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UNA TRAV MILF CON UN MARE DI CAZZI 4 di 4 (QUARTA PARTE)


di RedTales
23.07.2020    |    7.704    |    7 10.0
"La bellissima giornata sembrava conclusa sia per Pam che per tutti i presenti quando il Comandante la invitò a chiudere gli occhi per una sorpresa finale..."
Quando le arrivò la telefonata del Comandante fu contenta di sentirlo e lo fu ancora di più quando le chiese di poterla incontrare da sola. Le diede appuntamento in un bar dove si presentò truccata ed agghindata in modo sobrio. L’uomo, dopo i complimenti di rito, le propose, senza tanti giri di parole, di fare la puttana per tutti i militari che sarebbero rimasti in caserma nella settimana di Natale.
“In quel periodo molti vanno a casa per le feste ed ho pensato di far fare festa anche a quelli che restano e poiché tutti hanno apprezzato moltissimo quello che hai fatto, ho pensato di far loro questa sorpresa, sempre se te la senti….”
La sorpresa fu anche per Pam che prima pensò a tutti i cazzi che avrebbe avuto solo per lei ma, subito dopo, volle sapere quanti sarebbero stati.
“E… di quanti parliamo?”
L’uomo la guardò serio e rispose secco: “cinquanta. Forse non tutti vorranno scoparti ma in caserma ci saranno cinquanta uomini.”
“Cinquanta?”
“Si, lo so, sono un vero esercito” e rise per la battuta. “Però staresti con noi tutto il giorno, dalla mattina alla sera. Ci sarebbero delle pause, avresti il tempo di riposarti, di fare una doccia, bere un caffè...”
Pam lo guardò con gli occhi sgranati perché quello che lui chiedeva in modo così candido le sembrava un’assurdità. Già averlo fatto con dodici o quattordici di loro era stata un’impresa ma pensare di essere a disposizione di cinquanta cazzi le apparve impossibile e il fatto di poterlo fare durante un’intera giornata non le sembrò un vantaggio ma un… ininterrotto “gioco al massacro.”
Espresse sinceramente tutte le sue perplessità e i due parlarono per una buona mezz’ora alla fine della quale riuscì a convincerla promettendole che: “in qualsiasi momento in cui non ti senti più di continuare ti puoi fermare e la finiamo lì.”
Appena le strappò un si, da buon militare iniziò a pianificare l’incontro. Prima concordarono la parte economica e quindi le modalità con cui si sarebbe svolto… il sesso. Ipotizzò una mattinata dalle nove alle tredici in cui sarebbe stata scopata in bocca e in culo da tutti con una modalità di stampo militare o assai simile ma, tutto considerato abbastanza sopportabile. Poi avrebbero pranzato e quindi, dalle quindici alle diciannove ci sarebbe stata una seconda parte con doppie penetrazioni, fino a quando si sarebbe sentita di farlo, per un massimo di venticinque turni alla fine dei quali ognuno avrebbe potuto usarla liberamente.
Pam pensò che sarebbe stata una giornata piena, in tutti i sensi ma confidò nella possibilità di potersi fermare se non avesse retto il peso di tutte quelle penetrazioni.

Il giorno dell’incontrò arrivò alle nove precise vestita da troia con perizoma, reggiseno, tette finte, mini inguinale, maglia nera, stivaloni neri tacco 15 con plateau, parrucca rossa, profumo da troia, rossetto rosso fuoco e con un vistoso paio di occhiali, rossi anche quelli.
Il Comandante, come previsto, la presentò a tutti quelli che non l’avevano ancora conosciuta raccontando come fosse stata violentata da alcuni di loro e degli accordi successivi che l’avevano fatta diventare la loro puttana per piccoli gruppetti una volta al mese.
Terminata la veloce presentazione raggiunsero la palestra riscaldata dove ordinò ai suoi di spogliarsi tutti nudi e questa fu una scena bellissima con Pam, vestita da puttana, che si ritrovò davanti una cinquantina di cazzi che, stranamente, apparvero tutti già pronti all’uso e perfettamente in tiro.
