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Elena parte 4


di ringo00
22.10.2017    |    34.246    |    3 9.7
"Le infilai le mani sotto la giacca del pigiama, accarezzandole le tette, i suoi capezzoli sembravano borchie metalliche tanto erano turgidi..."
-ATTENZIONE- QUESTO RACCONTO E' UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE, FATTI O LUOGHI E' PURAMENTE CASUALE.

l vaso di Pandora era stato rotto: io ed Elena avevamo infranto il tabù, andando oltre il normale rapporto che c'è tra fratello e sorella. Da quando, pochi giorni prima, mi aveva fatto dono della sua verginità, fare sesso era diventato qualcosa di irresistibile: ogni giorno, anche più volte, consumavamo rapporti appassionati, eravamo diventati come due animali che seguono i propri istinti. Quando mamma e papà erano a casa recitavamo la parte dei bravi fratellini, senza lasciare ad intendere nulla. O almeno di giorno: le nostre stanze erano comunicanti, con i letti separati da una sottile parete; la notte ognuno poteva sentire perfettamente i gemiti e i sospiri l'uno dell'latra, durante la masturbazione. Sapevamo che potevamo essere scoperti, ma quella situazione aveva il delizioso sapore del proibito, ed era troppo eccitante...
Se oggi ripenso a tutte le volte che sono venuto dentro a mia sorella mi viene spontaneo chiedermi come abbia fatto a non restare incinta: sai che bella scenetta a spiegare ai nostri genitori che Elena aspettava un bambino e che era mio...
Comunque, stavo per scoprire che la vita sessuale di una fanciulla non è sempre tutta rose e fiori: sissignori, perchè nella mia ingenuità non avevo fatto i conti con una cosa chiamata CICLO MESTRUALE. In quanto donna, Elena non ne era risparmiata, con tutte le conseguenze che ne seguono, ben note al gentil sesso. Ovviamente per qualche giorno non potevamo combinare nulla, non potevamo che attendere che passasse tutto. Per colmo di sfortuna, il ciclo fu seguito a ruota da una febbre fortissima, che obbligò Elena a letto. Per cinque lunghi giorni l'assistetti come meglio potevo, finchè mi chiese di metterle una supposta per la febbre. Un po' titubante accettai: Elena si accucciò pancia in giù, spingendo in fuori il suo bel sedere. Abbassò i pantaloni del pigiama a mezza gamba e calò le mutandine il necessario per l'operazione. La vista di quel bel posteriore rosa e sodo mi agitò, erano giorni che non mi sfogavo. Scartai la supposta, tenendola tra pollice e indice; Elena allargò le chiappe sode, mostrandomi il suo buchino roseo. Avvicinai la supposta, la posizionai e spinsi leggermente con l'indice, finchè non scomparve tutta dentro di lei. Ad operazione conclusa le dissi di dormire un po', così la medicina avrebbe fatto effetto; Elena mormorò un "Grazie, cucciolo..." per poi appisolarsi. L'astinenza sembrava non farle bene: avevo la netta impressione che avesse quasi goduto mentre le mettevo la supposta, mi era sembrato di sentire un piccolo gemito. Qualche ora dopo tornai a controllare come stava; aperta la porta, rimasi di sasso: mia sorella era nella posizione di prima, con una mano si accarezzava tra le gambe, con le dita dell'altra si sfiorava il buchino dietro, ad occhi chiusi, emettendo leggeri gemiti. Non credevo ai miei occhi: Elena, la mia dolcissima sorellona, nascondeva un lato così... così...
"Ele..." mormorai. Lei aprì gli occhi all'improvviso, e il suo viso divenne di fiamma; si mordicchiò le labbra, in preda alla vergogna. "Mi dispiace, cucciolo... " disse con un fil di voce, "Non ne posso più... Sto impazzendo, non ce la faccio più... Ho tanta voglia... "
Mentre parlava i suoi occhi erano lucidi, pieni di desiderio: mia sorella stava diventando una vera ninfomane. Avevo il pisello che stava letteralmente scoppiando: anche io non ne potevo più di trattenermi, e vedere mia sorella così... Mi sembrava più bella e sensuale del solito. Senza quasi accorgermene mi liberai di pantaloni e mutande e mi fiondai da lei; Elena me lo prese in bocca e incominciò a succhiarlo, ma non come sempre, piano e dolcemente, ma quasi con ingordigia, facendo un sacco di rumore con la bocca. Non avevo mai provato così tanto piacere per uno dei suoi giochi di bocca, sino ad ora: le presi la testa, accompagnandola nei movimenti della fellatio. Le infilai le mani sotto la giacca del pigiama, accarezzandole le tette, i suoi capezzoli sembravano borchie metalliche tanto erano turgidi.
