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LA PROPOSTA (parte ottava de IL CAZZO DI MIO FIGLIO)


di leius06
01.04.2019    |    25.996    |    7 9.5
"Cenammo a lume di candela in un piccolo ristorante di pesce posizionato sul mare..."
La storia tra me e Luca proseguì senza sosta fino al termine dell'anno scolastico. Io e mio figlio scopavamo ogni giorno, a volte più volte al giorno, in ogni angolo della casa. A stupirmi non era la voglia perenne di Luca, in fondo oltre che mio figlio era sempre un diciottenne con gli ormoni a mille e una donna a sua completa disposizione, ma quello che provavo nei suoi confronti.

Prima di allora non mi era mai capitato di sentire un desiderio irrefrenabile nei confronti di un uomo. Non avevo solo voglia di sentire il suo cazzo a ogni ora del giorno e in ogni modo possibile. Ne avevo fisicamente bisogno. Non potevo più fare a meno del cazzo di mio figlio.

Gli ultimi mesi furono molto duri per Luca che era alle prese con la preparazione degli esami di maturità ma io gli stavo sempre accanto, come madre e come donna. Passai interi pomeriggi sotto la scrivania a succhiare il suo cazzo duro mentre mio figlio ripeteva la tesina.

Luca smise definitivamente di masturbarsi perché ogni volta che aveva bisogno di sfogare il suo piacere io ero a completa disposizione. Quando eravamo soli concedevo volentieri a mio figlio tutta me stessa, quando invece suo padre era in casa trovavo comunque il modo di soddisfare le sue voglie: spesso con una veloce sega, a volte perfino con un pompino.

Tornare in soggiorno e trovare mio marito che leggeva il giornale seduto sul divano mentre ancora sentivo in bocca il sapore del seme di nostro figlio mi faceva provare un brivido unico fino a raggiungere l'orgasmo.

Il rapporto tra me e Luca però non era solo fisico. Non era solo sesso. Mio figlio mi corteggiava e mi faceva sentire desiderata. Luca mi faceva sentire donna oltre che femmina. Tanti mazzi di fiori, i soliti bigliettini sul suo letto e continue attenzioni che mai nessun uomo prima di allora mi aveva riservato. Il tutto fino alla sera della sua maturità.

Luca mi disse solo di vestirmi casual perché aveva una sorpresa per me. Suo padre, come sempre, era impegnato in una cena di lavoro. Noi uscimmo intorno alle 20, salimmo sulla Smart di mio figlio e raggiungemmo la località di mare più vicina alla nostra città.

Io indossavo una gonna jeans sopra il ginocchio, una camicetta bianca generosamente aperta sul mio seno prosperoso e un paio di sandaletti col tacco. Luca aveva scelto una camicia nera, un paio di bermuda bianchi e le immancabili sneakers.

Cenammo a lume di candela in un piccolo ristorante di pesce posizionato sul mare. Il posto era incantevole, l'atmosfera magica, il cibo squisito e lui... beh lui era bellissimo. Lui era l'uomo più bello e desiderabile che avessi mai visto. Lui era mio figlio, il mio uomo.

Durante la cena non mancarono gli sguardi carichi di erotismo tra di noi e neppure il classico piedino sotto il tavolo, fu quando arrivammo al dolce però che Luca decise finalmente di svelarmi il motivo di quella serata.

Mio figlio tirò fuori dalla tasca un cofanetto e lo aprì: all'interno c'era un anellino in oro bianco con una piccola pietra incastonata al centro. Rimasi senza parole. Senza fiato.

La sala era rimasta vuota, Luca evidentemente si era messo d'accordo con i gestori del ristorantino. Adesso c'eravamo solo io e lui, lui e io. Mio figlio si inginocchiò davanti a me, prese la sinistra tra le sue mani e mi fece la proposta più incredibile della mia vita: "Mamma, vuoi venire a vivere con me?".

Luca dopo l'estate si sarebbe trasferito in un'altra regione per proseguire i suoi studi all'università e io pensavo che fosse pronto a costruirsi una nuova vita. Una vita senza di me. Mi sbagliavo. Mio figlio non aveva alcuna intenzione di rinunciare a me. A noi. Ero stupita. Ero felice. Ero commossa da tanto amore.

Guardai gli occhi di Luca mentre le lacrime iniziarono a rigarmi il viso. Sapevo che avrei dovuto dirgli di no ma gli dissi di sì. Volevo diventare la sua donna. Era lui l'uomo col quale desideravo condividere il resto della mia vita. Solo lui.

Mio figlio si alzò di scatto e mi baciò. Quindi mi tolse delicatamente la fede e infilò al suo posto il suo regalo. La sua fede. Il simbolo della nostra unione sentimentale e carnale. Per sempre.

Dopo cena passeggiammo abbracciati sul lungomare come due innamorati. In fondo io e mio figlio era quello che eravamo: una donna e un uomo che si amavano, una femmina e un maschio che si desideravano. Spesso la mano di Luca scivolò sul mio sedere e la mia mano scivolò sul suo.

Raggiungemmo la spiaggia e sotto il chiarore della luna piena, senza spogliarci, io e mio figlio facemmo l'amore sulla sabbia. Senza mai staccare le nostre bocche che si baciavano, Luca mi sfilò gli slip, si tirò giù la zip e iniziò a penetrarmi dolcemente. Il viso di mio figlio affondava tra i miei seni, io gli baciavo la testa. L'orgasmo arrivò potentissimo e mentre Luca mi veniva dentro ancora una volta mi sussurrò le due parole più dolci di sempre: "Ti amo, mamma".

Durante il tragitto del ritorno verso casa restammo in silenzio ma complice il buio della notte decisi di regalarmi e regalare a mio figlio un'altra scarica di adrenalina. Allungai la mia mano sinistra, gli abbassai la zip e presi il suo cazzo.

Lo masturbai dolcemente mentre guidava facendo scorrere il suo anello, il simbolo del nostro amore, sul suo cazzo di nuovo duro per me. Quando capì che Luca stava per venire mi chinai rapidamente sotto il volante e ingoiai tutto.

Ogni volta che lo facevo venire tra le mie labbra Luca riusciva sempre a riempirmi la bocca. Non importava quante volte fosse venuto prima, lo sperma per dissetarmi a mio figlio non mancava mai. E io, che non aveva mai fatto un pompino in vita mia, non potevo più fare a meno del seme di mio figlio. E ora sapevo che lo avrei avuto. Per sempre.
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