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Gay & Bisex

POKER O DOPPIA COPPIA?


di RedTales
26.08.2017    |    8.372    |    2 9.5
"Lorenzo si era abbassato e si era messo a leccare il cazzo del suo ex e così Federico si trovò al centro dell’attenzione di Sebastiano che sembrava avere dieci..."
Federico e Giampietro si frequentano da più di due anni e hanno trovato una certa stabilità nei loro rapporti. Sono due persone concrete, realistiche e, considerate le loro peculiarità quando si vedono riescono sempre a stare bene. Nessuno dei due è invadente, entrambi sono versatili anche se Federico è più passivo mentre il suo amico appare sempre il più attivo. Per loro fare del buon sesso significa starsene per ore sdraiati uno al fianco dell’altro in lunghissimi sessantanove. Ovviamente non mancano le scopate, nelle quali è Giampietro a prendere l’iniziativa, anche se a volte i ruoli, dettati dalle circostanze, si invertono. E, una volta appagati, spesso restano altre ore sdraiati ad accarezzarsi parlando di tutto.
Si trovano quasi sempre a casa di Federico che, essendo single e abitando da solo, non ha problemi ad ospitare l’altro che invece è sposato.
Insomma, la classica situazione in cui si trovano diverse persone e che, in questo caso, va bene ad entrambi.
Suonò il telefonino e: “Federico, ti posso parlare?”
“Si, dimmi.”
“Mi ha chiamato uno che frequentavo anni fa e che non vedevo da tanto e mi ha chiesto una cosa… ”
“Cosa? Cosa ti ha chiesto?”
“Scusa, preferisco dirtelo quando ci vediamo. Finito il lavoro possiamo vederci?”
“Si, alle cinque e mezza da me va bene?”
“Si!”
“Però dimmi almeno qualcosa...”
“E’ una cosa di sesso…”
“Vorrebbe farlo in tre?”
“No, in quattro… Poi ti dico. Va bene?”
Quando entrò Federico era curioso al punto giusto e ascoltò in silenzio.
“Ti ricordi di Lorenzo? Quello che vedevo cinque o sei anni fa? Te ne ho parlato...”
“Si, si...”
“Guarda, per farla breve… adesso si vede con uno sposato e mi ha chiesto se vogliamo fare tutti e quattro insieme...”
Lo fissò con il suo sguardo voglioso: “interessante… dai, dimmi di più! Come sono?”
“Lorenzo ha qualche anno più di te ed è passivissimo, anche perché gli tira poco e poi ha un cazzo piccolissimo. Si depilava sempre tutto e aveva un corpo morbidissimo.”
“Ah!” disse facendo finta di essere geloso. “Morbidissimo… Questo mica me lo avevi detto...”
“Dai! Non lo vedo da almeno due anni… Comunque, ha i capelli corti ed è un po’ cicciottello, ma non grasso. Viveva con la madre...”
“Passivissimo...”
“Si, e gli piaceva tanto prenderlo...”
“Porcellino porcellino… e il suo amico?”
“Non lo so. Proverò a chiederglielo...”
Inutile dire che a quel punto i due cominciarono a toccarsi e, dopo una rapida doccia assieme, passarono un’oretta felice a fare del sesso prima che Giampietro scappasse per tornare a casa.
Nei giorni seguenti gli parlò anche del quarto e, entrambi curiosi ed eccitati, decisero di provare quell’esperienza.
Così un tardo pomeriggio si ritrovarono a casa di Lorenzo che, eccezionalmente, aveva la casa vuota perché la madre era andata per qualche giorno in vacanza.
Quando si presentarono davanti alla porta Sebastiano non era ancora arrivato e si misero a chiacchierare bevendo qualcosa. Poco dopo si presentò il quarto: era abbastanza alto, un po’ in sovrappeso con una barbetta di tre o quattro giorni ma molto curata e prese subito la situazione in mano. Evidentemente non voleva perdere tempo e, dopo le presentazioni, invitò tutti a spogliarsi.
“Preservativi? Volete usare preservativi? Noi non li usiamo perché siamo in salute? Voi?”
“No, non li usiamo.”
“Bene, allora schizzata libera!” concluse ridacchiando.
