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Nel letto di mio fratello


di ringo00
25.09.2022    |    21.298    |    3 9.1
"Mentre questi pensiero mi attraversava la mente, il pisello di Mirko si irrigidí, sulla lingua sentii come qualcosa di bagnato che non era la mia saliva; ad..."
~ATTENZIONE ~ QUESTO RACCONTO È UN’OPERA DI FANTASIA
Ecco la seconda parte del racconto dei fratelli. Buona lettura
L’esperienza vissuta aveva lasciato strascichi di eccitazione in me: il culetto mi bruciava un pochino, ma in un modo tutto sommato gradevole. Non mi bastava, ne volevo di più. Balzai giù dal letto per raggiungere quello di mio fratello: “Mirko… Mirko!” bisbigliai. Inutile, aveva il sonno così pesante che sarebbe potuta crollare la casa senza che facesse una piega. Provai a scuoterlo, ma Mirko, imperterrito, continuava a russare come un tapiro in cassa integrazione. Indispettito, ero sul punto di tornarmene in branda, quando mi ricordai della rivista porno mostratami da Mirko: l’aveva nascosta nella libreria, tra i fumetti e libri dall’aria innocua. Decisi di dargli un’occhiata più approfondita, così la recuperai assieme alla mia torcia elettrica e mi infilai sotto le coperte. Con crescente interesse sfogliavo le pagine, che mostravano le peggio porcate che avessi mai potuto immaginare: donne bellissime prendevano piselli enormi nella patata e nel sedere, e la visione mi fece venire il prurito. Ad incuriosirmi maggiormente, però, fu una foto di una modella bionda che teneva in bocca il pisello (gigantesco!) di un ragazzo di colore. Lei sembrava in estasi con quel mostro fra le labbra, e anche il tizio se la stava spassando; chissà cosa si prova, pensai. Il mio cervellino perverso si stava mettendo in moto: forse avrei potuto levarmi la curiosità e anche combinare qualcosa. Due piccioni con una fava! Rimisi tutto a posto e tornai sul letto di Mirko, che ronfava tranquillamente. Era estate, dormivamo in mutande e maglietta, con solo una leggerissima coperta, sotto la quale scivolai come un gatto. Per mia fortuna Mirko dormiva con le gambe piuttosto aperte, ciò avrebbe giocato a mio favore. Delicatamente armeggiai con l’elastico delle sue mutande, abbassandole il necessario per avere liberta d’azione. Era floscio, pigramente piegato versi sinistra; lo sfiorai con l’indice, testando una possibile reazione: diede un leggero fremito, per cui continuai, poco per volta, finché non prese vigore, gonfiandosi sotto il mio tocco. Dopo circa due minuti fu pienamente in erezione, svettante e durissimo. Il membro di Mirko mi fece venire l’acquolina: lo scappellai per bene, abbassando la pelle il più possibile. Quando fu pronto levai la coperta, per non essere impicciato nei movimenti; la cappella di mio fratello era di un bel rosa scuro, brillante di una lama di luce che filtrava dalla finestra. Strinsi il suo pisello nella mano, e preso un respiro lo presi in bocca. Cosa provai in quel momento? Beh, era strano, come tenere in bocca un ghiacciolo stretto, solo che anziché essere freddo era caldissimo. Sentii che fremente nuovamente, era bello, molto piacevole. Come mosso da un istinto antico, cominciai a succhiarlo, muovendo la testa su e giù lungo l’asta; all’inizio sentivo come un sentore di nausea, che passò subito: cercavo di fare piano, ma ben presto mi feci prendere la mano, succhiavo come la stangona sulla rivista, per un folle istante mi figurai come una femmina, una ragazza affamata di pisello. Mentre questi pensiero mi attraversava la mente, il pisello di Mirko si irrigidí, sulla lingua sentii come qualcosa di bagnato che non era la mia saliva; ad un tratto incominciò a schizzare sperma, cogliendomi di sorpresa: in un attimo mi trovai con la bocca piena di seme bollente, mi veniva lo stimolo di tossire ma lo freni, aspettando che finisse. Dopo altri schizzi via via più deboli, finalmente il pisello di mio fratello si smolló rapidamente, fino a ritornare floscio come poco prima. Con le guance colme di sperma, lo rimisi nelle mutande: non aveva smesso di russare nemmeno per un secondo, roba da matti…
Tenendomi la mano sulla bocca per non sgocciolare in giro mi recai in bagno, dove sputai quasi tutto nel lavandino, che sciaquai accuratamente. Una piccola parte era però scivolata nella mia gola: calda, decisamente sala, un sapore, beh, non proprio il massimo della vita… Per tutto il tempo, il mio pisello era rimasto teso allo spasmo, il tessuto della mutandina era bagnato in corrispondenza della mia cappella. Non avevo goduto stavolta,
però mi era piaciuto molto, quasi quanto averlo preso nel sedere. Chissà, forse avrei potuto approfondire il tutto…

Continua…


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