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Gay & Bisex

UN CLIENTE PER IL RAGAZZO


di RedTales
27.10.2019    |    19.055    |    6 9.7
"” “Cazzo! Ti hanno messo subito sotto… in tutti i sensi..."
Era da alcuni anni che cercava solo escort ed era diventato un buon cliente di un centro di incontri. I messaggi che gli mandavano andavano spesso a segno e, dopo aver visto le foto dei ragazzi, era preso da una gran voglia. Così, almeno due o tre volte al mese, non sapeva resistere e chiamava per fissare un incontro con il ragazzo che lo aveva colpito.
Ma non era sempre così, altre volte era lui a chiamare per incontrare qualcuno che aveva già conosciuto. Ormai quando telefonava lo trattavano assai bene, assecondando sempre le sue richieste. L’unica cosa che non gli andava era quel costante turnover di ragazzi perché gli capitava di trovarsi veramente bene con qualcuno e gli piaceva rivederli ma dopo due o tre mesi non erano più disponibili. A quel punto non gli restava che rassegnarsi e chiedere di vedere dei “nuovi acquisti” sapendo di andare sul sicuro come servizio e di avere il gusto della novità.
Li cercava quasi sempre giovani, al massimo sui venticinque, totalmente depilati, non molto alti e preferibilmente normodotati o, ancora meglio, minidotati.
Anche quel giorno la pubblicità che gli avevano inviato, decisamente centrata sui suoi gusti, aveva fatto effetto e così, dopo aver ammirato le qualità del giovane che offriva i suoi servizi, aveva chiamato.
“Ciao, chiamavo per Jhonny.”
“Ottima scelta, è da poco in città ed è fantastico. Ha incontrato solo due clienti e vedrai che ti soddisferà completamente. E’ del tipo che ti piace. Può raggiungerti in meno di un’ora.”
“Ha davvero ventidue anni?”
“Certo, garantiti. Ha iniziato a lavorare da pochissimo e non ce lo siamo fatti scappare. Te lo abbiamo proposto subito perché mi sembra che è proprio il tipo che ti piace.”
“Sempre lo stesso prezzo?”
“Certo, per te sempre quello. Sei un ottimo cliente e cerchiamo di trattarti al meglio.”
Augusto fece una risatina e confermò l’appuntamento. Chiese di averlo a casa tra tre ore perché sapeva che la pastiglietta dava il meglio di se dopo due ore da quando la prendeva.
All’ora convenuta Jhonny si presentò a casa sua. Come lo vide non poté che concordare con quanto visto sull’annuncio. Era splendido, sicuramente ancora più interessante di persona che nelle foto.
Dopo un rapido saluto lo volle vedere subito completamente nudo e a quella visione si eccitò immediatamente. Era perfetto, più basso di lui, magro, slanciato, con una leggera abbronzatura integrale, perfettamente depilato. Anche le gambe avevano una gran bella silhouette, la pancia era meravigliosamente piatta e poi c’era il culo.
“Madonna che culo!” pensò tra se senza dire nulla ma mangiandoselo con gli occhi.
Si tolse subito l’accappatoio e gli chiese di cominciare a succhiarlo.
“Wow! Che grosso! Sei già pronto. Hai voglia?”
Gli piacque anche la voce, maschile ma con una leggera inflessione delicata. Insomma, perfetta anche quella.
“Tanta.”
“Adoro i maschi decisi.” disse ancora prima di accovacciarsi.
“Ne hai presi tanti?”
“Non tantissimi. Più che altro prima di propormi come escort.”
“Ma quanti anni hai?”
“Ventidue.”
“Hai cominciato presto?”
“A quindici mi hanno fatto la festa e non ho più smesso. Quasi tutti compagni di scuola.”
“Bravo, adesso succhiamelo.”
Smise di parlare e iniziò a darsi da fare con labbra, lingua e bocca. Era decisamente bravo e sapeva fare bene quel lavoretto.
Ogni tanto si fermava per dedicarsi alle palle o allo scroto, come per paura di farlo venire troppo presto.
“Sono lento a venire, a volte duro anche un’ora… e poi ho preso la pastiglietta. Anche se schizzo mi torna duro di nuovo.”
Il ragazzo fece un sorriso e lo fece immediatamente sprofondare in gola iniziando a succhiarlo veramente bene.
Augusto convenne che era dotato di una gran bravura perché sapeva stimolarlo a fondo con la bocca ma sapeva anche dove toccarlo con le mani.
“Va bene, va bene, sei bravo. Andiamo di la sul letto che stiamo più comodi.”
Gli fece strada notando che: “ma non ti tira?”
“Poco, quasi mai.”
