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Amara perde la scommessa...


di ringo00
26.06.2022    |    13.596    |    3 9.3
"“No… Ho perso…” disse, cercando di apparire delusa, ma con scarsa credibilità..."
~ATTENZIONE~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA, OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALI È PURAMENTE CASUALE

Quando mi svegliai la mattina dopo non capivo dove fossi; sentivo la familiare sensazione di cazzo duro al mattino, unito però ad una piacevole sensazione di calduccio. Aperti gli occhi, notai una figura coricata davanti a me: ah, si, certo, Amara… una notte di fuoco con la ragazza con “qualcosa in più”… Sorrisi tra me e le diedi un bacio sul collo. Il mio cazzo, ancora intanato nel suo culetto, sussultó allegramente, e lei, emesso un sommesso mugolio apri gli occhi: “Mmm, buongiorno, tesoro, hai dormito bene?”
Mi diede un lungo bacio, non inferiore in passione a quelli della sera prima .
“E buongiorno anche a te” aggiunse, dando una carezza alle mie palle. Un novo sussulto del mio membro le strappò un sorriso: “Sei proprio insaziabile, tesoro… Stanotte non mi lasciavi dormire, così…”
Non ci potevo credere:” Mi hai scopato nel sonno?”
Mostrò due dita: “Due volte, sei un vero stallone!” disse, sorridendo dolcemente. Scoppiando a ridere come due scemi, e la mia mano, ancora attorno alla sua vita, le accarezzò piano il pancino per scendere sul suo pisellino duro. “Mmm, che c’è, amore, ti piace il pistolino adesso?”
Esitai un momento prima di rispondere: : Beh, il tuo è carino, in un certo senso…”
Amara sorrise, dandomi un altro bacio: la mia mano si strinse attorno al suo piccolo membro mentre il mio cazzo prendeva vigore dentro di lei. Ad un certo momento mi fermò: “Facciamo una doccia insieme, in due l’acqua è ancora più calda…”
In un amen ci spogliammo dei pochi vestiti che avevamo addosso ed entrammo in doccia. Inutile dire che ci ritrovammo a limonare come due ragazzini, stretti l’uno all’altra mentre ci segavamo appassionatamente. Amara prese fiato e disse: “Facciamo una piccola scommessa? Chi viene per primo ha perso…”
Accettai, ma non aveva ancora finito: “Chi perde però lo prende nel culetto… Ci stai?”
Valeva correre il rischio? Dovevo solo resistere in fondo. “Ok, ci sto.”
Amara versò un po’ di bagnoschiuma a mó di lubrificante e la sfida partí: resisti, mi dicevo, resisti… Ma era più facile a dirsi che a farsi: Amara era davanti a me un tutto il suo splendore, un concentrato di sensualità; ero sul punto di cedere quando Amara, con un piccolo gemito, eiaculó uno schizzetto di seme colpendomi all’inguine e sulla pancia.
“No… Ho perso…” disse, cercando di apparire delusa, ma con scarsa credibilità. Per un pelo, ero stato sul punto di perdere… Comunque, girai di spalle Amara per godere della mia vittoria ma mi fermò: “Prima la doccia, amore…”
Brontolando un pochino mi lavai, e ad operazione completata mi porse un accappatoio: “Molto bene, adesso siediti lì da bravo bambino e aspetta che mi lavo anche io.”
Sedetti sul water e mi godetti la vista di Amara che si insaponava, lavando il suo corpo con cura, insistendo sul buchino che sciacquò con particolare attenzione, e quella vista mi eccitava, il bozzo del cazzo duro gonfiava l’accappatoio. Finalmente Amara uscì dalla doccia, avvolta in un salviettone, e anche nel suo caso il tessuto tradiva la sua eccitazione. Mi disse di tirare le tende, che la penombra rendeva il tutto più emozionante. Si sdraió sul letto, e con lentezza da strip tease aprí i lembi della salvietta, rivelando il corpo ancora umido. Mi coricai accanto, sentivo il profumo dolce del bagnoschiuma, ma anche il suo profumo naturale, così sensuale ed eccitante… Con le dita esplorai la sua pelle vellutata come quella di un bambino, le tettine sode dai capezzoli frementi, le natiche lisce come una pesca e il suo sesso eccitato che tremò sotto le mie carezze. Amara gemeva quieta, e quando le accarezzai languidamente le palline allargò istintivamente le gambe, e ne approfittai per sfiorare il suo fiorellino.
“Aaahhhnn~” mormorò lei, mordicchiandosi un dito, “Amoreee… mi fai morire cosiii…”
Stuzzicarla era troppo divertente, così, umettata la punta dell’indice con la mia saliva, infilai il buchino roseo, che si strinse attorno al dito, accolto da un mugolio eccitato da parte sua. Mi portai accanto a lei, succhiandole una tettina mentre le strizzavo gentilmente l’altra, il dito intanto muoveva dentro e fuori come una specie di ditalino. Amara ansimava, sentivo il suo cuore battere forte sotto la mia mano, e con un gemito raggiunse l’orgasmo senza neanche sfiorarsi il cazzetto. “Ahh… ahh.. amore, mi fai godere come una troia…”
Tolsi l’indice dal suo sederino, e lei lo leccó, facendo un bel rumore bagnato. Il mio cazzo era durissimo, non vedeva l’ora di sostituirsi al dito dentro di lei. Amara, come se mi avesse letto nel pensiero, divaricó le cosce e allargò il buchino con le dita: si contraeva rapidamente, era affamato, pronto a divorarmi. Non volevo farla aspettare: appoggiata la cappella, bastò una leggera pressione e sprofondai nel suo sederino. Amara emise un lunghissimo sospiro, chiuse gli occhi e si abbandonò completamente a me. Intrecciai le mani con le sue, mentre le labbra si cercarono voraci. Scopai Amara lentamente, senza fretta, a ogni affondo la punta del mio cazzo accarezzava un punto che faceva tremare di passione il suo corpo. Volevo che godersela anche lei, così scappellai delicatamente il suo pistolino, masturbandola con molta dolcezza. Presa sia davanti che dietro, Amara non resistette a lungo: la sua rosellina anale si strinse fortissimo attorno all’asta, e quasi contemporaneamente il suo pisellino eiaculó per la seconda volta, imbiancando la mia mano, con la quale le strizzai appassionatamente le tette, mentre un filo bianco di seme fuoriusciva ancora dalla sua uretra. Con un ultimo affondo le inondai il retto, una decina di schizzi che lei accolse con gemiti assolutamente adorabili. Quando finalmente smisi di venire restai dentro di lei, come la sera prima. Le posai le testa in seno, esausto; Amara mi accarezzò piano i capelli : “Sei fantastico, amore, come mi scopi tu non ci è mai riuscito nessuno… Ti amo…” sussurrò.
La baciai ancora, turbinando la lingua con la sua: “Anche io, Amara…” mugolai.
Restando abbracciati ci coccolarlo a lungo; dopo alcuni minuti di silenzio mi chiese:” Dopo lo rifacciamo? La scommessa…”
Sorrisi: un altro round? La faccenda si faceva sempre più interessante…

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