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Prime Esperienze

Storia vera - Le vacanze di Ilaria, in montagna


di ringo00
11.10.2020    |    23.128    |    10 9.7
"Mi levai il soprabito, sotto ero in tenuta da battaglia: tutina a rete grossa con ovviamente un bel buco tra le gambe e l'immancabile scarpa col tacco, mia..."
Un'altra storia raccontami dalla coppia tettonabg. Buona lettura

Ciao a tutti, sono la vostra Ilaria, tornata più porcellina che mai. Nonostante il periodo non proprio positivo sono riuscita , assieme a mio marito Andrea, a godere di tre settimane di vacanza. Relax assoluto e riposo? Non esattamente: prima di partire abbiamo lasciato alcuni last, giusto per rimediare un po' di divertimento. Per i primi dieci giorni siamo stati in montagna, un paesino in Trentino, un po' isolato ma molto piacevole. Il primo giorno lo passammo in relax, sauna, e riposo, ma già l'indomani la mia vena erotica si manifestò: su a69 ricevemmo un messaggio da parte di un gruppo del luogo, tre uomini maturi, sugli ottanta. Bastarono pochi messaggi per capire che i tre nonnetti erano abbastanza arzilli; ci fecero una proposta: era il compleanno di uno di loro, e sarebbero stati felici di riservare al festeggiato una serata indimenticabile. Sì, in poche parole sarei stata la torta di compleanno. Piccola premessa: ci venne detto che non avrebbero avuto rapporti con me, non si sentivano più in grado, si sarebbero limitati al sesso orale.
Ne discussi con Andrea che accettó immediatamente, disse che non vedeva l'ora di vedermi alle prese con i tre vecchietti.
Mi feci bella, e vestita sexy e provocante: maglietta traforata e semi trasparente, gonna corta, perizoma e reggicalze, e a completare il tutto un bel paio di scarpe da femme fatale.
Ci recammo a casa del festeggiato, dove era stata organizzata una bella frsta, con un buffet e spumante fresco. Ci accolse il più anziano, aveva ottant'anni, e poco dopo arrivò il festeggiato con il terzo ami, rispettivamente di 75 e 78 anni.
Ci mettemmo comodi, la serata procedeva bene, e complice qualche bicchiere di troppo si iniziò a parlare di sesso; i tre rivelarono a sorpresa di essere bisessuali, e che spesso giocavano tra di loro. Restammo piacevolmente sorpresi, la serata si stava mostrando più interessante del previsto. Poco dopo decisi di aprire le danze: giocherellavo maliziosa con l'orlo della gonna, mostrando le cosce, poi sempre più su verso l'inguine fasciato dal perizoma. I tre azzardarono qualche leggera toccatina, facendo i complimenti per l'abbondanza delle mie forme. Con una mossa birichina levai la gonna, lasciando la mia patatina a malapena coperta dal sottile tessuto del perizoma. Il festeggiato iniziò a leccarmi là in mezzo, e per aiutarlo tolsi anche la mutandina. Il secondo amico, in piedi di fianco a me, mostrava un cazzo che nonostante l'età si stava gonfiando, prendendo consistenza, e non lo feci attendere, prendendolo in bocca. Il terzo, accarezzando il pacco di Andrea, già denudatisi, chiese se potesse fargli un pompino, e quel porco di mio marito non si perse in chiacchiere e gli ficcó il suo cazzo dritto in gola. Dopo una decina di minuti ci fu un cambiamento: il festeggiato e l'ottantenne si piazzarono ai mie lati per farsi spompinare un po' per uno, mentre il terzo tuffó lingua nella mia fica fradicia. Mi ero levata anche la maglietta, ovviamente niente reggiseno, e i miei uomini apprezzavano il su e giù delle mie gemelle gonfie di piacere. Andrea stava in un angolo, intento in una lenta sega; ormai non contavo più gli orgasmi, avevo già scaricato i miei umori in faccia a tutti e tre, avevano delle lingue infaticabili, i tre nonni. Ad un certo punto i tre si fecero da parte: mi chiesi cosa stessero architettando, e fui subito esaudita: chiesero ad Andrea di scoparmi a pecora sul tavolino davanti al divano su cui i tre vecchietti stavano svaccati