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LA SBORRA DEL FIGLIO (PARTE 7)


di leius06
28.09.2017    |    64.099    |    4 9.1
"Giorgio non rispose alla madre: "Togliti le mutande e posale sul tavolo"..."
Cristina era diventata una pompinara. Cristina era diventata la pompinara di Giorgio. Cristina era la pompinara personale di suo figlio. Proprio lei che, prima di allora, aveva fatto pochissimi pompini e solo a suo marito dopo il matrimonio ora invece non riusciva a fare a meno del cazzo di suo figlio.

Lo prendeva in bocca ogni giorno. Spesso più volte al giorno. E quando Giorgio chiamava la madre correva, si inginocchiava davanti a lui e cominciava a succhiare, succhiare e ancora succhiare fino alla sborrata finale che quasi sempre le finiva tutta in bocca. Ma a volte le sporcava anche il viso, i capelli o i vestiti che Cristina comunque si guardava bene dal cambiarsi. Alla madre piaceva sentire addosso l'odore della sborra. A Cristina piaceva avere addosso l'odore del figlio.

Giorgio ormai la chiamava davvero in ogni momento della giornata: la mattina appena sveglio, quando tornava da scuola, mentre faceva i compiti durante il pomeriggio o la sera prima di addormentarsi.

Ma anche Cristina non faceva passare un giorno senza succhiare il cazzo del figlio e quando Giorgio non la chiamava era lei a farsi trovare sul letto della sua stanza pronta a prenderglielo in bocca.

Il figlio aveva ormai capito quanto la madre volesse la sua sborra. Quanto ne fosse golosa. E una domenica mattina decise di mettere in pratica un'idea che covava da tempo.

Appena sveglio Giorgio si recò in cucina, prese un bicchiere dalla credenza e cominciò a masturbarsi furiosamente fino a venire dentro lo stesso bicchiere che lasciò bene in vista sul tavolo pieno della sua sborra. Poi si sedette e chiamò la madre.

Cristina notò il bicchiere appena varcò la porta e trasalì ma raggiunse comunque il suo posto al tavolo della cucina, piazzandosi proprio di fronte al figlio. Proprio davanti al bicchiere da cui saliva l'odore forte della sua sborra.

Cristina guardò Giorgio interrogativo, il figlio le sorrise e con una sola parola confermò i suoi sospetti: "Bevila!".

A Cristina tornò subito in mente l'episodio dello yogurt di qualche mese prima ma stavolta era diverso. Stavolta Giorgio era diverso. Suo figlio aveva appena sborrato dentro un bicchiere per lei e le aveva ordinato di mandarla giù. Le aveva ordinato di bere la sua sborra.Forse Giorgio pensava di metterla in difficoltà. Forse voleva solo metterla alla prova. O forse voleva solo la conferma che qualche mese prima la madre sapesse benissimo cosa stava mangiando insieme allo yogurt.

Cristina guardò un attimo il figlio negli occhi, poi guardò il bicchiere e lo fece. La madre prese in mano il bicchiere pieno del seme di Giorgio, lo avvicinò alle labbra, ne annusò appieno l'odore e mandò giù guardando il figlio negli occhi. La mandò giù tutta. A lei la sborra di Giorgio piaceva. Lei non poteva fare a meno della sborra di Giorgio. Non poteva fare a meno della sborra di suo figlio. E se lui aveva deciso di dargliela così non poteva certo tirarsi indietro. Non voleva. E non lo fece.

Cristina era convinta di avere ormai vinto la sfida col figlio ma no, Giorgio non era ancora soddisfatto. Giorgio voleva ancora di più dalla madre. E aveva capito che la madre non gli avrebbe detto di no.

"Togliti le mutante", ordinò Giorgio a Cristina. La madre non capì le intenzioni del figlio ma non si oppose alla sua richiesta limitandosi a un semplice: "Perchè?".

Giorgio non rispose alla madre: "Togliti le mutande e posale sul tavolo".

Il figlio era andato oltre. Il timido Giorgio aveva preso il controllo del gioco. Il timido Giorgio voleva vincere ma Cristina non aveva alcuna intenzione di arrendersi e così si alzò, lasciò scivolare gli slip che indossava a terra senza sfilarsi la vestaglia e senza mai staccare gli occhi da quelli del figlio. Poi si chinò lentamente, li raccolse e li poggiò sul tavolo proprio come aveva chiesto Giorgio.

Il figlio allungò le mani e prese le mutande della madre tra le mani. Erano nere, di cotone. Erano semplici ma sexy ed eccitanti come solo le mutande della madre potevano essere per Giorgio. Ma soprattutto erano umide. Cristina si era bagnata. Cristina si era bagnata nel bere la sborra del figlio dal bicchiere.

Giorgio guardò Cristina, posò le mutande sul tavolo davanti a lui e lo tirò fuori. Il figlio era di fronte a sua madre col cazzo duro. Di nuovo. Come sempre, più di sempre. Giorgio la guardò ancora e cominciò a masturbarsi lentamente senza mai staccare gli occhi dalla madre mentre la madre era letteralmente ipnotizzata dal suo cazzo. Come sempre, più di sempre.

Quando Giorgio sentì risalire veloce la sborra prese gli slip della madre e li strinse intorno al suo cazzo lasciando che il suo sperma finisse sullo stesso pezzo di stoffa che poco prima era a contatto con la figa della madre. Quindi il figlio riposò le mutande di Cristina sporche del suo sperma sul tavolo, guardò la madre e le disse: "Rimettiti le tue mutande".

Il messaggio di Giorgio a sua madre era chiaro. Il figlio voleva che la sua sborra arrivasse nella figa della madre. Il figlio voleva la figa della madre.

Il momento della prima scopata tra madre e figlio era sempre più vicina e Cristina lo sapeva ma non aveva paura. Anzi. Cristina voleva solo vincere la sfida con Giorgio anche stavolta. E anche stavolta la vinse.

La madre prese i suoi slip sporchi della sborra del figlio dal tavolo della cucina, li portò vicino al naso annusando la mascolinità che si mischiava ai suoi umori mentre guardava Giorgio negli occhi e si sedette sulla sedia infilandosi gli slip ma sempre senza sfilare la vestaglia. Infine si alzò, passò accanto a Giorgio sbirciando il suo cazzo di nuovo duro e usci dalla stanza con la sborra del figlio tra le gambe.

A Giorgio non restò che segarsi ancora. Giorgio si masturbò per la terza volta nella stessa mattina. Giorgio si segò la terza volta nella stessa mattina per sua madre. Cristina aveva vinto. Ma il gioco non era ancora finito.
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