Prime Esperienze

Ringo e Maria


di ringo00
26.04.2023    |    2.823    |    2 9.6
"Sorridendo, Maria si alzò e improvvisó un balletto sexy: la camicia, lentamente sbottonata, voló in un angolo, la gonna scivolò a terra..."
~ATTENZIONE ~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA

Ringo stava spulciando pigramente gli annunci su A69, scorrendo i vari profili, quando uno in particolare catturó la sua attenzione: una bella donna di 54 anni, bella pienotta e formosa, in posa ammiccante. Era proprio il tipo di donna che gli piaceva. Inviò la richiesta di amicizia e scrisse un messaggio di saluti, e a sorpresa lei accettò e rispose. Tra i due iniziò una appassionata conversazione, agevolata da vari interessi comuni, Ringo sentiva di trovarsi sulla stessa lunghezza d'onda della sua prosperosa corrispondente. Dopo qualche mese di chat i due concordarono un incontro, in un bar vicino casa di Ringo. Era emozionato, come un ragazzino al primo appuntamento: si era messo in ghingheri e stringeva tra le braccia un bouquet di fiori da regalarle. Se lui era teso, lo stesso si poteva dire di lei: dopo essersi fatta una lunga doccia aveva passato quasi un’ora nuda davanti alla specchiera dell’armadio, indecisa su cosa indossare. Maria Maria, si disse, come pensi di far cadere il tuo spasimante? Bella domanda… Dopo averci pensato a lungo afferrò il cellulare e digitó un messaggio: COME DEVO VESTIRMI?
La risposta di Ringo arrivò quasi all’istante: in cuor suo, avrebbe voluto rispondere COME MAMMA TI HA FATTA, ma si trattene; scrisse invece CARINA MA SEXY.
Maria sorise: molto bene, e sexy sia! Cominciò con l’intimo più sexy che aveva, nero, di pizzo finissimo e calze a rete. Si contempló compiaciuta allo specchio: nonostante non fosse una ragazzina e accusasse forse qualche chiletto di troppo, in quel momento si sentiva molto bella. Indossò poi una gonna al ginocchio sempre nera, una camicia bianca dalla generosa scollatura tesa dalla sua taglia 9 e un paio di scarpe col tacco. Si truccó con cura, voleva dare il meglio di sé; completò l’opera con una catenina dal pendente che ciondolava finendo spesso nel solco fra i seni. Dopo un’ultima occhiata allo specchio uscì di casa, pregustando un’uscita propizia. Dopo qualche minuto arrivò al luogo dell’appuntamento, dove scorse un ragazzo ben vestito con delle rose in mano; la descrizione corrispondeva con quella fornita da Ringo, e entrata nel locale lo chiamò, facendo cenno con la mano: “Ringo, sono qui!”
Lui si voltó al richiamo e rimase lì imbambolato: finalmente la incontrava dal vivo, ma era molto, molto, molto più bella di come appariva in foto! Il suo sguardo accarezzò il viso di lei, le sue forme giunoniche e la scollatura finché lei lo richiamò alla realtà con un risolino: “Piacere di conoscerti dal vivo, Ringo!”
Si riscosse, porgendole imbarazzato il mazzo di fiori e balbettando “Piacere mio, Maria… sei… molto bella…”
Maria arrossì compiaciuta: era tenero, Ringo, un gentleman di altri tempi. Seduti al tavolino davanti ad un caffè, i due iniziarono a parlare, la tensione si snodava lentamente; passata un’oretta, decisero di fare due passi, ma il tempo si guastó improvvisamente: Ringo le propose di andare a casa sua, e Maria accettò entusiasta, curiosa di sapere come si sarebbero sviluppate le cose. L’appartamento di Ringo era pulito e accogliente; la invitò a mettersi comoda, e Maria tolse le scarpe e sedette sul sofà. Le offrí un drink, che Maria sorseggió da buongustaia. A quello ne seguirono altri due o tre, e Maria cominciò a sentirsi piacevolmente brilla. Decise di tentare un pochino il suo cavaliere: “Non fa un po’ caldo qui?” chiese in tono suadente, e senza attendere la risposta sbottonó due bottoni della camicetta, ridendo. A Ringo quasi cadde il bicchiere di mano: i suoi occhi seguirono rapiti i movimenti delle mani di Maria sui bottoni, il suo cazzo stava alzando la testa.