col cazzo in mano. Non me lo feci dire due volte: mi posizionai a pancia in giù mente Andrea mi infilò il cazzo dentro; non serví lubrificante, ero già un lago. Vedere quei tre arzilli anziani che si smanettavano per me mentre ero alla monta mi provocò una considerevole sbrodolata di fica, mentre le mie grosse tette strusciavano sul legno. I tre mi colsero di sorpresa quando quello nel mezzo mi schizzó una sborrata tremenda in faccia, una quantità di seme bianco e denso, insospettabile per un anziano. Gli altri due schizzarono poco dopo, quasi in contemporanea, e altre due copiose venute mi raggiunsero in viso e sul seno, e Andrea non fu da meno, schizzandomi una quarta dose di crema dritta in pancia. Mi ci volle qualche minuto per tornare in me: mi sentivo davvero una torta di compleanno, farcita per bene di crema; mi mancava giusto la candelina, come fece notare Andrea, ridendo. Mi fu messo a disposizione il bagno, dove mi ricomposi. Il festeggiato, ma anche i suoi amici erano felicissimi per la bellissima serata, non smettevano più di ringraziarmi. Al momento del congedo, tutti e tre mi fecero il baciamano, strappandoci la promessa di rivederci.
Che ne dite, seratina impegnativa? Non è che l'inizio... Il giorno dopo, a metà pomeriggio ci contattò un trav del paese a pochi km dal nostro albergo, e presi da una voglia di "famolo strano" ci accordiamo per un incontro lampo quella stessa sera. Ci comunicò l'indirizzo, e arrivati, bussammo; ci fu detto di accomodarci, e ci venne incontro un ragazzo sui quaranta, con indosso reggicalze rosso fiammante, tacco 15 e una vestaglietta che faceva intravedere una mutandina bianca che sembrava ben piena. Ci mettemmo seduti sul divano, c'era una piacevole atmosfera. Dopo nemmeno dieci minuti eravamo già passati all'azione: Andrea per quella volta fece solo da spettatore. Mi levai il soprabito, sotto ero in tenuta da battaglia: tutina a rete grossa con ovviamente un bel buco tra le gambe e l'immancabile scarpa col tacco, mia favorita arma di seduzione. Vidi subito che avevo fatto colpo, il sottile tessuto della mutandina del mio compagno/a di giochi era inequivocabilmente teso. Tirai fuori il suo cazzo, un esemplare di tutto rispetto, di una ventina di centimetri, e dopo qualche carezza e bacini lo presi in bocca. Succhiavo a poco per volta, volevo gustarmi quel bel pezzo di carne turgida. Quando lo sentii tremare pronto ad esplodere mi fermai e mi sedetti a gambe larghe sul divano, e il trav si gettò sulla mia fica, lavorando sapientemente di lingua, portandomi a una venuta dopo pochi minuti. La mia intimità venne ben presto invasa dal suo cazzo, dritto come non ne avevo visti tanti; mi infilò come una spada, strappandomi un grido a metà fra dolore e estasi, pompandomi poi con foga. Non mi ero neppure ricordata del preservativo, ma ormai ero troppo presa da quel palo fra le gambe. Quelle spinte mi facevano urlare di goduria, il divano era bagnato del mio nettare, che colava fin per terra. Intanto occhieggiavo Andrea, intento a fare foto: povero caro, vedevo il suo cazzo lottare contro la patta dei pantaloni, desideroso di uscire. Dovrò coccolarlo un po', più tardi, pensai. Nel frattempo la trav era giunta al capolinea: con un grido soffocato lo mise dentro fino in fondo e proruppe in una decina di schizzi, accolti da un lungo gemito dalla sottoscritta. Fu troppo per Andrea: lasciate perdere le foto si precipitò su di me col cazzo di fuori e me lo cacciò fra le labbra, e dopo sole due succhiate mi riempì la bocca, per poi rilassarsi. Calmata la voglia, restammo per un po' sul divano a riprendere fiato. Si era fatta ormai una certa ora, e ringraziando il padrone di casa prendemmo congedo, tornando in albergo a riposare.
Mi auguro che vi sia piaciuto, a breve tornerò con nuove avventure. Un bacio da Ilaria e alla prossima...
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