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E, PER LA PRIMA VOLTA, SI RITROVÒ UN CAZZO IN MANO


di RedTales
28.11.2021    |    21.455    |    25 9.7
"” Rimase esterrefatto e totalmente incapace di decidere, con la testa quasi svuotata di ogni pensiero..."
Era da tanto che ci pensava ma non aveva mai trovato il coraggio di provarci però quel tardo pomeriggio prese la decisione e, dopo aver fatto diverse volte su e giù davanti all’ingresso del cinema, aspettando che non ci fosse nessuno lungo la via, appena la vide vuota, si affrettò verso l’ingresso. Fu un attimo e si trovò dentro. L’atrio era vuoto. Una decina di metri più avanti vide la cassa ed una signora attempata dietro il vetro.
Con lo sguardo basso si avvicinò e appoggio due banconote da diecimila lire.
“Ma quanti anni hai? Hai un documento?”
La domanda lo sorprese e, imbarazzatissimo, rimase fermo un istante prima di prendere la carta d’identità che allungò verso la mano che, protesa verso di lui, la stava aspettando.
La signora guardò il documento e, senza aggiungere altro, lo restituì a Mattia assieme al resto e al biglietto.
Lo prese e si diresse verso la grossa tenda di velluto che, un istante dopo, lo fece sparire nella buia sala. Si fermò, fatti alcuni passi, cercando di orientarsi in quella buia atmosfera agitata solo dai lamenti e dai sospiri della pellicola. Rimase immediatamente colpito dal primissimo piano, a tutto schermo, di una penetrazione anale che catturò la sua attenzione. L’attrice miagolava come una gatta in calore mentre il grande cazzo entrava e usciva con velocità dal suo ano.
Dopo alcuni minuti i suoi occhi si abituarono all’oscurità e si accorse che, poco lontano da lui, c’erano altre persone in piedi in fondo alla sala mentre un’altra ventina erano sedute nella platea. Non sapeva bene cosa attendersi anche se più volte aveva sognato quel momento. In ogni caso adocchiò una zona vuota a metà sala e si diresse da quella parte, entrando in una fila dove non c’era seduto nessuno. Avanzò di alcune poltrone e quindi si sedette, restando subito rapito dalle immagini ma iniziò anche a girare la testa per vedere gli altri spettatori. Notò che c’erano solo uomini e, quando la luce dello schermo diventava più intensa, si accorse che la maggior parte era piuttosto… anziana.
Una decina di minuti dopo notò qualcuno fermarsi all’inizio della sua fila, indugiare ed infine entrare. Avanzò fino ad avvicinarsi e si sedette proprio nel posto accanto al suo. Pensò che, se si era fermato proprio lì, sicuramente non era un caso e rimase immobile cercando di capire le intenzioni di quello sconosciuto che, per timore, nemmeno aveva guardato. I primi minuti non successe nulla poi sentì il gomito dell’altro appoggiarsi sul bracciolo e attaccarsi al suo. Rimase ancora fermo e, dopo interminabili minuti, la mano dell’uomo si spostò sopra la sua. Mattia non fece nulla, nemmeno quando l’altro iniziò ad accarezzargli il dorso anche se incominciò ad eccitarsi. Poco dopo, vedendolo così disponibile, lo sconosciuto gli strinse la mano spostandogliela sopra il proprio pacco ed iniziò a muoverla. Il ragazzo si accorse subito che l’uomo aveva un’erezione e, finalmente fece anche lui qualcosa: strinse le dita afferrando il pene e cominciò a palpeggiarlo. Solo a quel punto l’uomo gli liberò la mano e si allungò sulla sedia.
