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LA SBORRA DEL FIGLIO (PARTE 5)


di leius06
27.09.2017    |    106.811    |    3 9.0
"La sborrata arrivava però sempre puntuale in pochi minuti..."
Ormai il ghiaccio era rotto. Cristina e Giorgio non potevano più fare finta di niente. Cristina e Giorgio sapevano esattamente cosa volevano l'uno dall'altra e viceversa. E se lo prendevano. Ogni giorno. Spesso più volte al giorno.

Giorgio tornava da scuola, si sedeva in cucina e mentre la madre preprarava il pranzo lo tirava fuori. Solo per lei.
"Guardami", ordinava a Cristina mentre si masturbava. A volte lentamente quasi fermandosi più volte, a volte fuirosamente quasi fino a farsi male.

La sborrata arrivava però sempre puntuale in pochi minuti. Sempre copiosa, sempre potente. Come la prima volta. Più della prima volta. E sempre, rigorosamente, sul pavimento della cucina che poi la madre avrebbe pulito alla meglio con la carta assorbente mentre lui restava a guardarla raccogliere il suo sperma da terra e si eccitava di nuovo.

Cristina aveva bandito mocio e deterviso da casa sua. Il loro utilizzo era assolutamente proibito. Cristina non voleva sentire altro odore che quello della sborra di Giorgio. La sborra del figlio.

La voleva così tanto che quasi ogni sera mentre guardavano la tv insieme sul divano era ormai lei ad allungare la mano sulla patta di Giorgio, tirarglielo fuori dopo averlo massaggiato a lungo sopra la stoffa dei pantaloni e prenderglielo in mano.

Segare il cazzo del figlio regalava sensazioni uniche a Cristina. Era sempre dritto, grosso, lungo e duro. Ma soprattutto era il cazzo di Giorgio. Ed era dritto, grosso, lungo e duro per lei. Sua madre.

Cristina aspettava con ansia ogni giorno il momento in cui l'avrebbe fatto venire. Cristina aspettava di sentire la sborra del figlio schizzare e poi colare sulle sue mani.

Cristina aspettava l'attimo in cui l'avrebbe leccata dalle sue dita mentre Giorgio la guardava ancora stravolto dal piacere e il suo cazzo tornava a crescere prepotente. Sempre e solo grazie a lei. Sua madre.

Giorgio era suo figlio. Il cazzo di Giorgio era suo. La sborra di Giorgio, la sborra del figlio, era la razione di sborra quotidiana di cui la madre non poteva fare a meno.

Ma averla così non le bastava più. Cristina voleva altro da Giorgo. Cristina voleva sempre di più da suo figlio. E se lo sarebbe preso, come sempre.

Quasi ogni sera, ormai da mesi, Cristina si addormentava pensando a come sarebbe stato prendere in bocca il cazzo del figlio. A come sarebbe stato leccarlo, succhiarlo, baciarlo. Cristina immaginava di ricevere gli schizzi del figlio direttamente in gola. E di mandarli giù. Tutti.

Cristina voleva il cazzo del figlio. Lo voleva da quando l'aveva visto per la prima volta crescere nella doccia. Cristina voleva la sborra del figlio. La voleva dalla prima volta che aveva trovato le sue tracce sugli slip in camera del figlio e aveva sentito il suo odore. L'odore della sborra del figlio.

Cristina non voleva nè poteva più negarlo a se stessa. Non poteva più fare a meno della sborra di Giorgio. Non voleva fare a meno della sborra del figlio. La voleva. La voleva ovunque. La voleva sempre. E avrebbe trovato il modo di prendersela. Sempre di più, sempre più spesso. Dappertutto.

ps: presto il prosieguo
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