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Prime Esperienze

La prima volta di Silvia... lato B


di ringo00
18.03.2018    |    40.993    |    7 9.7
"Mi era sembrato di sentire una voce chiamarmi, ma non mi importava, ero troppo preso dal momento..."
*ATTENZIONE* QUESTO RACCONTO E' UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE E' PURAMENTE CASUALE

Dopo quella indimenticabile serata nel bosco, la sera dei mondiali, il rapporto tra me, Antonio e Silvia era cambiato: il primo aveva assunto un atteggiamento leggermente più freddo nei miei confronti, stava più per conto suo e andava spesso da solo nel paese vicino, chissà per quale oscuro motivo. Silvia invece era diventata... non saprei dire: più femminile, più timida, più... donna? All'improvviso aveva iniziato a vestirsi da ragazza, sostituendo i calzoncini con la gonna, e si era calmata anche caratterialmente, non era più la ragazzina scatenata di un tempo, era divenuta più posata e graziosa. Insomma, anche con lei sembrava esserci stato un certo distacco. Ogni volta che provavo a ricordarle ciò che era successo, anche scherzandoci su, lei arrossiva e sviava l'argomento, così decisi di lasciar perdere.
Però, in una assolata giornata di luglio capitò un altro fatto che avrebbe reso quell'estate ancora più indimenticabile: ero solo in casa, i miei erano al lavoro, quando si udì il trillo del citofono. Aperta la porta, trovai Silvia sulla soglia, ma confesso di non averla riconosciuta subito: indossava un vestitino intero, sandaletti con un accenno di tacco, e addirittura un'ombra di rossetto sulle labbra. Non somigliava per niente alla Silvia che conoscevo, aveva un'aura da donna, e rimasi basito qualche secondo a guardarla. La feci accomodare, ma appena chiusa la porta alle spalle mi gettò le braccia al collo, stringendosi forte a me. Mi prese alla sprovvista, non me l'aspettavo. Con il viso premuto sul mio petto, Silvia prese a strusciarsi su di me, respirando forte.
"Silvia, ma cos'hai oggi?" le chiesi, non riuscivo a capire cosa le passasse per la testa.
Lei alzò lo sguardo, guardandomi con quegli occhi di velluto, le guance lievemente rosse: "Scusa... avrei voluto dirtelo prima, ma..."
"... ma ?"
Silvia si mordicchiò il labbro, il rossore aumentava: "Ecco... da quando è successo... da quella sera... io... "
Una strana sensazione mi strinse lo stomaco: cosa stava cercando di dirmi?
A quel punto Silvia prese un lungo respiro, e parlò con voce più calma: " Da quando abbiamo fatto... quello, insomma, non riesco a smettere di pensarci. Non riesco a smettere di pensare a TE. Io ti amo!"
Cosa? Era successo davvero??? La testa mi girava, troppa emozione in un colpo solo... TI AMO... quelle parole mi rimbombavano dentro con eco di tuono. Ma Silvia non aveva ancora finito: puntandomi uno sguardo dolce ma deciso insieme aggiunse " E... vorrei tanto farlo con te... insomma... come si deve..." disse in un sussurro.
Non sapevo proprio come reagire a quella situazione, non mi venivano le parole: "Silvia, io... non so che dire..."
Di scatto mi baciò le labbra: calde, morbidissime, deliziose. "Non dire nulla allora." disse, con il suo bel sorriso, "Baciami allora, non ne posso più..."
Ci scambiammo un bacio, poi un altro, senza quasi prendere fiato, che sensazione fantastica, ci stringevamo l'uno all'altra come a volere diventare una cosa sola. Quasi senza accorgermi ci stavamo dirigendo nella mia cameretta, sempre più vicini al punto di non ritorno. Silvia si staccò dalle mie labbra e sussurrò " Facciamolo... voglio che la mia prima volta sia con te."
Il cuore mi rimbalzò in petto, ma annuii deciso. Mi sedetti sul letto, mentre lei chiuse le tende alla finestra; poi si avvicinò a me, sollevò leggermente il vestito e prese ad armeggiare con l'elastico delle mutandine, che scivolarono lente a terra, e nel mentre ebbi la fugace visione della sua femminilità, coperta da un principio di peluria corvina.
