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UNA TRAV MILF E I GIOCHI PARTICOLARI 3 di 4 (TERZA PARTE)


di RedTales
18.07.2020    |    6.714    |    2 10.0
"Capì subito che si erano preparati proprio per fare quella doppia penetrazione perché tutti seppero in quale posizione mettersi por facilitare..."
Il comandante fu di parola e, a ottobre, la convocò nuovamente per una prima seduta. Appena arrivò vestita da troia pronta all'uso la informò, senza tanti giri di parole, che avrebbe dovuto far godere dodici militari per due ore ininterrottamente e, in quel lasso di tempo, gli uomini erano liberi di venire quante volte lo volessero.
Considerato cosa le avevano fatto fare la volta precedente le sembrò quasi facile e, confermando la disponibilità, chiese di iniziare subito.
Ed andò proprio così perché fu accompagnata in una grande stanza dove la raggiunsero dodici militari che aprirono con gran facilità i loro pantaloni e, in modo ordinato, dopo che lei si era sistemata alla pecorina su una specie di branda messa lì apposta, iniziarono ad alternarsi nella sua fighetta anale. Quegli uomini si dimostrarono tutti decisamente resistenti ed anche particolarmente attenti a non venirle dentro mentre la scopavano perché tutti, ma proprio tutti, quando stavano per arrivare uscivano e le dispensavano i copiosi schizzi in bocca. Con gran lucidità contò in quelle due ore sedici sborrate che inghiottì, una dopo l’altra, senza lasciarsi sfuggire nemmeno una piccola goccia di tutta quella calda e appiccicosa crema.
Anche quella volta soddisfò le voglie dei commilitoni ma anche le aspettative del comandante che, quando la congedò, le assicurò che si sarebbero rivisti per altri lavoretti.
Puntualmente fu richiamata una ventina di giorni più tardi e questa volta le fu chiesto non solo di intrattenersi con quattordici ragazzi ma di assecondare anche certe loro voglie come quella di metterle degli oggetti nell’ano o di infilarsi in due contemporaneamente dentro di lei.
Se alla prima richiesta non mosse alcuna obiezione, abituata com’era a soddisfarsi da sola in assenza di cazzi con svariati giocattolini dalle dimensioni più o meno generose, per la seconda preferì puntualizzare.
“Due cazzi nella mia fighetta anale non li ho mai presi ma posso sempre provare però, se poi non ce la faccio, ve lo dico e vi fermate. Sono ben aperta ma non credo di essere così spalancata” concluse con un sorrisetto malizioso.
L’ufficiale che aveva proposto queste novità ritenne sensata la sua richiesta ma rilanciò dicendo che avrebbe dovuto far provare a tutti la doppia penetrazione… “ti entrano in due e cominciano a scoparti. Però li devi far restare dentro per almeno due minuti. Se escono prima paghi pegno. Ti va l’idea?”
Ci pensò un attimo e poi chiese quale sarebbe stato il pegno.
“Una cosetta veloce per far sfogare un po’ i ragazzi. Se non riesci a resistere con due cazzi in culo per almeno due minuti, quando hanno finito di scoparti ti pisciano tutti in bocca o dentro il culo. Come preferiscono.”
Sorrise ed accettò prontamente quel tipo di penitenza: “ma lo fanno solo se non riesco a soddisfarli tutti e due contemporaneamente, giusto?”
“Si.”
Pensò che non sarebbe stata la prima volta che le facevano assaggiare una calda pisciata perché anche altre volte le era capitato che qualcuno si eccitasse svuotandole addosso, anche in bocca, il contenuto della sua vescica.
A quel punto, senza aspettare oltre si liberò di gran parte di quello che aveva addosso rimanendo solo con qualche capo assai eccitante e invitò la truppa a cominciare.
Capì subito che si erano preparati proprio per fare quella doppia penetrazione perché tutti seppero in quale posizione mettersi por facilitare... l’ingresso.
Infatti la invitarono verso un improvvisato giaciglio dove si era già steso un ragazzo. Si avvicinò enfatizzando i movimenti del bacino e sculettando in modo forse esagerato ma assai piacevole da vedere e decisamente eccitante e, scavalcando l’uomo che la stava invitando, si mise a cavalcioni sopra di lui commentando ad alta voce la sua imponente erezione e sottolineando anche la buona dotazione che stava per assaggiare. Come si fu sistemata si sentì quasi subito penetrare e, quasi contemporaneamente vide arrivare un altro soldato che le si appoggiò dietro facendole sentire la sua verga sul fondo schiena.
