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PADRE, FIGLIO E... OSPITE


di RedTales
29.11.2016    |    39.137    |    2 9.2
"Gli disse di sdraiarsi a pancia in giù sul letto e poi ordinò all'altro di pulirlo di tutti i peli del culo..."
Thomas è il classico uomo separato che, ogni tanto vuole provare qualcosa di diverso. Lo fa sporadicamente, quando qualcosa scatta dentro di lui e desidera provare nuove esperienze. Così lavora su di fantasia, si immagina protagonista di meravigliose avventure e spesso in questi momenti si eccita depilandosi o indossando alcuni indumenti femminili. Magari si fa delle foto, constatando quasi sempre che vengono da schifo e che quindi… cestina in gran quantità. Anche se le meglio riuscite, ritenendosi soddisfatto del risultato, le archivia. Le usa raramente, e solo quando, affidandosi a siti di incontri, cerca un altro uomo per fare del sesso. Ma questo avviene di rado e, quando ci sono, quasi sempre ritorna a casa decisamente non appagato. In diversi anni ne avrà provati una ventina e forse è rimasto veramente contento di uno o due. Solitamente, dopo questi insuccessi si ripromette di non farne altri e cerca di mantiene questa promessa per un certo tempo, magari anche per qualche mese, almeno fino quando, chissà per quale strana alchimia, il suo corpo comincia, soprattutto di notte, a fantasticare nuovamente e… la voglia rinasce. A ciò fa seguito la visione di video porno e una lunga serie di seghe che calmano il suo appetito o… la ricerca di annunci che puntualmente si rivelano solo inutili perdite di tempo.
Quando vide questo: “Coppia, 42 e 65 cercano maschio 30-50 per sesso. No perditempo. Solo decisi!”, cominciò subito a vedersi in mezzo a loro, a succhiarlo a uno per poi metterlo all'altro magari mentre uno lo leccava e lui… Insomma, ci sognò su parecchio e decise di scrivere.
“Ciao. Ho 39 anni, alto 172, peso 65 kg, normale, un po' di pancia ma poca. Versatile. Normodotato. Non molta esperienza. Posso ospitare o mi sposto...” Con una certa banalità scrisse la sua risposta senza molta convinzione e la inviò. Poi rimase a leggere altri annunci. Poco dopo notò l'arrivo di una mail. L'aprì: la risposta era già arrivata.
“Ciao. Si, interessante. Di dove sei? Scusa le poche parole ma qui ci sono tanti "tirapacchi" che dopo la prima risposta spariscono, così non mi dilungo.”
“Sono Thomas e sono di Udine. Non sono un "tirapacchi" e sono interessato.”
“Perfetto. Ti va se ci sentiamo al telefono? Mi dai il numero e ti chiamo.”
Appena lesse questo restò un po' spiazzato. Non si aspettava di mettersi in gioco così in fretta. Ci pensò un po' ma rispose dopo pochi minuti inviando il numero. Appoggiò il telefono davanti a se e si mise a guardarlo. “Sicuramente non mi chiama...” Ma non finì questo pensiero che arrivò una chiamata da un numero sconosciuto.
“Pronto?”
“Thomas?”
“Si!”
“Sono Franco. L'annuncio. Mi hai appena inviato una mail...”
“Si, si, ho letto l'annuncio e mi sembrava interessante...”
“E ti va di venire da noi?”
“Si, ma… cosa pensavate di fare...”
“Ma… un po' di tutto. Io sono passivo, mi lascio fare, faccio quello che vuole lui… Si, è lui che decide un po' cosa si fa… Ma le solite cose… stavolta si pensava di farlo in tre… Tu...”
“Si, ho capito. Io faccio un po' di tutto...”
“Ah! Bene. Sai lui è solo attivo e gli piace giocare con… Ma quanti anni hai?”
“Trentanove.”
“Veri?”
“Si, si, veri. Ne ho trentanove e fatti da poco.”
“Bene. Gli piace i giovani… E lo prendi, vero?”
“Beh. Ho provato alcune volte ma...”
“Si, perché se vuoi scopare mi scopi a me, ma con lui ti devi fare scopare da lui.”
“Si, ho capito. Posso fare tutto, allora...”
“Va bene. E come sei. Hai detto magro e poca pancia. Non è che hai il panzone, no?”
“No! No! Ho un po' di pancetta ma poca. Quasi niente. Sai, meglio dirlo prima...”
“E cazzo? Cazzo normale?”
“Si, si, normale.”
