viso.
“Ma sei un fulmine! Davvero stai per venire?”
“Sì, stavo per arrivare.”
Fece uno strano sorriso ed afferrò quel cosetto duro tra l’indice ed il pollice e riprese a masturbarlo. Quattro, cinque movimenti ed uno zampillo candido gli finì sulla spalla.
“Dio! Ma lo sai che hai il cazzo di un bambino? Cazzo! Mi hai fatto venire una voglia. Adesso voglio proprio scoparti. Se il pisellino è così chissà che meraviglia è il culo.”
Detto questo lo afferrò per i fianchi e lo fece girare su se stesso per avere proprio lì davanti il culo.
Lo accarezzò, poi lo strizzò per valutarne la consistenza ed infine gli aprì le chiappe per poter osservare quel delicato fiorellino.
“Cazzo! Che piccolo. Sei proprio stretto.”
Si bagnò un dito con la saliva e lo spinse dentro: “però sei ben aperto, si entra come ridere…”
Infilò quindi indice e medio e li fece ruotare non trovando alcuna resistenza e ne fu contento: “stretto ma accogliente. Dai, andiamo in camera che ti scopo con comodo…”
Raggiunsero la stanza e l’uomo si spogliò sparpagliando in modo disordinato gli indumenti mentre Raffaele lo guardò con attenzione osservandone l’aspetto. Gli apparve un uomo in sovrappeso e piuttosto peloso ma con un arnese decisamente interessante. Pur essendo ancora completamente moscio si faceva notare per essere bello cicciottello.
“Mettiti giù e comincia a lavorare di bocca.”
Non chiese di meglio e gli si inginocchiò davanti.
“Hai proprio un bel cazzo. Mi piacciono quelli grossi.”
“Ne hai visti tanti?”
“Non tantissimi…” mentì.
Si dimostrò subito abile e smaliziato, lavorandosi quell’asta come una navigata professionista ed in poco ottenne il risultato sperato: un duro grosso bastone che si ergeva dritto verso il cielo.
“Mi piace. Sì, hai davvero un bel cazzo. È proprio grosso.”
“Ti piace?”
“Tanto.”
“E lo vuoi sentire nel culo?”
“Sì, l’idea è questa.”
“Dio che porcellino che sei! È proprio vero che voi ragazzi di oggi non le mandate a dire. Le fate e basta.”
Raffaele si mise a ridere.
“Mettiti sul letto a quattro zampe.”
Si sistemò.
“Se metti la testa giù mi piace di più.
Lo accontentò e l’uomo si ritrovò quel bel culo perfettamente all’altezza del suo pene.
“Va bene a pelle, vero? Io sono sanissimo.”
“Sì, va bene. Ti piace vero così, senza gommina…”
“Cazzo se mi piace. Posso venire dentro?”
“Se ti piace… Ma anche in bocca, se vuoi. A me piace tanto quando mi schizzano in faccia…”
“Dio che porco! Ti adoro. Non abbiamo ancora cominciato e sei già fantastico.”
Raffaele rise ancora mentre l’uomo si sistemò dietro di lui e lo penetrò delicatamente cercando di entrare con attenzione ma rendendosi immediatamente conto che quel buchetto sembrava una superstrada perché sprofondò in un lampo fino alle palle non incontrando alcuna resistenza.
“Non so se ho messo troppo lubrificante o se sei tu sfondato… Sono dentro fino alle palle.”
Altra risatina del ragazzo: “sì, ti sento. Mi piace, ti sento tutto. Sei proprio grosso.”
L’uomo iniziò a martellare, tenendo prima le mani sulla sua schiena, poi appoggiandogliele sulle chiappe ed infine stringendole sui fianchi.
Il giovane iniziò fin da subito una lunga cantilena di “ah!”
“Ti piace?”
“Tanto, sei bravo a scopare.”
“Ho proprio voglia. Va bene se ti sborro subito? Poi ne facciamo un’altra con calma…”
“Sì, riempimi, lo voglio.”
Continuò a darci dentro e andò avanti fin quando non si fermò completamente piantato dentro e sborrò.
“Ah! Che scarica. La senti?”
“Sì, mi hai riempito la pancia.”
“Wow! Che botta. Adesso dovrai farmelo tornare duro se vuoi la seconda dose.”
Raffaele rise ancora aspettando che il suo partner si levasse dal suo culo.
Come lo fece con le mani gli spalancò le chiappe per osservare quel largo buchetto fremere e tremare con delle nervose pulsazioni mentre cercava di richiudersi. Contemporaneamente colò fuori un po’ di crema. Appena lasciò la presa Raffaele si alzò in piedi e si accucciò sul pavimento.
“Piscio fuori quello che mi hai schizzato dentro. Così non sporchiamo…”
L’uomo lo guardò ancora più eccitato fin quando si rialzò e, fissando la chiazza sul pavimento, esclamò: “però, ti ho riempito per bene. Ne hai fatta uscire tanta!”
“Mh! Pensa se me la facevi in gola. Bevo tutto sai! Non perdo neanche una goccia.”
“Dio che tesoro! Mi hai fatto venire ancora voglia. Prendilo in bocca e vai avanti fino alla fine. Aspetta che mi sdraio così sei più comodo.”
L’uomo si distese a pancia in su sul letto e Raffaele, piegato su di lui, iniziò a prendersi cura di quell’umido e molliccio salsicciotto…

Ecco, il mio amante smise di raccontare proprio qui perché, ad un certo punto della narrazione, si assopì e, quando si risvegliò, era tardi ed era passato quel magico momento di confidenza che ci eravamo concessi. Lui non riprese la storia ed io non chiesi come fosse finita.
Oggi, pur cercando di trovare una giusta conclusione, non ne sono stato capace e così, questa volta, lascio che la conclusione la trovi la vostra fantasia. A voi “sognare” come mettere la parola… fine.
Magari potreste anche scrivermi l’epilogo che avete immaginato.
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