A quel punto il Comandante, coadiuvato da uno di loro che era il medico militare, le spiegò, anche se lo aveva già fatto, che tutti erano sani, con tanto di certificato recentissimo e che poteva vederli tutti, ma proprio tutti, con il cazzo duro perché l’ufficiale medico aveva somministrato loro un pastiglietta di Viagra. Aggiunse poi che: “vorrei darne una anche a te, così potrebbero usarti per tutto il tempo mentre hai anche tu il cazzo duro.”
Pam accettò precisando però che nessuno avrebbe dovuto farla venire toccandola lì davanti se non facendola godere esclusivamente con il culo.
Prese quindi la pastiglietta ed in attesa del suo effetto si tolse la maglia, la mini e il perizoma per poi seguire le indicazioni del Comandante che la fece sistemare su un tavolo piegata a novanta con la pancia e le tette appoggiati al piano. Appena si trovò in quella posizione le legò le mani e i piedi alle gambe del tavolo lasciando il sedere ben esposto e la bocca libera.
Il medico la lubrificò per bene e venne dato il via al piano previsto dal Comandante che era semplice e schematico come fosse una strategia militare: tutti, a turno, le dovevano mettere il cazzo nella figa anale per trenta secondi per poi infilarglielo in bocca mentre il successivo le entrava nel culo. Ogni cambio era scandito da un sonoro fischio fatto proprio dall’ufficiale che si sarebbe messo a controllare i tempi.
Seguendo questo rigido e ferreo protocollo con il Comandante come supervisore in venticinque minuti riuscì a prenderli tutti davanti e dietro, ovviamente senza che nessuno di loro riuscisse a raggiungere l’orgasmo.
A quel punto venne liberata, in modo da farle sgranchire le gambe prima di dare inizio al secondo round che era uguale al primo ma il tempo a disposizione dei soldati passò ad un minuto. Anche questa volta non riuscì a venire nessuno e, dopo un’ulteriore pausa si passò al terzo step con il tempo allungato a due minuti. Questa volta, le lasciò le mani libere per potersi aiutare mentre i ragazzi le infilavano in bocca i loro cazzi. Il gioco durò a lungo, un’ora e mezza e, stranamente, nessuno di loro raggiunse l’eiaculazione. Pam pensò che si stessero controllando per la fase successiva prevista dal Comandante che, dopo una pausa abbondante, di almeno venti minuti, le fu comunicata.
“Inginocchiati sul cuscino e aspetta che a turno tutti i militari si masturbino fino a sborrarti in faccia. Se vuoi puoi aprire la bocca e prenderla dentro e, se ti va, puoi anche ingoiare tutto quello che vuoi.”
Appena finì di parlare Pam si trovò davanti al viso il cazzo del primo soldato che iniziò subito a masturbarsi. Lentamente e in modo ordinato si avvicinarono tutti per riversarle addosso la loro calda crema e Pam, avendo gli occhiali poté perfino vedere da distanza assai ravvicinata tutte le sborrate che le arrivarono. Ogni tanto apriva la bocca sia per ricevere la sborra che ingoiava sia perché qualcuno di loro, dopo averlo appoggiato sulle labbra, cercava di infilarlo dentro. Ad alcuni lo leccò per bene, come per raccogliere anche le ultime gocce di nettare bianco che erano rimaste. Alla fine del gioco Pam credette di avere ingoiato una quindicina di sborrate oltre a quello che ogni tanto colava dentro la bocca ma si ritrovò ugualmente con la faccia piena di sborra che era pure sgocciolata sul corpo.
A quel punto il Comandante ordinò a tutti di rivestirsi e di andarsene e, solo allora le concesse di rialzarsi e di andare a farsi una doccia per pulirsi e quindi la invitò nella mensa ufficiali dove la intrattenne in un'amabile conversazione che fu assai diversa da tutto quello che aveva sentito fino a poca prima quando gli uomini, per incitarsi l’un l’altro, avevano continuato ad apostrofarla con epiteti assai poco gentili e la parola puttana era forse stata la più... casta.

Dopo un buon pranzo dove Pam non mangiò molto perché sentiva ancora in gola il sapore di tutta la crema che aveva ingoiato ed anche perché pensò pure a tutto quello che avrebbe sicuramente inghiottito nel pomeriggio, si spostarono in un altro salone dove incontrò molti dei suoi amanti che le chiesero se fosse stata contenta di come era trascorsa la mattinata o se stesse bene, vista la quantità di cazzi che era riuscita a mettersi dentro. Altri dissero che non avevano mai visto nessuno farsi scopare per così tanto tempo senza lamentarsi, anzi godendo e incitando i presenti a continuare e non sembrando mai sazio.
