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LASCIATI DALLE MOGLI


di RedTales
20.03.2021    |    19.475    |    15 9.9
"” Con un certo impaccio tolse tutto restando immobile come in attesa di un giudizio di Nanni che, accovacciato per terra, lo squadrò dal basso verso l’alto..."
Nanni, un giovanile quarantacinquenne, ormai lo conoscevano in tanti. Due o tre volte alla settimana lo si vedeva nei soliti locali alla ricerca di divertimento. Da quando si era separato, cinque anni prima, aveva cominciato a frequentare alcuni pub e bar dove, visto il carattere estroverso e simpatico, riusciva a legare con tanti e, un po’ alla volta, si era anche sparsa la voce della sua grande… disponibilità. Infatti, dopo che la moglie lo aveva lasciato, si era lasciato andare alle prime voglie giovanili che per parecchi anni aveva represso, ricominciando a frequentare solo altri maschi.
Non che fosse bellissimo o con un fisico particolarmente “scolpito”, anzi qualche chilo di troppo lo aveva ma giocava a suo favore il lasciarsi coinvolgere con assoluta facilità partecipando e assecondando praticamente tutte le richieste che gli venivano fatte.
Spesso si intratteneva con giovani, anche con più di uno alla volta e da molti era considerato una vera “nave scuola” per imparare come fare con un altro uomo.
Quel giorno, appena entrato, fu invitato a sedersi da Luigi, un anziano signore che conosceva bene e con cui era già stato alcune volte.
“Lui è Michele, un vecchio amico.”
“Ciao.”
“Ciao.”
“Sai, gli ho parlato di te...”
“Spero bene...”
“Bene! Benissimo! Di te non si può che parlare bene. Sei proprio una brava persona.”
“Grazie” rispose con un dolcissimo sorriso.
“Si, si, mi ha detto tante cose e anche che tu… ovviamente se vuoi... si può...” quasi balbettò Michele.
“Tanto per farla breve. A Michele piacerebbe venire con te. Che dici? Si può fare?”
Guardò il suo vicino, anche lui sulla settantina, forse qualcosa di meno, bel viso, gran fisico per l’età e gli sorrise: “certo, certo, mi fa piacere. Quando vuoi.”
“Anche subito, che ne dici?” ribatté il suo conoscente.
“Ti va?”
“Si, si.”
“E… dove?”
“Va bene a casa mia. Vivo da solo.”
“Certo!”
“Visto! Che ti dicevo. E’ sempre gentile e disponibile. Vedrai che ti farà morire… E’ incredibile quello che fa...”
“Dai! Così mi fai diventare rosso...”
Risero.
Poco dopo uscirono.
“Dove abiti?”
“Zona San Rocco… Via Padova.”
“Sì, sei in macchina?”
“Sì.”
“Ti seguo, ho la mia proprio la.”

Entrarono nell’appartamento di un anonimo condominio e Michele gli chiese se voleva bere qualcosa e quindi si sedettero sul comodo divano a sorseggiare.
Visto il silenzio dell’uomo fu Nanni a rompere il silenzio entrando subito in argomento: “cosa ti piace fare?”
Dopo una breve pausa piena di imbarazzo: “non so… un po’ di tutto.”
“Anche a me. Anche se mi piace ancora di più far fare… Ti avrà detto Luigi che preferisco prenderlo… E poi dicono che con la bocca non me la cavo niente male… Tu? Lo prendi?”
Seguì un silenzio ancora più imbarazzato prima che, a bassa voce, Michele sussurrasse: “non lo so. Non lo ho mai preso ma è anche la prima volta che vado con un maschio. Io pensavo di fare come con le donne…”
“Prima volta! Dio che onore. Certo che puoi fare come con le donne. Mi piace. E’ quello che cerco. Tu fai il maschio cazzuto io la femminuccia tutta bocca e figa. Solo che me lo metti nel culo e non nella figa. Ti va?”
“Si, si, pensavo proprio a qualcosa così.”
