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Prime Esperienze

I giocattoli di Maria


di ringo00
31.07.2023    |    6.468    |    4 8.9
"Si sarà stancato di me? , pensò, Avrà trovato un'altra, magari una fighetta ventenne? Il pensiero la fece rabbrividire, ma davanti all’evidenza cominciò a..."
-ATTENZIONE- QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA

Ringo non dava più notizie da un po’: Maria iniziava a preoccuparsi, chiedendosi il motivo di quel silenzio. Si sarà stancato di me? , pensò, Avrà trovato un'altra, magari una fighetta ventenne? Il pensiero la fece rabbrividire, ma davanti all’evidenza cominciò a crederci. Fu un periodo buio: durante il giorno cercava in ogni modo di distrarsi, di non volere pensare a lui, ma di notte, quando abbassava la guardia, Ringo entrava e usciva dai suoi sogni come un fantasma. Riviveva in sogno i loro incontri infuocati, la loro passione, il sesso appassionato che il suo fallimentare matrimonio le aveva fatto mancare troppo a lungo. Il sesso… Maria stava andando in astinenza, le mancava troppo: quante volte, durante le notti insonni, tormentata dal desiderio, si era sparata furiosi ditali morendo il cuscino per non svegliare suo marito che ronfava accanto a lei, ignaro dei suoi bollenti spiriti? Una volta, dopo l’ennesima solitaria masturbazione, si abbandonò ad un pianto silenzioso: “Ringo, dove sei?” mormorò tristemente.
A volte è davvero strano come va il mondo: fatto sta che un paio di giorni dopo, un corriere di amazon suonò alla porta, consegnandole un pacco. Maria si chiese perplessa chi potesse essere il mittente, e dopo un po’ di esitazione decise di aprirlo. All’interno trovò una lettera, vergata da una grafia familiare che le fece venire il batticuore: MIA CARA MARY, MI SPIACE DAVVERO TANTO NON ESSERTI VICINA IN QUESTO MOMENTO, MA IMPEGNI DI LAVORO MI TERRANNO LONTANO ANCORA PER UN PO’. TI HO MANDATO UN REGALO PER SCUSARMI, SPERO CHE TI PIACCIA. CON AMORE, RINGO. “ Maria lesse e rilesse quelle parole a lungo, raggiante di felicità: allora non l’aveva dimenticata! Felice come una bambina davanti ai regali di natale, proseguì nell’apertura: sotto uno strato di carta, spuntò una scatolina, tipo portagioie; all’interno c’era una coppia di piccoli oggetti, che scambió per orecchini, insieme ad un biglietto che diceva “Gioiello per capezzoli. Applicarli ai medesimi per un godimento assicurato “
Incuriosita, Maria decise subito di provare quell’insolito regalo; davanti allo specchio del bagno si tolse la maglietta e il reggiseno, lasciando la sua superba taglia 9 al vento. Con qualche difficoltà riuscì ad infilare i suoi generosi capezzoli dentro quella coppia di oggettini d’argento, e alla fine dovette riconoscere che l’effetto era davvero sexy: si soppesó un paio di volte i seni quando il suo sguardo si posò casualmente sul quadrante dell’orologio, che segnava le otto. Sarebbe dovuta essere in ufficio già da un po’! Si vestí di fretta e uscí di casa, quasi rammaricata do dover interrompere l’apertura del pacco. Oh beh, pensò, andrò avanti stasera, pensò. Nella calca della metro quasto pensiero si affievolí progressivamente fino a sparire, salvo tornare prepotente qualche ora dopo, verso mezzogiorno: Maria cominciò a provare come una sensazione di formicolio al seno mista ad un lieve bruciore, che lì per lì ignoro, ma quando si intensificó si decise ad andare al bagno. A quell’ora l’ufficio era deserto, i colleghi erano tutti in pausa pranzo, non c’era rischio di imbattersi in qualcuno; sbottonó la camicia e sganció la clip del reggiseno, quando un urletto sorpreso le sfuggì dalle labbra: i suoi capezzoli… erano diventati enormi! Già di natura erano abbastanza grandi e scuri, ma ora erano quasi raddoppiati, rossi come fragole mature. Con dita tremanti provó a sfiorarli, e dovette modersi le labbra per non gemere: erano infuocati, resi sensibili dai gioiellini; si bagnó le mani con dell’acqua fredda, cercando un po’ di sollievo, desiderando ardentemente del ghiaccio. Si rivestì giusto in tempo, i colleghi stavano rientrando. Per le ore successive, Maria non pensó altro che a tornare a casa: il seno le doveva, i capezzoli erano chiodi, sperò con tutta se stessa che non si notassero troppo. Quando piacque al cielo, finalmente, quel terribile pomeriggio finí, e Maria si precipitò a casa, chiuse la porta a chiave e gettò camicia e reggiseno lontani da se; libera da quegli strumenti di tortura accese il ventilatore, sostandovi davanti; l’arietta fresca le allevió il bruciore ai capezzoli, accolta con un lungo sospiro. Una volta calmati i bollenti spiriti, si ricordó del pacco, in attesa solo di essere scartato. Divertita da quella insolita caccia al tesoro, Maria si avvicinò; sotto altra carta appallotolata trovò una gradita sorpresa, un dildo di ragguardevoli dimensioni e commovente