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LONDRA, BASSIFONDI DELLA PERIFERIA. META' OTTOCENTO.


di RedTales
05.12.2020    |    9.031    |    9 9.8
"Contemporaneamente afferrò il giovinetto sulle spalle e quindi si affondò nella sua tenera carne strappandogli un debole lamento e un vano tentativo di..."
Londra, bassifondi della periferia. Metà ottocento. Uno spaccato di miseria che troppi hanno realmente patito oltremanica.
Anni bui, violenti, dove la miseria e la depravazione emergevano prepotenti violentando la vita di tanti innocenti che, privi di qualsiasi diritto, venivano mercificati e sacrificati nell’indifferenza totale.
Uno spaccato di vita di un passato tristemente vero e che per noi è semplicemente inaccettabile anche se, purtroppo, pure ai giorni nostri si verificano situazioni simili, intrise di violenza e putrefacente disumanità. Ma perché esistono gli orchi?
Una provocazione per riflettere sul Male e sulle sue infinite sfaccettature.

Il ragazzo camminava con la testa china dietro all’uomo. Era scalzo, lacero, sporco, incapace di reagire ed ormai rassegnato a subire. Addestrato a botte a lasciarsi fare qualsiasi cosa, perfino sorridendo.
I due percorsero una squallida via dove diverse prostitute provavano ad offrire i loro corpi a uomini che magari potevano sembrare interessati per poi entrare in un lercio vicolo dove raggiunsero un angolo appartato, lontano dal viavai della via principale.
L’uomo sistemò con la mano i capelli al ragazzo e si appoggiò al muro ad un metro da lui e con modi bruschi gli ricordò: “sorridi quando si avvicinano.”
Poco dopo qualcuno si fermò ad una decina di passi ad osservare. Era tozzo, vestito non troppo bene e con un accenno di barba incolta.
“Girati e sorridi!” lo incalzò “oggi va bene tutto.”
Il giovane ubbidì immediatamente mentre l’altro continuò: “accarezzati le gambe, muoviti!”
Così fece, facendo scorrere la mano sui laceri pantaloni, mentre l’uomo rimase a guardare da lontano ancora per un po’ prima di avvicinarsi, continuando sempre a fissare il ragazzo. Infine gli girò intorno e chiese: “quanto?”
“Uno scellino” rispose prontamente l’adulto appoggiato al muro sottolineando pure: “merce di prima scelta. Ancora fresco… Ha avuto solo tre incontri finora...”
L’altro fece un gesto di rifiuto con la mano e si girò allontanandosi.
“Cinque pence. Ma solo per lei. Va bene? E’ bello e giovane.”
Quello si fermò dopo due passi e, senza voltarsi mise la mano in una tasca prendendo alcune monete. Le contò e quindi si girò: “quattro!”
“Va bene, va bene, quattro, ma una cosa veloce” e allungò la mano in attesa del denaro e, appena lo prese si girò lasciandoli soli. Si allontanò fino all’inizio del vicolo e si fermò lì.
L’uomo si guardò in giro per essere sicuro che non ci fosse nessuno e poi indicò al ragazzo di spostarsi di alcune decine di passi più avanti, proprio alla fine della stradina e, con fare spiccio, gli intimò di calare le braghe e di appoggiarsi al muro.
Con rassegnata impotenza si slegò la corda che sosteneva in vita i pantaloni consunti, li lasciò cadere a terra e appoggiò i palmi delle mani sul muro piegandosi in avanti ed offrendogli la sua nudità sulla quale l’altro allungò subito le mani dimostrando di gradire quel giovane culetto che cominciò a palpeggiare.
Subito dopo afferrò con l’altra mano il pene e i testicoli e infine, appagato da quel contatto, si abbassò i pantaloni e appoggiò il duro sesso tra i piccoli glutei iniziando a spingere.
Contemporaneamente afferrò il giovinetto sulle spalle e quindi si affondò nella sua tenera carne strappandogli un debole lamento e un vano tentativo di allontanarsi che bloccò con una presa più forte iniziando subito a muoversi con bramosia dentro di lui, incurante dei suoi gemiti.
Continuò così, con foga, per una buona manciata di minuti fin quando, con rauchi grugniti non segnalò il suo appagamento e si fermò prima di sfilarsi e ricomporsi con rapidi ed affrettati movimenti.
Esitò ancora alcuni istanti, fissando quelle candide terga dalle quali fuoriusciva una copiosa colata che scorreva lungo le cosce e, con un’espressione soddisfatta, si allontanò incrociando lungo il vicolo l’altro uomo che si era già incamminato verso il ragazzo che era rimasto appoggiato al muro.
“Spingi. Spingi fuori tutto.”
Accompagnate da alcune piccole flatulenze uscirono altri fiotti che l’uomo asciugò con un lurido straccio pulendo sia le gambe che il culo per poi ordinare: “stringi il culo. Deve sembrare un buchetto illibato. E tira su le braghe. Muoviti, prima sono passati due signori che sembravano essere interessati. Se si avvicinano sorridi. Sorridi sempre. E toccati. Toccati le gambe.”