In pochi attimi si ritrovarono tutti nudi con i vestiti ammucchiati un po’ dove capitava.
“Andiamo in camera dove c’è il lettone?” provò a dire timidamente Lorenzo, ma il suo compagno gli rispose seccamente che potevano benissimo stare li, aggiungendo subito un: “bel fisico:” rivolgendosi a Giampietro e cominciando a toccargli l’uccello: “e così tu te lo scopavi qualche anno fa… allora questa sarà proprio una bella rimpatriata…” e girato verso l’altro: “e… come hai detto di chiamarti?”
“Federico.”
“Ah Si! Bel corpo. Anche tu hai proprio un bel corpo. E che culo!” aggiunse iniziando a palparlo.
Lorenzo si era abbassato e si era messo a leccare il cazzo del suo ex e così Federico si trovò al centro dell’attenzione di Sebastiano che sembrava avere dieci mani perché riusciva a toccarlo dappertutto.
“Vieni!” gli disse prendendolo per una mano e guidandolo verso il divano dove si sedette a gambe larghe invitandolo a succhiarlo.
Il cazzo non era niente male. Abbastanza lungo e grosso, contornato da un fitto boschetto.
Federico si accucciò davanti a lui e iniziò a lavorarselo. La bocca pensava alle palle e al pene mentre le mani stringevano i capezzoli che facevano capolino su quel petto villoso mentre Sebastiano, gustandosi quanto gli stava facendo, aveva allargato entrambe le braccia appoggiandole sullo schienale. Non ci volle molto per farlo crescere e diventare un bel bastone vergato da sporgenti venature.
Federico stimò che doveva essere lungo una ventina di centimetri ed era anche bello grosso, in particolare la cappella, tanto che faceva fatica a infilarsela in bocca e a farlo sprofondare tutto dentro.
Poco in la anche Giampietro, anche se in piedi, si godeva lo stesso trattamento fatto dal suo ex con l’unica differenza che Lorenzo non gli stuzzicava i capezzoli ma gli stringeva a piene mani le chiappe, infilandogli, di tanto in tanto, un dito nel culo.
Si, nella stanza si era creato proprio un bel clima.
Poco dopo Giampietro fece sollevare Lorenzo e i due iniziarono a baciarsi.
“Come ai vecchi tempi… Ti piace sempre baciare in bocca… Non sai come mi mancano questi lunghissimi baci...” gli sussurrò all’orecchio in una piccolissima pausa.
Lui lo strinse più forte. Si, era stato proprio un bel periodo quello passato con quell’uomo…
“Fermati, fermati, voglio vederti il culo! Tirati su e girati...” disse Sebastiano.
Ubbidì. Le grosse mani si appoggiarono sui glutei palpeggiandoli con forza, tanto da lasciare dei segni rossi, poi li allargarono per fargli vedere meglio il buchetto che comparve, incorniciato da una leggerissima peluria. Ci passò sopra l’indice e poi iniziò a spingere la punta dentro. Si bagnò il dito e questa volta lo fece sparire tutto dentro.
“Sei bello aperto… ne ha presi di cazzi… Ne hai presi anche di grossi?”
“Grossi grossi no. Ma come il tuo si… Ma è stato tanti anni fa… ero giovane!”
“Ma quanti anni hai?”
“Cinquanta… cinquantadue!”
E, continuando a muovere l’indice dentro e fuori replicò: “ottimo! L’età migliore per scopare. Mettiti sul divano che te lo metto dentro, così mi dici se è grosso e come lo senti...” e con la mano gli indicò la penisola alla sua destra.
Si sistemò alla pecorina mentre l’altro, messosi dietro, cominciò a sbattocchiare il cazzo sulle chiappe: “vuoi del lubrificante o basta la saliva?”
“Con il tuo è meglio mettere un po’ di lubrificante...”
Rise e andò a prendere il tubo che, assieme a preservativi, salviettine inumidite e fazzolettini, Lorenzo aveva preparato sul tavolo.
Ne spalmò una giusta misura nel solco e altro dentro, lasciandone un poco anche per l’uccello.
Riprese la posizione e iniziò a farlo scorrere senza infilarlo fin quando, allargando il buchetto tirando i glutei con entrambe le mani, non lo appoggiò nel punto giusto iniziando a spingere.
