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Confessioni - Nel letto con Luca


di ringo00
02.04.2018    |    58.066    |    6 9.5
"Posso stare un po' con te?" chiese con voce piccola piccola..."
*ATTENZIONE* QUESTO RACCONTO È UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O LUOGHI REALI È PURAMENTE CASUALE

L'avevo fatto: avevo masturbato mio figlio, il mio Luca. Che diamine mo era passato per la testa?
Mi sembrava di sentire ancora la sensazione del suo giovane membro tra le mani, così caldo, pulsante di eccitazione... Mi sentivo sporca, contaminata, e... eccitata. Da quando successe divenni preda di un costante desiderio sessuale: i miei seni erano sempre turgidi, i capezzoli duri, e la mia intimità bollente e bagnata. Quando allattavo Luca faceva anche lui la poppata, e dovevo fare del mio meglio per non farmi sfuggire qualche gemito: il suo modo di succhiare, così diverso da quello della sorellina, mi mandava in estasi. Dopo ogni allattamento dovevo chiudermi in bagno e masturbarmi, non potevo farne a meno: calavo in fretta e furia le mutandine e attaccavo a tormentare la mia fica, mentre con le dita strizzavo e palpavo una tetta, schizzando bianchi fiotti di latte ovunque. Dopo ogni orgasmo mi dicevo "Ora basta, devo smetterla", per poi trovarmi daccapo il giorno dopo.
Fu una notte di luglio: faceva un caldo infernale, il condizionatore ronfava sulla parete, ma non serviva a nulla, non si respirava. Ero sdraiata sul letto, con indosso solo una vestaglia leggera e le mutandine. Ero insonne, per l'afa e anche per l'eccezione: avevo voglia di tirarmi un bel ditale, ma Luca avrebbe potuto sentirmi... Mi girai su un fianco, e facendo attenzione a non far rumore iniziai a sfiorare la mia passera; emisi un lungo sospiro: quanto avrei voluto che fosse una mano estranea ad accarezzarmi!
"Mamma..."
La voce di Luca mi fece sobbalzare: mi aveva scoperta?
Accesi l'abat jour sul comodino: "Che c è, tesoro?" gli chiesi.
Luca non rispose subito; indossava una maglietta e le mutande, aveva caldo anche lui, e nella penombra mi parve di scorrere un leggero gonfiore al suo inguine.
"Non riesco a dormire... Posso stare un po' con te?" chiese con voce piccola piccola.
Sorrisi: "Ma certo, amore. Qui dalla mamma..."
Luca si sdraiò accanto a me, spensi la luce e gli augurai la buonanotte. Dopo un po' si mosse, appoggiando la testa sulla mia spalla, e sentii qualcosa premere sulla coscia... Qualcosa di duro. Mi voltai lentamente e posai lo sguardo sull'inguine di Luca: era duro! Era profondamente addormentato, il respiro regolare e calmo. Mi sentivo combattuta: cosa fare? Approfittare della situazione o girarmi e fare finta di niente? Mi arrovellai per qualche istante per poi cedere: il desiderio aveva vinto. Lentamente abbassai l'elastico delle mutande di Luca, e il suo pisello svettò baldanzo e fiero. Mi leccai il palmo della mano e la chiusi attorno a quel bel membro. Lo scappellai per bene, fino in fondo, scoprendo una bella cappella rosa. Avrei voluto sentirlo tra le mie labbra, assaggiarne il sapore, avvertirne il calore sulla lingua... No, dovevo trattenermi: portai la punta sulla pelle della mia coscia e presi a strofinarla, prima lentamente e poi via via sempre più veloce; sentivo bagnato, il suo pre-sperma lubrificava l'azione. Sentivo il suo pisello diventare sempre più duro, finché non tremò nella mia mano per poi riversare un candido schizzo di seme sulla mia pelle. Lo svuotai per bene, fino all' ultima goccia. Ora era il mio turno di godere: mi alzai e in punta di piedi mi recai in bagno per l'ennesimo ditalino; sedetti sul water e spalancai le gambe; raccolsi con le dita il nettare di Luca che mi imbrattava la coscia e me lo spalmai sulla fica. Gemetti: avevo dimenticato la sensazione dello sperma dentro di me. Le mie dita rovistavano la mia intimità, era così caldo il seme di mio figlio... In pochi minuti l'orgasmo arrivò, devastante, potentissimo, meraviglioso: avrei voluto urlare la mia goduria a pieni polmoni, ma mi misi la mano sulla bocca. Quando anche l'ultimo brivido di quella memorabile venuta si placò, mi abbandonai sulla parete. "Oh, Luca..." mormorai.

Continua...

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