Lei rispose sempre gentilmente e sorridendo che: “adoro il cazzo. Comunque anche per me è la prima volta con così tanti uomini tutti assieme. Per adesso è una meraviglia. Mi avete fatto godere alla grande. Credo dipenda dal sistema creato dal Comandante e dal medico che mi lubrifica spesso. Comunque non è stato difficile, anzi mi è sembrato proprio piacevole. Forse non ve ne siete accorti ma durante qualche inculata sentivo colare sborra dal mio cazzo… E se pensate che mi sento proprio una troia… avete perfettamente ragione.” concluse sorridendo e con una risatina che fece partire una fragorosa risata di consenso tra quelli che le stavano intorno.

Nel pomeriggio, alle quindici precise, si ricominciò. I militari si presentarono tutti nudi mentre Pam, come la mattina, si mostrò ai loro occhi seminuda.
Nel programma era prevista la doppia penetrazione e il Comandante aveva selezionato le coppie in modo che non ci fossero due militari con cazzi grossi assieme. Aveva anche fatto sistemare nel mezzo della palestra un letto. Dopo che il primo si stese, Pam gli si mise sopra impalandosi da sola e piegandosi in avanti come se dovesse baciarlo così da permettere l’ingresso del secondo. Questo stette molto attento ad entrare piano accorgendosi quanto Pam fosse ancora rigida e non rilassata. Infatti quando la penetrò la fece urlare, un po’ in falsetto, come una femminuccia che soffre ma gode nello stesso tempo.
Dopo una breve pausa per farla adattare a quell'ingombrante presenza cominciarono a pomparla nei due minuti che ogni coppia aveva a disposizione.
Pam cominciò a rilassarsi completamente dopo le prime tre doppie scopate, iniziando pure a godere e, sentendoli incitarsi tra di loro, si mise pure lei a caricarli con delle frasi che, oltre a sottolineare la loro mascolinità e la loro voglia confermavano anche la sua totale disponibilità verso i loro cazzi: “dai… ne voglio uno anche in bocca… in mano, voglio stringerli anche nelle mani… si, si sfondatemi… fatemi quello che volete, sono la vostra troia… godoooo, siii, godo… ho il cazzo che goccia, vedi il cazzo che mi goccia… ah!”
Continuò così per tutto il tempo con i soldati a ricoprirla di mezze frasi piccantissime e assai volgari e con lei che le faceva sue, magari ripetendole e istigandoli a continuare e a sbatterla con sempre maggior vigore godendosi appieno tutti quelli che continuarono ad entrare nel suo intimo.
Quando tutte e venticinque le coppie terminarono Pam, sorprendendo tutti chiese al Comandante di fare una cosa particolare: “mi fai mettere nella figa i due cazzi più grossi ed altri due in bocca e anche due nelle mani? Ti prego, fammi godere ancora...”
La richiesta fece letteralmente esplodere tutti i presenti che ricoprirono di parolacce Pam che fu ancor più eccitata a sentirsi troia, la troia della caserma.
In ogni caso si trovarono subito i due volontari che, visto quanto era già dilatata, non incontrarono particolari difficoltà a farla allargare ancora di più spingendosi dentro il suo sfintere che li accolse mentre Pam continuò a mugolare di piacere.
Dopo questo spettacolino ci fu mezz’ora di pausa che precedette quello che il Comandante aveva definito: “l’uso libero della troia” in cui i presenti poterono riversare la loro crema come e dove vollero.
E fu proprio in questa fase finale che Pam prese ancora tante sborrate sia in bocca, sforzandosi di continuare ad ingoiare qualcosa, sia nella figa anale. E li sentì benissimo, quando entrarono dentro, sguazzare nella sborra che la riempiva.
Pur impegnandosi e cercando di resistere a lungo riuscirono a finire tutti per le cinque e mezza, ben prima delle diciannove che il Comandante aveva previsto come termine ultimo e così, improvvisando, ebbe un’altra idea: “se siete a posto potete sempre pisciarle in bocca o nel culo, di tempo ce n’è ancora. Che ne dici? Te la senti di fare anche questo?”
