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Silvia, un orgasmo... mondiale


di ringo00
21.01.2018    |    24.089    |    2 9.6
"Silvia accarezzava le nostre parti basse, lentamente, con gli occhi brillanti..."
-ATTENZIONE- QUESTO RACCONTO E' UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE E' PURAMENTE CASUALE

Domandina: se vi dico estate 1982 cosa vi viene in mente? Come dite? Bravi, la vittoria dell'Italia ai mondiale di calcio: quell'estate magica è rimasta impressa nella storia e nella memoria, ma per me rimane memorabile per un altro motivo, che cambiò la vita a me e a due miei amici, Antonio e Silvia. Era davvero bella, la nostra Silvia: capelli neri, occhi scuri, un visetto angelico e un bel sorriso. Io, lei e Antonio eravamo inseparabili, come fratelli; giocavamo sempre insieme, bighellonando per la campagna circostante, o facendo il bagno al fiume. Silvia lo faceva sempre con noi: sfilava la maglietta e con indosso solo i calzoncini si tuffava nell'acqua con noi, mostrando con innocente impudicizia i suoi piccoli seni, che stavano crescendo. Mai e dico mai io e Antonio avevamo pensato a Silvia come una ragazza, era come una sorellina per noi, e l'idea di combinare qualcosa con lei non ci aveva mai sfiorato.
Ricordo che all'epoca avevamo quattordici anni, tre adolescenti che stavano lasciandosi alle spalle la spensieratezza dell'infanzia. Anche Silvia era cambiata: la bimba spensierata stava sbocciando in una bella ragazza, era cresciuta, aveva messo su un po' di forme, le erano spuntati due bei seni sodi; io e Antonio ci accorgemmo che iniziavamo a sentirci attratti da lei, ma Silvia non sembrava accorgersene, continuava a comportarsi come sempre, stava sempre con noi e faceva ancora il bagno al fiume senza la maglietta, la sua innocenza era ancora intatta; ricordo che rideva con educato stupore davanti ai nostri sguardi imbarazzati, mentre cercavamo di non posare lo sguardo sulle sue tette in fase di sviluppo.
Comunque, torniamo a noi: quel giorno tutto il paese era riunito al bar per vedere la partita, trasmessa da uno dei primi tv a colori, comprato apposta per l'occasione. Tutti seguirono l'incontro con il fiato sospeso, e al fischio finale tutti impazzirono di gioia, abbracciandosi ed esultando per la vittoria. Anche io e i miei amici eravamo entusiasti, e ci unimmo ai festeggiamenti. Quella sera fu annunciato uno spettacolo pirotecnico durante la festa del paese: bancarelle, baldoria e allegria assicurata. Eravamo tutti e tre un po' alticci, a causa di un bicchiere di rosso che ci venne offerto dal barista con una strizzata d'occhio. Vuoi per l'euforia, vuoi per l'alcool, eravamo allegri e ilari, soprattutto Silvia, che rideva e scherzava con noi, tenendoci entrambi a braccetto. Cammina cammina eravamo arrivati al margine del boschetto fuori dal paese, da dove era garantita un'ottima vista per vedere i fuochi d'artificio. Sembrava tutto normale, quando Silvia si fermò e sedette su un ceppo d'albero e ci invitò ad avvicinarci. Quando fummo vicini, con un sorrisetto, Silvia allungò le mani sul nostro inguine, strappandoci un grido sorpreso.
Chi si sarebbe mai aspettato una cosa simile? La nostra Silvietta ci stava movendo delle avences?
Guardai Antonio, che mi restituì uno sguardo ugualmente stupito. Silvia accarezzava le nostre parti basse, lentamente, con gli occhi brillanti. Alzò lo sguardo, guardandoci negli occhi:" Tirate fuori i piselli, su..." sussurrò. Da non crederci: era solo perchè era ubriaca, oppure...
Le sue dita abbassarono lentamente la zip dei nostri pantaloni, si insinuarono sotto le mutande e liberarono i nostri piselli, già duri per le sue carezze. Silvia li guardò sorridendo, notammo un brillio eccitato nei suoi occhi; le sue dita sfioravano la nostra virilità, tirando indietro la pelle e scappellandoli lentamente. Quando fummo a piena erezione entrambi, Silvia avvicinò le labbra e prese a dare delicati bacini e colpetti di lingua, e poi, incredibile ma vero, schiuse le labbra e accolse il mio pisello nella sua boccuccia.
"Waaah!" mi sfuggì. Sentivo la sua lingua accarezzarmi morbidamente la cappella, come se stesse succhiando una caramella. Nel frattempo con la mano libera iniziò a fare una lenta sega ad Antonio, lanciando sguardi sensuali a entrambi. Qualche minuto dopo si tolse il mio pisello di bocca e venne il turno di Antonio, mentre attaccò a masturbare me. Andò avanti così per un po', alternando le mani alla bocca, per poi fermarsi un attimo, col fiatone. L'eccitazione si era impadronita di noi, ci aveva reso audaci: "Senti, Silvia, ma quale ti piace di più? Il mio o il suo?" ciese Antonio.
Lei ci rivolse uno sguardo affettuoso e sexy assieme: "Li adoro entrambi... Il tuo" mi disse, "è sottile e bello lungo, mentre quello di Antonio è un più corto ma più cicciottello. Avete proprio due bei piselli, sono proprio fortunata... Voglio molto bene a tutti e due, perciò...."
"Perciò... ?" chiedemmo all'unisono.
Silvia prese un bel respiro e con nostro sommo stupore prese entrambi in bocca, succhiando con passione, tra i nostri gemiti di goduria. Si sfilò i nostri piselli di bocca, nuovamente ansante: "Bravi, i miei due bei pisellotti duri... Siete così duri e belli caldi..."
Li avvicinò, quasi le cappelle si sfioravano, e schioccò un bacio appassionato a tutti e due, poi un altro, e poi ancora, sembrava volesse mangiare i mostri piselli a suon di baci. Eravamo vicini al punto di non ritorno, l'orgasmo si stava avvicinando. Silvia non sembrava aspettare altro: abbassò le spalline della canotta che indossava scoprendo le sue belle tettine sode e rosee; portò le punte frementi dei nostri peni sui capezzoli duri e prese a sfregarli velocemente, emettendo dei gridolini eccitati misti a sospiri goduriosi. Ci stava facendo godere a morte, sentivamo lo sperma ribollirci nei testicoli, pronto ad uscire. Silvia accelerò il ritmo, e proprio mentre il primo fuoco di artificio esplose nell'aere con un bagliore accecante i nostri piselli schizzarono bianchi fiotti di seme che finirono per terra, e un po' sulle tette di Silvia, che lo raccolse con l'indice per poi portarselo alla bocca. Schioccò le labbra con aria da buongustaia: "Bravi, porcellotti miei, che bello, avete fatto un bello schizzo. Sono proprio contenta, vi voglio davvero tanto bene..." Detto ciò diede una bacio sulle labbra a me e uno a Antonio. Eravamo ancora un po' scossi, coi piselli mezzi flosci ancora al vento, chiedendoci se stessimo sognando oppure no. Silvia si rimise la canotta e ci rimise i piselli a posto con amorevole cura. Ad operazione conclusa ci riprese sottobraccio, e uscimmo dal bosco, per unirci ai festeggiamenti. Silvia era sempre solare, allegra e raggiante, mentre io e Antonio eravamo silenziosi, pensando a ciò che era capitato. Da quel momento, la nostra vita non sarebbe stata più come prima: il tempo dell'infanzia era scaduto per sempre.

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