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LA SVELTINA N.14 – CON QUATTRO NERI – RACCONTO BREVE.


di RedTales
12.07.2020    |    20.184    |    16 9.9
"Gli appoggiò le mani sulle spalle ai lati del collo e si abbassò piegando le ginocchia per mettere il grosso cazzo proprio in asse con il suo sfintere..."
Parcheggiò vicino all’enorme condominio di periferia e si avviò all’ingresso.
Come le tre volte precedenti Mbua era sceso in strada per ricevere Alex.
“Sono venuti?”
“Si, tre.”
“Wow! Sai che è la prima volta che lo faccio con quattro.”
Finirono di salire le scale e percorse il lungo corridoio con una grande curiosità.
Come entrò nel piccolo appartamento si trovò davanti tre ragazzi, anche loro con la pelle molto scura e notò subito i loro sguardi vogliosi. Erano proprio dei bei ragazzi, con dei fisici splendidi.
Mbua fece rapidamente le presentazioni e poi gli chiese di spogliarsi.
Alex lo fece immediatamente, gettando per terra tutto quello che aveva addosso.
Rimase completamente nudo, fiero ed eccitato di mostrare il suo corpo in perfetta forma e completamente depilato.
Le mani dei tre gli si appoggiarono dappertutto iniziando ad accarezzarlo facendolo subito eccitare e ci volle pochissimo perché anche i quattro i ragazzi neri si denudassero.
Alex li osservò con attenzione rimanendo soddisfatto da quanto si trovò davanti: belli, slanciati, muscolosi, in parte coperti da quella lanugine riccia che ben conosceva e, in quanto a dotazione, davvero ben messi.
Qualcuno cominciò a baciarlo sul collo mentre tutte le mani presero a toccarlo ed accarezzarlo con le dita che si infilarono dappertutto.
Quasi subito, istintivamente, si abbassò per assaggiare i loro sessi e, utilizzando la bocca ed entrambe le mani cominciò a gustarsi quei prelibati cannoli.
Bravo e voglioso com’era ci mise poco a farli diventare dei duri bastoni che si alternarono tra le sue labbra uscendone lucidi e pieni di saliva.
Come ne prendeva uno in bocca lo succhiava e poi lo lasciava scorrere, dritto dritto, fino in fondo alla gola accorgendosi ben presto che uno era decisamente più lungo degli altri perché gli procurava una certa nausea quando era tutto dentro.
Lo lasciarono fare per una decina di minuti poi, soddisfatti e ormai impazienti di… andare oltre, lo fecero sistemare alla pecorina sulla branda che serviva come letto.
Prima di accomodarsi Alex prese dai pantaloni due scatole di preservativi che porse a Mbua: “sempre con il preservativo. Controlli tu?”
“Si, si, li usiamo tutti, sempre.”
Soddisfatto si sistemò cercando di piegare un po’ le gambe in modo che il culo fosse ben sporgente.
Vide il primo incappucciarsi il pene e quindi lo seguì con lo sguardo salire in piedi sul letto e sistemarsi, a gambe larghe, sopra di lui. Gli appoggiò le mani sulle spalle ai lati del collo e si abbassò piegando le ginocchia per mettere il grosso cazzo proprio in asse con il suo sfintere. Un attimo dopo si appoggiò, spostarsi leggermente più in basso e poi iniziò a spingere.
Se lo trovò mezzo dentro senza quasi accorgersene ma poi lo sentì arrivare in fondo e, fin da subito, le spinte furono forti e decise. Il ragazzo se lo scopò alla grande, leggermente accucciato sopra di lui e completamente piantato in quel candido sedere. Proseguì per una decina di minuti fino a riempire il sacchettino per poi spostarsi, lasciando la porta aperta al secondo che, con il condom già sistemato, si fiondò in quell’oscuro oggetto del desiderio. Lo montò come l’altro anche se gli appoggiò le mani sui fianchi per poter mantenere l’equilibrio. Anche questo si prese le sue belle soddisfazioni, dandoci dentro con impeto e tenacia. Durò meno del suo predecessore ma, forse per il calibro o per la posizione, diede assai più piacere ad Alex che con lui iniziò proprio a godere, rammaricandosi quando lo sentì uscire.
