tradimenti

Loredana


di ringo00
12.06.2022    |    9.311    |    5 9.7
"Vergognosa e pentita, mi ricomposi e tornai a letto, decisa a considerare tutta quella faccenda come un perverso scherzo della mia immaginazione..."
~ATTENZIONE ~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALI È PURAMENTE CASUALE

È ul primo racconto di genere tradimento che scrivo per cui ogni suggerimento è ben accetto.

Ciao a tutti, il mio nome è Loredana, Dana per gli amici, 40enne felicemente sposata e casalinga. La vita non mi ha mai negato nulla, mi ha dato un bel fisico che piace tanto agli uomini, un marito meraviglioso e un matrimonio felice. Però… c’è una macchia nel mio passato, qualcosa che non ho mai avuto il coraggio di raccontare. Capitó sette anno fa, un mese di maggio; iniziava a fare caldo, e vestito un po’ più leggera. Quel giorno portavo la camicia e una gonna a mezza coscia che valorizzava le mie gambe, e sotto sotto ero soddisfatta delle occhiate che a volte i passanti mi lanciavano, ma era solo un gioco, la mia fedeltà verso mio marito era solida come pietra. Ma a volte anche la pietra più dura può sgretolarsi, specie quando capita qualcosa di sconvolgente. Quel giorno, come dicevo, ero do ritorno dal supermercato con la sporta sottobraccio, quando nell’ingresso del condominio incontrai Aldo, il figlio del portinaio, un ragazzo ventenne dal fisico palestrato. Mi metteva un po’ a disagio, quel ragazzo, avevo sempre come l’impressione che mi spogliasse con lo sguardo, spesso sentivo i suoi occhi indagare nella V della scollatura o sul sedere quando ero di spalle. Mentre puliva il pavimento, mi rivolse un buongiorno, con quel sorriso un po’ storto tipico della sua espressione. Risposi al saluto, sbrigandomi a salite le scale, timorosa di ritrovarmi vis a vis con lui. Come sempre il suo sguardo mi segui, e finsi di non accorgemene, finché, canticchiando, lo vidi allontanarsi con lo spazzolone in spalla, diretto allo sgabuzzino. Ero ormai sul pianerottolo quando casualmente guardai verso di lui, e… Dovetti trattenere un grido: Aldo guardava dritto verso di me, appoggiato ad un armadio delle scope, con un ghigno e il cazzo in mano. Spaventata, corsi alla porta e mi chiusi dentro. Avevo visto bene cosa aveva tra le gambe: un cazzo grosso, venoso, di quelli da film porno, per intenderci. Sentivo scottare la faccia: ero sposata, per la miseria, e non avevo mai, mai tradito il mio uomo neppure col pensiero, e adesso… stavo fantasticando sul cazzo di un altro uomo pure più giovane di me! Mi schiaffeggiai energicamente la faccia. Piantala, Loredana, dissi a me stessa, sembri una ragazzina alla sua prima cotta! Riprenditi!
Mi calmai con le mie faccende di casa, preparai la cena e prima di andare a dormire feci sesso con mio marito, in modo passionale come sempre, ma al picco del piacere mi giunse, perverso ed improvviso il pensiero del cazzo di Aldo, duro e fremente… Mi vergogno ad ammetterlo ma raggiunsi l’orgasmo con quel pensiero. Quando mio marito si addormentò al mio fianco, rimasi sveglia a fissare il soffitto: quel pensiero lascivo non voleva abbandonare la mia mente, sentivo i capezzoli duri, e la fica si stava bagnando. Senza fare rumore mi alzai e mi chiusi in bagno; accesa la luce accanto allo specchio, sfilai la camicia da notte e le mutandine, fissando il mio nudo riflesso. Avevo ancora un fisico piacevole, seno sodo e giovane, ventre piatto e una bella fica, ornata da un pelo castano folto ma ben curato. Cosa mi sta succedendo, chiesi allo specchio, mi sento così sporca, così… mostruosamente eccitata… Inconsciamente, le mie dita strinsero i capezzoli vogliosamente, erano duri e tesi come chiodi, e all’istante la miciona miagoló affamata. Le labbra gonfie urlavano la loro voglia, bramosia di attenzioni: sedetti sul bidet a gambe larghe e mi sparai un ditale memorabile; durai poco più di un minuto, ma l’orgasmo fu intenso, devastante, e una volta passato quell’uragano di emozioni mi lasciai andare contro le piastrelle del muro, piacevolmente fresche contro la mia pelle bollente. Vergognosa e pentita, mi ricomposi e tornai a letto, decisa a considerare tutta quella faccenda come un perverso scherzo della mia immaginazione. Ero convinta che fosse finita lì, ma non era così: nei