“Meglio, mi piace vederlo piccolino e il tuo è proprio come mi piace, piccino piccino.”
Iniziò a toccarglielo gustando quella sensazione di molliccio e freddino. Gli piaceva veramente quando li trovava così. Gli piacque così tanto che volle perfino succhiarlo ed il fatto che non diventasse mai duro lo eccitò ancora di più. Appoggiò la schiena sul letto e. dopo avergli indicato la scatola dei preservativi e il lubrificante, gli disse che lo voleva avere sopra.
Con gesti rapidi gli infilò il condom passandoci sopra il gel ed infine con agilità si mise in piedi sopra di lui: “come mi vuoi di schiena o di faccia?”
“Di faccia, così ti vedo mentre te lo metto.”
Era già giusto e semplicemente si accovacciò su di lui piegando le gambe. Gli afferrò il grosso membro con una mano e lo guidò nel buchetto abbassandosi rapidamente fino a farlo sprofondare tutto dentro di lui.
“Bravo, veloce e sicuro. Adesso scopati.”
Si vedeva che lo sapeva fare perché iniziò a muoversi in modo assai disinvolto andando subito su e giù in modo sicuro e con una certa velocità. L’uomo si gustò tutto il piacere per una buona manciata di minuti poi gli chiese di girarsi: “voglio vedere come ti apro il culo mentre entro.”
Ci mise un attimo ad accontentarlo e per farlo guardare meglio si piegò anche un pochino in avanti.
Augusto fu proprio soddisfatto e iniziò a passarsi la lingua sulle labbra osservando il suo cazzo entrare e uscire in quel culetto all’apparenza stretto stretto ma che in realtà era assai ben aperto.
“Certo che hai proprio due chiappette... Si vede che sei giovane. Forse sei proprio il migliore che ho scopato.”
Con una mano iniziò ad accarezzargli le curve del sedere commentando quanto fossero lisce e morbide ma al tempo stesso sode.
Jhonny lo ringraziò per i complimenti.
“Adesso esci del tutto e prima di rimettertelo dentro aspetta che si chiuda. Voglio vedere come ti si chiude il buchetto.”
Si sollevò fino a far scappare fuori il grosso affare dell’uomo e lui tirò su leggermente la testa per ammirare quel pertugio umido che pulsando si restringeva.
Glielo fece fare per diverse volte fin quando non ci infilò dentro due dita e continuò a scoparlo così: “scorrono che è una meraviglia. Sei proprio ben aperto di culo.”
All’uomo stava piacendo tanto e volle cambiare posizione. Lo fece mettere a quattro zampe e si sistemò in ginocchio dietro di lui e, pur con alcune difficoltà dovute alla pancia decisamente abbondante, alla fine trovò la strada giusta e riacquistò il possesso del suo sfintere. Proseguì senza fretta per un quarto d’ora facendolo anche piegare in avanti con la testa appoggiata sul materasso e prendendo a sculacciargli le chiappe con sonore manate fino a farle diventare rosse.
Jhonny sottolineava ogni colpo con un urletto assai scenico che aumentava l’eccitazione di Augusto.
Si fermò quando, madido di sudore, sentì che proprio non ce la faceva più anche se non era ancora venuto.
“Pausa, faccio una pausa.” borbottò sdraiandosi e cercando di prendere fiato: “succhia! Succhiamelo.”
Non finì la frase che il ragazzo lo stava già facendo.
“Girati, vienimi sopra, voglio guardarti il culo.”
Senza farlo uscire dalle labbra si sistemò come gli aveva richiesto mentre il suo cliente si aggiustò due cuscini sotto la testa per tenerla ben sollevata.
“Togli il goldone, succhiami senza quella porcata.”
Lo fece in un attimo e ricominciò mentre Augusto gli slargò le chiappe e spinse nel buchino gocciolante entrambi i pollici e iniziò ad allargarlo quanto più gli riuscì.
“Che culo! Ha i un culo che lo farebbe tirare ad un morto! Sei così aperto che ti vedo fino in fondo. Porca troia! Ma cosa mi fai con la bocca. Cazzo quanto sei bravo. Mi sa che ci dovremo vedere ancora.”
Spostò le mani sulla schiena trovandola meravigliosa da accarezzare e alla fine lo fece sdraiare di pancia e dopo essersi messo un nuovo preservativo gli si mise sopra riprendendo a scoparlo. Ormai era vicino al traguardo e continuò con rapidi movimenti accelerando al massimo nel momento in cui sparò le sue cartucce. Alla fine, esausto, gli si appoggiò completamente sopra, incurante del suo peso e di quanto fosse sudato. Si gustò ogni attimo dell’orgasmo muovendosi leggermente e quindi rimanendo immobile e silenzioso in quella posizione per parecchi minuti mentre il suo giovane amante iniziò a tessere una lunghissima serie di apprezzamenti su come avesse scopato bene e su come fosse assai ben dotato.
