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Lo spogliatoio


di ringo00
23.07.2017    |    37.219    |    5 9.5
"Quando finalmente Lea la lasciò andare avevano entrambe il fiatone, le guance rosse per l'eccitazione e gli occhi lucidi..."
-ATTENZIONE- QUESTO RACCONTO E' UN'OPERA DI FANTASIA. QUALSIASI RIFERIMENTO A FATTI, LUOGHI O PERSONE REALI E' DA RITENERSI PURAMENTE CASUALE

Sonia era rimasta sola nello spogliatoio, dopo la pallavolo. Non le piaceva cambiarsi con le compagne presenti; la ragione, o meglio, le ragioni, erano sul suo petto: infatti, madre natura era stata generosa con lei, era infatti una ragazza attraente, dai lunghi capelli castani mossi e morbidi, un bel visetto grazioso, una linea sinuosa e... una quarta abbondante di seno, due globi rosei e tondi che attiravano gli occhi maschili e le occhiate invidiose delle compagne. Per questo preferiva cambiarsi da sola, quando tutte le compagne erano già andate via. Si sfilò la maglietta e si guardò nello specchio sulla parete; non portava il reggiseno durante le lezioni, le dava fastidio. Sonia si mordicchiò il labbro: quelle grosse bocce proprio non le piacevano per niente. Le soppesò con entrambe le mani, erano pesanti, dai capezzoli paffuti e le areole grandi dal colore roseo.
"Che fai, giochi davanti allo specchio?"
Sonia sobbalzò spaventata: si voltò verso la fonte della voce e vide Lea, una sua compagna di squadra. Bella, capelli biondo chiaro portati corti, seni piccoli, fianchi sottili e culetto sodo e alto. I suoi occhi verdi brillavano di malizia mentre guardava Sonia che tentava di coprirsi i seni con le mani. Lea si avvicinò, sorridente: "Perché le nascondi? Hai dei seni così belli..."
Sonia arrossì: "Non è vero..." sussurrò. Lea scostò delicatamente le mani di Sonia scoprendo i floridi seni. Con la punta dell'indice sfiorò il seno destro, strappando un gemito a Sonia, proseguì seguendo il contorno dell'areola e poi con cerchi sempre più stretti fino a premere sul capezzolo, che ebbe un leggero sussulto.
"Hai davvero delle tette enormi, sono un po' gelosa..." disse Lea. Avvicinò il viso a quello di Sonia, le carezzò la guancia e senza preavviso le infilò la lingua in bocca.
"Mmmmh!" gemette Sonia, mentre Lea la baciava con passione d'amante, accarezzandole la lingua con la sua; sentiva le guance scottare, la testa diventava pesante, le ginocchia tremavano. Quando poi la mano di Lea prese a scendere lentamente prima sul seno, poi sul ventre per poi finire sul suo pube Sonia sentì un calore fortissimo investirla come una vampata rovente. Le dita di Lea si infilarono sotto i suoi vestiti e sfioravano vogliose il suo sesso, insinuandosi fra le rosee labbra e insistendo sul clitoride. Per Sonia fu troppo: le gambe rifiutarono di reggerla e scivolò lungo la parete, mentre Lea insisteva a baciarla. Quando finalmente Lea la lasciò andare avevano entrambe il fiatone, le guance rosse per l'eccitazione e gli occhi lucidi. Sonia era confusa, combattuta tra il desiderio e la razionalita, ma Lea la strappò dai suoi pensieri: la biondina le sfilò pantaloncini e mutandine, mettendo in mostra il pube coperto da una rada peluria e il taglio rosa della sua femminilità. Sonia cercò di coprirsi pudicamente i genitali, ma Lea paziente le scostò, ammirando affascinata le grazie dell'amica, e avvicinò la lingua al clitoride; quando si toccarono, Sonia sentì come una scarica elettrica percorrerle il corpo, seguita da una sensazione di bagnato al basso ventre e una forte sensazione di caldo. Aveva appena avuto un orgasmo, il primo, sconvolgente, meraviglioso orgasmo. Lea non si era persa nemmeno una goccia del nettare di Sonia, leccandolo golosamente. Mentre Sonia cercava di riprendersi, Lea si denudò a sua volta, e Sonia rimase incantata alla vista dei graziosi seni appuntiti di Lea, i capezzoli all'insù, il ventre piatto e la zona pubica liscia tranne un ciuffetto di un biondo quasi trasparente. Lea si accovacciò tra le cosce di Sonia e riprese a lavorarsela di lingua, strappandole gemiti e sospiri, alternando la lingua alle dita. Sonia aveva praticamente la vagina di Lea in faccia: come presa da un istinto animalesco avvicinò la lingua e la sfiorò. Lea cacciò un urletto sorpreso, soffocato ben presto da un lungo gemito. Sonia la sentì bagnata, il sapore le piacque e preso coraggio iniziò a leccare avidamente, inserendo la lingua nella fessura fremente di voglia e giocherellando con il clitoride di Lea, che le riservò il medesimo trattamento. Si leccarono, sfiorarono e accarezzarono le rispettive zone erogene a lungo, godendo appieno l'una dell'altra finchè furono scosse da un sontuoso orgasmo quasi in contemporanea, annunciato da un urlo godurioso da parte di entrambe. Esausta, Sonia si abbandonò sull'amica, che si addossò alla parete; Sonia iniziò a succhiarle piano i piccoli seni, ad occhi chiusi, come una lattante affamata. Lea si godette beatamente la poppata, accarezzando i soffici capelli dell'amica.
"Lea..." disse Sonia dopo un po'.
Lea abbassò lo sguardo: Che cosa c'è?"
Sonia, in tono imbarazzato chiese: " Possiamo rifarlo?"
Lea sorrise: "Ma certo... Quando vorrai."
Un ultimo tenero bacio sigillò quell'accordo.

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