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La maturità di mio figlio


di leius06
14.06.2020    |    42.359    |    3 9.5
""Ma lo stavi facendo di nuovo?", chiesi a Luca senza riuscire a nascondere il mio stupore..."
Mancavano un paio di mesi alla fine dell'anno scolastico ma il mio Luca, che proprio quell'anno avrebbe sostenuto gli esami di maturità, era più distratto del solito. La colpa era ovviamente di una ragazzina che lo aveva improvvisamente mollato lasciandolo a bocca asciutta.

Per un ragazzo diciottenne rinunciare al sesso dopo averlo provato era molto difficile e tornare alle sedute solitarie non poteva bastargli nonostante mio figlio ci desse dentro, eccome. Mi capitò più volte infatti di sorprendere Luca quasi sul fatto, finché un giorno non lo beccai proprio col cazzo in mano.

Evidentemente aveva calcolato male i tempi del mio rientro dal lavoro e così entrai in soggiorno mentre Luca seduto sul divano ci dava dentro guardando una show-girl scosciata in tv. Dopo qualche secondo di reciproco imbarazzo io andai in cucina e mio figlio corse in camera sua.

Mentre preparavo il pranzo non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di Luca col cazzo in mano. La scena mi aveva imbarazzato, certo, ma allo stesso tempo mi aveva quasi 'intenerito'.

Il mio ragazzo era in astinenza e aveva bisogno di sfogarsi. Non c'era nulla di male e non potevo certo impedirglielo. Dall'altro lato però la frequenza della sua attività masturbatoria iniziava a preoccuparmi seriamente. Dovevo fare qualcosa. Ma cosa?

Decisi di prendere tempo e non affrontai l'argomento fino alla sera quando prima di andarmi a coricare, mentre mio marito era già a letto, raggiunsi Luca in camera. Stavolta bussai per evitare altri 'incidenti' ma quando entrai l'odore era inequivocabile. Odore di maschio. Odore di sperma.

"Luca, dobbiamo parlare". Presi la sedia dalla scrivania e mi posizionai di fronte a mio figlio semisdraiato sul letto a guardare la tv. "Mi dispiace per oggi", mi disse Luca tenendo lo sguardo basso.

Cercai di essere il più dolce e comprensiva possibile: "Non devi vergognarti amore, è una cosa naturale soprattutto ora che non hai una ragazza. Quello che ti chiedo è di chiudere la porta, non sporcare in giro e soprattutto non esagerare...tra pochi mesi hai gli esami". Mentre lo dicevo però lo sguardo mi cadde all'altezza dei suoi pantaloncini. Qualcosa lì sotto si muoveva.

"Ma lo stavi facendo di nuovo?", chiesi a Luca senza riuscire a nascondere il mio stupore. Mio figlio incrociò per la prima volta il mio sguardo: "Sì...". Improvvisamente sentì una vampata di calore e percepì gli occhi di Luca posarsi sul mio seno.

Sotto la camicia da notte non indossavo il reggiseno ed i capezzoli erano ben visibili in trasparenza. Notai la mano di Luca poggiata sul suo cazzo muoversi leggermente da sopra i pantaloncini.

"Forse è meglio che vada...", dissi alzandomi. Luca allungò prontamente l'altra mano verso di me afferrandomi per il braccio: "No, resta, ti prego". La richiesta di mio figlio mi spiazzò. Cosa voleva esattamente da me? Io volevo aiutarlo a superare quel periodo difficile ma ero pur sempre sua madre. Non potevo superare certi limiti però decisi di mettermi di nuovo seduta di fronte a lui.

Luca spense la tv. Ora eravamo davvero soli. Io e lui. Lui e io. Mio figlio mi guardava e si toccava. Sentivo il suo sguardo posarsi sul mio seno, sulle mie gambe, sui miei piedi. Non lo tirò mai fuori ma ad un certo punto intensificò il movimento della sua mano finché non reclinò leggermente la testa all'indietro mordendosi le labbra.

Luca era venuto. Ebbi la conferma quando tolse la mano e vidi una larga chiazza sui pantaloncini. Mio figlio era venuto ed io ero rimasta a guardarlo mentre si toccava.