"Non fissarmi così, mi vergogno..." mormorò. Mormorai una scusa, mentre Silvia si distese a pancia in giù sul letto. Lo tirai fuori, già duro per l'eccitazione, e lo avvicinai all'imbocco della sua fica, ma la sua mano mi fermò: "No, aspetta... voglio restare vergine qui...ancora per un po' " disse, imbarazzata.
Ebbi un fremito: non intendeva mica nel... Come se avesse letto i miei pensieri, Silvia si posò la mano sulla natica destra e mostrò il suo buchino.
Deglutii rumorosamente: "Sei proprio sicura? " domandai nervosamente.
Silvia annuì: " Sì, però... è la mia prima volta, quindi sii delicato, ve bene?" mi disse, guardandomi con de occhioni da cerbiatta che mi fecero venire il batticuore. "S-sì, va bene... faccio piano..."
Avvicinai la cappella a quel forellino rosa e provai a spingere: un bruciore pazzesco, e Silvia cacciò un piccolo strillo: "Ahiii... mi fai male così..." si lamentò.
Non avevo alcuna esperienza, di sesso anale poi... dissi a Silvia di mettersi col sedere alzato, mentre teneva un cuscino sotto la pancia. Ci riprovai, ma il suo buchetto opponeva resistenza, ostinatamente serrato, e Silvia sentiva male. Mi grattai la testa, sconsolato: la mia prima volta si sarebbe conclusa con una figuraccia?
Però in mio aiuto venne un discorso che avevo fatto con un amico più grande, vero guru del sesso: mi aveva confidato di avere rimorchiato una ragazza in discoteca e di averla scopata nel culo nel bagno, usando del sapone liquido come lubrificante.
Decisi di tentare: presi per mano Silvia e la portai nel bagno, dicendole di mettersi appoggiata al lavandino, a novanta gradi, e di allargare le gambe. Lei obbedì docilmente, si vedeva che era eccitata anche lei. Afferrai il flacone del sapone liquido e ne versai una bella dose sul culetto di Silvia, che rabbrividì leggermente.
"Adesso ti faccio un massaggino, così non senti male." dissi, cercando di essere convincente.
Con le dita iniziai a spalmare il sapone, più delicatamente possibile; lei emetteva qualche lieve sospiro, sembrava piacerle. Azzardai ad inserire la punta dell'indice, che entrò abbastanza facilmente, aiutata dal sapone. Sempre dietro consiglio dell'amico, muovevo il dito in circolo, per rilassare il buchetto, che in effetti si stava rilassando pian piano. Dopo qualche minuto, provai di nuovo a puntare il pisello: " Sei pronta, Silvia?"
Lei annuì con un mugolio. Le arrotolai il vestito fino alla vita, puntai la cappella e spinsi delicatamente: entrava!
Stavo penetrando quello strettissimo pertugio, che mi avvolgeva il pisello, caldo e morbido.
"Ooohhhh... " gemette Silvia.
"Tutto bene? Non senti male, vero'" chiesi, premuroso.
Scosse il capo: "Tutto bene. Dai, continua così..."
Continuai a spingere fino ad entrarle dentro completamente, poi indietro, e via di nuovo dentro, affondando in quel sedere morbido come una pesca. Stavo scopando Silvia con tutta la mia passione, sentivo le palle sbattere sulle sue cosce; infilai una mano sotto al vestito e accarezzai le sue tettine sode, stringendo i capezzoli tra pollice e indice; Silvia sembrava apprezzare, allargò ancora le gambe e si abbandonò, gemendo e sospirando. " Ahhh... sìììì... che belloooo! Sto godendo un sacco, è bellissimoooo!"
Era fuori controllo ormai, decisi di darle il colpo di grazia: spostai la mano tra le sue cosce, accarezzandole la patatina umida, sempre più velocemente, finché non la sentii diventare un lago, e contemporaneamente eiaculai nel suo culetto, riempiendolo con il mio seme. Silvia urlò il suo godimento con tutta l'anima, intanto continuavo a penetrarla, mentre gli ultimi schizzi raggiungevano la loro meta. Mi era sembrato di sentire una voce chiamarmi, ma non mi importava, ero troppo preso dal momento. Silvia si lasciò andare sul lavandino, ansante e con espressione appagata; mi rivolse uno sguardo affettuoso: "E' stato bellissimo... grazie, ti amo tantissimo..."
Stavo per risponderle anche io che l'amavo, tantissimo, come nessun altro, ma una voce ci fece sobbalzare entrambi:" CHE CAVOLO STATE FACENDO VOI DUE???"
Ci girammo in direzione della voce: Antonio ci stava guardando, con un'espressione atterrita.
CONTINUA...

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