La cappella era molto grossa e, come si intrufolò nello sfintere, gli fece lanciare un urletto che fece girare verso di loro gli altri due.
“Ahi!”
“Avevo detto che era grosso! Dai, ormai è dentro. Adesso sto fermo… poi...”
“No, no, è solo che non me lo aspettavo! Va bene, va bene… Dai dai… scopami.”
Si spinse lentamente ancora più dentro e si fermò quando era completamente in lui.
“Lo senti? Tutto bene? Ti piace?”
“Si, si...”
E così spostando le mani sui fianchi per controllarlo meglio, avviò il suo movimento senza mai sfilare del tutto la punta Quando si accorse che stava andando tutto bene iniziò a far uscire anche la cappella e, ad ogni rientro Federico sentiva una piccola fitta.
“Ma quanto è grossa?” pensò mentre quel cazzo lo stava penetrando.
Pochi colpi dopo cambiò ancora. Non solo lo tirava fuori del tutto ma aspettava qualche secondo prima di rituffarsi in quel meandro di piacere e lo faceva proprio mentre iniziava a stringersi.
L’ultimo passo fu quello di spostare le mani sulle chiappe e di allargarle per cercare di far restare il buchetto il più aperto possibile mentre era fuori per poi lasciare la presa e dopo averlo visto chiudersi quasi del tutto si fiondava dentro, quasi prendendo la mira. E per Federico, anche se ormai lo sfintere non opponeva più resistenza a quello sfondamento, ogni colpo era una vera bomba di piacere. Una sensazione che non aveva mai provato e che lo faceva letteralmente saltare.
Eccitato da quanto accadeva, anche Giampietro aveva fatto mettere Lorenzo alla pecorina e se lo stava facendo alla grande, anche se non con le stesse attenzioni che Sebastiano dedicava al suo nuovo partner ma soprattutto senza la capacità di fermarsi al momento giusto, perché all’improvviso, quasi ululando, sottolineò che lui era già arrivato al primo traguardo e aveva inondato il culo del suo ex.
“E bravo il mio scopone! Però non c’è mica il premio per chi arriva prima!” lo schernì Sebastiano continuando ad ammirare quanto riuscisse a dilatarsi quel buchetto.
“Certo che il tuo amico qui ha un buco niente male. Quasi quasi ci infilerei dentro una bottiglia...” e con un sonoro sculaccione lo informò che adesso si cambiava e che, intanto poteva benissimo leccare quel culo sgocciolante.
Federico si spostò dietro Lorenzo e iniziò a lambire quanto stava colando sulle cosce dell’uomo risalendo poi fino alla fonte di tutti quegli umori che, con particolare attenzione, ripulì completamente fin che smise di uscire anche la più piccola goccia.
“Però, bravo il tuo maschiotto. Sa usare bene la lingua e anche il culo è uno spettacolo. Adesso che hai finito con il suo culo pensa di nuovo al mio cazzo.”
E la bocca si spostò dalle chiappe al pene che riprese a ciucciare con voluttà. Lo lasciò armeggiare per poco perché invitò quasi tutti a spostarsi sul lettone: “così, tanto per stare più comodi...”
Appena furono tutti sopra, sempre Sebastiano, disse a Federico di prendersi cura del pisello del suo uomo: “datti da fare, non vedi che gli si è ammosciato e qui il divertimento è appena all’inizio...” mentre si sdraiava e poi chiedeva a Lorenzo di impalarsi sopra di lui.
“Scopati da solo che io riprendo un pochino di fiato...” e lui lo fece e iniziò la sua galoppata con quel grosso palo che si era conficcato nel culo.
Gli altri due si erano sistemati uno a fianco all’altro in uno dei loro soliti sessantanove e, quando smisero, entrambi potevano esibire una bella erezione.
“Due cazzi così non possono essere trascurati” imperversò Sebastiano che, fatto scendere Lorenzo lo sistemò inginocchiato ai piedi del letto e invitò i due a scoparselo: 2”a turno… uno alla volta. Fuori uno e dentro l’altro. Un po’ per uno e vediamo chi dura di più. Chi comincia?”