“Grande. Mi piace” aggiunse appoggiandogli la mano sulla patta: “mh! Mi pare che ci sia già qualcosa di duretto qua sotto” e, senza attendere, gli aprì i pantaloni facendo far capolino ad una grossa cappella.
“Ma! Ma così… Così… subito… Senza neanche un bacio...”
“Dio! Dio che tenero. Vuoi che ci baciamo? Ma certo, così è tutto più dolce.”
Gli si avvicinò e appoggiò le labbra sulle sue e, un istante dopo le lingue iniziarono a rincorrersi mentre Michele lo strinse in un forte abbraccio. Continuarono a baciarsi fin quando Nanni non si staccò e si lasciò scivolare in basso per iniziare a leccare quel saporito cannolo.
“Scusa… scusa… potresti spogliarti? Mi piacerebbe vederti tutto nudo mentre facciamo.”
Si staccò dal suo gustoso boccone che aveva appena iniziato ad assaggiare e si alzò in piedi davanti a lui togliendosi lentamente e con attenzione ogni cosa.
“Dio! Ma? Ma sei senza… Ma sei depilato?”
“Si, mi piace e ho anche la pelle morbida e liscia, senti.”
Allungò la mano per accarezzargli la gamba che aveva piegata e appoggiata sul divano.
“Ti piace? Sono liscio? Come le donne, vero?”
Fece di sì con la testa senza smettere di fissarlo dappertutto.
“Ma anche lì sulle palle. Ma… ma non fa male radersi?”
Rise scuotendo la testa: “senti, senti come sono morbide e vellutate.”
Vedendo la sua incertezza nello spostare la mano dalla coscia ai testicoli decise di prenderla e di metterla proprio lì dove Michele, con delicatezza, iniziò a farla scorrere.
“Sai, hai la coscia vellutata come la mia Maria.”
“Maria?”
“Sì, mia moglie. Mi ha lasciato tre anni fa. Era tanto più giovane di me e...”
“Capita. Anche la mia mi ha lasciato e ho scoperto un mondo meraviglioso. Altro che moglie e qui che mi diverto e che godo come un riccio...”
Finalmente riuscì a strappargli una risata e ne approfittò: “allora? Come ti sembro? Posso andarti bene? Però prima di dirmi di no lascia che ti faccia un pompino… Giuro che non te ne pentirai.”
Michele rise ancora e si alzò: “aspetta, mi spoglio anch’io.”
Con un certo impaccio tolse tutto restando immobile come in attesa di un giudizio di Nanni che, accovacciato per terra, lo squadrò dal basso verso l’alto particolarmente colpito dal pene lungo e grosso.
“Allora? Sono tanto vecchio? Mi vuoi ancora?”
“Vecchio? Ma se hai un fisico bestiale. Niente pancia, tutto dritto e con un cazzo… Che cazzo! Ma come ha fatto a lasciarti con un cazzo così?”
Risero ancora mentre Nanni, sollevandosi sulle ginocchia lasciò appoggiare i testicoli nel cavo della mano e iniziò a leccare l’asta partendo dal fondo.
Michele fu scosso da una serie di brividi: “ti piace?” esclamò Nanni interrompendosi.
“Tantissimo. Mi fai tremare. Piano, piano. Sono più di tre anni che...”
“Che?”
“Che non lo faccio e poi non è che Maria me lo leccasse. Non so neanche più da quanto è che non me lo leccava. Trent’anni?”
Nanni rise prima di spalancare completamente la bocca per infilarsi dentro quella grossa cappella.
Fu un attimo e la vide scappar fuori perché il suo uomo fece un balzo indietro lanciando un urlo.
“Ti ho fatto male con i denti?” chiese preoccupato Nanni.
“No, no. Ma è stato troppo forte. Maria non me lo faceva più da dopo sposati. E’ stato troppo bello. Scusa. Non sono riuscito a resistere.”
“Allora abituati… questo è solo l’antipasto.”
Michele gli si avvicinò offrendogli nuovamente il sesso e lui, anche se con maggior circospezione, se lo infilò nuovamente in bocca.
