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... e questa volta la perdo io


di ringo00
26.06.2022    |    10.004    |    2 9.5
"La regola era semplice: chi veniva per primo perdeva e lo avrebbe preso nel culo..."
~ATTENZIONE~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA, OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALI È PURAMENTE CASUALE

Ci impiegammo un bel po’ a riprenderci da quella scopata; restammo a lungo abbracciati, i corpi sudati ma non ancora sazi. Ci accarezzavamo languidamente, con gesti lenti, finché Amara non propose saggiamente un'altra doccia per ritemprarci. In breve la scena fu a grandi linee la stessa di poche ore prima, appena entrati nella cabina doccia iniziammo una seconda dose di limonamento appassionato, ma per dare un pochino di pepe al tutto passammo alla masturbazione reciproca, tutt’altro che spiacievole. Quando entrambi fummo duri e tesi al massimo, prese il via il secondo round della nostra scommessa. La regola era semplice: chi veniva per primo perdeva e lo avrebbe preso nel culo. Deciso a spuntarla una seconda volta, mi imposi la calma, mi masturbavo lentamente, giusto per non correre rischi.
Non avevo però fatto i conti con la mia partner: Amara sembrava volersi prendere una piccola rivincita: proprio sul più bello mi infilò la lingua in bocca mentre mi strizzava un capezzolo. Feci forza su me stesso ma fu inutile, scaricai una serie di schizzi in grembo ad Amara. “Ohh~” disse lei, con gli occhi brillanti, “Oh oh oh… guarda un po’, ho vinto!”
Soffocai un’imprecazione, ma una promessa è una promessa: mi misi di spalle, offrendo il sedere, ma Amara sembrava avere altri programmi. Per prima cosa mi fece fare un clistere per pulirmi dentro: osservai con apprensione la cannula dello strumento, ma devo dire che fu molto delicata, unendo dosi abbondanti di lubrificante e delicatezza. Mi ritrovai con la pancia piena d’acqua calda, e lei disse di trattenermi per una decina di minuti, e quando finalmente passarono mi fiondai in bagno per liberarmi, provando un immenso sollievo. Completata l’operazione, Amara mi fece sdraiare sul letto, come avevo fatto io con lei: avevo visto giusto, credo volesse vendicarsi. Se la stava prendendo comoda: mi osservò bene ovunque, accarezzando ed esplorando il mio corpo.
“Mmm, per essere un uomo hai la pelle davvero liscia… E qui” disse, guardandomi le natiche, “hai pochi peli. Hai uno sfintere che sembra un fiore di campo. È vergine?” aggiunse con un piccolo ghigno.
Avvampando, mormorai “Ovvio che si…”
Con un guizzo malizioso negli occhi, Amara si acquattò a pancia in giù come una gatta, mi allargò bene le gambe e avvicinò la lingua al mio buco: il contatto morbido e bagnato mi fece fare un salto strappandomi un urletto che non mi riuscì di trattenere. Amara mi teneva fermo per le gambe, mentre la sua lingua rovistava dentro di me; quel trattamento aveva reso il mio cazzo marmoreo, tremava e lo sentivo bollente, come sul punto di esplodere. Amata si staccò con un bello schiocco, leccandosi le labbra, osservandomi divertita mentre tremavo come una foglia con un’erezione da record. Vidi che stava avvicinando l’indice al mio buchino umido, e dopo una leggera resistenza entrò tutto; strinsi i denti, le mani serrate sul lenzuolo, mentre lei muoveva il dito dentro e fuori, alternando ad un movimento laterale che mi faceva morire.
“Vuoi che ti faccia il vieni vieni?” chiese.
“Vieni… vieni?” domandai perplesso.
Con un sorriso, Amara voltò la mano col palmo all’insù, facendo col ditino il movimento che si fa per invitare qualcuno ad avvicinarsi.
“Eccolo qui… Ti piace? Vieni, vieni, vieni~” “
In quel modo mi stimolava in un modo tale che raggiunsi un orgasmo tremendo, il mio cazzo iniziò a sborrare senza toccarmi, la mia crema formò una piccola pozzanghera sulla mia pancia. Ero sottosopra, scosso dai brividi: mai nessuna ragazza con cui ero stato mi aveva fatto godere così. Amara mi fece mettere a gambe larghe, con le ginocchia alzate: mi sentivo nudo ed indifeso, totalmente in balia di Amara, che mi guardava con porca dolcezza. Mi venne vicino, il cazzetto duro in mano, e puntatolo sul mio buco, entrò senza problemi. Non provai ne dolore ne altro, solo un lieve bruciore. Mi prese con dolcezza, il suo sguardo traspariva dolcezza; mi prese il cazzo in mano, segandolo fino a farlo tornare duro, accarezzando le palle e l’asta.
“Ti piace, amore? Senti come… mmm… il mio pisellino ti sfiora la prostata? Mmm… così godiamo un sacco tutti e due…”
In effetti era vero, la sua testina mi solleticava tanto piacevolmente da farmi gocciolare la punta. Stavo cominciando a godere davvero, quando Amara lo tirò fuori: “Mettiti a pancia giù, allarga un pochino le gambe e culetto in su…”
Obbedii, e lei mi infilò nuovamente, penetrandomi un po’ più aggressivamente, sentivo le sue palline sbattere sulle mie.
“Così è più bello, vero? Lo senti meglio dentro, fino in fondo…”
Non rispondevo, ero troppo imbarazzato; Amara mi schiacció sul materasso, le tettine facevano su e giù sulla mia schiena, i capezzoli disegnavano un motivo sulla pelle. Godevo come una bestia, mi mordevo la nocca per non gemere troppo forte. Ad un certo punto, Amara avvicinò le labbra al mio orecchio: “Sei la mia troietta adesso~ “
Guardai verso di lei, un po’ allarmato, ma sorrideva: “ Scusa, ho sempre sognato di dirlo… “
Accelerò il ritmo, doveva esserci quasi ormai; “Adesso ti faccio venire come una ragazza, sei pronto, amore?”
Non aveva finito di dirlo che sborrai ancora: la stimolazione interna e il contatto con il lenzuolo mi avevano fatto schizzare come un ragazzino alle prese con le prime seghette. Mugolai forte, mentre le ultime gocce bagnavano il lenzuolo; Amara, mordicchiandomi un lobo, mormorava in preda alla lussuria. Ad un tratto sentii il suo casino irrigidirsi e un piccolo fiotto lambí il mio retto.
Amara si lasciò andare su di me, esausta e col fiatone. Mi baciava sul collo, accarezzandomi amorevolmente, le solite coccole post sesso.
“È stato davvero incredibile, amore… è stata la prima volta che l’ho messo dentro a qualcuno. Sono davvero felice che sia stato tu… Ti amo tantissimo…”
Preferii no rispondere a quella dichiarazione, zittendo le sue labbra con un bacio. Si coricó dietro di me tipo koala, il pistolino ancora dentro di me.
Beh, tutto sommato, farlo con una ragazza con “qualcosa in piu” non era male…

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