“Si, si, un po’ è del mio ma tanto lo fanno queste sante pastigliette.” concluse rotolandosi di lato per mettersi al suo fianco.
“Toglimi questo cazzo di gommino, mi da fastidio, me lo sento sulle cosce.”
Jhonny gli sfilò la plastica e tenendola sollevata con due dita commentò: “ne fai un litro!”
L’uomo rise: “adesso anche meno di una volta. Vent’anni fa ero un fiume. Quando venivo in bocca gli annegavo.”
Risero tutti e due e Augusto fu proprio compiaciuto.
“Succhia, succhialo un po’ e dimmi come ti sembra il sapore.”
Jhonny si sedette al suo fianco e si piegò su quel grosso ma molliccio pisellone assaggiandolo con avidità quindi facendo finta di assaporare quanto aveva trovato: “buono. E’ dolce e non pizzica. Si, mi piace.” Si abbassò nuovamente e lo accolse ancora tutto in bocca.
Dopo parecchi minuti lo fermò: “fermati tanto adesso non mi torna su. Ho visto che bisogna aspettare una mezz’oretta, poi è pronto di nuovo.”
Andarono in cucina e sorseggiarono della Pepsi scambiando quattro chiacchiere.
“Di dive sei?”
“Verona. Vicino, un paesino vicino.”
“E come mai sei qui?”
“Mi ha chiesto di venire quello del sito degli incontri.”
“Ti conosceva?”
“Ho risposto io a un suo annuncio.”
“E’ tanto che sei venuto?”
“Cinque giorni.”
“Ah! Proprio fresco. E hai già lavorato?”
“Si. Due incontri.”
“Cazzo! Ti hanno messo subito sotto… in tutti i sensi.”
Rise della battuta e fece di si con la testa.
Continuarono così ancora per un poco poi Augusto si sentì pronto: “torniamo di la, ormai sono pronto, vedrai che mi tira solo a guardarti.” Ed era vero perché la verga riprese vigore: “che ti dicevo: sante pastigliette.”
Si spostarono in sala e Augusto si fermò vicino alla libreria alla ricerca di un libro mentre Jhonny notò appoggiata su una mensola una foto di due ragazzi nudi su una barca a vela: “sei tu?”.
“Si, una ventina di anni fa e… tanta pancia in meno.”
Risero entrambi.
“Dove eravate?”
“Rovigno, credo. Abbiamo fatto una crociera di un mesetto. Io e lui soli: mare, vento e tanto sesso. Quella volta mi tirava sempre e avevo una voglia… Ce ne facevamo cinque, anche sei di scopate al giorno.”
“Quanti anni avevi?”
“Più o meno trenta.”
“E lui? Sembra più giovane.”
“Venti, forse ventuno. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi giovani.”
“E anche depilati.”
Risero ancora.
“Quella volta avevo sempre voglia e mi tirava così tanto che scopavamo in continuazione. Mi ricordo che lo svegliavo in piena notte per farmelo. Ne ha preso così tanto che finita la crociera non si è fatto più vedere. E in quei tempi non prendevo neanche la pastiglia...”
Risero ancora.
A quel punto trovò il libro che cercava: “è il kamasutra. Lo conosci?”
Disse di no. Gli mostrò alcune pagine: “è una versione speciale per noi maschietti”.
Si sedette sul divano e lo sfogliò facendo vedere al ragazzo decine di posizioni che erano illustrate con ottimi disegni e molte foto.
“Vedi che roba? Guarda questa, sembra incredibile vero?”
A quel punto, passandogli il volume, gli propose di scegliere una posizione: “poi andiamo di la e la facciamo.”
Jhonny sfoglio con curiosità ed attenzione le pagine e poi, dopo averne viste molte, ne indicò una: “Questa non la ho mai provata. Ti va bene? A piace.”
Portarono il libro sul letto e osservando la figura Augusto disse al ragazzo come sistemarsi.
“Sdraiati di schiena, Si, così. Adesso predi con le mani i piedi e tirali sopra la testa. Ottimo. Si, hai proprio il culo sollevato al punto giusto.”
Il ragazzo si trovò appoggiato sul letto solo con la testa e le spalle mentre i fianchi erano sollevati e il sedere era proprio sopra la pancia con il buchetto che faceva bella mostra di sé puntando verso il soffitto con testicoli e pene rovesciati in avanti e appoggiati sulla pancia.
