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La zia Terry


di ringo00
21.09.2018    |    29.816    |    4 8.8
"Che sapore dolcissimo, inebriante, delizioso..."
~ATTENZIONE ~QUESTO RACCONTO È UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O LUOGHI REALI È PURAMENTE CASUALE
Dedicato a P. L.
L'estate per me era qualcosa di magico: i tre mesi di libertà dopo un anno di scuola erano un sollievo, una tregua dallo stress, una seducente promessa di mille avventure. Ma a differenza della maggior parte dei ragazzi delle medie per i quali le vacanze erano sinonimo di dolce far niente fino a settembre, per me erano un periodo di estrema felicità. Mi spiego meglio: appena finite le scuole, io partivo in treno per raggiungere un paesino di campagna, disperso tra le colline della Romagna. Lì viveva una zia, sorella di mio padre, la zia Teresa, single d'oro di trentasette anni oppure zitella impenitente, come si diceva allora. Mora, occhi color dell'ardesia, pelle abbronzata, corpo tendente al pingue, bello morbido: seno abbondante (quinta, a occhio e croce), un bel culone soffice e un carattere dolce e affettuoso. Insomma, la zia che tutti vorrebbero. Con la scusa che viveva sola era sempre molto contenta che passassi l'estate da lei, sentiva meno la solitudine. Quando arrivavo era raggiante, mi abbracciava e baciava a lungo, dicendo quanto fossi cresciuto dall'anno prima. Io rispondevo con egual affetto a quelle tenerezze, adoravo la zia Terry, le volevo un bene dell'anima. E ora vi spiego i motivi per cui la adoravo: per la sua dolcezza in primis, era la mia unica zia, e poi... Tenetevi forte... La zia era una naturista convinta, in casa, nell'orto e a fare i mestieri di casa era sempre nuda, appena poteva si spogliava, diceva che le piaceva sentire il sole e il vento sulla pelle. Era questo il motivo che, aveva preso distanze dal resto della famiglia, troppo pudica a suo vedere. E la cosa bella è che aveva convinto anche me ad andare sempre in giro nudo; inizialmente non volevo, mi vergognavo, ma la zia, strizzando l'occhio, diceva: "Ma và, ti ho fatto il bagnetto tante di quelle volte, lo so com'è il tuo pisellino!"
A quel punto mi decisi, e superato i primi imbarazzi iniziai a divertirmi ad andare in giro con il pisello al vento. Era troppo bello vedere quella bella donna formosa, con quelle mammellone che dondolavano dolcemente, quel bel triangolino nero tra le cosce... Facevamo sempre il bagno insieme, non c'erano segreti tra noi, ognuno poteva entrare nel bagno mentre l'altro era dentro. Amavo quei momenti: era così bello insaponare un bel corpo morbido di donna, passavo la spugna ovunque, sul seno, il ventre, le cosce, e persino tra le gambe, sul suo cespuglietto nero, è la zia rideva, le faceva il solletico, e io allora mi impegnavo ancora di più a stuzzicarla. Veniva poi il mio turno: mi lavava per bene, prestando particolare attenzione ai miei genitali, lavandoli con molta cura; nella mia innocenza non capivo perché lo facesse, ma era piacevole, e così la lasciavo fare. Il momento del bagno finiva sempre con una piccola lotta, schizzavano acqua e schiuma ovunque facendoci il solletico a vicenda finché non crollavamo nella vasca, ridacchianti e allegri come bambini.
Inoltre, io e la zia dormivamo nello stesso letto, diceva che era bello sentire qualcuno accanto, e naturalmente eravamo nudi entrambi. Nulla di erotico o scandaloso, stavamo semplicemente abbracciati, al massimo le toccano una tetta con la mano più per gioco che per altro, ma nulla di più.
Tuttavia, un bel giorno capitó qualcosa che diede una svolta alla mia vita e al rapporto con la zia; era una mattina presto, i raggi del sole filtravano tra le imposte illuminando la stanza. La zia dormiva beata, con un braccio intorno a me, mentre mi teneva la testa in seno. Succedeva spesso, ma quella mattina mi accorsi che il mio coso, semi-duro, strusciava proprio sul pube della zia. Li per lì provai un po' di vergogna, ma era così bello... L'erezione stava lentamente alzando il capo, e ben presto il mio pisello divenne bello teso, grazie anche a quel morbido contatto con il pube della zia. Incominciai a muovermi molto lentamente, in modo da non svegliarla; sfioravo quei bei riccioli corvini con la cappella, era così piacevole che chiusi gli occhi, estatico. Era da poco che avevo iniziato a masturbarmi, avevo già conosciuto i piaceri dell'autoerotismo, e decisamente quel ricordo avrebbe alimentato fantasie erotiche per decenni. La zia ronfava tranquilla, meno male che aveva il sonno pesante! Decisi di rischiare: mi allungai un poco e strinsi delicatamentee labbra su un capezzolo. Che sapore dolcissimo, inebriante, delizioso... Mi sentivo come un lattante affamato e mi feci una bella poppata, sempre strofinandomi su quel corpo morbido e caldo. Struscia qua e struscia là, inevitabile che arrivai al punto di scoppiare; avrei voluto andare in bagno a liberarmi, ma l'abbraccio della zia mi impediva di alzarmi, che fare? Non avevo più tempo: un lieve schizzetto bianco imbrattó il pelo della zia. Non potei trattenere un lungo sospiro appagato,al quale però fece subito coda la preoccupazione: si era accorta di nulla? Su era accorta che le avevo succhiato il seno? E soprattutto, si sarebbe accorta di quel liquido strano sul suo pube? Pregai con tutto me stesso che non capitasse niente, e piano piano la preoccupazione si allentó e svanì. Mi ero calmato, e mi strinsi di nuovo alla zia, che non aveva fatto una piega e le posai un tenero bacino sulla guancia: "Ti voglio bene, zia Terry..."

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