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Regalo di compleanno - parte II


di leius06
05.11.2013    |    83.234    |    1 9.2
""Abbassa questi slip e guarda ciò che speri di vedere da tempo"..."
I giorni passarono lunghi e sempre uguali, dalla mamma nessun segnale circa la possibilità che il mio desiderio diventasse realtà. La data del mio compleanno era sempre più vicina, ma del regalo sperato nessuna traccia all'orizzonte. Orizzonte che si schiarì la mattina del 3 dicembre, giorno in cui ero nato esattamente undici anni prima. Avevo già concordato da tempo che in quella data avrei saltato la scuola per festeggiare appieno la ricorrenza. E così fu.

Intorno alle 9 fu proprio mia madre a scostare la tenda, alzare la serranda e, facendo entrare la poca luce invernale nella mia stanza, darmi il solito, dolcissimo, buongiorno, baciandomi sulla fronte "Marcolino, auguri", mi sussurò all'oreccchio. Io aprì gli occhi a fatica e quello che mi trovai davanti fu uno spettacolo sensazionale.

Mamma indossava una vestaglietta di seta nera, lunga fino al ginocchio. Ai piedi dei sandaletti neri, estremamente sexy. Io mi alzai di botto mettendomi seduto sul letto, lei si allontanà avviandosi verso la porta. Prima di uscire però si voltò nella mia direzione e mi disse facendomi un occhiolino tentaroe: "Allora? Cosa ci fa lì impalato? Lo vieni a scartare il tuo regalo di compleanno?".

A quelle parole, come un automa, buttai via le coperte e la seguii. Entrò in bagno, io dietro di lei. Eravamo soli in casa, mio padre infatti era già andato in ufficio. Mammma comunque chiuse la porta alle nostre spalle, mi passò davanti dandomi un altro bacio, stavolta sulla guancia, si tolse i sandaletti e, sfilandosi anche la vestaglia, resto in intimo.

La mia salivazione era azzerata, lei si avvicinò, mi sorrise e comincià a spogliarmi. Prima via la felpa del pigiama, poi i pantaloni. La scena che si presentò ai suoi occhi era a metà tra il ridicolo e il tenero: un ragazzino in mutande a tenda canadese, tanto folle era l'erezione del mio cazzo. Mamma non riuscì a trattenere un sorriso e mi sussurrò avvicinandosi all'orecchio: "Ti faccio sempre lo stesso effetto, eh?".

Quindi si allontanò da me e, vedendomi ancora fermo, fece per rivestirsi. Fu allora che intervenni: "Perchè ti rivesti?". "Lo vuoi ancora?", mi chiese. E io: "Più di ogni altra cosa al mondo". "Allora prenditelo", mi disse avvicinandosi nuovamente e prendomi le mani tra le sue.

"Abbassa questi slip e guarda ciò che speri di vedere da tempo". Le mie dita, guidate dalle sue, si posarono sull'elastico del suo slip, abbassandolo. Lei intanto con l'altra mano sganciò anche il reggiseno. Mamma era nuda! Nuda davanti a me, nuda solo per me. Il sangue mi ribolliva nelle vene, ma restai ancora impalato.

"Allora? Vuoi venirti addosso senza toccarti neppure o mi segui in doccia", mi chiese sarcastica lei. A quel punto anch'io tirai via gli slip, lasciando svettare il cazzo prepotente ed entrai in vasca insieme a lei. Mamma si posiziono in piedi, e mi face accomodare sul bordo. Seduto a cazzo dritto.

A quel punto, non sapendo se guardarla in viso, le tette o tra le gambe, cominciai una lenta sega, come un automa. Lei mi sorrideva, dolcissima, guardando un pò me e un pò il mio cazzo, sempre più duro. Il mio sguardo piano piano catturato dalla foresta che aveva in mezzo alle gambe.

Lei rise, capì tutto e mi chiese: "Vorresti toccarla vero". "Si", sussurrai... aggiungendo subito: "Ma so che non si può". Lei mi accarezzò in viso dicendomi: "Oggi è il tuo compleanno", allungo una mano prendendo la mia sinistra e guidandomi alla scoperta della sua figa.

L'orgasmo arrivò rapido e prepotente, i primi schizzi dritti sull'addome di mamma e qualcuno sulle sue tette. Lei non si scostò, anzi... Dopo una sborrata lunga almeno un paio di minuti calò uno strano silenzio. Rientrato in me feci per alzarmi mi scusai: "So che non volevi, mi spiace". Lei mi sorrise, uscì dalla vasca per togliere le tracce del mio sperma dal suo corpo e mi disse: "Non devi scusarti di nulla, tu hai solo chiesto... ".

"Grazie mamma", le dissi baciandola sulla guancia, per poi aggiungere: "E se ti chiedessi di più?". "Vedremo, al mio bambino è difficile dire di no", rispose mamma con il solito occhiolino. "Ora però lasciami sola, devo farmi una doccia. Anche se tu mi hai già lavato per bene", mi disse baciandomi ancora in fronte e rientrando all'interno della vasca.

Fu allora che raccolsi le mie cose ed uscì dal bagno, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo alla donna dei miei sogni, immaginandola ancora alle prese con le voglie di un adolescente infoiato. Me. Suo figlio.
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