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Giocando con la zia Terry


di ringo00
04.10.2018    |    29.651    |    4 9.4
"Sospirai appagato: che venuta, ragazzi! Ma non c'era tempo da perdere, dovevo ripulire tutto prima che si svegliasse, ma all'improvviso la zia aprí gli..."
~ATTENZIONE~ QUESTO RACCONTO È UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALI È PURAMENTE CASUALE

Le vacanze dalla zia Terry erano sempre divertenti, ma da quando avevo visto la meravigliosa fica della zia mentre dormiva tutto aveva assunto una sfumatura diversa... Avevo perso il conto di quante volte l'ho osservata nel sonno, quante ore trascorse ad apprendere i particolari del corpo di una donna in tutto il suo splendore... Ovviamente alla teoria integravo la pratica: con le dita esploravo quel morbido corpo, dai seni morbidissimi, ai fianchi, le natiche dalle morbide linee e naturalmente anche il suo fiore: delicatamente infilavo l'indice tra quei petali rosa e indugiavo un po', godendomi lo spettacolo di come lo trovavo bagnato di umori, che lecca o via golosamente. Ricordo che una volta decisi di spillare quel nettare delizioso direttamente dalla fonte: mi posizionai a pancia in giù sul letto, mi avvicinai come un giaguaro e azzardai una timida leccatina. Semplicemente indescrivibile, l'aroma di una donna: quel sapore leggermente amarognolo accarezzava dolcemente le mie papille gustative, e io ne volevo sempre di più, le leccate si facevano più intense, finché a un certo punto la zia si mosse nel sonno con un mugugno; non volevo rischiare e veloce come un fulmine tornai a coricarmi accanto a lei. Questi esperimenti avevano sempre un certo effetto su di me, e nasconderlo era abbastanza difficile: la zia non aveva obiezioni sul fatto che girassi col pistolino sempre duro, sembrava quasi che le facesse piacere, e alle volte penso che facesse apposta a provocarmi, ad esempio chinandosi per prendere qualcosa da terra mostrando tutta la sua mercanzia, oppure sfiorandomi col seno, e via discorrendo... Mi stavano venendo i calli alla mano per le troppe se... dute di osservazione, e ogni volta, per non insospettire la zia andavo a sfogarmi tra i cespugli, in un angolo del frutteto, dove c'era un cespuglio di camelia: mi nascondevo lì e giù di mano fino a che inseminavo in cespuglio di bianco.
Ero in fregola perenne, sempre col rubinetto che gocciolava, e vedere la zia sempre nuda non mi era molto di aiuto. Un giorno però cambiò qualcosa: una mattina la vidi di spalle, seduta sul bordo della vasca da bagno, intenta a trafficare con qualcosa; non ci feci molto caso, e continuai per i fatti miei, ma le sorprese non erano finite, infatti quel giorno arrivò a pranzo con indosso un paio di mutandine bianche. Piuttosto insolito, pensai, ma nuovamente non ci pensai molto. Dopo mangiato ci ritirammo per il riposino, e io seguii la solita prassi: aspettare che si addormentasse per poi dedicarmi alle mie adorate osservazioni. Il leggero russare della zia fu il segnale: silenzioso come un'ombra mi infilai tra le gambe della zia, ma il tessuto delle mutandine mi ostacolava; delicatamente scostai la parte più sottile e... Quasi urlai dalla sorpresa: era liscia, la fica della zia era diventata liscia come quella di una adolescente! Ecco cosa stava facendo in bagno, e probabilmente portava le mutandine per proteggere la pelle resa sensibile dalla depilazione... Un po' mi dispiaceva che non ci fossero più quei bei riccioli corvini, ma anche così non era affatto male, anzi, sembrava ancora più invitante, senza pelini si vedeva molto meglio il taglio rosa della fica. Avvicinai come al solito la lingua: la fica aveva un buon profumo, come di crema idratante, ed era un pochino arrossata, ma non bastava a frenare la mia voglia. Una leccata: meglio, molto molto meglio, si leccava più facilmente da liscia. Un'altra leccata, e ancora, è ancora, stavo divorando la passera della zia Terry, mentre lei dormiva tranquilla. Potevo essere scoperto, ma non importava, godevo troppo. Un'idea folle mi balenó in testa all'improvviso: avvicinai il pisello sul taglio e iniziai a strofinare: mi dovetti mordere la lingua per non farmi sfuggire qualche gemito, stavo godendo come un porco... Con le dita e la lingua era bello, ma così era tutto un'altra storia: il mio pisello scivolava agevole sulla fica bagnata, avanti e indietro, avanti e indietro... Afferrai le cosce della zia e le allargai per bene, volevo godermela il più possibile. Sentendo salire la sborrata lungo l'asta accelerai il ritmo e splash, edplosi: uno schizzo più lungo finí sul seno della zia, altro si fermarono sulla pancia e un paio sulla fica. Sospirai appagato: che venuta, ragazzi! Ma non c'era tempo da perdere, dovevo ripulire tutto prima che si svegliasse, ma all'improvviso la zia aprí gli occhi assonnati e uno sguardo stupefatto vi apparve: "Ma... Caro, cosa... Cosa fai???"

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