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Gay & Bisex

CHE NOSTALGIA IL CHIOSCO SULLA SPIAGGIA


di RedTales
26.08.2020    |    14.700    |    19 9.7
"Purtroppo non riuscii a trattenermi perché il piacere per quella lunghissima scopata ormai era diventato incontrollabile e continuai a urlare come una vera..."
Quella sera ero particolarmente eccitato perché Stefano mi aveva promesso che avrebbe portato tre amici e sarebbe stata la prima volta con quattro ragazzi. Qualche giorno prima mi aveva chiesto se mi era piaciuto quando lo avevo fatto con lui e con un suo amico e gli avevo risposto che era stato fantastico avere due cazzi insieme e così aveva rilanciato per quattro. Avevo accettato, pentendomi subito dopo di essere stato così… spavaldo ma ormai lo avevo fatto e così andai nuovamente al chioschetto di suo zio sulla spiaggia per quel nuovo incontro.
Appena arrivai mi sedetti sul muretto che delimitava la stradina e aspettai mentre mille pensieri mi balenarono in testa su quello che stavo per fare e cominciai ad avere dei dubbi se stessi facendo la cosa giusta. Fortunatamente vidi arrivare qualcuno ma, visto quanto era buio, non riconobbi Stefano finché non fu a pochi metri da me.
Mi salutò e mi presentò Renzo, un suo amico che non avevo mai conosciuto e che, più o meno, doveva avere la sua età. Raggiungemmo la casetta di legno e, una volta entrati, guardai con attenzione quello sconosciuto con cui avrei scopato. Era un bel ragazzo e, potendolo vedere bene, lo considerai un po’ più vecchio del mio amico, forse sulla trentina.
Nel frattempo Stefano aprì tre bottigliette di Coca che bevemmo mentre il nuovo arrivato mi chiese di dove fossi, quanti anni avessi, da quanto fossi lì o come avessi conosciuto Stefano. Si dimostrò stupito dei miei diciotto anni e si mantenne sempre sul vago non entrando mai nel merito del perché fossimo lì finché, una decina di minuti più tardi, Stefano decise che gli altri non sarebbero venuti, visto che ormai erano in ritardo di una buona ventina di minuti e ci propose di cominciare. Ci mostrò un tavolino rettangolare sul quale mi sarei dovuto mettere alla pecorina: “è dell’altezza giusta. Ti metti sopra gattoni e sei pronto per prenderlo. Sopra ci mettiamo dei cuscini così non è neanche duro.”
Un attimo dopo quell’improvvisata postazione era pronta e lui spense la luce principale lasciando però accese quelle alle pareti e quindi mi chiese di spogliarmi.
Lo feci con disinvoltura sentendomi a mio agio e quindi mi sistemai sul tavolino.
Stefano mi accarezzò il culo e poi mi divaricò le natiche per far vedere il mio fiorellino al suo amico: “cominci tu?” gli propose.
Quello, senza farselo ripetere, si aprì la cerniera e istantaneamente, dopo avermi spalmato della saliva mi prese con decisione. Mi sembrò evidente che era abituato a farlo perché mi accorsi subito che sapeva muoversi bene ed anche da come mi teneva i fianchi con le mani era evidente che se li sapeva proprio scopare i culi. Fu anche bravo perché mi fece sentire dentro una gran bella presenza e mi procurò un deciso piacere.
Mi scopò al piccolo trotto fino a venire per poi lasciar posto all’altro che si alternò subito iniziando a fare altrettanto. Anche con Stefano provai un deciso piacere tanto che dalla punta del mio pene, durissimo, iniziò a colare un lungo filo lucido che arrivò fino ai cuscini. Una ventina di minuti dopo mi riempì di crema anche lui e, sentendolo uscire e vedendo l’altro che si era già chiuso i pantaloni pensai che ormai stavamo per finire.
Fu proprio in quell’attimo che qualcuno bussò alla porta.
“Stefano? Sei lì? Sono Loriano. Sono arrivato. Siete ancora lì?”
Era l’amico di Stefano, quello che mi aveva scopato con lui qualche giorno prima.
La porta si aprì e tre teste fecero capolino sull’uscio.
Feci per spostarmi per non farmi vedere così ma il mio amico mi chiese di rimanere immobile: “fermo, fermo! Resta fermo così che sei proprio uno spettacolo con il culo che ti cola...”
Pur girando la testa riuscii a vedere a fatica i nuovi arrivati e mi sentii decisamente in imbarazzo di fronte ai due sconosciuti che erano appena entrati e pensai persino che magari mi conoscevano.
Fortunatamente appena li vidi in faccia constatai di non averli mai incontrati e ne fui felice.
“Arrivate al momento giusto. Lo abbiamo già riempito ma ce ancora posto” disse allegramente Stefano facendo notare come lo sperma mi colasse lungo le cosce.
Risero tutti mentre io sorrisi.
“Lo prende solo in culo o lo sa anche succhiare?” chiese uno dei due sconosciuti.