Perché lo avevo fatto? Era davvero questo il modo per aiutarlo? Cosa sarebbe successo ora? Queste e molte altre domande frullavano nella mia testa in quel momento ma trovai almeno la forza di alzarmi dalla sedia. "Cambiati e mettiti a letto, domani c'è scuola".

Raggiunsi mio marito in camera ma non riuscì a prendere sonno. Ero sconvolta e non solo per quello che aveva fatto Luca. A sconvolgermi era stata la reazione del mio corpo a quanto accaduto. Ero bagnata, fradicia. Mi era bastato guardare il viso di mio figlio che godeva e sentire il suo odore per raggiungere l'orgasmo. Che donna ero? Cosa mi stava succedendo?

Per qualche giorno Luca tornò alle sue sedute solitarie ed io cercai in tutti i modi di dimenticare quella notte in camera sua. Ma non c'ero riuscita. E capì che non ci sarei mai riuscita quando un pomeriggio, rimasti soli a casa, mio figlio mi raggiunse in cucina mentre lavavo i piatti.

Un fremito misto di paura ed eccitazione mi percorse lungo tutto il corpo. Luca si tirò giù pantaloncini e boxer. Ora era completamente nudo, in piedi, a pochi metri da me: "Mamma, guardami". Mi girai lentamente.

Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia mentre mio figlio prese in mano il suo cazzo già duro e iniziò a masturbarsi spudoratamente davanti a me. "Che stai facendo?".

Luca mi guardò: "Quello che vogliamo entrambi, siediti mamma". Finalmente incrociai il suo sguardo. Mio figlio era completamente trasformato. Nei suoi occhi lessi la voglia di un ragazzo che desiderava una donna. Anche se quella donna era sua madre. Presi una sedia e mi posizionai a distanza da Luca.

Lui mi si avvicinò rapidamente senza mai smettere di toccarsi e di guardarmi. Quel giorno indossavo una vestaglietta leggera. Sotto solo un paio di slip. Nonostante i miei 50 anni ero ancora una donna che quando voleva sapeva come fare girare la testa gli uomini. Mai però avrei immaginato di poter suscitare certe emozioni in mio figlio.

"Slacciati la vestaglia, mamma". Luca era perentorio. Il mio bambino era diventato improvvisamente un uomo che sapeva cosa voleva e se lo prendeva. Non sapevo dove volesse arrivare esattamente ma decisi di non contraddirlo. Molto lentamente aprì la vestaglia restando a seno nudo davanti a lui. Ma non gli bastava.

Mio figlio si avvicinò ancora. Il suo cazzo duro svettava ormai a pochi centimetri dal mio viso. "L'hai mai fatto?", mi chiese Luca guardandomi negli occhi. "Hai mai fatto un pompino, mamma?". Era tutto vero. Me lo stava chiedendo veramente. Mio figlio voleva un pompino da sua madre.

La punta del suo cazzo sfiorava le mie labbra. Sentivo il suo forte odore salirmi per le narici. Lo baciai. Uno, due, tre, quattro, dieci baci sulla punta e poi lungo tutta l'asta. Poi lo guardai negli occhi. "Succhiamelo".

Non era il mio primo pompino ma non ero certo un'esperta della specialità. Mio marito non me lo chiedeva spesso e io non impazzivo all'idea di prenderglielo in bocca. Quando però il cazzo di Luca entrò per la prima volta tra le mie labbra non l'avrei fatto uscire per nessuna ragione al mondo. Succhiavo e leccavo famelica come se non avessi fatto altro che pompini in tutta la mia vita.

Guardai di nuovo Luca. Era in paradiso. Non avrebbe resistito molto, lo sapevamo entrambi. Ad un certo punto mio figlio prese di nuovo l'iniziativa: sentì le sue mani tenermi la nuca mentre col pube spingeva il suo cazzo più in fondo possibile nella mia bocca.

"Oh sì, mammaaa" sospirò Luca mentre mi scaricava una copiosa quantità di sperma in gola obbligandomi di fatto a ingoiare per la prima volta in vita mia. Il sapore era meno peggio di quanto temessi e dopo un po' di difficoltà iniziale nel deglutire i primi schizzi mandai giù la sborra di mio figlio senza troppi problemi.

Dopo essersi svuotato completamente Luca lasciò la presa e si allontanò rapidamente lasciandomi seduta in cucina, seminuda e con le ultime gocce del suo sperma ancora nella mia bocca.
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