Augusto guardò ancora le foto poi si mise un preservativo e salì sul letto. Sistemò i piedi ai lati delle spalle di Jhonny e piegò sulle gambe per abbassarsi. Afferrò con le mani le gambe dietro le ginocchia e a questo punto gli disse di: “adesso lascia i piedi, ti tengo io in posizione.”
Spostò le mani mentre l’uomo, spingendo con forza, lo portò in una posizione di equilibrio che lo faceva restare con le chiappe dritte in alto.
“Si, credo sia proprio così.”
A quel punto si sistemò in modo da avere il pene proprio sopra il forellino e piegando le ginocchia si ritrovò a gambe divaricate ben piantato nel suo copro. Effettivamente la posizione era ottima perché poteva facilmente scoparlo alzandosi e abbassandosi sulle ginocchia e al tempo stesso si manteneva in perfetto equilibrio appoggiandosi sulle sue gambe. I visi dei due erano perfettamente uno sopra l’altro, a circa mezzo metro di distanza e i loro occhi iniziarono a fissarsi. Lo fecero per quasi tutto il tempo di quella lunghissima penetrazione.
Iniziò così una la cavalcata che durò una buona mezz’ora, sottolineata costantemente dai lamenti del ragazzo che sembrava godere come un riccio.
Ogni tanto, dopo averlo tirato fuori del tutto, si spostava un pochino indietro senza mai lasciare la presa sulle gambe e ammirava la fessura spalancata e ricoperta di schiuma che “si agitava” pulsando cercando di richiudersi pur senza riuscirci perché quando i due margini si avvicinavano un’improvvisa pulsione li allontanava di nuovo prima che si accostassero ancora. Quel fremere e quegli umori che ne uscivano lo eccitavano e continuò a fissare il buchetto che cercava di riprendere la dimensione naturale dopo le forzose stimolazioni a cui era stato sottoposto. Quando finalmente sembrava essersi richiuso si faceva avanti, appoggiava nuovamente la grossa cappella sull’orifizio e, slargandolo assai facilmente, ci si tuffava nuovamente dentro scendendo fino a sentire le palle sbattere contro il pube e ricominciando quindi a stantuffare con ritmo e forza.
Continuò incessantemente davvero a lungo prima di raggiungere un bellissimo orgasmo che gli fece riempire per la seconda volta il sacchettino.
Non ci furono molte parole ma solo un prendere fiato per tutti e due.
Quindi, visto che si era fatto tardi e le tre ore dell’incontro erano quasi finite lo congedò.
“E’ stato bello. Mi piaci. Ti cercherò ancora.”
“Si, anche per me. Mi hai fatto godere alla grande… di solito non capita.”
“Dai! Magari lo dici a tutti.”
“Ti assicuro che scopate come queste le trovi raramente, davvero.”
“Ok” aggiunse prendendo dal portafogli i contanti per saldare come era solito fare.
“Ecco, trecento. Tu fai anche la giornata?”
“Si, si faccio tutto. Se vuoi posso fare anche il giorno e mezzo.”
“Interessante, lo ho provato una volta e mi ha veramente sfiancato… Però avere l’amante che ti dorme vicino… è super.”
“Se vuoi puoi anche chiamarmi direttamente. Costo molto meno. Per oggi mi avresti dato cento...”
“Cento? Cazzo! Un terzo...” Ma quanto ti danno per oggi?”
“Cento.”
“E quindi le altre duecento le tengono loro?”
“Si. Ma dicono che hanno tante spese… pubblicità, sito internet, centralino, spese mediche...”
“Spese mediche?”
“Si, ci fanno controllare tutte le settimane. Una volta a settimana dovrò fare un’analisi del sangue. Vogliono essere sicuri della nostra salute per poter offrire un servizio ottimo. Sai quanti lo vogliono fare senza protezione… Prima di farmi lavorare hanno voluto vedere l’esito delle analisi.”
“E anche tu lo fai senza?”
“Qui non me lo hanno ancora chiesto ma prima con i ragazzi che vedevo… si, lo facevo sempre senza...”
“Ok. Ok. Quindi se ti chiamo tu vieni.”
“Si.”
“E quanto vuoi per il giorno e mezzo?”
“Cinquecento.”
“Sempre un terzo...”
“Ma se poi ci vediamo spesso… ti faccio uno sconto.”
“E se ti chiamano dal centro? Non devi essere sempre disponibile?”
“Si, ma non credere che ci siano tanti che pagano così tanto. Non è che con loro si lavori molto. Me lo ha detto uno che è qui da due mesi. E poi se non rispondo dopo due tre chiamate passano ad un altro...”
“Mi sa che ci vedremo presto. Mi piaci sempre di più.”
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