“E che cazzo!” intervenne immediatamente Stefano: “credi che non lo sappia fare? Paolo è un mago dei pompini con ingoio. Non si fa scappare nemmeno una goccia. Vero Paolo?”
Feci di sì con la testa, restandomene sempre fermo a quattro zampe e per confermare le mie abilità orali mi passai la lingua più volte tra le labbra mentre vidi Gioele, quello che lo aveva chiesto, avvicinarsi alla mia testa e sventolarmi davanti agli occhi il suo bastone quasi ponto. Subito dopo me lo appoggiò tra le labbra e io me lo infilai in bocca cominciando a succhiarlo.
Mi misi a farlo con attenzione cercando di fare del mio meglio quando un altro mi prese da dietro all’improvviso. Pur senza farlo uscire dalla bocca lanciai un piccolo grido per la sorpresa e perché mi accorsi che questa volta mi avevano infilato dentro qualcosa di più grosso di prima.
Cominciò a sbattermi con un bel ritmo portandomi subito ad un notevole livello di goduria al punto che mi trovai quasi in difficoltà nel continuare con il pompino. Credo che se ne accorse anche Gioele perché mi afferrò la testa con le mani e iniziò pure lui a scoparmi, anche se in bocca.
Cominciò a spingerlo dritto dritto fino in gola smettendo si sprofondarsi dentro solo dopo alcuni miei colpi di tosse per quel senso di nausea che mi procurò. Continuò quindi senza esagerare mentre io ripresi a godere per quanto mi faceva quello dietro al punto che mi accorsi che Gioele raggiunse l’orgasmo solo quando mi ritrovai la bocca piena.
A quel punto, soddisfatto, si sfilò e mi strofinò il suo cazzo dappertutto sulla faccia ma quasi non me ne accorsi perché ero nel pieno del mio orgasmo, con il cazzo che pulsava e che ritmicamente lasciava uscire fiotti di sperma che continuavano a cadere sul cuscino. Avrei voluto afferrarmi il cazzo con le mani ma, vista la posizione, non ci riuscii.
Fortunatamente, come se avesse sentito quel mio desiderio, qualcuno lo afferrò e iniziò a menarlo facendomi completare l’espulsione di un’altra consistente quantità di sperma mentre tutti mi sentirono gridare come una gatta in calore. Purtroppo non riuscii a trattenermi perché il piacere per quella lunghissima scopata ormai era diventato incontrollabile e continuai a urlare come una vera troia, cercando perfino di divincolarmi da quella posizione perché ormai tutto era davvero troppo potente. Chiaramente mi tennero fermo e non potei scappare da quel piacere estremo che si placò solo per qualche istante durante il cambio di partner.
Infatti finito uno riprese un altro che mi sembrò un indemoniato per la foga con cui cominciò a montarmi al punto che, sfinito, non riuscii più a sorreggermi sulle braccia e mi lascia cadere con la faccia sui cuscini. Ovviamente il culo rimase ben rivolto verso l’alto consentendo allo sconosciuto amante di continuare a fare quello che voleva dentro di me.
Finito quello ci fu un altro cambio e poi credo ancora altri ma ormai, strafatto di piacere, non mi capacitai più della fisicità del mio corpo che ormai tremava, vibrava, si contorceva con spasmi che via via accrescevano quella sensazione di orgasmo infinito che mi aveva avvolto facendomi uscire dalle dimensioni di tempo e spazio.
Il giorno dopo Stefano mi raccontò quanto gridai, quanto schizzai, quanto il mio cazzo rimase sempre duro e dritto e di quanto si fossero diverti tutti a masturbarmi. Mi disse anche di come, nonostante sembrassi quasi stordito, continuassi ad implorarli di non smettere di scopare. Di tutto questo purtroppo non ho che vaghi ricordi. Sono certo però di aver goduto in un modo inenarrabile, raggiungendo stratosferiche soglie di piacere senza più riuscire a controllare il corpo ormai ceduto totalmente ai miei amanti. Ebbi anche coscienza di essermi offerto volontariamente loro a gran voce per rendere infinita quella sensazione che non avevo mai provato.
Purtroppo, anche se quando tornai a casa non ne ebbi coscienza, perché tutto era avvolto in una vaga nube di indefinito, come se fossi ubriaco, la mattina dopo realizzai quanto fossi incrostato tra le chiappe e sulle gambe e quanto mi bruciasse sia dentro che tutto intorno all’ano. Quel fastidio mi durò alcuni giorni al punto che al secondo chiesi pure consiglio proprio a Stefano se fosse il caso di andare da un medico. Lui me lo sconsigliò e non ci andai.
Fortunatamente, anche se lentamente, passò tutto.
Ho rivisto altre volte quei quattro e Stefano mi ha fatto andare anche oltre, offrendo le mie terga perfino a sette maschi contemporaneamente.
In quelle occasioni ho sempre goduto tantissimo e ho cercato anche in seguito, per quanto mi fosse possibile far organizzare quel tipo di incontri, di farmi trovare al centro degli interessi di più uomini contemporaneamente.
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