Mattia iniziò a stringere, spostando le dita un po’ in su e poi in giù e constatò come l’uomo avesse il sesso duro. Poco dopo sentì le mani del suo vicino armeggiare sui pantaloni e quindi si ritrasse, ritornando ad appoggiarsi sul bracciolo. Non osò guardare cosa stesse facendo, rimanendo con lo sguardo fisso sullo schermo, ma intuì che si stava apprendo la patta e, probabilmente, abbassando anche le mutande. Come i movimenti finirono la mano dell'uomo prese nuovamente la sua e la riportò in mezzo alle gambe. Questa volta, sotto alle dita, sentì distintamente le forme del sesso che ora si offriva alle sue attenzioni senza più l’ostacolo degli indumenti. Seppure fosse la prima volta che toccava un pene, iniziò immediatamente ad accarezzarlo facendoci scorrere sopra le dita. Riconobbe il rigonfiamento della cappella, il frenulo e percorse con i polpastrelli l’asta fin che raggiunse i peli del pube. Risalì e quindi strinse la punta di quel duro bastone tra l’indice, il medio e il pollice. Era caldo, liscio ed… eccitante. A quel punto provò a serrarlo nel pugno ma proprio in quell'istante comparve la scritta: “fine primo tempo” e, istantaneamente, la sala si illuminò.
Con un gesto fulmineo tolse la mano, diventò rosso come il fuoco e sprofondò nella poltroncina sperando che nessuno lo notasse. Nemmeno pensò di guardare l’uomo che sedeva al suo fianco anche se con la coda dell’occhio poteva benissimo vedere il suo cazzo al vento. I pochi minuti di quella pausa gli sembrarono eterni e iniziò a sudare sentendosi avvampare. Fortunatamente, al culmine del suo imbarazzo, venne a salvarlo il buio e la continuazione del film.
A quel punto l’uomo si piegò verso di lui e, avvicinata la bocca all’orecchio, con voce profonda sussurrò: “vuoi che andiamo in un posto più tranquillo? Vieni, seguimi.”
Rimase esterrefatto e totalmente incapace di decidere, con la testa quasi svuotata di ogni pensiero. La timidezza prese il sopravvento facendolo diventare un docile agnellino che si alzò e, rispondendo positivamente all’invito dello sconosciuto, lo seguì fino a metà sala dove, scostando delle tende, entrarono nel gabinetto. Anche qui la luce era fioca ma, per la prima volta, alzò lo sguardo per vedere chi fosse quell’uomo e si meravigliò molto nel vederlo tanto, ma tanto più vecchio di lui. In particolare lo colpirono i capelli bianchi ma, prima che potesse prendere una qualsiasi decisione, quello lo incalzò con un: “quanti anni hai?”
“Diciannove.”
“Che meraviglia. E ti piace già così tanto il cazzo?”
Non rispose immediatamente mentre l’uomo gli fece cenno di entrare nel primo bagno: “siediti.”
Guardò la tavoletta, la chiuse e ci si accomodò sopra. Entrò anche l’uomo e chiuse la porta alle sue spalle. Rimasero soli in quel piccolo spazio angusto e, dopo che quello si aprì i pantaloni, Mattia ebbe il suo cazzo proprio all’altezza della faccia.
Lo guardò come ipnotizzato, fissando ogni particolare di quel sesso: il pene scappellato luccicava, il glande era più scuro del resto, il bastone era percorso da vistose vene, i testicoli, grossi e molto pelosi, penzolavano, il pube era ricoperto da una contorta foresta di peli. Lo trovò non del tutto eretto ma già capace di restare quasi orizzontale rispetto al corpo. Continuò ad essere assorto da quella visione fin quando un secco: “allora? Che fai? Lo guardi? Su, datti da fare. Toccalo!” non lo scosse. Allungò la mano e, con la punta dell’indice, iniziò a sfiorare il glande turgido. Lo percorse scendendo verso il basso per poi risalire e quindi cominciò a stringere il bastone, prima tra pollice ed indice e quindi lo serrò nel pugno. Lasciò quindi la presa per scendere fino alle palle che poi soppesò nel palmo. Quel timido approccio piacque tanto all’uomo che, sotto gli occhi meravigliati di Mattia, raggiunse la completa erezione. Ora il pene, ancora più rigido e grosso, puntava direttamente verso l’alto e la pelle era completamente scesa lasciando del tutto scoperta la cappella, sempre più violacea e lucida.
Mattia lo afferrò e iniziò con evidente insicurezza a farlo scorrere nel pugno, come se volesse provare a masturbarlo.