realismo, con tanto di asta venata e una grossa cappella. Lo accarezzò con lo sguardo prima e con le dita poi, ansiosa di giocarci, ma non era finita, perché, dulcis in fondo, alla base del pacco c’era un’ultima scatola, che rivelò contenere un oggetto che non lasciava spazio a dubbi: un plug anale. Maria rimase interdetta un istante: era fan del sesso anale, che praticava abitualmente con Ringo, ma con un toy… poteva competere con quello vero? Decise di scoprirlo: si spoglió completamente, restando nuda, e presi dildo e plug si recò nella camera detto; in primis optó per quest’ultimo: prese del lubrificante dal comodino, un gel dal gradevole aroma di menta, si umettó le dita e le rivolse al suo sfintere, massaggiandosi lentamente. Il contatto freddo le provocò dei piacevoli brividini, mentre inserì un dito, ben presto seguito da un secondo; Maria si stava scaldando, ai piani bassi ci sarebbe stata l’acqua alta da lì a poco. Continuò a ravanarsi per alcuni minuti, quando decise di tentare un inserimento: puntò l’ordigno sul suo buchino, prese un respiro e spinse. Onestamente si aspettò dolore, fastidio a quanto meno, invece niente, il plug scivolò docilmente nel canalino, con un soffocato risucchio che le strappò un sorriso. Era una sensazione strana, si sentiva la pancia piena, il retto invaso da quell’insolito ospite. Ora riempiamo anche la patata, pensò allegramente. Prese il dildo e le sue labbra si posarono sulla grossa testa, baciandola: immaginò che fosse quella del suo amato, e quel pensiero le diede la carica: le labbra si aprirono, accogliendo la punta del pisellone di lattice, mugolando eccitata. I capezzoli, prigionieri, fremettero forte, la figa iniziò a sbrodolare sul letto; dopo un’ultima leccata al dildo, Maria si sdraió sul fianco, tenendo una gamba ben alzata, tipo ragazza che fa aerobica, e dopo aver stuzzicato un pochino il clito bagnato prese ad inserire quella bestia dentro di sé. Fu un inserimento volutamente lento, volle godere di ognuno di quei quasi venticinque centimetri, le vene in rilievo le accarezzavano piacevolmente le pareti vaginali facendola gemere come una troietta. Quando il dildo fu tutto dentro, cominciò a stantuffarsi, prima piano piano poi con crescente foga, la testa massiccia sembrava colpire il suo utero, la mano stretta a pugno saldamente chiusa attorno al toy, quando le sue dita sfiorarono qualcosa: non aveva notato che era un fallo vibrante, con più velocità, regolabile con dei bottoncini. Maria non pose indugio, mettendolo subito al massimo: urlò a pieni polmoni! Cazzo, esclamò sorpresa, che figata! Il toy vibrava fortissimo, come uno sciame di vespe inferocite, squassando la sua figa fradicia e tremante. Strinse istintivamente le chiappe, sentendo il plug affondare ancora di più nel suo retto, mentre, a gambe spalancate si smanettava come nel più osceno dei porno, presa come non mai da quella frenetica doppia penetrazione. L’orgasmo arrivò quasi a tradimento, scuotendola come un uragano: la figa schizzó una lunga doccia di nettare, una cascata inarrestabile, e Maria approfittò dell’apice del piacere per un’ultima serie di affondi senza pietà, finché, con il polso dolorante per la troppa foga, sentí il proprio corpo rilassarsi. Si abbandonò ansante sui guanciali, devastata; era stata una delle godute migliori della sua vita! Solo il cazzo di Ringo avrebbe potuto fare di meglio, concluse tra sé e sé. Strinse i denti quando impugnó la base del dildo per sfilarlo, di nuovo lentamente, e quando rivide la luce lo contempló per un attimo, enorme e lucente di broda; lo strinse fra le tettone, al caldo, pensando a quando coccolava allo stesso modo il cazzo di Ringo durante le effusioni post sesso. Rimaneva solo il plug: voltò leggermente il sedere, prese tra le dita la base piatta e tirò leggermente, spingendolo contemporaneamente con i muscoli del buchino; tirarlo fuori fu leggermente più laborioso che inserirlo, e quando lo espulse fece un comico POP!, simile ad un tappo sparato via da una bottiglia di champagne. Maria sospirò appagata, grata e piena di amore verso Ringo per un così gradito regalo. Nuda come mamma l’aveva fatta si recò in cucina, prendendo dal freezer due cubetti di ghiaccio, che applicò ai capezzoli liberi dagli anelli. Il contatto gelido fu una carezza sulla pelle bollente, Maria chiuse placidamente gli occhi e si abbandonò sul divano. Mentre stava riposando, la mano destra descrisse un movimento circolare quasi inconscio, lungo il contorno dell’areola scura, poi più giù, lungo il solco fra I seni, sul ventre morbido per finire poi sulla passera, strappandole un brivido di desiderio: quasi quasi mi faccio un altro giro, pensò. Tornò in camera, afferrò vogliosa il cazzone di gomma e si preparò ad una lunga, goduriosa serata…

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