"Nnnhhh... bravo, cucciolo, toccami le tette, che mi piace tanto... Adoro quando lo fai" gemette lei. Sentivo lo sperma che risaliva, era sul punto di eruttare, e all'improvviso SPASH!, le scaricai in bocca cinque giorni di astinenza.
"Mmmm..." mugolò lei, deglutendo golosamente. Una goccia le colò dalle labbra, e la leccò via con un'aria da vera monella.
"Eh eh eh... Grazie, cucciolo. Ne avevo proprio bisogno." disse con un sorriso dolcemente sensuale.
Nonostante avessi appena eiaculato il mio pisello non sembrava volerne sapere di afflosciarsi. Elena lo accarezzò con le dita: "Povero pisellotto, senti come è duro... Ma so io come farlo stare meglio." disse con un'aria furbetta. Si tolse pantaloni e mutandine e si mise culo all'aria. "Su, vieni, non aver paura..."
Mi avvicinai: teneva le gambe strette, con il sedere bello in vista: sembrava un...
"Sembra un cuore rosa..." biascicai.
"Ma che carino, grazie! Accarezzami un po' qui" disse indicandosi le chiappe. Sfiorai la pelle morbida e liscia come una pesca, dandole dei bacini. Elena se la godeva, sospirando soddisfatta.
Dopo qualche minuto allargò le natiche: il messaggio era chiaro. Mi bloccai: dei ragazzi più grandi mi avevano detto che le ragazze strillavano e piangevano come agnelli quando venivano prese dietro; non volevo fare male a Elena, quando il mio sguardo si posò su un barattolo di crema Nivea sul comodino. Ne presi un po' sulla sunta dell'indice e lo spalmai sul suo forellino, molto lentamente, poi feci una leggera pressione con il dito, inserendo la punta: entrava bene, così spinsi più forte, ma Elena si lamentò: "Ahi... Fai piano, cucciolo, mi fai male così..."
Applicai altra crema e massaggiai ancora, riprovai con il dito e stavolta la cosa fu più agevole, riusii ad inserire tutto l'indice, toccandola dentro.
"Mettici il pisello, ora" mormorò lei.
Puntai la cappella sul buchino: Elena fremette mentre lo facevo. Spingevo piano piano, e lentamente sentivo il suo buchino allargarsi intorno a me; la punta si faceva strada dentro di lei, strappandole qualche piccolo sussulto. Centimetro dopo centimetro, una volta che fui tutto dentro di lei mi fermai, godendomi il momento: avevo violato il sedere di mia sorella! Elena agitò le chiappe: " Daiiii, non farmi aspettare... Facciamolo..." sussurrò. La presi per i fianchi e incominciai a penetrarla. Che delizia! Se la sua fica era bella stretta, il suo culo lo era molto di più, mi avvolgeva dolcemente come una carezza. L'istinto prese il controllo di me: la girai su un fianco, scopandola così, appassionatamente.
"Aahhhh... Così, bravissimo... Il mio culetto è tutto tuo, cucciolooo!!!"
Le mie labbra cercarono le sue, ci baciavamo come amanti consumati, e intanto le palpavo dolcemente de tette, giocando con i suoi bei capezzoli rosa. Andammo avanti così finchè non eiaculai, riempiendole il culetto. Le sfuggì un gridolino: "Sìììììì.... bravo, riempimi tuttaaa... Ho il pancino peno di seme...." Rimasi dentro di lei fin quando non smisi di venire, e quando uscii un rivoletto bianco le colò fuori. Mi baciò ancora, dolcemente, come solo un'amante sa fare: "Ti amo tanto, cucciolo, e ti amerò per sempre..." disse.
Risposi al bacio con altrettanta passione: "Anche io, Ele... Per sempre."
...
Da quel giorno sono passati quasi quindici anni: adesso Elena è sposata e ha due bellissimi figli, il suo lavoro, la sua vita. Io ho finito l'università e sono felicemente fidanzato.
Ma ogni tanto, quando i rispettivi coniugi sono impegnati, io ed Elena ci incontriamo e scopiamo come quando eravamo ragazzini, quando, tanti anni fa, siamo entrati tenendoci per mano nel mondo del sesso.
FINE

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