“Ho fatto centro, eheh…” pensò lei. Optó per stuzzicarlo ancora un po’: alzò maliziosamente l’orlo della gonna, mostrando uno scorcio della mutandina nera e la coscia cicciottella. Ringo deglutii, ormai in piena erezione. Sorridendo, Maria si alzò e improvvisó un balletto sexy: la camicia, lentamente sbottonata, voló in un angolo, la gonna scivolò a terra. Osservò compiaciuta Ringo, che dava segni di irrequietezza: “Ottimo, ci siamo quasi…”
Accarezzandosi voluttuosamente qua e là, Maria si avvicinò sinuosa a Ringo, tendendo la mano: “Balliamo, caro?”
Lui la prese nella sua, venendo trascinato in un lento: la morbidezza della sua dama lo avvolgeva, inebriante, ora le tettone fasciate di pizzo, ora la pancia, Ringo era ormai al capolinea della resistenza. Maria continuò con la sua sensuale danza da odalisca: si sfilò il reggiseno, lasciando che le sue enormi tette dondolassero libere e scuotendole in modo oscenamente sexy. Si voltò poi di spalle, offrendo a Ringo la visione del suo maestoso fondoschiena bianco, e piegatasi a 90 lasciò scivolare le mutandine ai suoi piedi. La sua mano si posò giocosamente sull'inguine di Ringo, accarezzando lentamente il cazzo marmoreo sotto il tessuto. Lui non resistette oltre: la prese per le spalle, strappandole un gridolino sorpreso e la ribaltó sul divano. Maria lo lasciò fare, finalmente stava prendendo l’iniziativa! Le labbra di Ringo cercarono vogliose le sue, in un lungo bacio bollente. Mugolando eccitata, Maria a tentoni liberó dalla patta il cazzo di Ringo, che scattó come una molla, la testa scura e bagnata. Lei lo impugnó delicatamente, scappellandolo, il pre sperma le gocciolava sul palmo lungo il polso. Era pronto, ora: le labbra si separarono, Maria si mise in ginocchio sul divano, le braccia incrociate sulla spalliera, a pecora: dimenó il culone, impaziente, voleva quel cazzo, lo voleva subito.
“Prendimi, bel cazzone, fammi tua!” sussurrò. Ringo non se lo fece ripetere: al diavolo il preservativo che aveva in tasca, pronto all’uso, voleva scoparla a pelle! Dopotutto, quante volte si era segato pensando a quel momento? Si avvicinò da dietro a Maria, che allargò le cosciotte, mostrando la figa fradicia e aperta. Con la cappella Ringo ne ispezionó le labbra bollenti, ma Maria aveva fretta, e urlò “Mettillo dentro e scopami, Ringo!”
La accontentó: la infilò tutta d’un fiato, accolto da un lungo gemito. Le sue mani accarezzavano quelle chiappe morbide color del latte, mentre iniziava a pomparla con affondi lenti, ma ben presto la foga prese il controllo: accellerò il ritmo della penetrazione, le mani saldamente adese ai fianchi da manza di lei, che gemeva incontrollabile, dalla sua figa colava nettare che bagnata il divano. Con un gesto a sorpresa, Ringo la cinse per la vita, alzandola di peso per un attimo: sedette sul divano con lei in braccio, riposizionó il cazzo dentro e riprese a scoparla con foga se possibile maggiore di prima. Maria era in estasi, presa da come non le succedeva da tempo: ora le stava afferrando le tette, strizzandole come le mammelle di una mucca, ma andava bene, lo desiderava tantissimo. Voltò il capo verso Ringo, mordicchiandogli un orecchio mentre sussurrava porcate a mezza voce; dopo alcuni minuti di frenetica cavalcata, Ringo schizzó una lunga sborrata: Maria ululó in preda all’orgasmo, lo schizzo bollente le lambí l’utero. Quando le ultime gocce raggiunsero la loro meta, il cazzo di Ringo si afflosció, sazio; Maria si girò, guardandolo negli occhi: “È stato fantastico, scopi da Dio, tesoro…” Lui sorrise imbarazzato, c’era qualcosa di adorabile in lui. Maria intrecció le mani dietro la sua nuca e guidò la testa sul suo seno: “Ora riposa, amore, te lo meriti…”
Cullato dalla sua voce e dai piacevolissimi grattini sul collo, Ringo si assopí, avvolto dalla morbidezza di quelle tettone. Rimasero così a lungo, finché la voglia non tornò a bussare alla loro porta, e Ringo e Maria si lanciarono nuovamente nella vorticosa, rovente danza della passione.

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