UNA BOTTA E VIA

Mini racconto da leggere tutto d’un fiato e con la stessa velocità dell’uomo che mi ha scopato.

Il titolo dell’annuncio è chiarissimo: “una botta e via”. Anche il testo è altrettanto stringato: “vieni, ti spogli, mi svuoto nel tuo culo e te ne vai. Non serve neanche parlare.”
In due giorni e sei messaggi concordiamo l’incontro.
Capisco subito che è un uomo di poche parole a cui interessa solo avere un culo dove sborrare, nulla di più. L’idea mi piace.
Quando apre la porta è già nudo e con il cazzo duro. Lo ha in mano. Mi sembra più grande di quello che avevo visto nelle foto e sono contento: “wow! Già pronto.”
“Sì! Ho voglia. Dai, spogliati. Fai presto.”
Mi tolgo tutto in un attimo e: “dai, andiamo sul letto. Cazzo! Ho voglia.”
Entriamo: “mettiti a pecora”. Vedo che si infila il preservativo.
Mi inginocchio e mi piego in avanti appoggiandomi sui gomiti.
“Metti giù la testa, tira su bene il culo e allarga bene le gambe.”
Lo faccio mentre lui sale e si mette a gambe larghe dietro di me. Ci mette un attimo e mi è dentro, lo fa con decisione. Va bene, gli avevo detto che ero aperto, ma non immaginavo che fosse così diretto.
Non dice nulla ma inizia subito a scoparmi con forza. Dopo una decina di colpi si ferma. Non capisco perché e, un attimo dopo, esce: “dai, siediti qui” dice indicando con la mano il bordo del letto.
“Me lo vuole mettere in bocca” penso ma mi sto sbagliando perché quando mi è davanti vedo che ha il sacchettino pieno.
“Tiralo fuori e succhia la gomma.”
Ha proprio un bel cazzo, lungo, grosso e duro. Sfilo il cappuccio. Ne ha fatta tanta.
“Stai attento, non farla cadere, la devi leccare tutta.”
Lo arrotolo con attenzione fin quando la cremina non è a portata di lingua ed allora lo attacco alle labbra e inizio a sorbire leccando e succhiando fin quando non lo risucchio tutto dentro. La sborra ha un sapore forte e pungente, mescolato a quel non so che di gommoso del condom. Quando credo di aver inghiottito tutto me lo tolgo dalla bocca e glielo mostro.
“Bravo, adesso pulisci il cazzo.”
Mi piace proprio e, spalancando la bocca, aspetto che me lo regali. È ancora dritto e sembra in perfetta forma. Me lo infila tra le labbra e lo ciuccio. Me lo lascia fare fin quando mi dice: “va bene, va bene, mettiti come prima che ti do un’altra botta.”
Gattono e mi sistemo mentre lui si infila un altro preservativo e in un attimo mi è nuovamente dentro e si da da fare. Si muove proprio come aveva fatto prima spingendosi fino in fondo e fermandosi solo quando mi sbatte contro. È davvero piacevole proprio per quel modo di fare da “padrone” che si prende tutto senza chiedere.
Pur durando più di prima, anche questa seconda volta è rapido.
Resto fermo e, come giro la testa, vedo che si toglie il preservativo.
“Basta, mi basta, quando ho voglia ti chiamo. Va bene anche in macchina?”
“Sì se è un posto tranquillo.”
Non mi risponde.
Non lo dice ma è evidente che me ne devo andare.
Scendo dal letto mentre lui se ne va. Lo seguo e mi rivesto. Non ho ancora finito che ha già aperto la porta. Continua ad avere il cazzo duro e dritto e se lo sta lavorando con la mano. Allungo la mia per toccarglielo ma mi dice di no.
Sono pronto ed uscendo lo saluto mentre lui biascica un ciao.
Me ne vado. Anche oggi ho fatto la mia porca figura.