Ritornarono nuovamente nei pressi dell’inizio del vicolo e si misero ad attendere altri clienti.
Come previsto dall’occhio attento ed esperto dell’uomo ci volle poco perché si avvicinasse qualcun altro interessato al giovane. Era un signore decisamente elegante e dall’aspetto distinto e signorile, che poteva apparire quasi fuori luogo in quel postaccio.
Vedendolo così ben vestito provò perfino ad impietosirlo: “a casa ho sette bocche da sfamare e lui” disse indicandolo “è qui con me per aiutare i fratellini. Se volete aiutarci...”
Non ottenne risposta ed allora ritornò sui suoi passi rivolgendosi allo sconosciuto in modo decisamente esplicito: “se vi piace lo do per poco. Vedete quanto è giovane. E’ un po’ sporco ma sotto è fresco come una rosa appena colta. E’ da poco che lo fa… Ha incontrato solo tre uomini… E fa tutto. Tutto quello che gli si chiede. E’ bravo. Lo vuole? Due scellini… per farlo qui. Ma se vuole posso anche portarvelo dove desiderate.”
Vedendolo indeciso continuò: “posso anche farlo lavare. Potete anche tenerlo da voi per un giorno. Costa di più però… ci fate davvero di tutto. Basta che me lo ridate sano. Non lo ha mai fatto ma è capace...”
Non ricevendo ancora risposta insistette: “va bene tutto. Una cosa veloce qui o dove volete. Ma potete anche prendervelo per il resto della giornata. Che dite dieci scellini ed è vostro. Sentite che morbido” e gli sollevò il camiciotto scoprendo pancia e petto.
“Vi interessa?”
Finalmente il signore che era rimasto fermo ed in silenzio ad ascoltare allungò una mano e mettendo due dita sotto il mento del ragazzo gli sollevò il viso e lo guardò mentre l’altro bisbigliò: “sorridi! Sorridi sempre.”
Finalmente il distinto signore parlò: “sì, lo prendo. Me lo porto via.”
“Ottima scelta signore. Vedrà che ne sarà soddisfatto. Lo terrà tutto il giorno o... anche la notte? Basteranno venti scellini se lo vuole tenere per la notte.”
Non ottenne risposta ed allora rilanciò al ribasso: “quindici scellini e lo porta via fino a domani. Solo quindici scellini. Li vale tutti: è ubbidiente...”
Finalmente l’altro staccò lo sguardo dal ragazzo e si degnò di guardarlo e, con modi decisi e distaccati, finalmente rispose: “venti sterline ed è mio. Per sempre. Venti sterline.”
Il balordo ruffiano rimase esterrefatto e a bocca aperta per alcuni attimi, quindi si riprese: “ma My Lord… Venti sterline per averlo… Per tenerlo con voi… Ma… ma non lo vedrò più...”
“Non importa. Se non vi interessa...” e fece per andarsene.
“Aspettate, aspettate. Si, mi interessa ma… si potrebbe arrivare a ventidue sterline...”
Senza aggiungere altro prese dal borsello venti sterline contandole lentamente una ad una e le allungò all’altro sul palmo della mano: “venti!”
“Va bene, va bene, venti sterline. Va bene. E’ vostro. Potete farne quel che volete.”
Prese in fretta e con malcelata avidità i soldi rimanendo per alcuni istanti incantato a fissarli mentre l’altro uomo mise un braccio attorno alle spalle del ragazzo: “andiamo. Abbiamo molta strada da fare.”
Lui lo guardò alzando la testa e senza pronunciare parola, si lasciò spingere verso la strada principale. Entrambi si avviarono ignorando l’altro che con attenzione aveva riposto in un borsellino la ricca somma e, ormai da lontano gridò: “se vi stuferete potete sempre riportarmelo...”
I due camminarono per alcune centinaia di passi fin che raggiunsero una lussuosa carrozza dove un attendente aprì loro la porta prima di salire a cassetta a fianco del cocchiere.
Finalmente l’uomo parlò al ragazzo: “non temere. La tua misera vita è finita. Verrai a vivere a palazzo. Per me sarai come un figlio. Come ti chiami?”
Incredulo rispose “John.”
“Bene John, da adesso starai con me e con tutti gli altri miei figli.”
Il nobiluomo si dimostrò realmente sincero in quella promessa e aprì a John le porte della sua famiglia.
Di lui si sa che fu un nobile molto vicino alla corona che spese ingenti somme del suo patrimonio per aiutare un elevato ma imprecisato numero di giovani e giovinette salvandole dalla strada, confortandole, accudendole, dando loro un’istruzione e, una volta adulti, offrendo loro una dote o dei possedimenti affinché intraprendessero il cammino della nuova vita.
Si narra che al funerale del Duca persino la Regina si meravigliò di quanti umili sudditi fossero assiepati nell’imponente cattedrale del regno per salutare per l’ultima volta quello che centinaia di loro continuarono a chiamare padre.
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