Ancor più eccitata e trascinata in questo meccanismo di puro piacere Pam acconsentì entusiasta e, anche se leggermente incerta sulle gambe, per quanto aveva fatto finora, raggiunse i servizi dove la fecero inginocchiare dentro una doccia. Quasi tutti, facendosi attorno a lei in piccoli gruppi di tre o quattro, preferirono inondarla in bocca o sulla faccia o sul corpo. Ci misero una mezz’oretta a svuotarsi e quest’ultimo atto riscontrò una gran soddisfazione nella… truppa.
La bellissima giornata sembrava conclusa sia per Pam che per tutti i presenti quando il Comandante la invitò a chiudere gli occhi per una sorpresa finale.
E fu proprio mentre si lasciò andare, ancora sgocciolante di urina che, aprendo gli occhi, si trovò davanti una giovane puttanella che Pam avrebbe scopato davanti a tutti, facendo quasi una lesbicata.
Era davvero giovane e bellissima, completamente nuda e fu accolta da un’esplosione di fischi e di piccanti commenti da tutti. Si fermò davanti alla doccia esibendo sfacciatamente un paio di splendide tettine e una meravigliosa fighetta tutta rasata.
Pam, nonostante avesse goduto abbondantemente durante tutto il giorno, aiutata ancora dall’effetto della pastiglietta, sfoggiò una imponente erezione e, cosi, incitata da tutti, iniziò a penetrarla in tutti i buchi e in svariate posizioni nelle quali la giovane si lasciò mettere con docilità.
Pam si dimostrò così non solo capace di soddisfare un’intera caserma di maschi ma anche di saper far godere alla grande una femmina.
Nonostante fosse sfinita continuò per una buona mezz’ora a muoversi dentro il corpo della ragazza fin quando, al culmine del piacere, sentì giungere in punta lo schizzo. Rapidamente le infilò nuovamente il cazzo in bocca e si lasciò andare, accompagnato da sapienti movimenti della sua mano, ad una lunga sborrata.
Come ebbe finito si alzò, spontaneo, un lungo applauso mentre il Comandante ordinò ai suoi di lavarla tutta perché non doveva fare questa fatica dopo averli fatti godere.
Per Pam fu bellissimo sentire tutte quelle mani sul corpo intente a sfiorarle e accarezzarle la pelle liscia e notò pure che alcuni avevano ancora i cazzi duri.
Inoltre, visto l’impegno profuso dai ragazzi e tutto il tempo che dedicarono a lavarle anche il pene, pur non volendolo, raggiunse nuovamente l’erezione e si lasciò sfuggire pure qualche altra goccia raggiungendo un nuovo orgasmo.
Ovviamente non visse quest’ultimo momento in modo solo passivo ma, come si trovò vicino qualche cazzo, si mise subito a masturbarlo.
Ormai la giornata arrivò al termine e giunse il momento per Pam di rivestirsi e lo fece sotto gli sguardi di tutti quegli uomini che, prima di vederla andar via, le fecero fare i complimenti da un portavoce che, a nome di tutti le riferì: “i ragazzi mi dicono di dirti che hanno conosciuto tante puttane donne, ma tu sei più donna e più puttana di tutte.”
Felice e tra gli applausi, accompagnata dal Comandante se ne andò via sussurrando all’ufficiale: “allora resto in attesa di una prossima chiamata.”
“Ci puoi contare. Magari un giorno solo con te me lo concedo pure io. Soltanto noi due... Ho tante voglie da soddisfare e sicuramente sei quella giusta per non tirarsi indietro a certe richieste... Che ne dici?”
Lei ammiccò facendogli l’occhiolino: “ma certo! Vedrai che non ti deluderò, qualsiasi cosa tu voglia fare… Ormai lo sai che faccio di tutto e… per te anche di più.”

PS: Questa è una avventura vissuta veramente da una trav matura veneziana molto porcellina e amante dei cazzi in modo del tutto naturale. E’ presente su questo sito e la potrai trovare attraverso la foto del suo profilo dove la puoi vedere con una mascherina nera mentre sta per gustarsi un bel cazzo.
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