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MAMMA SCOPRE IL SESSO IN QUARANTENA


di leius06
13.05.2020    |    62.965    |    3 7.6
"Il mio sogno era da sempre quello di tornare nell'utero che mi aveva generato e così sborrai copiosamente nella figa di mia madre ormai completamente piegata..."
Vivo ormai da anni lontano da casa per motivi di lavoro ma il forte legame tra me e mia madre non è mai venuto meno. Impossibile d'altronde dimenticare quanto successo tra noi durante la mia adolescenza quando mamma fu musa consapevole delle mie prime pulsioni sessuali.

Ogni pomeriggio, dopo pranzo, ci sedevamo insieme sul divano e mentre lei guardava la sua soap preferita io mi masturbavo. Prima timidamente, poi sempre più spudoratamente finché non ebbi l'ardire di chiederle di darmi una mano. La sua mano.

Mamma a quel tempo rifiutò per non pregiudicare la mia crescita ma continuò a permettermi di toccarmi e venire davanti ai suoi occhi. Spesso anzi era proprio lei a pulire il mio piacere dal pavimento mentre io ero già nella mia stanza a fare i compiti dopo essermi sfogato ammirando le sue forme.

Finito il liceo andai a studiare fuori ma ogni volta che tornavo per le vacanze tutto riprendeva da dove avevamo lasciato. Appena eravamo soli in casa mamma sapeva che l'avrei raggiunta sul divano, o in cucina o in bagno, l'avrei tirato fuori e mi sarei masturbato ancora di fronte a lei. Sempre più sfacciato. "Mamma, guardami", le chiedevo mentre sborravo copiosamente. "Mamma, pulisci", le ordinavo dopo aver riversato tutto il mio sperma sul pavimento. E lei, ubbidiente, eseguiva mentre io restavo a guardarla.

Il pensiero di mamma e del nostro rapporto speciale non mi ha mai abbandonato. Sono stato fidanzato più volte ma nessuna donna è mai riuscita a farmi dimenticare ciò che c'era tra noi. E so per certo che lo stesso vale per lei. Mamma è sempre stata la fedele moglie di mio padre ma con me si trasformava. A me concedeva cose che mai avrebbe permesso a un altro uomo. Negli anni le feci scoprire perfino il sesso telefonico.

La chiamavo di sera tardi sul cellulare quando papà era già a letto, lei sul 'nostro' divano davanti alla tv. "Dimmi come sei vestita", "Che colore sono gli slip che indossi?", "Sei bagnata?". Lei rispondeva timida mentre io dall'altra parte della cornetta mi masturbavo furiosamente ansimando: "Dimmi che ti manca il mio cazzo, dimmi che ti manca l'odore della mia sborra". "Sei la mia troia, mamma".

A più di vent'anni dalla prima volta fu la quarantena obbligatoria a riportarci al punto di partenza. Io ero rientrato casualmente a casa proprio da pochi giorni quando il Governo ordinò il lockdown mentre mio padre rimase bloccato fuori città senza la possibilità di tornare. E così per due lunghissimi mesi io e mamma rimanemmo soli, chiusi tra quattro mura. Io e il suo corpo. Lei e il mio desiderio. Era inevitabile che succedesse. E successe.

Dopo cena, seduti sul solito divano in penombra, tirai fuori il mio cazzo duro cominciando a toccarmi. Prima lentamente, poi sempre più velocemente. Mamma tentava di tenere gli occhi fissi sulla tv finché non le fu impossibile farlo. Mi alzai posizionandomi proprio davanti a lei. Il mio cazzo era a pochi centimetri dal suo viso. Non ebbe il tempo di chiedermi cosa stessi facendo che il primo schizzo la raggiunse sui capelli. Poi sul naso, sul collo, sulla vestaglietta. Mamma rimase immobile, in silenzio mentre io dopo essermi svuotato completamente la lasciai sola sul nostro divano. Completamente ricoperta dal mio piacere. Ma era solo l'inizio.

La mattina dopo quando mamma aprì gli occhi mi trovò in piedi davanti al suo letto, completamente nudo, mentre le accarezzavo il viso col mio cazzo duro. Continuai a strofinarglielo tra fronte, occhi, naso e bocca per qualche minuto: "Ora succhiamelo". Mamma mi guardò negli occhi mentre io le presi leggermente la testa tra le mani spingendola contro il mio pube. Mio padre non le aveva mai neppure chiesto di prenderglielo in bocca. Una brava moglie non fa i pompini. Una mamma sì. Iniziai a scoparle la bocca in modo sempre più duro finché non le sborrai in bocca senza avvisarla. Mamma faticò a deglutire il primo schizzo ma alla fine riuscì ad accogliere tutto il mio seme e lo mandò giù. Mi pulì il cazzo dalle ultime gocce di sperma strofinandoglielo sui capelli. "Ora vieni a prepararmi la colazione".

Mi trovò seduto al tavolo della cucina, completamente nudo. Mi preparò la colazione mentre io mi masturbavo piano per tenere il cazzo sempre sveglio. La guardai da dietro. Nonostante i suoi 57 anni era ancora bellissima. La raggiunsi, ero alle sue spalle. Alzai la vestaglia, le mordicchiai il collo e le sfilai gli slip in un solo colpo. Poi la presi in braccio e la misi seduta sul tavolo, alzai di nuovo la vestaglia e mi infilai tra le sue gambe. "Che fai?". Al primo colpo di lingua mamma trattenne a stento un urlo stringendomi la testa nella sua figa. Per la prima volta un uomo la stava leccando. E quell'uomo era il figlio 35enne. La portai all'orgasmo due volte, ma non lo feci solo per lei. Mi serviva bagnata. Molto bagnata.

Mamma era completamente stravolta dal piacere e neppure si accorse che l'avevo girata posizionandola a 90 sul tavolo della cucina. La leccai qualche minuto tra figa e ano, poi mi avvicinai con la punta ed entrai.... Il culo di mamma era strettissimo. Papà non si era preso neanche quello. Toccava a me. Cercai di allargarla un po', poi un colpo secco. 18 cm penetrarono nell'ano di mia madre che stavolta non riuscì a trattenere le urla. Iniziai a incularla prima piano, poi sempre più veloce tenendole la testa schiacciata sul tavolo. Appena sentì lo sperma risalire però mi sfilai rapidamente e cambiai buco. Il mio sogno era da sempre quello di tornare nell'utero che mi aveva generato e così sborrai copiosamente nella figa di mia madre ormai completamente piegata alle mie voglie.

La lasciai piegata sul tavolo mentre le ultime gocce di sborra colavano sul pavimento. Mamma aveva scoperto cosa significava essere posseduta da un uomo. E quell'uomo ero io. Suo figlio. Vent'anni dopo il sogno era diventato realtà grazie alla quarantena.
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