“Ma ti tira?”
“Si! Si!”
“E in bocca? In bocca lo prendi?”
“Si! Si!”
“Va bene...”
“E voi?”
“Noi?”
“Si, come siete?”
“Ah… Io più o meno sono come te. Magro, snello, normale… Sono ben rasato dappertutto perché a lui gli piace senza il pelo. Tu sei depilato?”
“No...”
“Neanche sotto?”
“No.”
“Ma a lui gli piace senza pelo. Non gli va trovare li pelo. Ma ti puoi rasare?”
Questa domanda lo lasciò letteralmente senza parole. Già aveva fatto fatica a ribattere, colpo su colpo a quella fitta serie di domande. Ma adesso si sentiva spiazzato. Per un attimo restò in silenzio.
“Lui dice che puoi anche venire e ti vediamo così come sei, senza toglierti il pelo. Ti va?”
Bene, adesso poteva prendere tempo ma non andò proprio così perché quell'uomo insistette con un: “Cosa fai adesso?”
“…niente. Niente.”
“Ma dove abiti? A Udine... Udine?”
“Si! Si!”
“Anche noi? Che zona?”
“Rizzi.”
“E adesso? Vuoi venire adesso?”
“Adesso?”
“Si, noi siamo qui. Così ci si conosce...”
“Si, va bene, ma… magari domani. Adesso sono in tuta...Devo fare la doccia, vestirmi...”
“Lui dice che va bene così. Dai, fai una corsa qui, ci si vede, si parla. Va bene in tuta…”
“Ma… Non so...”
“Bon, se non ti va, lascia stare. Ho capito. Non ti interessa...”
“No, mi interessa, ma così...”
“Allora vieni o non vieni?”
Fu una decisione che non si aspettava di dover prendere ma… chissà perché disse di si. Si inventò la macchina parcheggiata non proprio sotto casa, che doveva spegnere computer, luci e altre cosette per prendere tempo e concluse con un: “venti minuti di strada. Tra mezz'ora o poco più sono li.”
Si fece dare l'indirizzo e dopo essersi fatto un veloce bidet, cambiata la biancheria di corsa e passato un po' di deodorante, in tutta fretta si avviò.
Trovò subito la casa, come gli era stato descritto e suonò!
Gli aprì un uomo: “ciao Thomas! Io sono Franco. Vieni, vieni. Hai fatto presto”.
Era più o meno come lo aveva immaginato. Aveva dei modi gentili. Lo fece entrare in una sala un po' disordinata dicendogli subito che era un bel ragazzo e che era contento che fosse venuto. Ma non riuscì a parlare molto perché arrivò l'altro uomo. Si, era alto come loro ma era decisamente abbondante, molto abbondante. Salutò l'ospite con un cenno della mano e, avvicinandosi, gli mise subito una mano sul pacco stringendolo. “Bene, bene. Tiralo fuori che vedo come sei messo...”
Thomas lo guardò stupito. Pensava che forse avrebbero fatto sesso, ma non così bruscamente. Immaginava una chiacchierata, tanto per conoscersi, dei preliminari, magari un bicchiere di qualcosa…
“Allora? Sei venuto qui per cosa?” lo incalzò immediatamente: “dai! Tiralo fuori. Voglio vederlo!”
Non riuscì a replicare e, quasi timidamente, abbassò i pantaloni della tuta e gli slip a metà coscia.
L'uomo mise di nuovo la mano sul suo pacco cominciando a palparlo. Poi spostò una sedia da sotto il tavolo e gli si sedette davanti, gli calò i pantaloni fin sotto il ginocchio, gli sollevò giacchina e maglietta a metà torace e lo fissò. “Troppo pelo! Hai troppo pelo. Non mi piace tutto questo pelo.”
“Si, ma si può rasare...” lo interruppe l'altro uomo.
“Ma adesso è peloso. Non mi piace.”
“Ma non è male. Ha un bel fisico...”
I due si misero a parlare tra loro come se lui non ci fosse e Thomas non trovò il modo di intervenire o di dire qualcosa. Semplicemente li lasciò fare…
Era decisamente in difficoltà in quella situazione.
Il vecchio continuava a strizzargli le chiappe e poi gli infilò, senza tanti complimenti un dito nel culo. Ovviamente non riuscì ad entrare ma continuò a spingere e a spingere finché non riuscì a farne entrare almeno una parte.
“E' peloso però è stretto. Quanti nei hai presi? Pochi vero?”
