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Le donne di famiglia (mia madre)


di leius06
02.05.2021    |    30.614    |    0 9.6
"Mamma mi fissava dolcemente mentre sborravo per lei finché un giorno non mi chiese di sedermi accanto a lei: “Vuoi assaggiare?”..."
Tutto cominciò con la terza gravidanza di mia madre. Lei all’epoca aveva 35 anni, io appena tredici. Vivevamo insieme a mio padre, spesso fuori casa per motivi di lavoro, e alla mia sorellina di due anni. Mamma era una donna elegante, sia nei modi che nel vestiario.

Non era una bellona, ma aveva un certo fascino e sapeva come esercitarlo sugli uomini. Notavo spesso come la guardavano gli amici di mio padre o qualche vicino di casa. Prima di allora però non avevo mai pensato a lei sotto quel punto di vista.

Vedere cambiare il corpo di mamma nel corso dei mesi sotto i miei occhi di adolescente perennemente arrapato cambiò pure radicalmente il nostro rapporto.

Lo sguardo mi cadeva sempre più spesso in particolare sul suo seno, che in poche settimane passò da una terza scarsa a una quarta abbondante. Mamma capì presto quanto ero attratto dalle sue forme anche perché non ero così sgamato da evitare che se ne accorgesse, ma non fece mai nulla per evitarlo e tantomeno affrontò mai apertamente il discorso.

Dopo pranzo metteva la sorellina a dormire e ogni giorno ci posizionavamo uno accanto all’altro sul divano a guardare la tv. Mamma lasciava che appoggiassi il mio viso sul suo seno utilizzandolo come un morbido cuscino e non fece nulla neppure quanto iniziai a massaggiarmi il cazzo da sopra i pantaloni fino a venirmi addosso. Notava la macchia di sborra che si allargava sul tessuto, sorrideva, mi accarezzava la testa e mi invitava a darmi una sistemata e poi correre a fare i compiti.

Col passare dei mesi e la crescita del pancione mamma era sempre più stanca e così, quando mio padre andava a dormire, approfittava della mia vicinanza per chiedermi di massaggiarle i piedi. In quel momento si rilassava completamente, reclinava la testa e chiudeva gli occhi facendo finta di non sentire come strofinassi i suoi piedi sulla patta e la stoffa che diventata subito umida sotto le sue piante. Finché un pomeriggio non trovai il coraggio di fare un passo successivo.

Un pomeriggio, seduti vicini come sempre davanti alla tv, provai a tirare giù la zip e tirare fuori il cazzo già duro. Mamma lanciò un’occhiata rapida e capì subito cosa stava per succedere. “Tesoro, meglio se vai in bagno”, mi disse sorridendomi dolcemente.
“Mamma, ti prego….”. Lei mi guardò negli occhi qualche secondo: “Ok, ma almeno prendi i fazzoletti se no sporchi tutto”. Non potevo crederci. Iniziai a segarmi lentamente fissando il corpo di mamma che continuava a guardare la tv come se niente fosse.

Osai ancora: “Mamma, me le fai vedere?”. Indossava una vestaglia leggera senza reggiseno, le bastò slacciarla leggermente perché le sue mammelle gonfie di latte materno restassero libere davanti ai miei occhi. Accelerai il ritmo, portai il fazzoletto davanti al mio cazzo appena in tempo e sborrai copiosamente mentre mamma lanciava un’occhiata verso il basso. Appena ebbi finito richiuse rapidamente la vestaglia e si fece consegnare il fazzoletto sporco della mia sborra: “Ora vai a fare i compiti”.

Nei giorni successivi feci in modo di farmi beccare in sega da mia madre sempre più spesso. Lei era ormai in maternità quindi passavamo tantissimo tempo soli in casa. Capitava così che tornato da scuola la raggiungessi in cucina e mi masturbassi seduto sulla sedia mentre la guardavo preparare il pranzo. Oppure prima di cena mi sedevo in salone e mentre stirava lo tiravo fuori segandomi sotto i suoi occhi. Lei mi lasciava fare e così un giorno provai a ottenere qualcosa di più: “Mamma, mi aiuti?”.

Stavolta però fu irremovibile: “Non si può…”. Ci ritentai altre volte ma mamma su questo punto non voleva cedere. Non mi avrebbe segato con le sue mani ma aveva in serbo un altro regalo, forse ancora più intimo. Dopo alcune settimane mamma partorì un’altra bambina, mia sorella Michela. Una volta tornata a casa diventai la loro ombra. Ogni volta che tirava fuori il seno per allattarla la fissavo imbambolato da quello spettacolo e spesso ero costretto a segarmi. Mamma mi fissava dolcemente mentre sborravo per lei finché un giorno non mi chiese di sedermi accanto a lei: “Vuoi assaggiare?”.