Il terzo non lasciò passare nemmeno un secondo e penetrò il candido sfintere nella stessa posizione degli altri ma tenendo le mani unite dietro la schiena.
Questa volta Alex provò una fitta quando il nero, senza tanti complimenti, si spinse fino in fondo. Capì che doveva essere quello che ce lo aveva più lungo degli altri perché lo sentì proprio battere dentro di lui e provò un po’ di dolore, anche se poco. Furono parecchie decine le fitte perché si dimostrò assai resistente e continuò a lungo, facendolo saltare come una fogliolina al vento con degli affondi assai decisi che terminavano solo quando le grosse palle nere sbattevano sui bianchi glutei.
Con lui Alex visse una strana sensazione: un profondo piacere determinato da quella ventina di centimetri di carne che scorrevano dentro di lui che si trasformava in un’istantanea fitta quando toccava il fondo. Provò anche a spostarsi secondo il ritmo del ragazzo per ammortizzare leggermente l’attimo prima dell’arrivo a… fine corsa, ma la situazione non cambiò di molto e quindi, pur travolto da un profondo piacere, continuò a mugolare sperando che finisse.
E così accadde.
Per una manciata di secondi riprese fiato aspettando il turno di Mbua.
Il suo amico di letto, a differenza degli altri, lo fece indietreggiare fino al bordo del letto e poi lo prese rimanendo in piedi dietro di lui.
“Mh! Sei sfondato. Hai il culo rotto” disse facendo ridere gli altri tre e assestandogli alcuni sculaccioni sulle chiappe.
“Chiudi, chiudi il culo. Lo voglio stretto” proseguì.
“Ma come faccio, è un’ora che mi scopate. Mi avete sfondato completamente.”
“E non è ancora finita. Poi facciamo un altro giro?” domandò agli altri tre.
Tra altre risa, con le loro voci basse e cavernose, risposero di si e, come per confermare la cosa, uno dei tre si inginocchiò sul letto portandogli davanti alla bocca il cazzo e sbattendoglielo sulla faccia.
“Succhia. Prendi in bocca. Succhia.”
Alex guardò quel lucido cazzone nero e cominciò a leccarlo proprio quando Mbua gli entrò dentro. Sentì un leggero fastidio che passò appena la grossa cappella sparì nel suo corpo, poi fu solo piacere. Questa volta non fu molto bravo con la bocca perché, sballottato avanti e indietro e senza poter usare le mani, non riuscì a farlo restare tra le labbra, perdendolo in continuazione fin quando il suo amico non decise di spingerlo con la pancia sul letto per potergli stare completamente sopra.
In quella posizione ci mise poco a raggiungere il traguardo, segnalando l’arrivo con alcuni grugniti di piacere e fermandosi.
Il gioco però, come anticipato, non finì lì e i quattro fecero davvero un altro giro tra le chiappe di Alex che, quando ebbero davvero finito, forse per la stessa posizione in cui era rimasto a lungo o per il troppo piacere o chissà per cos’altro, fece davvero fatica a rialzarsi in piedi e in un primo momento perfino barcollò. Era davvero sfatto e provato per quanto aveva vissuto perché quei quattro lo avevano fatto godere come non mai, portandolo ad uno sfinimento sia fisico che mentale ma ne era valsa la pena, davvero.
Il culo gli diede fastidio fino al giorno successivo e nemmeno il lungo bagno ristoratore che si concesse a casa gli fece sparire la sensazione di avere ancora un cazzo ben piantato dentro e perfino si addormentò con quella immaginaria presenza dopo aver chiamato Mbua.
“Ciao.”
“Ciao.”
“Oggi è stato bellissimo. Mi è piaciuto tantissimo. Tu e gli altri siete stati meravigliosi. Mi avete scopato benissimo.”
“Ti è piaciuto?”
“Tanto.”
“Allora facciamo ancora.”
“Si, si, presto. Giovedì siete liberi? Vuoi che ci vediamo giovedì...”
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