giorni seguenti Aldo rifece quella cosa ogni volta che gli capitavo a tiro, aggiungendo osceni cenni di invito. Stavo impazzendo: dovevo alzarmi in piena notte per placare il mio desiderio sempre più imperioso, ricordo che una volta dovetti masturbarmi la bellezza di tre volte consecutive prima di riuscire a calmarmi. Dopo ogni volta mi facevo schifo da sola, imponendomi di farla finita, aggrappandomi all’amore che provavo per il mio uomo per non cedere. Ma il colpo di grazia alla mia resistenza fu dato un pomeriggio, quando Aldo, appostato nel ripostiglio, iniziò a segarsi velocemente al mio passaggio; la vista di quel membro marmoreo dalla cappella scura mi colpí con la forza di un ariete. Al diavolo tutto, dovevo averlo, LO VOLEVO!
Mi accertai che non ci fosse nessuno nei paraggi e mi fiondai nello sgabuzzino.
“Era ora, credevo non avresti mai accettato. “ disse con un ghigno.
Non risposi, non volevo guardarlo in viso, volevo solo godere del suo cazzo e sparire più velocemente possibile. Mi inginocchiai e come la più esperta delle pompinare iniziai a succhiare quel randello bollente, in fretta, con la bocca facevo un rumore bagnato, osceno, quasi non credevo a cosa stessi facendo. Aldo mi mise una mano sulla testa, accompagnando i miei movimenti, per diversi minuti, finché non mi fece alzare e mettere faccia al muro. Con un gesto brusco mi abbassò pantaloni e mutande, schiaffeggiandomi le chiappe con le sue mani rivide. Sussultai quando due dita invasero la mia fica, rovistando senza ritegno. Quando le tirò fuori me le mise davanti agli occhi: “Guarda come sei bagnata, vedere il mio cazzo to fa eccitare così tanto? Sei una troia…” disse, dandomi un altro sculaccione. Senza aggiungere altro puntò la cappella sulla fessura bollente ed entrò tutto di un colpo, sentivo male, ma mi coprì la bocca con la mano.
“Non fare chiasso, o ti farai beccare!” sogghignó. Sembrava non desiderare altro, quel porco schifoso. Iniziò a sbattermi senza pietà, affondandomi dentro fino in fondo, le sue palle gonfie sbattevano sul mio sedere. Nel mentre mi riempiva di oscenità: “Cosa direbbe tuo marito se ti vedesse così? Eh? O magari ti piacerebbe farti vedere mentre un altro ti tromba davanti a lui?”
Quelle parole mi facevano male, erano come qualcosa di appuntito che mi feriva dentro, nel profondo… ma era vero, almeno in parte, in quel momento stavo godendo come una vacca, nessuno mi aveva mai scopata così. Senza avvertirmi, quel depravato mi sborró dentro, un fiume di sborra bollente, e un mio grido di disperazione mista a goduria fu trattenuto a stento dal palmo della sua mano. Mi schizzó fino all’ultima goccia, e finalmente lo tirò fuori, sentivo bagnato sulle gambe, un misto della sua venuta e dei miei umori. Si chiuse rumorosamente la zip mi sussurrò all’orecchio: “Puttana, ti ho sborrata, ri è piaciuto? La prossima volta ti…”
Non seppi mai come sarebbe finita la frase: mi tirai su i pantaloni di scatto e mi precipitai su per le scale di corsa. All’ ingresso mi tolsi pantaloni e mutandine inzuppate di sborra e le buttai in lavatrice, che feci partire al massimo. Disfarsi delle prove, pensai con amara ironia. Fatto ciò mi sedetti sul bidet, aprii l’acqua calda e mi lavai energicamente la patata, fino a ripulire ogni traccia di seme. Proprio in quel momento mio marito entrò dalla porta: “Dana, sono a casa, dove sei?”
Quando entrò nel bagno mi vide seduta sul bidet con la mano tra le gambe, e un sorriso apparve sul suo viso.
“Ma bene, facciamo le porcelline già a quest’ora?”disse, avvicinandosi, armeggiando intanto con la chiusura della patta. “Ecco qua”, disse premendomi il cazzo duro sulla guancia, “non gli dai un bacino?”
Senza dire nulla lo presi in bocca, facendogli un pompino con tutto il mio amore mentre mi sditalinavo. Quanto ti amo, pensai. Come mi era potuto passare per la mente di tradirlo? Con un gemito roco mi scaricó una bella sborrata densa giù per la gola, mentre la mia fica pelosa si sciolse in un orgasmo. Ti amo, ti amo, ti amo, pensai, mentre mandavo giù la sua crema, tu sei l’unico per me…

Ecco, questa è la storia della prima e unica volta in cui non sono stata fedele al mio uomo. Spero che vi sia piaciuta. Un bacio, Loredana…

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