Guardò l'altro che era vicino a lui come a cercare un aiuto che non arrivò.
“Non ti fai scopare tanto, vero? Sei stretto come una verginella… mi piace il tuo culo. Si può fare, però ti tagli almeno i peli del culo...”
Thomas pensò che questa esperienza, almeno per ora, era diversa da tutte le altre. Non si era mai trovato davanti ad uomo così autoritario e la cosa non gli dispiaceva affatto. Anzi, gli sembrava essere assai intrigante, decidendo li per li di stare al gioco.
“Va bene, se vuoi, mi posso rasare il culo...”
“Lo hai già fatto?”
“No, ma mi va l'idea di farlo.”
“Bene, questo è parlare. Franco vai a prendere il rasoio.”
“Vado.”
“Vieni, andiamo in camera. Aspetta, togliti tutto che ti vedo tutto intero.”
Lo fece, finendo di togliersi completamente tuta e biancheria.
“Si, si, bene, mi piaci. Vieni...”
Gli fece strada tra il disordine del corridoio fino in camera. Gli disse di sdraiarsi a pancia in giù sul letto e poi ordinò all'altro di pulirlo di tutti i peli del culo. Gli fecero mettere un asciugamano sotto e Franco, sotto lo sguardo attento di Luciano, lo rasò con schiuma e rasoio, come se dovesse fargli la barba. Con le dita gli allargò il solco del sedere, passando la lama veramente dappertutto. Prestò molta attenzione e quando ebbe finito ricevette i complimenti per il bel lavoro.
Thomas intanto si era eccitato per quello che gli avevano fatto e, anche se non si vedeva perché era sdraiato sul letto, aveva una bella erezione che fu scoperta subito perché gli fu chiesto di alzarsi e si ritrovò in mezzo a loro con quel… pennone tutto dritto.
“Ti piace essere rasato.” commentò il vecchio dandogli alcuni schiaffi sul cazzo che andò a sbattere di qua e di la.
“Mi piace. Si, si, mi piace questo ragazzo. Ti tira anche a te?”
“No.”
“Dai tiralo fuori anche tu, adesso voglio vedertelo duro anche a te.”
Franco si levò velocemente la maglia e i pantaloni restando completamente nudo. Era perfettamente depilato. Aveva proprio un bel fisico, asciutto e tonico. La carnagione poi era particolarmente chiara dappertutto.
“Prendilo in bocca e farglielo diventare duro.”
Questo era proprio quello che piaceva a Thomas che non esitò ad abbassarsi e a mettersi a leccare e poi a succhiare quel cazzo. Però era la prima volta che ne vedeva direttamente uno completamente senza peli e perfettamente liscio e vellutato. Mentre lo teneva tra le labbra, con le mani prese ad accarezzarlo, continuando a sentire quella pelle morbida.
Ormai il pene era quasi pronto e, tenendo gli occhi chiusi, lo faceva scivolare dentro e fuori la bocca, spostandolo, come meglio sapeva fare, aspirando, succhiando e facendo passare la lingua di qua e di la. Gli piaceva e se lo gustava. Anche il profumo era buono e poi quella totale assenza di peluria era proprio piacevole.
“Basta! Adesso prendi il mio”. Una mano gli stava spostando la testa lontano da quel bel pisello. Riaperti gli occhi vide che l'altro uomo si era abbassato i pantaloni e gli stava sbattendo davanti il suo cazzo. Era grosso ed era incorniciato da una fitta foresta di peli grigi.
Con un deciso “dai, dai, muoviti” lo sollecitò a darsi da fare e, in un battibaleno, si trovò quell'altro cazzo in bocca. Era molto più grosso ma anche molto più moscio. Riprese a fare quello che riteneva corretto anche se stavolta il vecchio cominciò a lamentarsi con decisione del suo operato, incitandolo in malo modo ad impegnarsi di più finché non tuonò: “ma che cazzo fai. Ma proprio non lo sai fare un pompino!” Lo spinse via e ordinò all'altro di mostrargli come si doveva fare.
Lui ubbidì lavorandoselo con le labbra, la lingua e facendolo sparire completamente in bocca per diversi minuti. Pur guardando con attenzione non riusciva a capire cosa stesse facendo di tanto diverso da quello che aveva fatto lui. Però i risultati furono ben presto significativi perché quel molliccio salsicciotto si era trasformato in un grosso e nerboruto bastone che sembrava essere certamente duro.