“Vuoi farmi una pugnetta?”
Neanche capì cosa voleva dire perché non conosceva quella parola ma si irrigidì quando sentì il resto: “solo con la manina? Non gli dai una succhiatina? E’ buono sai? E pulito… Lo ho lavato prima di venire al cinema.”
Notando l’indecisione proseguì: “ma se vuoi puoi fare solo con la mano. Hai delle belle manine, sai?”
Riprese a masturbarlo, sempre più affascinato da quel sesso maschile che, per la prima volta, poteva tenere in mano, guardare, odorare. Ne sentì il profumo che gli sembrò buonissimo pur essendo preponderante la fragranza del sapone su quella dell’uomo…
Andò avanti per un po’, stregato dalla pelle che scorreva verso l’alto per ricoprire il glande e che poi scendeva fino a scoprirlo. Stringeva il pugno e fissava quello spettacolo. Pensò che, pur avendolo fatto centinaia di volte su di sé, non si era mai soffermato sui dettagli…
Continuò a lungo, forse con troppa delicatezza, fin quando l’uomo, ormai eccitatissimo, decise che era arrivato il momento di… concludere. In modo brusco gli spostò la mano e si afferrò il cazzo iniziando a masturbarsi con decisione e velocità. Mattia continuò a fissare quei gesti frenetici fin quando non vide uscire le prime gocce, seguite da un ulteriore densa colata che si fermò sulla mano. Per il ragazzo fu uno spettacolo molto eccitante e sentì il suo pene schiacciarsi con forza contro i jeans.
“Bene! Bello! Mi è piaciuto. Lo tocchi ancora?”
Ci pensò un istante prima di appoggiare nuovamente la mano sul membro sgocciolante provando subito un senso di ribrezzo. Ma non volle deludere la richiesta e riprese a far scorrere i polpastrelli sull’umido percorso. Immediatamente sentì un nuovo odore: forte, quasi acre, molto diverso da quello del suo sperma ma ne rimase attratto, trovandolo quasi delizioso, tanto che si avvicinò con la faccia per poterlo sentire meglio.
La cosa non sfuggì al vecchio che la interpretò diversamente: “ti piace la crema? Vuoi leccarla? Fai, fai… Mi piace che me lo lecchi.”
Invece, per tutta risposta, Mattia si allontanò di colpo, facendo ridere l’uomo: “mica ti mangio…” anche se non smise di accarezzarlo e, subito dopo, lo strinse ancora nel pugno provando una strana sensazione nel sentirlo così bagnato ed attaccaticcio. Ormai il bastone stava perdendo vigore e ciò galvanizzò ancora di più l’attenzione di Mattia che, in breve, si ritrovò a stringere tra le dita un flaccido salsicciotto colloso. E, in quel preciso istante, sentì il desiderio di provare ad appoggiarci sopra la punta della lingua ma, come provò nuovamente ad avvicinarsi un lapidario: “è andato. Adesso ci vuole un miracolo per tirarlo su. Ti è piaciuto?” lo fermò.
Con la testa fece un cenno di consenso mentre l’altro, spostandosi indietro, si ricompose.
“Bravo, bravo, andiamo.”
Uscirono e, ritornati in sala, l’uomo, dopo avergli sussurrato un ciao, si diresse verso l’uscita, lasciandolo sorpreso e incerto su cosa fare.
Si guardò intorno notando che diverse persone lo guardavano e provò imbarazzo pensando che tutti, avendoli visti uscire dai bagni, stessero immaginando che cosa avevano appena fatto. Si vergognò e, a testa bassa per non incrociare lo sguardo di nessuno, si diresse anche lui verso l’uscita.
Quando fu fuori camminò con passo veloce, fissando il marciapiede, come se così nessuno potesse vederlo, verso la macchina che la mamma gli aveva prestato e salì frettolosamente nell'abitacolo.
A quel punto si guardò intorno. Non c’era nessuno. Fece un profondo respiro. Si aggiustò il pene che, ancora duro, era messo malissimo ed infine portò la mano al naso per respirare nuovamente quell’inebriante aroma di maschio.
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