Si alternarono dentro quel culo per un tempo lunghissimo fin che Federico non resse e, pur cercando di togliersi, non riuscì a controllarsi e gli schizzò sia dentro che sulla schiena.
“E fuori uno. Adesso ce la vediamo tra di noi… anche se tu sei in vantaggio perché hai già sbrodolato prima...”
E continuarono, continuarono fin che fu proprio Sebastiano che, afferrano nuovamente il suo partner per i fianchi e muovendosi con un ritmo frenetico gettò la spugna e lo riempì. E, per chiudere il giro, anche se a fatica, pure Giampietro, versò in quel largo canale il suo contributo.
Ci avevano dato dentro tutti e tre ed erano madidi di sudore, ma il più provato e quasi incapace di spostarsi era Lorenzo che aveva goduto in un modo inenarrabile e che, nel suo piccolo e in totale autonomia, aveva pure lui lasciato il suo contributo di crema sul bordo del letto…
Dimostrandosi ancora una volta il più deciso, il solito Sebastiano disse: “che dite? Abbiamo fatto il tre per uno e adesso ci starebbe bene l’un per tre! No?”
Giampietro e Sebastiano si guardarono perché non riuscivano a capire: “cioè?”
“Dai! Vi mettete in fila col culo in alto e vi scopo tutti e tre a turno… Meglio approfittare visto che la bestia è ancora dura...”
Li prese in contropiede e rimasero quasi imbambolati davanti a quella proposta e il solo Lorenzo replicò: “mi vuoi far morire...” mentre si tirò su e si preparò per quella nuova avventura.
Si inginocchiò sul letto e si piegò in avanti appoggiando il viso sul lenzuolo e lasciando il suo culetto bello alto. Gli altri due si guardarono e, prima Federico e poco dopo anche Giampietro, si allinearono nella stessa posizione.
“Che meraviglia! Che culi!” e senza aggiungere altro si fiondò nel primo e cominciò a pomparlo con decisione. Quando entrò in Giampietro anche lui si lasciò sfuggire un lamento che fece sorridere gli altri due che ormai conoscevano bene quella grossa cappella e di come sapesse allargare lo sfintere. Ma si limitò a quello e poi si gustò tutta quella roba che gli aveva riempito il culo. E il gioco continuò per un’altra mezzora, nella quale il pistolone si ripartì tra tutti e tre e, per non far torto a nessuno, quando sentì che più di così non riusciva a reggere, finì con la mano, schizzando quel poco che aveva ancora sulle chiappe di tutti.
Ormai, spossato pure lui, si distese tra di loro e per una decina di minuti rimasero li a riprendere fiato e a parlottare dell’esperienza a quattro. Il più loquace fu Lorenzo che tesse le lodi di quel grosso cazzo che andò nuovamente a cercare per infilarselo in bocca.
“lo adoro quando è così piccolino. Sembra un cucciolo che fa tenerezza. Non me lo toglierei mai di bocca...”
Ma fu proprio Sebastiano ad interromperlo: “purtroppo te lo devi proprio togliere. Si è fatto tardi e devo andare. Magari facciamo un’altra reunion come questa...”
Rivestitosi in fretta e furia guadagnò rapidamente la porta mentre gli altri tre se ne restarono mollemente sdraiati sul letto a gustarsi quella spossatezza tipica del dopo scopata.
Le loro mani però non smisero di toccare i corpi con un prolungato scambio di carezze.
“Ti è piaciuto?” chiese Giampietro al suo ex.
“Da morire. E’ stato fantastico. Una scopata così non la facevo da tempo… Non che con lui non vada bene… ma quando mi avete rotto il culo tutti e tre insieme è stato da Dio. Non sapevo nemmeno più chi di voi mi scopava. E il suo è ben più grosso dei vostri, ma ero così aperto che mi sembravano tutti uguali. Una bomba. Mi manca ancora il fiato… Che dite ragazzi, ci vediamo domani? Magari solo noi...”
“Si, si può fare, che ne dici Giampietro? Però un’altra volta mi piacerebbe provare ad essere io l’un per tre...”
“Dai, ma mi stai diventando porcello anche tu?” scherzò il suo compagno.
“Beh! Se vuoi possiamo solo fare un bel poker...”
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