“Hai visto come si fa? Dai, aiutami a togliere la camicia.” Gli diede una mano a sfilarla mentre Franco si abbassò per levare anche i pantaloni. Rimasto tutto nudo sembrava ancora più grasso e grosso. La pancia era imponente e, ricoperta com'era di pelo, appariva ancora più grande. Tutto il corpo era ricoperto di uno strato più o meno fitto di peluria che in certe parti era anche molto lunga.
“Non ne hai presi tanti, vero?”
Fece di non con la testa, quasi intimorito da quella frase e da quel cazzo che adesso stava dritto dritto davanti a lui. Non era particolarmente lungo, ma era molto grosso, forse anche a causa della lanugine che lo circondava.
“Sai che ho proprio voglia di incularti adesso?”
“Ma...” fu tutto quello che riuscì a pronunciare. Era sicuro che tra qualche istante lo avrebbe inculato. In quel momento non avrebbe voluto che lo facesse ma, al tempo stesso, tutto, ma proprio tutto di quella situazione, lo eccitava. E il suo pene, durissimo, ne era la prova evidente.
Forse cogliendo qualche momento di incertezza, o forse per non forzare troppo la situazione, vedendolo così zitto, il vecchio deviò leggermente più in la la sua attenzione.
“Lo vorresti in culo adesso, vero? E invece no! Forse dopo. Adesso comincio con Franco. Così vedi come si fa perché prima mi hai fatto una pompa di merda...”
Franco si appoggiò ad una cassettiera lasciando il culo ben sporgente mentre il vecchio gli appoggiò letteralmente la pancia sulla schiena prima di cominciare dei movimenti che, dopo alcuni tentativi, gli fecero penetrare l'ano. Una volta entrato iniziò a muoversi prima assai lentamente, come se fosse insicuro di riuscire a rimanere ben piantato dentro, poi sempre più rapidamente. Ma durò pochissimo perché lanciando un rauco grido si fermò e subito dopo si spostò.
“Muoviti stronzo, puliscimi!”
Lanciò un duro e deciso ordine che non ammetteva indecisioni. Lo capì e, accovacciatosi cominciò a leccarlo.
“In bocca stronzo! Mettitelo in bocca! E fallo bene!” Ubbidì istantaneamente. Si sentì la bocca piena dell'inconfondibile gusto dello sperma e continuò a succhiarlo. Lentamente lo sentiva sgonfiarsi e diventare sempre più tenero. Ormai non poteva far altro che girarci attorno la lingua e succhiarlo.
“Va bene! va bene! Basta così.” Con la mano lo spinse via
“Vedi che non mi tira più. Te lo avevo detto che dovevo prendere la pastiglia. Come cazzo lo inculo adesso? Lo sai che non mi torna duro!”
“Vuoi che ci provi io?”
“Ma che cazzo vuoi provare? Lo sai che adesso è finita...” e sottolineò la frase con una volgare esclamazione.
Thomas si sentiva di nuovo come un estraneo in mezzo a loro. Continuava a guardare uno e l'altro e gli sembrava così strano vederne uno grosso, peloso e con il pisello penzoloni mentre l'altro era magro, glabro e completamente eretto.
Mentre i due continuarono a parlottare, quasi ignorandolo, si chiese anche che cosa stesse facendo li quando un improvviso: “scopatelo tu che io vi guardo” lo risvegliò dai suoi pensieri.
“Dove lo metto?”
“Sul letto. Mettiti giù.” Lo fece.
L'altro gli fu sopra. “No, non così. Non vedo un cazzo. Voglio vedere come lo monti. Voglio vedere bene. Così non vedo un cazzo. Girati!” Lo fece mettere sulla schiena, quasi rovesciato all'indietro e si sedette li a fianco, tenendo anche una gamba ben aperta con le mani. “Si, così, scopalo così che vedo bene.”
“Il lubrificante! Metto sempre il lubrificante!”
“Non lo abbiamo, ma ti sputo bene.”
“Il preservativo. Mettiti il preservativo...”
“Non ne abbiamo. Qui siamo tutti sani...”
Non insistette e si lasciò andare.
Franco gli sputò alcune volte sul buchetto, spalmando bene la saliva e spingendogli bene dentro il pollice più volte. Poi gli appoggiò le braccia a fianco della testa e gli si mise sopra. Si ritrovò il suo ginocchio piegato e quasi in faccia mentre l'altro era tenuto fin troppo divaricato dal vecchio. Da quanto era piegato su se stesso riusciva quasi a vedersi il buco del culo. Di sicuro osservò perfettamente l'altro che gli si appoggiò sopra e, con piccoli colpi, prese a penetrarlo, sprofondando completamente dentro di lui.
