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IL CAZZO DI MIO FIGLIO


di leius06
21.03.2019    |    154.579    |    16 9.2
"Era un cazzo dritto, lungo nella media ma molto largo e soprattutto molto, molto duro..."
Ricordo come se fosse ieri la prima volta che vidi il cazzo di mio figlio. Io ero una donna di 45 anni trascurata dal marito, lui un ragazzo appena maggiorenne con gli ormoni a mille ma ancora vergine.

Lo sapevo perché io e Luca parlavamo di tutto senza problemi. Anche di sesso. Mio figlio mi aveva spesso confidato le sue difficoltà con le ragazze dovute all'eccessiva timidezza. Una timidezza che nell'adolescenza lo aveva portato a isolarsi dedicandosi a lunghe sessioni di autoerotismo chiuso nella sua camera.

L'odore che si respirava entrando nella sua stanza era inconfondibile. E ogni mattina, quando gli rifacevo il letto mentre era a scuola, trovavo sempre un paio di boxer con evidenti tracce di sperma sul pavimento. Io però non feci nulla per farlo smettere. Un po' per l'imbarazzo di affrontare l'argomento seghe, un po' perché in fondo sentire il suo forte odore di maschio risvegliava in me emozioni ormai sopite.

Emozioni che si risvegliarono definitivamente un pomeriggio in cui eravamo soli a casa quando aprì leggermente la porta della sua stanza per chiedergli se volesse preparata una merenda e lo vidi disteso sul letto, completamente vestito ma col cazzo che svettava in alto stretto nella sua mano destra che faceva su e giù. Giù e su.

Era la prima volta che vedevo il cazzo di mio figlio dopo tanti anni. A sconvolgermi però fu la sensazione che provai in quel momento. Non imbarazzo ma voglia, non repulsione ma attrazione. Era un cazzo dritto, lungo nella media ma molto largo e soprattutto molto, molto duro.

Era il cazzo di un uomo e io ero una donna che scopava troppo poco, da troppo tempo. Forse fu per quello che mentre lo guardavo, nascosta dietro la porta in modo che lui non potesse vedermi, sentì bagnarmi gli slip. Sarei dovuta andare via ma non ci riuscivo. Stavo violando la privacy di mio figlio ma non potevo rinunciare a quello spettacolo.

Rimasi a osservare la sega di mio figlio fino alla fine. I miei occhi non si staccarono mai dal suo cazzo finché Luca non raggiunse l'orgasmo. Due, tre, quattro, cinque schizzi che mio figlio raccolse in un fazzoletto.

Feci appena in tempo ad allontanarmi prima che Luca uscisse dalla sua stanza e mi chiusi nella mia. Fu solo allora che mi resi conto della reazione del mio corpo: stavo tremando e tra le gambe sentì colare il mio piacere. Avevo raggiunto l'orgasmo per la prima volta dopo tanti, troppi anni. E lo avevo raggiunto guardando il cazzo duro di mio figlio.

Da quel giorno tutto cambiò. Da quel giorno il cazzo di Luca diventò il mio pensiero fisso. L'immagine del suo membro dritto, lungo e durissimo era sempre presente nella mia mente: mentre pulivo la cucina, mentre cucinavo, mentre facevo la spesa e perfino quelle poche volte che scopavo con suo padre pensavo solo a quello. Il cazzo di mio figlio.

Ogni volta che entravo nella stanza e sentivo il suo odore di maschio un brivido mi correva lungo la schiena. Ogni pomeriggio mi appostavo dietro la porta in attesa di rivederlo. A volte ci riuscivo, a volte no. E quando non vedevo il suo cazzo duro diventavo isterica, intrattabile fino all'ora di cena. Ne avevo bisogno. Era diventata una droga. Era diventata la mia unica fonte di piacere.

Dopo tantissimi anni tornai a masturbarmi con una certa frequenza. Immaginavo il suo cazzo. Immaginavo di toccarlo. Immaginavo di leccarlo, di succhiarlo e di bere il seme di mio figlio.

E le notti, se possibile, erano ancora più tormentate. Luca infatti mi appariva anche in sogno. E mi scopava.

Luca mi scopava con la foga di un adolescente e la dolcezza di un figlio. Mi scopava come mai avevo permesso di fare a nessun uomo, neanche a suo padre.

Mio figlio la notte si prendeva ogni centimetro del mio corpo e la mattina dopo mi risvegliavo completamente bagnata. Zuppa di piacere grazie al cazzo di mio figlio.

ps: commentate in tanti, l'eventuale seguito dipende da voi...



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