Come lo strinse tra le labbra lo sentì fremere, tremare e contrarsi iniziando a mugolare come un adolescente alla prima esperienza. Nanni, sentendolo così sensibile, cercò di andarci cauto ma, anche il solo muovere la lingua lungo l’asta lo faceva letteralmente saltare dal piacere.
Continuarono così ancora un pochino fin quando un disperato: “fermati! Fermati! Fallo uscire. Altrimenti vengo.”
Lo lasciò libero osservando quanto fosse rosso e grosso e come continuasse a vibrare con piccoli ripetuti scatti.
“Ti piace?”
“Tantissimo. Ma non voglio venire. Non così… Non adesso...”
“Dai! Se ti piace lasciami fare. Adesso ti svuto e poi riprendiamo...”
“No! No!”
Ma Nanni non lo ascoltò e dopo averlo lasciato scorrere fino in fondo alla gola, senza usare più alcuna attenzione, prese a muoversi avanti e indietro e, per essere certo di non perderlo, gli afferrò le chiappe con mani per aiutarsi nei movimenti.
Riuscì a farlo andare su e giù una manciata di volte prima che con urla disperate, e cercando pure di liberarsi da quella presa, Michele gli rovesciasse in bocca un’abbondante colata di calda crema. Provò ad insistere ancora ma il suo partner, allo stremo del piacere, gli si accasciò davanti riuscendo a liberare il cazzo da quella bocca famelica e si ritrovarono tutti e due seduti per terra.
“Ti è piaciuto?”
Lo guardò con gli occhi stravolti, paonazzo in volto e senza fiato borbottò un: “mi fai morire. Non ho mai goduto così tanto in vita mia. Neanche da giovane...”
Gli sorrise provando a sincerarsi subito: “ma poi ti torna a tirare?”
“Se mi fai ancora quelle cose sicuro che mi tirerà ancora...”
Risero ancora e, dopo una pausa ristoratrice per Michele, si spostarono sul lettone per stare più comodi.
“Adesso mi tocca ricominciare tutto da capo” scherzò Nanni iniziando a toccare Michele.
Ci mise poco perché l’esperienza giocò a suo favore e ben presto si ritrovò davanti agli occhi quel bel cazzo nuovamente dritto.
“Ma dove hai imparato? La mia Maria non mi ha mai fatto niente del genere...”
“Se vuoi la vera sincerità… nemmeno mia moglie mi faceva mai niente del genere… Che dici? Vuoi provare a scoparmi?”
“Così? Magari qualche bacio prima...”
Si abbracciarono e ripresero a scambiarsi un lungo bacio poi Michele gli chiese di mettersi sotto e, dopo svariati tentativi, riuscì a trovare la fessura giusta e si spinse nel culo di Nanni che ormai era pronto ad accoglierlo, anzi, lo aspettava.
Si diede da fare e si impegnò a lungo, tormentando con il suo grosso stantuffo il suo amante, alla fine cominciò a cedere e se ne scusò: “non ce la faccio. Vuoi che ci giriamo?”
Nemmeno rispose e, stando attento a non farselo uscire dal culo si rigirò fino a ritrovarsi sopra Michele. Sistemò le gambe e quindi iniziò a scoparsi con lenti movimenti che, piano piano, iniziarono a diventare sempre più veloci.
Proseguì a lungo fin quando Michele non cominciò nuovamente a dare segni di profondo piacere e, quasi vaneggiando, iniziò a smaniare annunciando il suo prossimo orgasmo. Ci mise poco ed eiaculò una seconda volta con Nanni che raccolse dentro di sé anche questa ondata prima di fermarsi completamente impalato sull’imponente pene che lo aveva penetrato e che resisteva ancora nella sua splendida forma eretta.
“Dio! Dio mio! Mi hai fatto godere alla grande ma tu...”
“Anch’io. Anch’io. Sono venuto prima di te ma ho continuato...” disse passandosi la mano sul sesso e poi sulla pancia di Michele e mostrandogliela completamente ricoperta di sperma.
Restarono a lungo sdraiati uno di fianco all’altro raccontandosi reciprocamente le loro vite e, nelle settimane successive, si incontrarono ancora più e più volte
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