Lo aveva fatto altre volte, poche per la verità, ma in quella posizione lo sentì scivolare agevolmente. Non gli diede fastidio ne gli fece male. Poteva osservare anche il suo cazzo, durissimo, puntare dritto contro il suo viso. Sembrava quasi implorare di essere preso in mano e… masturbato.
“Cazzo, ma… sei entrato liscio come l'olio. Ma allora… Sei un finto stretto… E io che pensavo di vederti sfondare e sentirti gridare come un troia in calore… Ma allora ne prendi tanti… Dai, muoviti, fammi vedere bene come gli rompi il culo. Cazzo, muoviti...”
Thomas, anche se per un attimo rimase interdetto per quello che stava sentendo, subito dopo si sentì come gratificato da quelle frasi. Non provò nemmeno a chiedersi perché gli facesse piacere, visto che Franco cominciò a scoparlo sul serio. Lui fissava quel salsicciotto che ripeteva infinite volte quel movimento sempre uguale, sparendo dentro di lui per una buona dozzina di centimetri per poi uscire e ricominciare. Ogni tanto spostava lo sguardo sul viso di Luciano che fissava di lato lo stesso movimento e sembrava gradirlo assai. Per parecchio ebbe la netta sensazione di essere solo usato, fino a quando, lentamente, iniziò sentire qualcosa che sembrava quasi solleticarlo dall'interno e quel “qualcosa” continuò a crescere e ad aumentare fin quasi a sopraffarlo. Prima emise un debole lamento, poi uno più forte. Infine provò a chiedere: “basta! Fermati! Mi fa male!” Ma non era proprio male quello che sentiva era un'altra sensazione. Voleva che si fermasse ma al tempo stesso non lo voleva… Cominciò a dimenarsi, non riuscendo a sopportare quello che gli stava facendo, ottenendo per tutta risposta un bloccaggio ancora più deciso della gamba e lo spostamento delle mani di Franco sui suoi polsi. Adesso era come imprigionato e il respiro si era fatto affannoso e, ansimando, provò a urlare un: “basta! Basta!” Ma non lo assecondarono, anzi.
“La troia sta godendo come una vacca. Ha il culo sensibile… vedi come si sbrodola...” Franco, impegnato com'era fece solo una risata per concordare mentre Luciano rincarò la dose: “Ti piace puttanella. Ti piace che ti scopa. Ti piace il culo pieno. Ti piace.” Si, gli piaceva tantissimo. Non aveva mai provato qualcosa di simile e stava godendo tantissimo. E durò tanto, veramente tanto, perché continuò a sbatterlo per almeno una mezz'oretta prima di riempirlo e di lasciarsi cadere al suo fianco sfinito.
“Bravo, lo hai fatto morire… ma non è mica venuto. Franco, girati! Dagli il culo. E' stato bravo! Mi è piaciuto! Adesso fallo venire tu. Dai, inculatelo tu adesso.”
Anche Thomas era distrutto ma avendo ancora il cazzo così duro che gli sembrava quasi di sentirlo scoppiare e vedendo l'altro mettersi a pancia in giù e allargare le gambe, non ci pensò due volte e gli si sdraiò sopra. Al terzo tentativo si intrufolò e poi, dando sfogo alle ultime energie rimaste fu lui a scoparlo. Anche se già abbondantemente appagato da tutto quello che aveva provato prima, raggiunse ugualmente un orgasmo e schizzò in quel retto, aiutato forse dal pollice che il vecchio gli aveva ficcato nel culo…
“Dai spostati che pesi...”
Si rotolò sul fianco, incrociando lo sguardo dell'altro uomo che era ugualmente spossato ma pienamente gratificato da quell'ora abbondante di sesso.
“Ti è piaciuto papà?”
Fece quasi un sobbalzo nel sentire questa frase, bisbigliando un: “papà?”
“Si, non te lo avevo detto? Lui è mio papà.”
Chissà perché, invece di restare sconvolto, si sentì ancora più complice di quei due maialotti, ricordando alcuni dei suoi sogni incestuosi che aveva fatto e in cui aveva coinvolto una sua zia e un suo cugino.
“Che dici, lo facciamo tornare? Ha ancora da imparare ma ci mette l'impegno...” e rise.
“Ti va di vederci ancora?”
Li guardò entrambi e, senza indecisioni, disse un forte “si!”
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