“Mhh. Anche tu c’è l’hai bello duro” commentò in attesa di sentirlo scendere per trovare pure lui la giusta sistemazione. Infatti fece proprio così e, dopo essersi avvicinato fino a toccare l’altro pene, ben guidato dalla mano del soldato, cominciò a premere la cappella per allargare lo sfintere in modo che potesse accogliere anche quel secondo palo.
Incontrò solo una leggera difficoltà e poi sprofondò rapidamente in profondità accompagnato da un prolungato “ah!” della signora che provò un leggero fastidio per quella seconda e ingombrante presenza che la costrinse ad una vistosa dilatazione anale.
Qualcuno che da dietro osservava la scena con attenzione sentenziò: “dentro! Sono dentro tutti e due. Adesso devono scoparti per almeno due minuti.”
Non senza qualche difficoltà di coordinazione quei due vigorosi attributi maschili cominciarono a muoversi con movimenti sincopati continuando ad allargare ancora di più l’apertura che si dimostrò assai elastica e decisamente accogliente.
All’inizio Pam cercò di controllarsi e di scoprire se riuscisse a reggere ma ben presto si lasciò andare al piacere che quell’esperienza le offrì in quanto si rese conto che, a parte un iniziale e leggero senso di fastidio per la forzata divaricazione, quello che sentiva era solo una profonda stimolazione interiore che sembrava portarla verso l’orgasmo. Non lo raggiunse con i primi due che, forse per la foga, continuarono a uscire e velocemente rientrare dal suo culo ma con la terza coppia.
Bisogna anche precisare che al momento di alternarsi la facevano anche spostare per sistemarla in una nuova posizione.
Quelli della terza coppia la misero, piegata su se stessa, con il culo dritto all’insù mentre loro si posizionarono vicinissimi, uno di fronte all’altro e, in questo modo riuscirono a coordinarsi perfettamente e la pomparono con una tale sincronia da farle letteralmente mancare il fiato. Pensò anche che non avrebbe dovuto lasciarsi andare così e far vedere a tutti quanto stesse godendo ma quello che le fecero fu talmente intenso e profondo che superò ogni genere di controllo e, ad un certo punto, esplose in un enorme orgasmo. Urlò come una cagnetta in calore ed eiaculò copiosamente sulla sua pancia, accompagnando quel momento con intensi spasmi del corpo.
E, a quel punto, avrebbe fortemente desiderato, un po’ di pace per riprendersi e recuperare il fiato che le mancava ma i due, che non erano ancora venuti, incuranti delle sue invocazioni a fermarsi: “basta, basta! Vi prego, basta. Mi fate morire. Non respiro.” continuarono a darci dentro lasciandola quasi in uno stato di assenza.
Poco dopo, ormai quasi pronti per la lunga scopata ed eccitati dalla situazione stessa, i due vennero contemporaneamente inondandole l’intestino e quindi si ritirarono lasciandola boccheggiante e quasi incapace di reagire per il troppo piacere che aveva appena provato.
Ma, come si usa dire: fuori uno… dentro un altro e, qualche manciata di secondi dopo, si ritrovò, spostata come una bambola in una nuova posizione, con altri due cazzi piantati nel suo intimo che, ben desiderosi di ricevere la loro parte di piacere, si misero a fare del loro meglio.
Continuò così fin che tutte le sette coppie non completarono il loro “giro di valzer” tra le sode chiappe di Pam durando tutti molto più dei due minuti previsti. Quando capì che tutto era finito fece davvero fatica ad alzarsi perché si ritrovò davvero sfinita e, anche se il piacere era stato stellare, sentiva che, lì dietro qualcosa non andava. Infatti ci volle parecchio prima che lo sfintere, sollecitato in quel modo esagerato, riprendesse la sua posizione socchiusa e fu contenta, visto quando rimanesse spalancato, di non dover pagare pegno facendosi pisciare dentro.
Prima di andarsene ricevette un applauso da tutti i partecipanti ed i complimenti dell’ufficiale.
Quel giorno, giunta a casa, si concesse un lunghissimo bagno tra sali profumati e schiuma, sia per espellere tutto lo sperma che le avevano versato fin nelle più recondite profondità, sia per far richiudere il suo buchino che, detto chiaramente, per alcuni giorni le dette fastidio anche se il piacere e l’eccitazione per quello che aveva fatto erano stati così grandi che quel piccolo “effetto collaterale” lo dimenticò presto pensando a quali altre sorprese le avrebbero riservato nel prossimo incontro quegli insaziabili maschiacci in divisa.
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