Restai senza parole ma non me lo feci ovviamente ripetere due volte. Dopo pochi secondi ero attaccato alla mammella e succhiavo avidamente, mentre la mia sorellina Michela succhiava l’altra. Mamma teneva in braccio lei e accarezzava la mia testa, indicandomi come usare la bocca per evitare di morderle il capezzolo e farle male. Il sapore del latte era acre ma non avrei mai rinunciato a quel momento per niente al mondo. Mentre succhiavo continuavo a masturbarmi furiosamente finché non sborravo fino all’ultima goccia di piacere.

Negli anni successivi trovammo sempre l’occasione per ritagliarci un po’ di spazio solo per noi. Mamma continuò a concedermi di segarmi in sua presenza e sborrare liberamente sotto i suoi occhi oppure lasciava che usassi ancora i suoi piedi per massaggiarmi il cazzo da sopra i pantaloni ma non volle mai prendermelo in mano. Almeno fino al giorno della mia maturità.

Nelle settimane precedenti mamma mi chiese ripetutamente quale regalo volessi anche se in cuor suo sapeva che il mio unico desiderio era sentire le sue dita scorrere sul mio cazzo. La sera stessa degli orali, quando papà e le sorelline erano già a letto, le chiesi di raggiungermi in camera. Mamma indossava una camicia da notte bianca semitrasparente senza reggiseno sotto, era bellissima. Io mi feci trovare sul letto solo con i boxer che non riuscivano a nascondere la mia prepotente erezione. Non ci fu bisogno di troppe parole: mamma senza guardarmi negli occhi abbassò l’elastico e per la prima volta impugnò il mio cazzo.

Quindi incrociò finalmente il mio sguardo e iniziò a muovere la mano. Giù e su, su e giù. Mamma mi segava piano: “Vado bene così”. Le accarezzai il viso: “Sei bravissima….”. Accelerò il ritmo e dopo pochi minuti sentì risalire la sborra: “Prendila in bocca, mamma”. La vidi trasalire, mi guardò dubbiosa ma poi si abbassò su di me. Il suo viso ora era a pochi centimetri dal mio cazzo. Mamma spalancò la bocca e il primo schizzo le finì dritto sulla lingua. Poi lo prese tra le labbra e succhiò fino a svuotarmi completamente. Quando lasciò la presa aveva già ingoiato tutto il mio seme. Si rialzò, mi guardò un’ultima volta e uscì di corsa dalla stanza.

Per qualche giorno non ci fu nessun contatto tra noi ma un pomeriggio ci ritrovammo soli in casa e la raggiunsi in cucina. Mi abbassai i boxer restando nudo davanti a lei col cazzo già semiduro. Mamma si voltò, lo guardò e si inginocchiò ai miei piedi iniziando a segarmi. Capì in quel momento che lo voleva almeno quanto lo volevo io. Prima di prenderlo in bocca i suoi occhi incrociarono i miei: “Succhiamelo, mamma”. Fu il miglior pompino della mia vita. Spingevo la testa di mamma che succhiava avida. Le sborrai tutto il mio seme in bocca e la mandò giù ancora una volta.

Da allora ogni occasione è buona per saziare mamma col mio sperma bollente. Nelle settimane successive mi confessò che prima di allora non aveva mai ingoiato perché mio padre non glielo aveva mai chiesto e lei non aveva mai avuto il coraggio di farlo per paura di essere giudicata. Grazie a me mamma scoprì quanto le piaceva praticare il sesso orale e lo faceva più spesso che poteva. Io ovviamente ero sempre a sua disposizione. Nulla era paragonabile alla sensazione che provavo mentre vedevo mia madre che mi succhiava il cazzo e mandava giù la mia sborra.

Continuammo anche quando mi fidanzai. Io non potevo fare a meno della sua bocca, lei non poteva fare a meno del mio cazzo. Mamma mi fece un pompino il giorno del mio matrimonio, durante il ricevimento. Ci appartammo in bagno qualche minuto: mi abbassò la zip e lo prese tra le sue labbra. Ingoiò tutto, quindi mi ricomposi e raggiunsi mia moglie per il taglio della torna nuziale mentre mamma si sistemava il rossetto davanti allo specchio.

Ancora oggi che ho 35 anni e lei 57, mamma è la mia pompinara. Spesso la raggiungo quando è sola in casa solo per farmelo succhiare. Ancora oggi sono l’unico uomo del quale abbia mai assaggiato lo sperma. Ancora oggi mamma non può fare a meno del cazzo di suo figlio.
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